13/11/2025
💬 “Solo il sì è sì”: una svolta culturale e giuridica importante, ma da comprendere a fondo.
Il Parlamento ha approvato una riforma storica: l’introduzione del principio di “consenso libero e attuale” all’interno dell’articolo 609-bis del Codice penale. Da oggi, in Italia, la violenza sessuale viene definita non solo dall’uso della forza o della minaccia, ma dall’assenza di un consenso esplicito e presente.
Un cambiamento profondo, che sposta il focus dalla vittima all’autodeterminazione di ogni persona: il corpo non è mai “a disposizione” se non c’è un sì chiaro, libero, consapevole.
È una conquista che ci avvicina agli standard europei e alla Convenzione di Istanbul, e che finalmente riconosce l’importanza della volontà della persona come confine invalicabile.
💠 Dal punto di vista psicologico, questa riforma può avere effetti positivi:
✔️rafforza il senso di tutela e legittimazione delle vittime, che troppo spesso si sono sentite messe in discussione o costrette a “dimostrare” la propria resistenza;
✔️aiuta a promuovere una cultura del consenso fondata sul rispetto reciproco e sulla comunicazione chiara;
✔️rappresenta un passo avanti verso la prevenzione della violenza di genere, perché spinge al riconoscimento dell’altro come soggetto e non come oggetto del desiderio.
👩💻Tuttavia, da professionista e osservatrice del comportamento umano, ritengo importante anche evidenziare alcune criticità e aree di incertezza.
Il decreto non chiarisce in modo operativo come debba essere provato il consenso o la sua assenza. In assenza di segni di coercizione o minaccia, la valutazione potrebbe restare affidata a interpretazioni soggettive, rischiando di creare un terreno complesso sia per le vittime che per gli accusati.
Serve quindi un grande investimento in formazione culturale, giuridica e psicologica, affinché magistrati, forze dell’ordine e operatori siano in grado di leggere i contesti relazionali, le dinamiche di potere e i segnali non verbali in modo competente e rispettoso.
Questa legge è un passo di civiltà, ma il vero cambiamento sarà possibile solo se come società sapremo educare al consenso, al rispetto e alla responsabilità affettiva.
Non basta un sì o un no: serve una cultura che insegni ad ascoltare, comprendere e rispettare l’altro, sempre.
Dott.ssa Chiara Ilardi