06/11/2025
LA FAMIGLIA BORROMEO
I Borromeo, originari di San Miniato in Toscana, sono un'importante famiglia della nobiltà milanese, che per secoli ebbe forte influenza sulla città di Milano e sulle zone del Lago Maggiore (il cosiddetto "Stato Borromeo").
Tra i membri più noti della casata si possono ricordare il cardinale Carlo Borromeo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, e il cardinale Federico Borromeo, immortalato da Alessandro Manzoni nel romanzo I Promessi Sposi.
Ne parliamo oggi, giorno della ricorrenza di San Carlo Borromeo, patrono della Lombardia, dei catechisti e dei vescovi.
STORIA DELLA FAMIGLIA
Le notizie relative alla famiglia risalgono alla fine del XIII secolo. Originari dei dintorni di Roma, si trasferirono a San Miniato al Tedesco (nell'attuale provincia di Pisa), dove presero il nome di 'Buon Romei', come erano chiamati tutti coloro che provenivano dalla Città, nonostante non fossero pellegrini. La fortuna economica arride subito alla famiglia e, grazie a un'accorta politica matrimoniale (Filippo Buonromei sposò infatti Talda, sorella di Beatrice di Tenda, moglie di Facino Cane e, in seguito, di Filippo Maria Visconti) si conquistarono l'appoggio della potente famiglia viscontea.
A causa delle lotte tra Firenze e i presidi ghibellini in Toscana, intorno agli anni '60-'70 del Trecento, i Borromeo si trasferirono a Milano e a Padova, per gestire l'attività economica prevalente, quella di banchieri. A Padova si celebrano le nozze tra Margherita Borromeo e Giacomo Vitaliani, ricco esponente della famiglia Vitaliani che vantava, benché senza prove storicamente accettabili, la discendenza da santa Giustina di Padova, la santa martirizzata sotto Diocleziano nel 303. Alla morte di Giacomo, che aveva sperperato il patrimonio di famiglia, il figlio Vitaliano Vitaliani sarà adottato dallo zio materno, Giovanni Borromeo, privo di figli, con l'obbligo di assumerne il cognome. Vitaliano divenne così il capostipite della famosa famiglia milanese, con il nome di Vitaliano I.
L'insieme delle terre appartenute al re dei Longobardi Desiderio, indi all'imperatore Federico Barbarossa, situate intorno al lago Maggiore, costituirono, tra il XIV e XV secolo, lo "Stato Borromeo", vasto più di mille chilometri quadrati, con Arona ed Angera sedi del Conte e Marchese.
Statua di Federico II di Svevia all'ingresso del Palazzo Reale di Napoli
Era ripartito in dieci podesterie: Mergozzo, Omegna, Vogogna, Val Vigezzo, Cannobio, Intra, Laveno, Lesa, Angera e Arona. Il podestà di Arona era il delegato comitale anche per le funzioni giurisdizionali, dato che le proprietà borromaiche non dipendevano dalla giustizia ordinaria di Novara e di Milano. Il territorio, che era stato affidato in comodato dal Barbarossa e poi da Federico II a feudatari locali, era scarsamente popolato, ma permetteva da parte del signore il controllo della navigazione lacustre e l'introito daziario che veniva incamerato ad Arona.
Collocato al limite nord-occidentale del ducato di Milano e confinante con la Svizzera, conquistò un determinante ruolo strategico per il gran numero di siti fortificati, la disponibilità di un esercito locale, il sostegno dell'aristocrazia del posto. Il vasto feudo ebbe una lunga vita e solo l'occupazione napoleonica nel 1797 riuscì a smantellarlo. I Borromeo, però, conservarono il patrimonio immobiliare.
Vitaliano continuò i commerci dello zio aprendo due nuove filiali della banca a Burgos e a Barcellona e nel 1416 acquistò la cittadinanza milanese venendo creato nel 1418 tesoriere del ducato di Milano.
Vitaliano I Borromeo inoltre nel 1432, fortificò il suo palazzo fuori città (l'attuale castello di Peschiera Borromeo) e tra il 1439 e il 1440, gli furono concessi dal Duca di Milano, Filippo Maria Visconti vari feudi, tra cui quello di Arona sul Lago Maggiore, sul quale, nel 1445, gli venne concesso il titolo di Conte. Si guadagnò poi anche il favore di Francesco Sforza, che gli donò altri feudi tra cui quello di Angera nel 1449.
Da Vitaliano I discesero altri grandi personaggi della famiglia.
Giovanni I "Il Giusto" (1439-1495), fu vincitore a Crevoladossola di Svizzeri e Vallesani nella battaglia presso il ponte di Crevola il 28 aprile 1487.
Si ricordano poi i tre figli di Giovanni I: Lancillotto Borromeo (m. 1513), senatore di Luigi XII di Francia, e Ludovico I (m. 1527), che nel castello della Vitaliana, da lui realizzato, resistette all'assalto degli Sforza, e Giberto I, anche lui altro dignitario del Re francese.
Dei figli di Ludovico, Camillo I Borromeo (m. 1549), fu governatore di Como e poi di Pavia.
Dei figli di Camillo I Borromeo, Giovanni Battista I Borromeo fu Signore di Cannobio e sposò Giulia Sanseverino.
Figli di Federico I furono: Giberto II Borromeo (m. 1558), governatore del Lago Maggiore, e Giulio Cesare I (1517-1572).
Ambito toscano, San Carlo Borromeo consacrato cardinale, 1626
Di Giberto II furono figli san Carlo Borromeo e Federico II Borromeo (m. 1562).
Don Abbondio e il cardinale Federigo Borromeo. Illustrazione di Gonin all'edizione del 1840 dei Promessi sposi
Dei figli di Giulio Cesare I, vi furono Renato I Borromeo (m. 1608), e il cardinale Federigo Borromeo (Federigo III), uomo di chiesa di manzoniana memoria che resse le sorti di Milano e ne improntò la vita politica e culturale, ribadendo l'opera del cugino Carlo.
Tra i figli di Renato I ed Ersilia Farnese vi furono Giulio Cesare II Borromeo (m. 1638), valido uomo di guerra, e Carlo III Borromeo (1586-1652), che fu il primo ideatore dei lavori di trasformazione dell'Isola Bella sul Lago Maggiore.
Tra i figli di Giulio Cesare II, da ricordare il cardinale Federico IV Borromeo (1617-1673).
Gli eredi di Carlo III furono il cardinale Giberto Borromeo (Giberto III Borromeo, 1615-1672), Renato II Borromeo (m. 1685), marito di Giulia Arese (da cui il duplice cognome Borromeo-Arese), e Vitaliano VI Borromeo (m. 1690), quest'ultimo artefice delle maggiori trasformazioni dell'Isola Bella.
Tra i figli di Renato II e Giulia Arese vi furono Carlo IV Borromeo (o Borromeo-Arese) (m. 1734), che divenne Viceré di Napoli, e sposò due parenti di Pontefici; poi Giberto IV Borromeo (1671-1740), cardinale e vescovo-conte di Novara.
Tra i figli di Carlo IV vi furono Giovanni Benedetto Borromeo (m. 1744), marito di Clelia Grillo, Federico VI (m. 1779).
Tra i figli di Giovanni Benedetto si ricordano Renato III (m. 1788), Francesco IV (m. 1775) ed il cardinale Vitaliano Borromeo (1720-1793).
Tra i figli di Renato III vi furono Giberto V (m. 1837), ultimo feudatario con la moglie Contessa Cusani, dopo l'occupazione francese.
Tra i figli di Giberto V, vi furono il cardinale Renato V, Vitaliano VIII (m. 1874), letterato e uomo di cultura, e noto anche per le sue attività patriottiche. A quest'ultimo Borromeo si devono altre innovazioni nel palazzo dell'Isola Bella.
Tra i figli di Vitaliano VIII vi furono il cardinale Edoardo Borromeo, Giberto VI Borromeo (m. 1844), Guido Borromeo (1818-1890), senatore del Regno d'Italia, Emilio Borromeo.
Giberto VII Borromeo (1859-1941), la cui consorte era Rosanna Leonardi, ricevette la nomina di I Principe di Angera dal re Vittorio Emanuele III di Savoia con Regio Decreto motu proprio del 21-12-1916 e Regie Patenti (1-03-1917).
AI TEMPI NOSTRI
Nei tempi odierni la famiglia era rappresentata da Giberto Borromeo Arese, deceduto il 16 febbraio 2015. A succedergli è il primogenito Vitaliano Borromeo Arese.
Nel 2004 Lavinia Borromeo ha sposato John Elkann, figlio di Alain Elkann e Margherita Agnelli; Beatrice Borromeo, giornalista politica italiana, è la moglie di Pierre Casiraghi, figlio della principessa Carolina di Monaco e Matilde Borromeo è coniugata con Antonius zu Fürstenberg.
BLASONATURA
Inquartato, fiancheggiato in arco di cerchio, col capo e la campagna: nel I di rosso alla corona antica d'oro, posta in sbarra; nel II d'argento a due trecce d'oro, poste in sbarra, annodate di rosso in decusse; nel III d'azzurro a tre anelli intrecciati d'oro gemmati di rosso male ordinati; nel IV di rosso al freno d'argento posto in banda.
Il fiancheggiato di rosso: sul fianco destro seminato di fiammelle d'oro al liocorno d'argento, accollato di una corona antica d'oro annodata con una sciarpa d'argento svolazzante, spaventato da un medaglione ovale d'argento, raggiante d'oro, orizzontale a destra, caricato da un biscione d'azzurro ingollante un putto di carnagione; il fianco sinistro caricato di un dromedario giacente in un canestro sostenente sulla gobba una corona antica il tutto d'oro, sormontata da sette penne di struzzo alternate d'azzurro e d'argento.
Il tutto sinistrato e spaccato: superiormente d'oro all'aquila di nero coronata d'oro, inferiormente d'argento al volo abbassato di nero.
Il capo e la campagna d'argento, caricato il primo del motto humylitas in carattere gotico minuscolo di nero, sormontato da una corona fioronata d'oro; e la seconda da un cedro d'oro, gambuto e fogliato di verde, posto in fascia.
Sul tutto partito: nel I bandato d'azzurro innestato d'argento e di verde; nel II fasciato di rosso e di verde, alla cotissa in banda d'argento attraversante.
In foto: schema genealogico dei Borromeo a partire da Vitaliano e stemma gentilizio.