Studio Araldico Genealogico Italiano

Studio Araldico Genealogico Italiano Ricerche storiche documentali, ricostruzione ed elaborazione di alberi genealogici e monografie familiari

L'Associazione “Studio Araldico Genealogico Italiano” fornisce consulenza e “servizi“ in materia onomastica, storica, genealogica araldica e servizi su: origine, significato e storia del cognome, storia documentata del cognome, albero genealogico, stemma, prove nobiliari, cambiamento, correzione e aggiunta di cognome, ricerca di stemmi gentilizi. L'"Associazione Studio Araldico Genealogico Italiano", si propone come un punto di riferimento nella ricerca storica e genealogica in Italia.

MARTIN SCORSESE... ERA "SCOZZESE"!Due giorni fa è ricorso il compleanno di Martin Charles Scorsese (New York, 17 novembr...
19/11/2025

MARTIN SCORSESE... ERA "SCOZZESE"!

Due giorni fa è ricorso il compleanno di Martin Charles Scorsese (New York, 17 novembre 1942), regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense con cittadinanza italiana.
Esponente della New Hollywood, è considerato uno dei maggiori e più importanti registi della storia del cinema. Temi centrali dei suoi film sono la violenza istintiva dell'uomo e il suo rapporto con la colpa, il peccato e la religione. Il suo stile, spesso caratterizzato da sequenze virtuosistiche e violenza iperrealista, trae ispirazione dalla Nouvelle Vague francese, dal Neorealismo italiano e dal cinema indipendente di John Cassavetes.
Rilevanti nella sua carriera i sodalizi con Daniel Day-Lewis, Harvey Keitel, Joe Pesci e soprattutto con Robert De Niro e Leonardo DiCaprio. Tra i numerosi premi cinematografici ricevuti, l'Oscar alla miglior regia nel 2007 per The Departed - Il bene e il male, la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1976 per Taxi Driver, il Leone d'oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia nel 1995, tre Bafta e quattro Golden Globe (di cui uno alla carriera, nel 2010).

PERCHE' ERA "SCOZZESE"?

No, lui non è originario della Scozia. Sono risapute le sue origini italiane, precisamente siciliane, ma andiamo per ordine.
Scorsese nasce a Flushing, un quartiere del Queens (New York), il 17 novembre del 1942, figlio di Luciano Charles Scorsese (1913-1993), un impiegato presso una lavanderia, e di Catherine Cappa (1912-1997), una sarta, originari entrambi del Lower East Side di Manhattan. I nonni del regista, sia paterni sia materni, erano immigrati italiani originari rispettivamente di Polizzi Generosa e di Ciminna (entrambi comuni della provincia di Palermo), giunti negli Stati Uniti agli inizi del XX secolo.
Il cognome originario, tuttavia, non era Scorsese, bensì Scozzese. C'è stato un errore di trascrizione al momento dell'arrivo di Francesco Paolo (1886-?), padre di Luciano, negli USA, nel 1906.
Ma non solo! Il cognome Scozzese è di fantasia.
Grazie a una nostra veloce indagine genealogica abbiamo scoperto che il bisnonno di Martin, ossia Giulio Scozzese (1847-?), padre di Francesco Paolo, era figlio d'ignoti genitori, nato a Polizzi Generosa.
Dunque "Scozzese" non è la sua origine geografia, non è il suo cognome tramandato da generazioni e generazioni, bensì il cognome di fantasia attribuito all'antenato dagli ufficiali di Stato Civile dell'epoca.

Chissà se il nostro Martin lo sapeva!

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17/11/2025

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10/11/2025

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LA FAMIGLIA BORROMEOI Borromeo, originari di San Miniato in Toscana, sono un'importante famiglia della nobiltà milanese,...
06/11/2025

LA FAMIGLIA BORROMEO

I Borromeo, originari di San Miniato in Toscana, sono un'importante famiglia della nobiltà milanese, che per secoli ebbe forte influenza sulla città di Milano e sulle zone del Lago Maggiore (il cosiddetto "Stato Borromeo").
Tra i membri più noti della casata si possono ricordare il cardinale Carlo Borromeo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, e il cardinale Federico Borromeo, immortalato da Alessandro Manzoni nel romanzo I Promessi Sposi.
Ne parliamo oggi, giorno della ricorrenza di San Carlo Borromeo, patrono della Lombardia, dei catechisti e dei vescovi.

STORIA DELLA FAMIGLIA

Le notizie relative alla famiglia risalgono alla fine del XIII secolo. Originari dei dintorni di Roma, si trasferirono a San Miniato al Tedesco (nell'attuale provincia di Pisa), dove presero il nome di 'Buon Romei', come erano chiamati tutti coloro che provenivano dalla Città, nonostante non fossero pellegrini. La fortuna economica arride subito alla famiglia e, grazie a un'accorta politica matrimoniale (Filippo Buonromei sposò infatti Talda, sorella di Beatrice di Tenda, moglie di Facino Cane e, in seguito, di Filippo Maria Visconti) si conquistarono l'appoggio della potente famiglia viscontea.
A causa delle lotte tra Firenze e i presidi ghibellini in Toscana, intorno agli anni '60-'70 del Trecento, i Borromeo si trasferirono a Milano e a Padova, per gestire l'attività economica prevalente, quella di banchieri. A Padova si celebrano le nozze tra Margherita Borromeo e Giacomo Vitaliani, ricco esponente della famiglia Vitaliani che vantava, benché senza prove storicamente accettabili, la discendenza da santa Giustina di Padova, la santa martirizzata sotto Diocleziano nel 303. Alla morte di Giacomo, che aveva sperperato il patrimonio di famiglia, il figlio Vitaliano Vitaliani sarà adottato dallo zio materno, Giovanni Borromeo, privo di figli, con l'obbligo di assumerne il cognome. Vitaliano divenne così il capostipite della famosa famiglia milanese, con il nome di Vitaliano I.
L'insieme delle terre appartenute al re dei Longobardi Desiderio, indi all'imperatore Federico Barbarossa, situate intorno al lago Maggiore, costituirono, tra il XIV e XV secolo, lo "Stato Borromeo", vasto più di mille chilometri quadrati, con Arona ed Angera sedi del Conte e Marchese.
Statua di Federico II di Svevia all'ingresso del Palazzo Reale di Napoli
Era ripartito in dieci podesterie: Mergozzo, Omegna, Vogogna, Val Vigezzo, Cannobio, Intra, Laveno, Lesa, Angera e Arona. Il podestà di Arona era il delegato comitale anche per le funzioni giurisdizionali, dato che le proprietà borromaiche non dipendevano dalla giustizia ordinaria di Novara e di Milano. Il territorio, che era stato affidato in comodato dal Barbarossa e poi da Federico II a feudatari locali, era scarsamente popolato, ma permetteva da parte del signore il controllo della navigazione lacustre e l'introito daziario che veniva incamerato ad Arona.
Collocato al limite nord-occidentale del ducato di Milano e confinante con la Svizzera, conquistò un determinante ruolo strategico per il gran numero di siti fortificati, la disponibilità di un esercito locale, il sostegno dell'aristocrazia del posto. Il vasto feudo ebbe una lunga vita e solo l'occupazione napoleonica nel 1797 riuscì a smantellarlo. I Borromeo, però, conservarono il patrimonio immobiliare.
Vitaliano continuò i commerci dello zio aprendo due nuove filiali della banca a Burgos e a Barcellona e nel 1416 acquistò la cittadinanza milanese venendo creato nel 1418 tesoriere del ducato di Milano.
Vitaliano I Borromeo inoltre nel 1432, fortificò il suo palazzo fuori città (l'attuale castello di Peschiera Borromeo) e tra il 1439 e il 1440, gli furono concessi dal Duca di Milano, Filippo Maria Visconti vari feudi, tra cui quello di Arona sul Lago Maggiore, sul quale, nel 1445, gli venne concesso il titolo di Conte. Si guadagnò poi anche il favore di Francesco Sforza, che gli donò altri feudi tra cui quello di Angera nel 1449.
Da Vitaliano I discesero altri grandi personaggi della famiglia.
Giovanni I "Il Giusto" (1439-1495), fu vincitore a Crevoladossola di Svizzeri e Vallesani nella battaglia presso il ponte di Crevola il 28 aprile 1487.
Si ricordano poi i tre figli di Giovanni I: Lancillotto Borromeo (m. 1513), senatore di Luigi XII di Francia, e Ludovico I (m. 1527), che nel castello della Vitaliana, da lui realizzato, resistette all'assalto degli Sforza, e Giberto I, anche lui altro dignitario del Re francese.
Dei figli di Ludovico, Camillo I Borromeo (m. 1549), fu governatore di Como e poi di Pavia.
Dei figli di Camillo I Borromeo, Giovanni Battista I Borromeo fu Signore di Cannobio e sposò Giulia Sanseverino.
Figli di Federico I furono: Giberto II Borromeo (m. 1558), governatore del Lago Maggiore, e Giulio Cesare I (1517-1572).
Ambito toscano, San Carlo Borromeo consacrato cardinale, 1626
Di Giberto II furono figli san Carlo Borromeo e Federico II Borromeo (m. 1562).
Don Abbondio e il cardinale Federigo Borromeo. Illustrazione di Gonin all'edizione del 1840 dei Promessi sposi
Dei figli di Giulio Cesare I, vi furono Renato I Borromeo (m. 1608), e il cardinale Federigo Borromeo (Federigo III), uomo di chiesa di manzoniana memoria che resse le sorti di Milano e ne improntò la vita politica e culturale, ribadendo l'opera del cugino Carlo.
Tra i figli di Renato I ed Ersilia Farnese vi furono Giulio Cesare II Borromeo (m. 1638), valido uomo di guerra, e Carlo III Borromeo (1586-1652), che fu il primo ideatore dei lavori di trasformazione dell'Isola Bella sul Lago Maggiore.
Tra i figli di Giulio Cesare II, da ricordare il cardinale Federico IV Borromeo (1617-1673).
Gli eredi di Carlo III furono il cardinale Giberto Borromeo (Giberto III Borromeo, 1615-1672), Renato II Borromeo (m. 1685), marito di Giulia Arese (da cui il duplice cognome Borromeo-Arese), e Vitaliano VI Borromeo (m. 1690), quest'ultimo artefice delle maggiori trasformazioni dell'Isola Bella.
Tra i figli di Renato II e Giulia Arese vi furono Carlo IV Borromeo (o Borromeo-Arese) (m. 1734), che divenne Viceré di Napoli, e sposò due parenti di Pontefici; poi Giberto IV Borromeo (1671-1740), cardinale e vescovo-conte di Novara.
Tra i figli di Carlo IV vi furono Giovanni Benedetto Borromeo (m. 1744), marito di Clelia Grillo, Federico VI (m. 1779).
Tra i figli di Giovanni Benedetto si ricordano Renato III (m. 1788), Francesco IV (m. 1775) ed il cardinale Vitaliano Borromeo (1720-1793).
Tra i figli di Renato III vi furono Giberto V (m. 1837), ultimo feudatario con la moglie Contessa Cusani, dopo l'occupazione francese.
Tra i figli di Giberto V, vi furono il cardinale Renato V, Vitaliano VIII (m. 1874), letterato e uomo di cultura, e noto anche per le sue attività patriottiche. A quest'ultimo Borromeo si devono altre innovazioni nel palazzo dell'Isola Bella.
Tra i figli di Vitaliano VIII vi furono il cardinale Edoardo Borromeo, Giberto VI Borromeo (m. 1844), Guido Borromeo (1818-1890), senatore del Regno d'Italia, Emilio Borromeo.
Giberto VII Borromeo (1859-1941), la cui consorte era Rosanna Leonardi, ricevette la nomina di I Principe di Angera dal re Vittorio Emanuele III di Savoia con Regio Decreto motu proprio del 21-12-1916 e Regie Patenti (1-03-1917).

AI TEMPI NOSTRI

Nei tempi odierni la famiglia era rappresentata da Giberto Borromeo Arese, deceduto il 16 febbraio 2015. A succedergli è il primogenito Vitaliano Borromeo Arese.
Nel 2004 Lavinia Borromeo ha sposato John Elkann, figlio di Alain Elkann e Margherita Agnelli; Beatrice Borromeo, giornalista politica italiana, è la moglie di Pierre Casiraghi, figlio della principessa Carolina di Monaco e Matilde Borromeo è coniugata con Antonius zu Fürstenberg.

BLASONATURA

Inquartato, fiancheggiato in arco di cerchio, col capo e la campagna: nel I di rosso alla corona antica d'oro, posta in sbarra; nel II d'argento a due trecce d'oro, poste in sbarra, annodate di rosso in decusse; nel III d'azzurro a tre anelli intrecciati d'oro gemmati di rosso male ordinati; nel IV di rosso al freno d'argento posto in banda.
Il fiancheggiato di rosso: sul fianco destro seminato di fiammelle d'oro al liocorno d'argento, accollato di una corona antica d'oro annodata con una sciarpa d'argento svolazzante, spaventato da un medaglione ovale d'argento, raggiante d'oro, orizzontale a destra, caricato da un biscione d'azzurro ingollante un putto di carnagione; il fianco sinistro caricato di un dromedario giacente in un canestro sostenente sulla gobba una corona antica il tutto d'oro, sormontata da sette penne di struzzo alternate d'azzurro e d'argento.
Il tutto sinistrato e spaccato: superiormente d'oro all'aquila di nero coronata d'oro, inferiormente d'argento al volo abbassato di nero.
Il capo e la campagna d'argento, caricato il primo del motto humylitas in carattere gotico minuscolo di nero, sormontato da una corona fioronata d'oro; e la seconda da un cedro d'oro, gambuto e fogliato di verde, posto in fascia.

Sul tutto partito: nel I bandato d'azzurro innestato d'argento e di verde; nel II fasciato di rosso e di verde, alla cotissa in banda d'argento attraversante.

In foto: schema genealogico dei Borromeo a partire da Vitaliano e stemma gentilizio.

VINCENZO BELLINI, UNO DEI MAGGIORI OPERISTI DI SEMPREIeri è ricorso l'anniversario della nascita di Vincenzo Salvatore C...
04/11/2025

VINCENZO BELLINI, UNO DEI MAGGIORI OPERISTI DI SEMPRE

Ieri è ricorso l'anniversario della nascita di Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, 23 settembre 1835), compositore italiano, tra i più celebri operisti dell'Ottocento.
Gran parte di ciò che è noto della vita di Bellini e della sua attività di musicista proviene da lettere scritte al suo amico Francesco Florimo, incontrato come compagno di studi a Napoli. Considerato, con Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti, il compositore per antonomasia dell'era del bel canto italiano, in particolare dell'inizio del XIX secolo, Bellini fu autore di dieci opere liriche in tutto, delle quali le più famose e rappresentate sono La sonnambula, Norma e I puritani.

CENNI STORICO-GENEALOGICI

Bellini nacque a Catania (nel Regno di Sicilia), presso un appartamento in affitto di Palazzo Gravina Cruyllas, in Piazza San Francesco d'Assisi, il 3 novembre del 1801, figlio di Rosario Bellini e di Agata Ferlito. Fu figlio e nipote d'arte: suo padre fu infatti un compositore minore, mentre il nonno paterno, Vincenzo Tobia Nicola Bellini, fu un rinomato compositore di musiche sacre originario di Torricella Peligna (nell'Abruzzo Citeriore, una regione del Regno di Napoli), già attivo a Petralia Sottana e trapiantato, in seguito alla sua scritturazione da parte di Ignazio Paternò Castello, a Catania, dove visse presso via Santa Barbara.

In foto un celebre ritratto e il suo albero genealogico redatto nel secolo scorso.

SANTORO: IL COGNOME D'OGNISSANTIInnanzitutto buona festa d'Ognissanti a tutti gli amici, soci e fan dello Studio Araldic...
01/11/2025

SANTORO: IL COGNOME D'OGNISSANTI

Innanzitutto buona festa d'Ognissanti a tutti gli amici, soci e fan dello Studio Araldico Genealogico Italiano.
Il giorno di tutti i Santi, noto popolarmente anche come Ognissanti, è una festa cristiana che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i santi, ivi comprendendo anche quelli non canonizzati.
Nel calendario liturgico della Chiesa cattolica e della Chiesa Ortodossa, è chiamata Solennità di Ognissanti oppure Solennità di tutti i Santi.
La solennità del calendario liturgico romano (in latino: Sollemnitas Omnium Sanctorum) cade il 1º novembre (seguita il 2 novembre dalla Commemorazione dei defunti), ed è una festa di precetto; prima delle riforme di Pio XII del 1955 aveva anche una vigilia e un'ottava.
Oggi volevamo brevemente parlarvi del cognome Santoro che etimologicamente e storicamente è strettamente legato a questo giorno.

ETIMOLOGIA DEL COGNOME

Santoro è diffuso in tutta Italia, ma massicciamente in tutto il sud. Infatti si colloca al ventiseiesimo posto tra i cognomi più frequenti nella pen*sola. Portato da oltre 10.000 famiglie, le regioni in cui è più presente sono quelle meridionali, in particolare Puglia, Campania e Sicilia.
Questo cognome panitaliano, vede l'etimologia in comune con il nome medioevale Sanctorum, "santi", la trasposizione al plurale della parola latina Sanctus, "santo"; il significato e le origini del nome Santoro, rimandano alla festa della Chiesa, l'"Ecclesia Sanctorum Omnium", ossia il giorno in cui si celebrano tutti i santi: questo nome veniva solitamente attribuito ai bambini nati nel giorno di Ognissanti, il due novembre, probabile nome portato dal capostipite, ma fu anche un cognome molto spesso dato ai trovatelli.

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NICCOLO' PAGANINI, LA LEGGENDA DEL VIOLINOL'altro ieri è ricorso l'anniversario della nascita di Niccolò Paganini (Genov...
29/10/2025

NICCOLO' PAGANINI, LA LEGGENDA DEL VIOLINO

L'altro ieri è ricorso l'anniversario della nascita di Niccolò Paganini (Genova, 27 ottobre 1782 – Nizza, 27 maggio 1840), violinista, chitarrista e compositore italiano, fra i più importanti esponenti della musica romantica.
Continuatore della scuola violinistica italiana di Pietro Locatelli, Gaetano Pugnani e Giovanni Battista Viotti, è considerato uno dei maggiori violinisti di sempre, sia per la padronanza dello strumento, sia per le innovazioni apportate in particolare allo staccato e al pizzicato. La sua attività di compositore fu legata a quella di esecutore.
Ancora oggi la sua figura è circondata da leggende legate al suo prodigioso genio (talune anche alimentate dall'ambiente del romanticismo ottocentesco) ed al famoso patto col diavolo da lui siglato per ottenere la fama e l’abilità necessaria per suonare il violino, contribuendo così a mitizzare la sua figura.

CENNI STORICO-GENEALOGICI

Nacque a Genova il 27 ottobre del 1782 da una modesta famiglia originaria di Carro (nell'odierna provincia della Spezia). Il padre Antonio faceva imballaggi al porto ed era appassionato di musica; con la madre Teresa abitavano in Vico Fosse del Colle, al Passo della Gatta Mora, un caruggio di Genova nella zona di via del Colle.
Suo nonno, Giovan Battista Paganini (Carro (SP) ??/??/17?? - Genova ??/02/1799), pare sia stato Console Pontificio nel 1780 ed alla sua morte lasciò per legato la considerevole somma di 100.000 Lire all'Albergo dei Poveri di Genova nel quale venne, in seguito, eretta una statua in sua memoriaIe. I problemi nella sua biografia si affacciano subito, dal nome innanzitutto: Nicolò o Niccolò? I biografi sostengono siano corrette entrambe le dizioni perché Paganini si firmò indifferentemente in una maniera e nell'altra, anzi alle volte si firmava persino "Nicola".
L'atto di battesimo, scritto in latino, riporta però la questione al punto di partenza. Vi si legge Nicolaus Paganini rendendo in questo modo impossibile una traduzione.
Questo si legge dall'atto di battesimo: "Anno 1782, die 28 octobris, Nicolaus Paganino Antonii filii Johannis Baptistae et Theresiase Johannis Bocciardo coniugum, Natus heri et hodie a me Praeposito baptizatus; suscientibus Nicolao Caruta Quondam Bartolomaei et Columba Maria Ferramolla uxore."
[fonte: http://paganininiccolo.blogspot.com/p/la-vita.html]

In foto un suo ritratto e il suo atto di battesimo.

CHI HA MAI DETTO CHE I NOSTRI NOMI E COGNOMI NON HANNO SIGNIFICATO E SONO NOIOSI?I nostri nomi e cognomi possono essere ...
27/10/2025

CHI HA MAI DETTO CHE I NOSTRI NOMI E COGNOMI NON HANNO SIGNIFICATO E SONO NOIOSI?

I nostri nomi e cognomi possono essere reinterpretati nei significati originari. Giusto per divertirsi. Partiamo dal predecessore dell'attuale presidente della Repubblica: lo si può descrivere come “lo zoppo del campicello libero”, dal toscano ciampa “gamba storta”, germanico karla “uomo libero” e latino agellum “piccolo campo” da cui il comune piemontese di Azeglio. Prendiamo Enzo Biagi: vale “Enrichetto il balbuziente”; Enzo, in Italia diminutivo di Vincenzo, è in realtà il tedesco Heinz, diminutivo di Heinrich; mentre Biagio valeva in latino “chi balbetta”. Un altro esempio: Claudia Koll, cioè “la zoppa di Nicolicchio il greco, (quasi) a cavolo”. Il significato di Claudia è noto (vedi claudicante), il vero cognome dell’attrice è Colacione, derivato di Nicola con suffisso greco, e il nome d’arte può derivare da Köln (Colonia) o da kopf (“testa”) ma più probabilmente da kohl, “cavolo” appunto.

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I GINORI, I RE DELLE PORCELLANEI Ginori sono un'antica famiglia nobiliare di Firenze, tuttora esistente, nota per la Por...
20/10/2025

I GINORI, I RE DELLE PORCELLANE

I Ginori sono un'antica famiglia nobiliare di Firenze, tuttora esistente, nota per la Porcellana Ginori a Doccia, una delle più prestigiose manifatture di porcellana europea. Nasce per volontà del marchese Carlo Ginori nel 1737, in una villa di sua proprietà a Doccia (oggi inglobata in Sesto Fiorentino). I discendenti di Carlo Ginori continueranno ad esserne i proprietari e a dirigerla fino al 1896, quando avverrà la fusione con la Soc. Ceramica Richard di Milano.

CENNI STORICO-GENEALOGICI

La famiglia era originaria del contado di Calenzano e si inurbò a Firenze con il notaio ser Giovanni Ginori, andando ad abitare nella zona di San Lorenzo, dove nascerà il loro principale palazzo, che ancora oggi dà il nome a via de' Ginori.
I Ginori furono mercanti ed ebbero banchi in proprio che prestavano denaro in tutta Europa tramite varie filiali. Non mancarono le cariche politiche e nel secolo XV Gino di Giovanni venne eletto priore.
Gabriello di Piero (nato nel marzo 1450) fu il primo ad ottenere un titolo nobiliare, divenendo prima consigliere di Ludovico il Moro e poi conte palatino da Massimiliano I d'Asburgo. Durante la presa di potere dei Medici i Ginori ne furono alleati, seppure tenendone le distanze. Più importanza assunse la famiglia durante il Ducato, prima, e il Granducato poi.
I figli di Pietro Ginori, sposato a Maddalena Strozzi, divisero il casato in due rami: Gino, che tenne il titolo comitale e fu il capostipite dei Ginori Conti, e Leonardo, che fu il capostipite dei Ginori Lisci e che in seguito ottenne il titolo di marchese. Leonardo Ginori era sposato a Caterina Soderini, la donna che fu usata come esca da Lorenzino de' Medici (figlio di sua sorella Maria) nell'agguato dove p***e la vita Alessandro de' Medici.
Carlo di Leonardo fu priore nel 1513 e gonfaloniere di giustizia nel 1527, oltre che mecenate. Nella seconda metà del Cinquecento i Ginori ingrandirono il palazzo di famiglia, scambiando una proprietà con lo scultore Bartolomeo Ammannati. Pure figlio di Leonardo e fratello quindi di Carlo fu il condottiero Bartolommeo Ginori, di imponente costituzione fisica, che pare fece da modello al Giambologna per il Ratto delle Sabine.
Nel XVIII secolo il marchese Carlo Ginori fu un importante uomo politico nella delicata fase di transizione che vide il passaggio del potere in Toscana dai Medici ai Lorena, oltre che un vulcanico imprenditore, noto soprattutto per aver fondato nel 1735 la Manifattura di porcellane di Doccia nella tenuta della sua villa presso Sesto Fiorentino. Nel 1738 ottenne il titolo di marchese in premio ai suoi servigi ed alla sua attività imprenditoriale. Suo figlio Lorenzo continuò l'opera del padre, curando la manifattura di porcellane (dal 1758 al 1791) e portandola ad essere una delle più importante e rinomate d'Europa, con una qualità artistica che poteva rivaleggiare con Meißen e Vienna. Seguirono alla direzione Carlo Leopoldo Ginori (1792-1837), Lorenzo Ginori (1838-1878) e Carlo Benedetto Ginori (1879-1896), che fuse la società con la Richard di Milano dando origine alla Richard-Ginori.
Nel XIX secolo lavorò per la manifattura Ginori il fratello di Carlo Lorenzini (detto Collodi, l'autore di Pinocchio), Paolo, che ebbe prima la posizione di segretario e poi di "ministro", ossia direttore generale. Paolo e Carlo abitarono nel palazzo Ginori di via de' Rondinelli, come ricorda una targa sulla facciata dell'edificio. Importanti uomini politici furono i senatori Piero Ginori Conti e Lorenzo Ginori Lisci, quest'ultimo anche sindaco di Firenze.
Nel XX secolo fu un importante letterato e storico dell'arte Leonardo Ginori Lisci.

BLASONATURA

Lo stemma Ginori ha tre stelle azzurre su banda d'oro in campo azzurro. Nel 1442 Antonio di Giuliano vi aggiunse un giglio d'oro nel capo in quanto priore per concessione di Renato d'Angiò, che venne mantenuto da molti suoi discendenti.
La famiglia ha due motti, che alludono alle tre stelle. Uno è "Omne trinum perfectum" (tutto ciò che è trino è perfetto) e l'altro è "Pulchrius lumine trino?" (Cos'è più bello della triplice luce?).

MISERIA E NOBILTA’: ESSERE ORGOGLIOSI DELLA PROPRIA GENEALOGIA E' UN DEBITO APERTO CON I NOSTRI ANTENATI!Una ricerca pro...
16/10/2025

MISERIA E NOBILTA’: ESSERE ORGOGLIOSI DELLA PROPRIA GENEALOGIA E' UN DEBITO APERTO CON I NOSTRI ANTENATI!

Una ricerca provvede una genealogia sicura, confortata da documenti originali riprodotti e organizzati. Gli archivi, sfogliati da mani esperte, riportano alla luce mestieri, nascite e fatti, con l'intento di tracciare le biografie familiari.

Non s’inizia l’indagine con la speranza di appendere uno stemma nobiliare sopra al portone. Perché si rischierebbe di rimanere delusi. Ma con quella di tracciare un filo genealogico chiaro. Sappiamo che varie dinastie di contadini hanno rivelato, spesso, vicende ben più dignitose, anche se commoventi, di quanto abbiano fatto coloro che vantavano un’ascendenza aristocratica.

Infine, qualora fosse comprovata una provenienza illustre o di nobili natali della famiglia, questa, emergerà evidente dalla testimonianza dei documenti che saranno anche araldicamente comprovanti.

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14/10/2025

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GIUSEPPE VERDI, IL PIU' GRANDE DEI COMPOSITORI ITALIANITre giorni fa è ricorso l'anniversario della nascita di Giuseppe ...
13/10/2025

GIUSEPPE VERDI, IL PIU' GRANDE DEI COMPOSITORI ITALIANI

Tre giorni fa è ricorso l'anniversario della nascita di Giuseppe Fortunino Francesco Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901).
È universalmente riconosciuto come uno dei più importanti compositori di opere liriche, ma anche come uno dei maggiori compositori in assoluto. Subentrò ai protagonisti italiani del teatro musicale del primo Ottocento: Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti; come Richard Wagner, interpretò in modo originale, seppur differente, gli elementi romantici presenti nelle sue opere.
Verdi simpatizzò con il movimento risorgimentale che p***eguiva l'Unità d'Italia e partecipò attivamente per breve tempo anche alla vita politica; nel corso della sua lunga esistenza stabilì una posizione unica tra i suoi connazionali, divenendo un simbolo artistico profondo dell'unità del Paese. Fu perciò che, un mese dopo la sua morte, una solenne e sterminata processione attraversò Milano, accompagnando le sue spoglie con le note del Va, pensiero, il coro degli schiavi ebrei del Nabucco. Il Va pensiero, da lui scritto circa 50 anni prima, esprimendo di fatto i sentimenti degli italiani verso il loro eroe scomparso, dimostrò fino a che punto la musica di Verdi fosse stata assimilata nella coscienza nazionale.
Nonostante l'influenza musicale del compositore nei confronti dei suoi successori sia stata limitata, le sue opere rimangono ancora oggi tra le più conosciute ed eseguite nei teatri di tutto il mondo, in particolare la cosiddetta "trilogia popolare": Rigoletto (1851), Il trovatore (1853) e La traviata (1853).

PICCOLA GENEALOGIA DEI VERDI DI BUSSETO

Giuseppe Verdi nacque a Le Roncole di Busseto, il 10 ottobre 1813 da Carlo Verdi (1784-1867), oste e rivenditore di sale e generi alimentari, e Luigia Uttini (1787-1851), filatrice. Carlo proveniva da una famiglia di piccoli possidenti e commercianti per secoli residenti tra Villanova e Sant'Agata, trasferitisi in località Roncole di Busseto. Luigia, anch'essa figlia di osti, era originaria di Saliceto di Cadeo. Dopo aver messo da parte un po' di denaro, Carlo aveva ereditato dai genitori, in particolare dal padre Giuseppe Antonio (1744-1798), la gestione di una modesta ma ben avviata osteria a Roncole; a questa attività alternava il lavoro nei campi.
L'11 ottobre del 1813 nel registro dei battesimi della chiesa di San Michele Arcangelo è annotato il piccolo Giuseppe Francesco Fortunino, "nato ieri". Quando, tre giorni dopo, Carlo raggiunse Busseto per dichiarare la nascita del figlio alle autorità locali, Giuseppe venne indicato nel registro comunale con i nomi di Joseph Fortunin François. L'atto fu, infatti, redatto in francese, perché nel 1808 Busseto e il suo territorio, in precedenza appartenenti al ducato di Parma, erano stati annessi all'Impero francese creato da Napoleone.

Indirizzo

Rome

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