02/11/2025
Digital biomarkers e longevità
Un recente lavoro pubblicato su The Lancet Healthy Longevity (2025) ha analizzato come i dati raccolti da dispositivi digitali – sonno, ritmo circadiano, HRV, PA, frequenza cardiaca e respiratoria, temperatura cutanea ecc. – possano stimare l’età biologica, prevedere declino funzionale e misurare l’efficacia di interventi pro-longevità.
Il messaggio è chiaro: non basta “sentirsi bene perché non si hanno malattie acute”. Serve monitorare in modo continuo e oggettivo come funzionano i nostri sistemi biologici.
Il futuro della salute passa da rilevazioni quotidiane, in contesti reali, e non da controlli episodici una volta l’anno.
La tecnologia consente di vedere prima gli squilibri; sta a noi interpretarli e correggerli.
Metodo Cellwellness®
In questo modello clinico i dati non si raccolgono “per curiosità”, ma per guidare decisioni precise:
• HRV e variabilità neurovegetativa
• stato infiammatorio e stress ossidativo
• composizione corporea e qualità cellulare (BIA-ACC)
• epigenetica funzionale
• performance metabolica e muscolare
• sonno, recupero, carico allostatico
Obiettivo: mantenere parametri ottimali e prevenire il declino, non inseguire la malattia.
La longevità non è fortuna. È misurazione, interpretazione e intervento precoce.
Monitorare è vivere più a lungo, ma soprattutto meglio.