20/12/2025
“Immaginate un embrione.
Immaginate un feto.
Immaginate un bambino.
Dal suo concepimento fino al giorno della sua nascita, vive in un ambiente caldo, avvolgente, rassicurante, che lo nutre e lo protegge perfettamente.
Sente la voce di sua madre, sente la sua presenza. Sente l'altro genitore.
Se è un gemello ha in più la presenza e il contatto del o degli altri bambini che lo accompagna.
Non ha mai fame.
Non ha mai freddo.
Non e ' mai solo.
Non ha mai paura.
Ha tutto cio ' di cui ha bisogno, sempre, e ancora prima di dover chiedere.
Vive in un mondo ideale, galleggia, sogna.
Poi, un giorno, nasce.
E tutto cambia per lui.
Scopre la pelle, il calore e il latte di sua madre.
Scopre la faccia e i gesti dolci dell'altro genitore.
Scopre un sacco di cose belle.
Ma anche:
Scopre cosa vuol dire avere freddo.
Scopre cosa vuol dire avere troppo caldo.
Scopre il terrore di stare da solo.
Scopre la fame.
Scopre la sensazione sgradevole del pannolino sporco.
Sta scoprendo un mondo ostile rispetto a quello che ha conosciuto finora.
E ' quindi del tutto normale che stia cercando di ricreare quel senso di sicurezza che ha sempre conosciuto. E, allattamento o no, il posto migliore per questo è quello di essere a contatto con il corpo dei suoi genitori. Con il loro calore rassicurante.
Provate a pensare a questo quando non capite perché il vostro bambino dorme solo con voi, perché chiede tanto il vostro corpo, perché piange. E ' stancante, si ', e anche molto difficile, a volte, ma e ' nel corso delle cose.
Ci possono essere diversi altri motivi, ma il più delle volte è solo che ha ancora bisogno di un po ' di tempo per abituarsi al nuovo ambiente.
Non può essere indipendente e autonomo fin dalla sua nascita, è impossibile, la nostra specie non è concepita come tale.
Il vostro calore lo rassicura e ricrea quello dell'utero.
Il latte ha un sapore simile al liquido amniotico che ha bevuto per 9 mesi.
Non tratteniamoci nel dargli l'uno e l'altro, sarete tutti e 2 più sereni accettando che questo tempo di adattamento è normale e necessario.”
Muriel Watson