Terapeutica- Massaggi & Benessere

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Istruttore ginastica posturale
Massaggiatore professionale
Operatore del benessere

09/11/2025

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

07/11/2025
06/11/2025

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05/11/2025

Tutti pensano che il dolore parta da un nervo infiammato.

Falso.

A volte nasce da un errore di comunicazione tra nervi, muscoli e respiro.

Guarda bene questa immagine.

È la mappa segreta del corpo.
Un intreccio di cavi elettrici che parte dalla colonna lombare e porta corrente fino alle dita dei piedi.

Ogni fibra è una parola.
Ogni nervo è una frase.
Insieme raccontano come ti muovi, come senti, come reagisci.

Il femorale accende il quadricipite.
L’otturatorio controlla l’interno coscia.
Il pudendo parla ai muscoli del pavimento pelvico.
Lo sciatico collega la colonna al mondo.
E sopra di loro, il plesso lombosacrale orchestra tutto come un direttore invisibile.

Per chi non è del mestiere

Quando senti un formicolio, un bruciore o una scossa, non è “solo un nervo pizzicato”. È un messaggio distorto lungo un filo che attraversa tutto il corpo. A volte parte dalla schiena, a volte dall’anca, a volte dal respiro stesso.

Il corpo non sbaglia: comunica.. ma in codice binario.

Per i colleghi clinici

Anatomia funzionale integrata del plesso lombosacrale: interconnessione L1–S4 con ramificazioni sensitivo-motorie e viscerali.
Pattern frequente di ipersensibilità periferica associata a deficit di scorrimento neurale, sindromi canalicolari multiple (inguinale, otturatoria, piriforme, pudenda).

Approccio: valutazione neurodinamica, decompressione miofasciale, modulazione respiratoria e riprogrammazione del tono pelvico-lombare.

E quindi?

Non cercare dove “fa male”.
Cerca dove il messaggio si è perso.
Perché curare il nervo non basta: bisogna ripristinare la conversazione.

“I nervi non urlano.
Chiedono solo di essere ascoltati.”

Hai mai sentito formicolii, scosse o pesantezza lungo una gamba? Scrivi nei commenti DOVE: inguine, coscia, polpaccio o piede.

Il corpo non ha difetti di fabbrica.
Ha solo cavi intrecciati.. e fisioterapisti che imparano a ricollegarli.

Post divulgativo a scopo educativo.
Non sostituisce la valutazione fisioterapica personalizzata.

04/11/2025
04/11/2025

Finalmente è martedì! Benvenuti a un nuovo episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”

Oggi ci occupiamo di un nervo che.. fa respirare! Letteralmente.

È il nervo frenico, il vero “direttore d’orchestra” del diaframma, quel muscolo tanto amato dai fisioterapisti (e anche dai polmoni). Senza di lui, il respiro si ferma. Ma spesso non lo conosce quasi nessuno.

Preparati a un tuffo nel torace.. e a scoprire un nervo più vitale di quanto pensi.

Dove sta?

Il nervo frenico nasce dal plesso cervicale, più precisamente dalle radici spinali C3, C4 e C5 (ricordino utile: “C3, 4, 5 keep the diaphragm alive”).

Decorre anteriormente al muscolo scaleno anteriore, nel collo; scende verso il torace, attraversando lo sbocco superiore del torace. Entra nel mediastino, passa davanti all’ilo polmonare e raggiunge il diaframma, dove si divide in rami terminali.

Ha due nervi simmetrici (destro e sinistro), ma con decorso leggermente diverso per via della posizione del cuore e del fegato.

Che cosa fa?

Il nervo frenico è prevalentemente motorio, con qualche ramo sensitivo. Controlla il diaframma, principale muscolo della respirazione. Invia segnali motori per ogni inspirazione attiva. I rami sensitivi innervano pleura, pericardio, peritoneo diaframmatico e capsula epatica (in parte).

Senza il suo comando, il diaframma non si muove: addio respiro spontaneo.

Come si lamenta?

Una lesione o irritazione del nervo frenico può causare paralisi diaframmatica (monolaterale o bilaterale), difficoltà respiratoria (dispnea soprattutto da sdraiati), singhiozzo persistente (spasmo riflesso del nervo), dolore riferito alla spalla o al collo (per via dell’origine cervicale e dell’innervazione della pleura).

Attenzione: il dolore diaframmatico può “ingannare” e sembrare un dolore cervicale o scapolare.

Ruolo nella vita quotidiana

Ogni tuo respiro passa da lui. Anche adesso, mentre leggi. Quando respiri profondamente, sbadigli, tossisci, fai un esercizio diaframmatico o ti emozioni.. il nervo frenico è lì, al lavoro.

E quando è disturbato, ogni movimento toracico può diventare faticoso.

Patologie e disfunzioni

Paralisi del diaframma per trauma, chirurgia toracica, patologie neurologiche (es. sclerosi laterale amiotrofica) ma anche irritazione da processi infiammatori (pleurite, pericardite, subfrenite), compressione cervicale (ernie, spondilosi, traumi a livello C3–C5) e singhiozzo cronico per irritazione riflessa.

Curiosità neurologica

Il nervo frenico può essere stimolato manualmente in alcuni approcci fisioterapici per facilitare la respirazione diaframmatica, specialmente dopo interventi chirurgici toracici o in riabilitazione post-COVID.

E.. il singhiozzo è un’aritmia respiratoria causata proprio da scariche involontarie del frenico!

Approccio fisioterapico

Il lavoro sul nervo frenico può essere indiretto ma efficace, attraverso la rieducazione respiratoria (respirazione diaframmatica guidata), alcune tecniche manuali di mobilizzazione toracica e viscerale, il trattamento della cervicale alta (zona di origine del nervo) mobilità del torace e del diaframma post-chirurgica e anche lavorando sullo psoas, con cui condivide stretti rapporti fasciali.

In caso di paralisi monolaterale, si lavora sul compenso respiratorio e sulla postura globale.

Conclusione

Il nervo frenico non si vede.. ma si sente, eccome se si sente! Ogni respiro è un suo piccolo capolavoro.

Se un giorno il respiro ti sembra più corto o fatichi a inspirare profondamente, forse il nervo frenico ti sta chiedendo attenzione. Non ignorarlo.

Respira, ascolta, rallenta.

Ci vediamo martedì prossimo su Neurolandia.. perché quando i nervi parlano, noi impariamo ad ascoltarli. 🤗

Nota bene

Anche se a Neurolandia i nervi parlano.. la diagnosi medica la fa il medico. Quindi, se i sintomi ti fanno compagnia da troppo tempo, ascolta i segnali e confrontati con un neurologo o uno specialista medico. Noi siamo qui per spiegarti come funzionano le cose, ma la cura parte sempre da una valutazione sanitaria. E spesso, il fisioterapista è proprio il primo professionista sanitario a intercettare quei segnali e indirizzare nel modo giusto. 👏

03/11/2025

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

01/11/2025

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di "Patologie Spiritose: tra curiosità e leggerezza"! Oggi parliamo di una condizione che molti scoprono per caso, magari guardandosi allo specchio o dopo uno sforzo: la diastasi addominale. Sì, perché a volte anche i muscoli più uniti del corpo, i retti dell’addome, decidono di prendersi.. un po’ di spazio personale! 😜

Cos’è e dov’è?

La diastasi addominale è una separazione eccessiva tra i due muscoli retti dell’addome, quelli che normalmente formano la famosa “tartaruga”. Tra di loro c’è una struttura fibrosa chiamata linea alba, che può cedere o allungarsi, creando un “vuoto” visibile al centro dell’addome, soprattutto quando ci si alza da sdraiati o si tossisce.

In pratica: gli addominali smettono di fare squadra e lasciano spazio a una piccola “galleria centrale”.

Curiosità divertente

La diastasi è spesso chiamata “la crepa dell’addome”.. ma tranquilli, non serve stucco! È molto comune dopo la gravidanza (colpisce fino al 60% delle donne) e può comparire anche in uomini che fanno troppi esercizi addominali scorretti o aumentano di peso rapidamente.

Insomma, la “tartaruga” a volte non è rotta, si è solo un po’ allargata!

Come si sviluppa?

Durante la gravidanza o situazioni di pressione addominale elevata (come obesità o sforzi intensi), la linea alba si estende e perde tono. Dopo il parto o la riduzione del carico, la struttura dovrebbe retrarsi.. ma non sempre succede.

Quando la separazione supera i 2 cm, si parla di vera e propria diastasi.

I sintomi possono includere gonfiore o “bozzo” centrale sull’addome, debolezza del core e difficoltà nel sollevarsi da terra, mal di schiena lombare o senso di instabilità del tronco. Nei casi più importanti, disturbi digestivi o respiratori.

Nella vita quotidiana

La diastasi può essere più fastidiosa che dolorosa, ma influisce sulla funzionalità. Difficoltà nei movimenti che coinvolgono il “core”, maggior rischio di ernie ombelicali, sensazione di “cedimento” quando si tossisce, ride o si sollevano pesi.

Molti pazienti raccontano di sentirsi “molli” al centro, come se mancasse un punto di forza nel tronco.

Parole complicate, spiegate semplici

Linea alba: la fascia fibrosa che unisce i due muscoli retti addominali.

Retti dell’addome: i muscoli verticali dell’addome, protagonisti della “tartaruga”.

Core: insieme di muscoli che stabilizzano bacino e colonna.

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia è fondamentale nel trattamento conservativo della diastasi addominale! Esercizi di rieducazione addominale profonda, come l’attivazione del trasverso dell’addome, per “ricucire” la linea alba dall’interno. Tecniche respiratorie mirate, per migliorare il controllo pressorio e la stabilità. Educazione posturale e gestione dello sforzo: imparare a sollevare, tossire e muoversi senza aumentare la pressione intra-addominale. Evitare crunch e addominali classici, che peggiorano la separazione.

Nei casi più gravi, può essere utile il supporto di un chirurgo per una plicatura addominale.

Curiosità scientifica

La ricerca mostra che la rieducazione funzionale posturale e respiratoria riduce la distanza tra i retti fino al 30-40% nei casi lievi e moderati. Inoltre, il recupero del trasverso dell’addome è considerato oggi l’elemento chiave per la stabilità del core e la prevenzione di recidive.

Conclusione

La diastasi addominale non è solo un “problema estetico”, ma un segnale che il corpo chiede un nuovo equilibrio. Con la fisioterapia, la consapevolezza e il lavoro sul respiro, si può “ricucire” la linea alba e ritrovare forza.. nel centro del corpo e della vita!

A sabato prossimo per il prossimo episodio! 🤗

31/10/2025

Tutti credono che il ginocchio vada “rinforzato”.

Falso.

Il ginocchio non chiede forza.. chiede chiarezza.

Guarda bene quest’immagine. Due muscoli, uno dentro e uno fuori: il vasto mediale, preciso come un chirurgo; il vasto laterale, potente come un bulldozer.

Quando lavorano insieme, la rotula scivola perfetta. Quando uno dei due prende il comando, il ginocchio comincia a urlare.

Per chi non è del mestiere..

Hai mai sentito quella f***a davanti al ginocchio quando sali le scale o ti alzi dalla sedia?

Non è l’artrosi.

È la tua rotula che non sa più da chi farsi guidare.
Il muscolo interno (vasto mediale) tira con precisione, il laterale spinge con forza. Se uno accelera e l’altro frena.. la rotula va fuori pista.

Per i colleghi clinici..

Disallineamento femoro-rotuleo da iperattività del VL e pattern descritto classicamente come “deficit di VMO”, spesso in catene anteriori dominate, con tilt rotuleo laterale e dolore antero-mediale. Pattern da “quadricipite disarmonico”: il ginocchio perde la capacità di centraggio dinamico.

La soluzione non è il rinforzo selettivo, ma il retraining coordinativo e propriocettivo del sistema quadricipitale.

E quindi?

Non chiedere al ginocchio di spingere. Chiedigli di coordinarsi. Il dolore anteriore non è una punizione: è un promemoria.

Il ginocchio non ha bisogno di muscoli forti.
Ha bisogno di muscoli che si parlano.

Fai questo test ora!

Siediti, distendi la gamba e guarda la rotula.
Si muove dritta o devia leggermente di lato?
Scrivilo nei commenti!

Il ginocchio non è fragile. È solo stanco di fare da arbitro a una lite tra due fratelli: il mediale e il laterale.

Post divulgativo a scopo educativo.
Non sostituisce la valutazione fisioterapica personalizzata.

P.s. Ci rendiamo conto che è un’eccessiva semplificazione la nostra, pensata solo per rendere più immediata la lettura dell’immagine. Tutto quello che è emerso nei commenti è assolutamente corretto e prezioso: ognuno ha aggiunto un tassello importante a un tema che, in realtà, è molto più complesso e affascinante.

Invitiamo tutti a leggere i commenti con spirito critico e curiosità, perché lì dentro c’è davvero la parte più bella di questa storia: il confronto, la condivisione e la voglia di crescere insieme, professionisti sanitari e non, intorno alla meraviglia del corpo umano. 🫶

30/10/2025
30/10/2025

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di “Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!” 🎉

Oggi scendiamo verso il tronco per incontrare un muscolo.. che fa da cintura, da freno, da moltiplicatore di forza e da cintura da boxe: l’obliquo esterno dell’addome!

Un muscolo fondamentale per la postura, il respiro, i movimenti torsionali e.. la famosa “tartaruga”!

Dettagli anatomici

L’obliquo esterno (o obliquo maggiore) è il più superficiale dei muscoli addominali laterali. Origina dalle superfici esterne delle ultime 5-6 coste (5ª–12ª) e si inserisce sulla cresta iliaca anteriore, legamento inguinale, linea alba e aponeurosi anteriore.

Innervazione: nervi intercostali T5–T12.

Funzioni principali

Flessione del busto (bilaterale), rotazione del tronco dal lato opposto (es: dx ruota a sinistra), inclinazione laterale (monolaterale), espulsione e contenimento viscerale (tosse, vomito, parto, defecazione), oltre ad essere un supporto respiratorio espiratorio.

Tipi di dolore

Può essere coinvolto in diverse condizioni, tra cui tensioni muscolari da movimenti torsionali (es. golf, tennis, sollevamenti sbilanciati), pubalgie da iperattività della porzione bassa, dolori costali o parietali per trigger point attivi, alterazioni posturali in caso di debolezza o compenso unilaterale, con dolore irradiato alla regione inguinale o lombare laterale.

Funzione quotidiana

Lavora in tantissime azioni comuni!

Ruotare il busto per guardare dietro, scendere dal letto in torsione, soffiare forte (es. candeline!), tossire o starnutire, stringere l’addome per contenere la p**ì, portare oggetti pesanti lateralmente..

È uno degli stabilizzatori più attivi del core.

Esercizio di allungamento (Stretching laterale in torsione)

1. In piedi, alza il braccio destro sopra la testa
2. Inclina il busto verso sinistra e ruotalo leggermente all’indietro
3. Sentirai stirare il fianco destro e l’area costale anteriore
4. Mantieni per 20-30 secondi, respira profondamente, poi cambia lato

Aiuta a ridurre tensioni laterali e migliorare la mobilità toracica.

Esercizio di rinforzo (Anti-rotazione con elastico)

1. Fissa un elastico all’altezza del petto e posizionati in piedi, di lato rispetto al punto di ancoraggio.
2. Tieni le mani unite davanti al petto, con il corpo eretto e stabile.
3. Spingi lentamente le braccia in avanti, resistendo alla trazione dell’elastico che tende a ruotarti.
4. Mantieni la posizione per 3–5 secondi, poi rientra controllando il movimento.
5. Ripeti 8–10 volte per lato.

È uno degli esercizi più intelligenti per gli obliqui: non ruoti, resisti alla rotazione. Ed è proprio qui che il muscolo dimostra la sua vera funzione: stabilizzare, frenare e coordinare.

🔬 Curiosità scientifica

Sapevi che l’obliquo esterno lavora in coppia incrociata con l’obliquo interno controlaterale?
È il famoso “gioco a forbice” che permette rotazione, stabilizzazione e trasferimento di forza dal tronco agli arti!

Inoltre, è attivo anche nella respirazione espiratoria forzata, e viene coinvolto precocemente in strategie posturali in caso di dolore lombare!

Conclusione

L’obliquo esterno è più di un semplice “muscolo dell’addome”: è un motore centrale, un freno di sicurezza, un protettore viscerale e un compagno invisibile di ogni torsione o espirazione profonda.

Allenalo, stiralo, consapevolizzalo.. e ti ritroverai con un core più forte, stabile e reattivo! 😁

Ci vediamo giovedì prossimo con un nuovo episodio di “Muscolandia”, dove il corpo prende forma, forza e.. funzione! 🤗

Indirizzo

Via Manzolli 1 Rovereto DI Ostellato Ferrara
Rovereto
44020

Orario di apertura

Lunedì 12:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00

Telefono

+393332377438

Sito Web

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