13/10/2025
La cefalea a grappolo secondo la Medicina Cinese
La cefalea a grappolo è una delle forme di dolore più intensamente descritte nella letteratura medica.
Viene chiamata anche “cefalea di Horton”, dal nome del neurologo che per primo ne delineò i tratti: attacchi ricorrenti, unilaterali, che colpiscono la regione orbitaria, sovraorbitaria o temporale, accompagnati da lacrimazione, congestione nasale, miosi, ptosi e agitazione psicomotoria.
Il dolore compare in grappoli, ossia in cicli ravvicinati di giorni o settimane, seguiti da periodi di remissione.
La durata di ogni crisi varia da 15 a 180 minuti, con una regolarità quasi circadiana: spesso il dolore irrompe alla stessa ora del giorno o della notte.
La medicina occidentale la definisce una cefalalgia primaria del gruppo “trigemino-autonomico”, in cui la radice del dolore si trova nel sistema trigemino e nelle vie vegetative craniche.
Le cause precise, pur rimanendo parzialmente oscure, individuano l’ipotalamo (il centro regolatore dei ritmi sonno-veglia) come l'epicentro di una disfunzione neurovascolare.
Il dolore, dunque, nasce da un disordine del tempo biologico e del controllo vasomotorio, da un cortocircuito fra i nervi del viso e il respiro stesso del cervello.
Farmaci e ossigenoterapia sono gli strumenti che la medicina moderna impiega per tentare di arginare un dolore che ha in sé la furia di un uragano concentrato nel cranio.
Ma l’esperienza di chi vive la cefalea a grappolo non è solo una questione neurochimica: è un lampo che attraversa il proprio corpo, una fessura che apre la persona verso la propria interiorità, come se un dolore immenso si manifestasse nel punto esatto in cui il cielo e la testa si toccano.
In Medicina Tradizionale Cinese, la testa è il “luogo dove si riuniscono tutti gli Yang”. È il trono della chiarezza, la cupola dove lo Shen (il sistema mente-cuore) si manifesta al mondo.
Secondo questa visione un dolore violento, profondo e ciclico come la cefalea a grappolo indica un turbamento energetico che non riguarda soltanto il corpo, ma anche gli aspetti relativi al nostro Cielo Interiore.
Il dolore orbitario e temporale parla spesso del meridiano di Shao Yang, in particolare del meridiano della Vescicola Biliare (colecisti), che percorre i lati della testa, attraversa le tempie e sale fino all’angolo laterale dell’occhio.
La ciclicità degli attacchi rimanda al movimento del Legno, la cui energia, oltre che alla colecisti, è legata al Fegato, regolatore del Qi e delle emozioni.
Quando il Qi del Fegato ristagna, si trasforma in fuoco che risale lungo i canali di Shao Yang, incendiando la testa con dolori pulsanti e brucianti.
Il carattere a grappolo, periodico, suggerisce anche un coinvolgimento del movimento dell’Acqua (e quindi del Rene), poiché il dolore emerge e scompare un po' come fanno le onde che tornano a riva seguendo il ritmo naturale.
Il Fegato e il Rene sono legati dal livello energetico Shao Yin; la loro relazione è come quella fra il lampo e la sorgente che lo alimenta.
Quando il Rene è debole, non riesce a contenere il Fuoco del Fegato: il calore risale incontrollato, e il dolore si manifesta come una fiamma che arde dietro l’occhio.
In questa visione, la cefalea a grappolo è un vero e proprio grido energetico, il segnale che l’equilibrio tra Yin e Yang della testa è spezzato, che il Fuoco non trova più la sua Terra per radicarsi, che la rabbia, la tensione, l’insonnia o il rimpianto si sono fatti vento e risalgono lungo i canali verso il cielo del cranio.
Il dolore della cefalea a grappolo parla con la sua voce fortissima e ci dice: “Fermati. Non puoi più trattenere ciò che scorre dentro di te.”
Il dolore che perfora l’occhio è un simbolo di visione forzata, di un vedere troppo o di non voler più vedere. L’occhio, sede dello Shen del Fegato, rappresenta la nostra capacità di percepire la direzione, di muoverci nel mondo con chiarezza.
Quando l’energia si blocca, l’occhio diventa un campo di battaglia fra luce e oscurità.
La ciclicità degli attacchi suggerisce anche un disturbo dell’orologio interno dell’anima, governato dall’Ipotalamo, ma in termini energetici dal Pericardio e dal Triplice Riscaldatore (San Jiao), custodi del ritmo interno e della comunicazione fra i livelli dell’organismo.
Il dolore che si ripete ogni giorno alla stessa ora è un segnale che il nostro orologio energetico — il ritmo dei meridiani — ha perso la sua sincronia con il cielo esterno.
Per la MTC, il trattamento deve ristabilire la circolazione del Qi nei meridiani di Shao Yang e riequilibrare il rapporto Fuoco-Acqua, Fegato-Rene.
Occorre:
Sedare il Fuoco del Fegato e della Vescicola Biliare
Muovere il Qi stagnante di Shao Yang
Tonificare il Rene per ancorare lo Yang e nutrire lo Yin
Aprire gli orifizi e calmare lo Shen
È un lavoro di armonizzazione profonda, che non si riduce a spegnere il dolore, ma a ricreare un flusso dove il corpo e lo spirito possano respirare insieme.
Cinque punti di agopuntura utili per la cefalea a grappolo
Taiyang (EX-HN5) – Tempia, nella depressione a livello del sopracciglio e del canto esterno dell’occhio.
→ Dissipa il Vento e il Calore, calma il dolore temporale, rilassa i tendini.
Simbolicamente, è il punto del “Grande Yang”, la porta attraverso cui la luce torna a entrare nella mente.
Fengchi (VB20) – Alla base del cranio, nella depressione fra i tendini dello sternocleidomastoideo e del trapezio.
→ Disperde il Vento-Esterno, apre gli orifizi sensoriali, armonizza Shao Yang.
È il ponte tra Terra e Cielo, dove il vento interno e quello esterno si incontrano.
Hegu (LI4) – Sul dorso della mano, tra il primo e il secondo metacarpo.
→ Disperde il Vento, calma il dolore, regola la faccia e la testa.
È il punto della libertà: fa scorrere ciò che è trattenuto, ridà respiro alla tensione compressa.
Taichong (F3) – Sul dorso del piede, fra il primo e il secondo metatarso.
→ Drena il Fuoco del Fegato, muove il Qi stagnante, armonizza il Legno.
È il punto della primavera interiore: aiuta a trasformare la rabbia in movimento creativo.
Taixi (R3) – Tra il malleolo interno e il tendine di Achille, in depressione.
→ Tonifica il Rene, nutre lo Yin, ancora lo Yang.
È il pozzo che spegne il fuoco, la radice che trattiene la fiamma.
In sinergia, questi punti creano un asse verticale: piede – mano – tempia – nuca – occhio.
Un filo energetico che unisce Yin e Yang, Fegato e Rene, Terra e Cielo.
Oltre all’agopuntura, la MTC suggerisce diversi strumenti di armonizzazione:
Coppettazione sul tratto cervicale e paravertebrale (VB20, BL10, GB21): per liberare il vento interno e distendere i muscoli occipitali.
Moxibustione dolce su Taixi (R3) o Yongquan (R1): per radicare lo Yang e nutrire lo Yin.
Digitopressione e Tuina su Hegu e Taiyang durante l’attacco: per calmare il dolore acuto.
Fitoterapia cinese, con formule come Tian Ma Gou Teng Yin (per calmare il vento del Fegato) o Long Dan Xie Gan Tang (per drenare il Fuoco di Fegato e Vescicola Biliare).
Qi Gong e respirazione meditativa centrata sull’asse Ren-Du: per ritrovare il ritmo interiore e regolare l’energia fra alto e basso.
In ogni caso, il principio resta lo stesso: ricondurre il Fuoco alla sua radice, insegnare all’energia a tornare al centro, far sì che il vento non si agiti più senza scopo.
La cefalea a grappolo, nella sua intensità devastante, ci costringe quindi a guardare dove non vogliamo più guardare.
È una richiesta del corpo di silenzio, di introspezione, di riconnessione.
Nel linguaggio della medicina cinese, è un po' come se il Fuoco del Cielo chiedesse all’Acqua della Terra di ricordargli la calma, la profondità, il ritmo lento della vita.
Curare in questo caso, oltre ad eliminare il dolore, significa ricostruire il dialogo fra i due poli dell’esistenza: il movimento e la quiete, il giorno e la notte, la tensione e l’abbandono, lo Yin e lo Yang.
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