01/11/2025
Qualche anno fa ho iniziato a prestare molta attenzione alle parole che utilizzavo quotidianamente nel mio lavoro, per capire quale impatto potessero avere sulle persone.
Mi è sembrato naturale sostituire termini come dritto (e storto) con espressioni più efficaci, scegliendo di descrivere semplicemente la posizione o il movimento in base a ciò che volevo comunicare.
Con altre parole, però, la questione si è fatta più complessa. Quando si parla di dolore, ad esempio, tutto cambia: spesso si fanno troppe domande, soprattutto durante un esercizio o nel corso di una seduta.
Il dolore è un aspetto, ma non è la persona. Può essere rilevante, ma non necessariamente determinante: dipende sempre dagli obiettivi e dal momento del percorso riabilitativo.
Le parole che scegliamo possono accompagnare, sostenere o limitare: saperle usare consapevolmente è parte integrante del processo di cura.