27/07/2024
𝐍𝐎𝐍 𝐅𝐀𝐓𝐄 𝐋𝐀 𝐑𝐈𝐒𝐎𝐍𝐀𝐍𝐙𝐀!
(A meno che non sia un medico a prescriverla!)
1. “𝑃𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑖𝑡𝑎 𝑚𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎𝑣𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑜 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑅𝑖𝑠𝑜𝑛𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑙𝑒 𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒”.
2. “𝑇𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑓𝑎”.
3. “𝑉𝑜𝑙𝑒𝑣𝑜 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑜”.
Alcune delle espressioni che più comunemente mi riferiscono i pazienti alla domanda: “Perchè ha già fatto una Risonanza Magnetica prima della visita?”
Provo a spiegare perchè sono tutte risposte… errate!
1. Ogni esame diagnostico (Ecografia, Risonanza, TAC, esami ematochimici…) DEVE rispondere a un quesito clinico.
Prescriviamo la Risonanza nel sospetto di qualcosa. Se non abbiamo effettuato una visita…. è impossibile avere un quesito diagnostico. Quindi… Fare la risonanza prima di una visita… è quantomeno inutile. A volte solo uno spreco di soldi. Spesso, invece, è potenzialmente dannosa.
2. Si pensa che a differenza di un esame radiodiagnostica (i.e. che usa radiazioni ionizzanti, come RX e TAC) la Risonanza non crei alcun danno. Ed è così per quanto riguarda l’esposizione ai campi magnetici (almeno per quanto ne sappiamo ad oggi!).
Ma un esame diagnostico eseguito senza indicazioni espone a un elevatissimo rischio di incorrere nei cosiddetti “falsi positivi”: riscontri, quasi sempre per nulla correlati alla sintomatologia o alla patologia del paziente, che avviano un pericoloso processo ricco di false informazioni che, nei casi migliori, destano inutili preoccupazioni. Nei casi peggiori, che purtroppo sono MOLTO frequenti, sviano l’attenzione verso dati (le famose ernie discali che stanno sui referti e che non hanno alcuna importanza reale!) che portano i pazienti a rivolgersi a trattamenti inutili e/o dannosi. Se si ha la sfortuna di incontrare un medico che piuttosto che visitare si affida ad un referto… il danno è fatto. Se, ancora peggio e più frequente, ci si affida a un referto per ricorre a “cure” senza effettuare visite… il processo di cronicizzazione della patologia è assicurato!
Ed ecco che troppo spesso dobbiamo dedicare parecchio tempo a far comprendere che quello che sta sul referto non ha nulla a che fare con la patologia da noi diagnosticata. Una battaglia contro la convinzione, certificata dal referto, che il paziente ha un ernia. “E’ l’ernia il problema, lo dice il referto”. “Ho quattro protrusioni…quelle mi deve curare!”.
3. Se vuoi sapere “cosa hai” esiste un’unica e obbligatoria strada: sottoporsi a una visita medica. Tocca a noi, solo dopo la visita, indicare se e quale esame è opportuno eseguire. Se è sufficiente una risonanza a basso o ad alto campo magnetico (il “mercato” pullula di risonanze di pessima qualità!) e, soprattutto, indicare al radiologo quale è il nostro sospetto diagnostico. Solo in questo modo il parere del collega radiologo è utile, anzi prezioso. Viceversa, il referto di una serie di immagini senza alcuna informazione clinica (come spesso accade!) potrebbe essere, nel migliore dei casi, assolutamente inutile!
Aggiungo un quarto punto: ma i centri di Radiologia, in cui un radiologo dovrebbe valutare l’appropriatezza dell’esecuzione di un esame… Sulla base di cosa trovano appropriate la valanga di risonanze inutili con cui i pazienti giungono ogni giorno nei nostri ambulatori?
Ps: Non faccio riferimento alle Risonanza “consigliate” a voce da figure varie ed eventuali che circondano il nostro mondo perchè… sapete già come la penso!
Dr. Marco Di Gesù - Fisiatra