10/10/2025
«DIO ESISTE?
Una mattina, un uomo chiese al Buddha: “Esiste Dio?”, Buddha guardò l’uomo, lo scrutò negli occhi e disse: “No, non esiste alcun Dio”. Quello stesso giorno, nel pomeriggio, un altro uomo chiese al Buddha: “Cosa pensi di Dio? Esiste?”. Di nuovo egli lo guardò negli occhi e disse: “Sì, Dio esiste!”.
Ananda, che lo accompagnava e osservava la scena, rimase molto perplesso.
Quella stessa sera, un terzo uomo si presentò con la stessa domanda, ma formulata in maniera diversa. Chiese al Buddha: “Ci sono persone che credono in Dio, e altre che non credono in Dio. Io non so da che parte stare. Aiutami!”.
Buddha non rispose, stette in silenzio e chiuse semplicemente gli occhi. L’uomo, vedendo che Buddha era seduto con gli occhi chiusi, pensò che forse quella era la risposta; per cui si sedette a sua volta e chiuse gli occhi.
Passò un’ora, il Buddha aprì gli occhi e nello stesso momento anche l’uomo li aprì, toccò i piedi di Buddha e disse: “La tua compassione è immensa, mi hai dato la risposta… te ne sarò sempre riconoscente”.
Ananda non poteva credere ai suoi occhi, anche perché Buddha non aveva detto una sola parola. Quando l’uomo, perfettamente appagato dalla risposta, si fu allontanato, Ananda chiese a Buddha: “Questo è troppo! A un uomo hai detto che Dio non esiste, all’altro che esiste, e al terzo non hai dato risposta alcuna… e questo dice di aver ricevuto la risposta, di essere soddisfatto e riconoscente, e ti tocca i piedi. Ti chiedo di darmi una spiegazione?”
Buddha disse: “Ananda, innanzitutto devi ricordarti che quelle non erano domande tue, e quelle risposte non erano indirizzate a te. Perché ti preoccupi inutilmente dei problemi degli altri? Prima di tutto, risolvi i tuoi problemi!”.
Ananda disse: “Questo è vero: le domande non erano mie, e le risposte non erano indirizzate a me, ma ho le orecchie e posso sentire, e ho sentito e ho visto. Ora tutta questa storia mi lascia perplesso. Qual è la giusta risposta?”.
Buddha rispose: “Giusta? La risposta giusta è la consapevolezza.
Il primo uomo voleva il mio sostegno: credeva in Dio. Era venuto qui con una risposta prefabbricata, voleva solo il mio appoggio, per poi poter andare in giro a dire: ‘Ho ragione, anche Buddha la pensa così’. A lui ho dovuto rispondere negando, solo per disturbare il suo credo, perché credere significa non conoscere.
Il secondo uomo si è presentato con una risposta pre-costruita: crede che Dio non esista, voleva il mio appoggio per rafforzare il suo non credere, in modo da poter proclamare a gran voce che io ero d’accordo con lui! Gli ho dovuto rispondere che Dio esiste, per lo stesso motivo.
Se metti a fuoco il mio scopo, non esiste contraddizione alcuna, ho disturbato il credo preconcetto del primo uomo, tanto quanto ho scosso la preconcetta mancanza di fede del secondo. Nel primo caso si tratta di un’affermazione, nel secondo di una negazione, ma entrambi sono nella stessa situazione. Nessuno dei due è un uomo che sa, e nessuno dei due è un umile ricercatore: entrambi portavano con sé i loro pregiudizi.”
E proseguì: “Il terzo uomo era un ricercatore. Non aveva alcun pregiudizio. Mi ha aperto il suo cuore, dicendomi: ‘Ci sono persone che credono, e persone che non credono. Per ciò che mi riguarda, non so se Dio esiste, oppure no. Aiutami!’ Il solo aiuto che potevo dargli era insegnargli con una lezione di consapevolezza silente; le parole erano assolutamente inutili. Quando ho chiuso gli occhi, egli ha compreso il mio suggerimento.
Quando sono sceso più in profondità nel silenzio, lui è entrato a far parte del campo di energia prodotto dal mio silenzio e dalla mia presenza, ha iniziato a scendere anche lui nel silenzio, a entrare nella consapevolezza.
Al trascorrere dell’ora, sembrava che fossero passati solo pochi minuti. A parole, non aveva ricevuto alcuna risposta, ma nel silenzio aveva ricevuto la risposta autentica: non ti preoccupare di Dio, non importa se Dio esiste oppure no. Ciò che importa è se esistono o meno il silenzio e la consapevolezza.
Se sei consapevole, tu stesso sei Dio. Dio non è qualcosa di remoto da te: tu puoi essere una mente, oppure Dio.
Nel silenzio e nella consapevolezza la mente si dissolve e scompare, e si rivela la tua stessa essenza divina.
Sebbene io non abbia detto nulla al terzo uomo, egli ha ricevuto la risposta, e l’ha colta nel modo giusto”.»
(Tramite Fabrizio Gratelli)