Dott.ssa Silvia Marino Biologa della Riproduzione

Dott.ssa Silvia Marino Biologa della Riproduzione Diventare genitori è un diritto di tutti! Embriologa esperta in Fecondazione Assistita
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27/10/2025

Lo è l’esame di riferimento per la valutazione della maschile e costituisce un indicatore importante dello stato di salute generale dell’uomo.

Attraverso l’analisi del liquido seminale, questo test permette di studiare parametri fondamentali come il volume dell’eiaculato, la concentrazione degli , la loro motilità, la morfologia e la vitalità.

Questi dati forniscono un quadro completo della capacità riproduttiva maschile e consentono di identificare eventuali alterazioni che potrebbero influire sul concepimento naturale.

Nei giovani adulti, lo spermiogramma assume un ruolo preventivo di grande importanza.

Molti disturbi che compromettono la fertilità come il varicocele, le infezioni genitali, o l’esposizione a fattori ambientali dannosi (fumo, alcol, droghe, sostanze tossiche, calore eccessivo) possono svilupparsi in modo silente e manifestarsi solo più tardi con difficoltà di concepimento.

Un controllo periodico consente quindi di individuare precocemente queste condizioni e di intervenire tempestivamente, migliorando le prospettive di fertilità futura.

Negli uomini adulti, invece, lo spermiogramma rappresenta un passo fondamentale nel percorso diagnostico di una coppia che fatica a concepire.

Permette di distinguere tra cause maschili, femminili o miste di infertilità e orienta lo specialista verso le indagini e i trattamenti più appropriati, come terapie ormonali, chirurgiche o tecniche di procreazione medicalmente assistita.

Oltre all’aspetto riproduttivo, il liquido seminale riflette anche la salute generale dell’organismo: alterazioni nella qualità dello sperma possono essere correlate a stili di vita poco salutari, stress ossidativo, patologie metaboliche o squilibri ormonali.

In conclusione, lo spermiogramma non è solo un esame per chi cerca una gravidanza, ma un vero e proprio strumento di prevenzione e monitoraggio della salute maschile.

Effettuarlo, anche in assenza di sintomi, rappresenta un gesto di responsabilità verso sé stessi e verso la propria futura fertilità.

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Ricorda che questo esame va attuato da me, Embriologa e Biologa della Riproduzione.

Durante lo sviluppo del feto, due piccoli tubi, chiamati dotti di Müller, si uniscono per formare un unico organo più gr...
23/10/2025

Durante lo sviluppo del feto, due piccoli tubi, chiamati dotti di Müller, si uniscono per formare un unico organo più grande: l’ .

Tuttavia, questi tubi a volte non si uniscono al centro del bacino o lo fanno in modo irregolare, ed è in questo caso che si parla di malformazioni uterine.

Queste ultime possono manifestarsi con amenorrea (assenza di ciclo), e ab**to ricorrente.

L’American Society of Reproduction Medicine (ASRM) nella sua classificazione distingue:

• Classe I: agenesia mulleriana e quindi assenza dell’utero
• Classe II: utero unicorne, cioè vi è lo sviluppo solo monolaterale dei dotti di Müller
• Classe III: utero di delfo o doppio, cioè due dotti di Müller che non si fondono l’uno nell’altro
• Classe IV: utero bicorne, che descrive la classica figura a cuore
• Classe V: utero setto, ovvero la fusione dei due dotti è completa ma persiste un setto divisorio. È sicuramente il più comune
• Classe VI: utero DES
• Classe VII: utero arcuato

Quante di voi, leggendo questo post, sono coinvolte in una delle alterazioni?

SINTOMI DELLE MALFORMAZIONI UTERINE

In alcuni casi queste malformazioni non presentano sintomi, per cui alcune donne ricevono la diagnosi nel corso dei controlli ginecologici di routine, mentre altre diventano madri senza sapere di avere una malformazione uterina. In altri casi i sintomi più frequenti sono:

⭕ Dolore prima o durante le mestruazioni
⭕ Perdite di sangue irregolari al di fuori delle mestruazioni
⭕ Dolore durante i rapporti sessuali
⭕ Aborti ricorrenti
⭕ Parti prematuri
⭕ Anomalie o malformazioni nei neonati

QUALI SONO LE CAUSE?

Le malformazioni uterine insorgono durante la gestazione e i fattori principali sono le cause genetiche o i fattori ambientali prenatali, in particolare l’esposizione della madre alle radiazioni, l’infezione intrauterina durante la gravidanza o il contatto con sostanze tossiche.

COME POSSONO ESSERE DIAGNOSTICATE?

Attualmente esistono diverse tecniche di osservazione dell’utero che consentono di rilevare le anomalie, come l’ecografia in 3D, l’isteroscopia, l’isterosonografia, la risonanza magnetica o anche la laparoscopia.

QUALI SONO I POSSIBILI TRATTAMENTI?

A volte è possibile effettuare un intervento chirurgico sulle malformazioni al fine, per esempio, di ridurre eventuali occlusioni nell’utero, rimuovere un canale vaginale o congiungere due cavità uterine in una sola.

L’operazione viene effettuata tramite chirurgia endoscopica o chirurgia addominale a cielo aperto.

Molte donne affette da malformazioni uterine ricorrono invece a Tecniche di Riproduzione Assistita allo scopo di migliorare la propria fertilità ed essere in grado di avere figli.

La tecnica più comune in questi casi è la Fecondazione in Vitro.

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Avere un figlio è uno dei desideri più intimi che una persona possa avere. Ma quando questo sogno tarda ad avverarsi, la...
22/10/2025

Avere un figlio è uno dei desideri più intimi che una persona possa avere.

Ma quando questo sogno tarda ad avverarsi, la vita prende altre strade, e spesso ci si ritrova a guardare indietro chiedendosi: “È troppo tardi per me?”.

La risposta, oggi, è sempre più spesso no.

Grazie all’ , una tecnica di fecondazione assistita in cui si utilizzano gli ovociti di una donatrice, anche donne che hanno superato i 45 o 50 anni possono vivere l’esperienza della .

Non si tratta solo di "avere un bambino", ma di accogliere un progetto di vita che, per molte, sembrava ormai impossibile.

Una scelta difficile, ma consapevole

Diventare madre a 50 anni non è una decisione da prendere alla leggera.

Ci sono aspetti fisici, psicologici e sociali da considerare.

Il corpo cambia, le energie non sono quelle di una trentenne, e anche la società può essere critica o poco comprensiva.

Ma chi sceglie questa strada, lo fa spesso con una maturità, una stabilità emotiva e una consapevolezza che rendono l’esperienza della maternità ancora più intensa e profonda.

L'ovodonazione diventa così non un ripiego, ma una possibilità concreta di maternità, un atto di coraggio e di amore.

Non importa se il bambino non condivide il patrimonio genetico della madre: ciò che conta è il legame che si crea giorno dopo giorno, dalla prima ecografia al primo abbraccio.

La forza dell’amore oltre i pregiudizi.

In una società che spesso idealizza la maternità giovane, le mamme over 50 rompono uno schema e portano avanti un messaggio potente: non esiste un’età giusta per amare profondamente.

Certo, ci saranno sfide – come per ogni genitore – ma ci sarà anche una capacità di ascolto, di dedizione e di accoglienza che solo il tempo e le esperienze possono insegnare.

Diventare mamma a 50 anni con l’ovodonazione non è solo una scelta medica, ma una storia di resilienza, di speranza e di amore.

È il segno che la maternità non ha un orologio universale, ma segue il battito del cuore di chi non ha mai smesso di credere in un sogno.

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Gli spermatozoi umani sono cellule con corredo cromosomico aploide, contenenti 22 autosomi e 1 cromosoma sessuale, X o Y...
16/10/2025

Gli spermatozoi umani sono cellule con corredo cromosomico aploide, contenenti 22 autosomi e 1 cromosoma sessuale, X o Y.

Una variazione del numero di cromosomi è chiamata , condizione in cui una cellula ha uno o più cromosomi soprannumerari oppure in difetto rispetto all’assetto di base.

L’aneuploidia può essere causata da una mancata disgiunzione dei cromosomi omologhi alla meiosi o dei cromatidi fratelli durante la mitosi.

La produzione di gameti aneuploidi rappresenta un fattore di rischio molto importante per l’ , ma anche per l’insorgenza di patologie come ritardo mentale, mortalità perinatale e aborti; infatti solamente pochi feti aneuploidi sopravvivono alla nascita e il 50% degli aborti spontanei nel primo trimestre è dovuto ad anomalie cromosomiche.

Il test della FISH, fluorescence in-situ hybridization, ha permesso lo studio della precentuale delle aneuploidie in spermatozoi umani di uomini infertili.
Tale tecnica permette di localizzare specifiche sequenze di acido nucleico, tramite l’utilizzo di sequenze nucleotidiche complementari chiamate sonde.

Questa procedura è particolarmente indicata nei casi di ripetuti fallimenti riproduttivi, ma le sue applicazioni sono molteplici:

• Test prenatali, postnatali e di preimpianto per predire l’esito della gravidanza e la futura qualità della vita del nascituro

• Determinazione di aberrazioni cromosomiche nei tumori solidi come il cancro al polmone, alla prostata e alla vescica

• Nei disordini del sistema ematopoietico come la leucemia mielogenosa cronica e acuta, la leucemia linfocitica cronica e acuta ed il mieloma multiplo, per determinare traslocazioni, delezioni e rotture cromosomiche

Numerose osservazioni cliniche indicano che anomalie cromosomiche dei gameti maschili influenzano negativamente il tasso di gravidanza, di impianto e di sopravvivenza fetale e il tasso di successo delle tecniche di fecondazione in vitro ( ).

In particolare, un aumento del tasso di disomie dei cromosomi sessuali è stato osservato nel liquido seminale dei partner maschili di coppie con ab**to ricorrente.

Inoltre, i cariotipi prenatali degli embrioni generati mediante ICSI hanno una percentuale di aneuploidie cromosomiche maggiore rispetto a quella riscontrata nella popolazione generale.

Tale fenomeno in parte è spiegato dal fatto che una significativa percentuale dei soggetti sottoposti ad ICSI per grave oligozoospermia o azoospermia è portatore di anomalie genetiche e citogenetiche.

Infatti, un numero incrementato di aneuploidie cromosomiche è noto:

• Nei soggetti portatori di traslocazioni cromosomiche , poiché i cromosomi traslocati sono più suscettibili a errori meiotici

• Nei soggetti affetti da Sindrome di Klinefelter, sia a carico dei cromosomi sessuali sia degli autosomi, confermando l’ipotesi che cellule germinali geneticamente alterate (47XXY) possano comunque completare i processi meiotici, dando vita a spermatozoi XX o XY

• In soggetti affetti da neoplasia maligna trattati con farmaci chemioterapici, almeno temporaneamente

Studi recenti tuttavia hanno messo in evidenza che anche soggetti sani e con normale corredo cromosomico, ma affetti da , hanno un numero di spermatozoi aneuploidi maggiore rispetto a soggetti , ad indicare che la patologia testicolare responsabile dell’alterazione seminale è in grado di danneggiare anche i meccanismi di segregazione cromosomica durante la mitosi e/o la meiosi delle cellule germinali.

In particolare, è stata dimostrata una relazione inversa tra il tasso di aneuploidie spermatiche e i tre principali parametri seminali (concentrazione, motilità e morfologia), suggerendo che più grave è il danno spermatogenetico, maggiore è la probabilità di trovare spermatozoi con alterazione del cariotipo.

L’aumentata percentuale di anomalie cromosomiche spermatiche a sua volta si associa a un minor tasso di impianto e gravidanza e ad un maggior tasso di ab**to.

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La relazione feto e madre è in grado di incidere sul patrimonio genetico del nascituro, anche quando non sussistono lega...
15/10/2025

La relazione feto e madre è in grado di incidere sul patrimonio genetico del nascituro, anche quando non sussistono legami biologici fra la futura madre e l’ovulo fecondato.

Questo meraviglioso meccanismo si chiama .

Il termine epigenetica fu coniato nel 1942 dal biologo Conrad Hal Waddington, che la definì come la branca della biologia che studia i cambiamenti ereditabili da una cellula o un organismo in grado di modificarne il fenotipo, ossia il suo aspetto, senza che si osservi una variazione del genotipo, ovvero l’insieme dei geni che compongono il suo DNA.

Per capire come funziona, immaginiamo la tastiera di un pianoforte in cui sono racchiuse le informazioni genetiche del bambino.

L’epigenetica potrebbe essere paragonata a diverse sinfonie e al modo di comporle che spetta solo ed esclusivamente alla mamma.

Quelle piccole modifiche che puntualizzano le informazioni genetiche ereditate dai genitori.

L’epigenetica attiva o disattiva i nostri geni in risposta all’ambiente e allo stile di vita, ma lo fa senza modificare la sequenza del DNA.

L’epigenetica nella fecondazione eterologa spiega perché molti bambini nati grazie alla donazione di ovociti somigliano alle loro madri.

Il primo studio scientifico è stato pubblicato nel 2015 sulla rivista scientifica Development, e ha dimostrato che esiste una comunicazione tra l’embrione e la sua futura madre, prima che si verifichi l’impianto.

Le donne che ricorrono all’ , per un “fenomeno epigenetico”, tramite un buono stato di salute, un corretto stile di vita e alimentare, il giusto approccio emotivo di accettazione e amore ecc., riescono a modificare l’imprinting genetico originario, trasmettendo parte delle proprie caratteristiche fisiche e caratteriali al bambino fin dalle prime fasi dell’impianto.

Parimenti, in presenza di determinate condizioni patologiche quali obesità e diabete, ma anche scorretti stili di vita quali tabagismo, alcolismo e tossicodipendenze, le cellule endometriali potrebbero modificare la loro espressione genica influenzando in questo modo lo sviluppo embrionale.

Subentra sicuramente uno scambio di materiale genetico e, quindi, un neonato da ovodonazione riceve l’informazione tramite il DNA della donatrice, del padre biologico ma anche della futura madre e che questa piccola parte di materiale genetico è in grado di determinare quali geni verranno utilizzati modificando la loro espressione, anche se l’ovocita è di un’altra donna.

Ciò dimostra la possibilità per la madre di modificare le informazioni genetiche del suo bambino, anche quando l’ovocita viene donato.

La scoperta aiuta ad abbattere quelle barriere emotive che molte donne e coppie sperimentano quando sono costrette a ricorrere al trattamento di ovodonazione per accedere alla maternità biologica.

In ultimo, non è da trascurare il fatto che la donna che ricorre all’ovodonazione partorisce il bambino e può allattarlo e, dunque, che il bambino può essere percepito e amato come proprio a tutti gli effetti.

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In biologia della riproduzione, l’  rappresenta uno degli elementi fondamentali del processo riproduttivo femminile. Si ...
08/10/2025

In biologia della riproduzione, l’ rappresenta uno degli elementi fondamentali del processo riproduttivo femminile.

Si tratta della cellula uovo immatura, prodotta dalle ovaie, e ha un ruolo centrale nella trasmissione del patrimonio genetico materno e nell'inizio della vita di un nuovo individuo.

Fin dalla nascita, una femmina possiede un numero finito di ovociti, che rimangono in uno stato di quiescenza fino alla pubertà.

Da quel momento in poi, durante ogni ciclo mestruale, uno di questi ovociti riprende il suo sviluppo grazie all’azione di ormoni come l’FSH (ormone follicolo-stimolante) e l’LH (ormone luteinizzante).

Tuttavia, questo processo è altamente selettivo: solo un ovocita al mese (nella maggior parte dei casi) raggiunge la piena maturazione e viene rilasciato durante l’ .

Una volta ovulato, l’ovocita si sposta lungo la tuba di Falloppio, dove può incontrare uno .

Se la avviene, l’ovocita completa la seconda divisione meiotica e si trasforma in una cellula uovo fecondata, dando origine allo zigote, la prima cellula del futuro embrione.

È importante notare che l’ovocita non porta solo il DNA materno, ma anche le strutture cellulari e le riserve energetiche necessarie allo sviluppo iniziale dell’embrione, almeno fino a quando questo non si impianta nell’utero.

Inoltre, il corretto funzionamento degli ovociti è fondamentale per la femminile.

Con l’avanzare dell’età, la qualità e la quantità degli ovociti diminuiscono, un fenomeno noto come riduzione della riserva ovarica, che può influenzare la possibilità di concepire.

Questo aspetto è particolarmente rilevante ad esempio nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita, dove la maturazione e la qualità degli ovociti sono fattori chiave per il successo dei trattamenti.

In conclusione, l’ovocita è la base biologica del principio della vita.

Il suo sviluppo, la sua maturazione e la sua capacità di essere fecondato rappresentano fasi delicate e cruciali del ciclo riproduttivo.

Comprendere il ruolo degli ovociti significa, quindi, comprendere i meccanismi fondamentali della riproduzione umana.

Diversi studi hanno dimostrato che un’elevata frammentazione del DNA spermatico è associata a un aumento del rischio di ...
07/10/2025

Diversi studi hanno dimostrato che un’elevata frammentazione del DNA spermatico è associata a un aumento del rischio di ab**to spontaneo, anche in coppie altrimenti fertili o che ricorrono a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA).

Anche se uno con DNA frammentato può fertilizzare un , il danno genetico può compromettere lo sviluppo dell’embrione, portando a un arresto precoce dello sviluppo o a un ab**to spontaneo nelle prime settimane.

Il test di frammentazione può essere utile in presenza di:

- Aborti spontanei ricorrenti

- inspiegata

- Fallimenti ripetuti di fecondazione assistita (FIVET/ICSI)

- Esposizione a fattori di rischio (fumo, stress ossidativo, infezioni)

- Età paterna avanzata

Cosa fare in caso di frammentazione elevata?

- Cambiamenti nello stile di vita (dieta, esercizio fisico, stop fumo/alcol)

- Antiossidanti (vitamina C, E, coenzima Q10, carnitina, zinco, selenio)

- Trattamento di varicocele se presente

- Tecniche di selezione spermatica avanzate in PMA

- In alcuni casi, si può valutare l’uso di spermatozoi ottenuti da biopsia testicolare (meno esposti a danni ambientali).

Il test di frammentazione del DNA spermatico è uno strumento utile nella valutazione dell’infertilità maschile e dei casi di ab**to spontaneo ricorrente.

Valutare la qualità genetica degli spermatozoi può aiutare a individuare le cause nascoste e migliorare l’approccio terapeutico della coppia.

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L'acido folico è la forma sintetica della vitamina B9 (o folato), una vitamina essenziale coinvolta in numerosi processi...
01/10/2025

L'acido folico è la forma sintetica della vitamina B9 (o folato), una vitamina essenziale coinvolta in numerosi processi biologici fondamentali, tra cui la sintesi del DNA, la crescita cellulare e la formazione dei globuli rossi.

Un adeguato apporto di acido folico prima del concepimento e durante le prime settimane di gravidanza è cruciale per:

- Prevenire difetti del tubo neurale (come spina bifida e anencefalia) nel feto.

- Supportare l’ovulazione regolare, contribuendo a cicli mestruali più equilibrati.

- Migliorare la qualità degli ovociti, aumentando le probabilità di concepimento.

- Favorire l’impianto dell’embrione nell’utero.

- Ridurre il rischio di ab**to spontaneo, secondo alcuni studi scientifici.

Le linee guida internazionali raccomandano che tutte le donne in età fertile assumano almeno 400 microgrammi (mcg) di acido folico al giorno, almeno 1 mese prima del concepimento e durante il primo trimestre di gravidanza.

In alcuni casi (ad esempio, donne con diabete, obesità o familiarità con difetti del tubo neurale), il medico può consigliare dosaggi superiori.

Fonti di acido folico sono:

- Integratori: la forma più sicura e controllata.

- Alimenti ricchi di folati naturali: verdure a foglia verde (spinaci, lattuga), legumi, agrumi, frutta secca, cereali integrali, avocado.

L'acido folico non è solo importante durante la , ma svolge un ruolo fondamentale anche prima del , migliorando la e sostenendo uno sviluppo sano del futuro bambino.

Una semplice integrazione può fare una grande differenza.

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Chi sono

Sono Silvia Marino, Biologa della Riproduzione.

Ho conseguito la Specializzazione in Patologia e Biochimica Clinica ed ho perfezionato la mia esperienza pluridecennale nel campo dell'infertilità e sterilita' di coppia.

Ho deciso di occuparmi di Embriologia perché è la disciplina della vita, delle emozioni, dell'amore.

Per tale motivo ho scelto il lavoro dei miei sogni, che si contraddistingue in sentimenti e gioie.

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