20/10/2025
Il compianto Lewis Aron (2015), noto psicoanalista (e chitarrista rock dilettante), ha affermato che immergersi nella letteratura o nella poesia o nelle arti figurative potrebbe costituire una forma di preparazione migliore alla pratica clinica psicoanalitica rispetto allo studio forsennato della teoria. Questa ipotesi può essere estesa alla psicoterapia in generale. Secondo recenti ricerche e teorizzazioni (per esempio, Farber, 2017; McWilliams, 2005), i terapeuti dotati di sensibilità artistica – che essa si esplichi attraverso una produzione attiva (e.g., scrittura, pittura, danza) o attraverso la fruizione (e.g., lettura, passione per le arti figurative) - tendono a determinare risultati terapeutici migliori. I terapeuti con sensibilità artistica risultano infatti più consapevoli delle motivazioni e dei pattern di comportamento umani, delle possibilità e delle difficoltà del cambiamento psicologico, della intrinseca molteplicità degli stati del sé e della frequente discrepanza tra sé pubblico e privato, del potere della narrazione nel modellare la vita di ciascuno di noi. Risultano inoltre più capaci di comprendere la frammentazione e la mancanza di linearità delle storie che compongono l’identità, di apprezzare humor, immaginazione e fantasia, di empatizzare con una molteplicità di prospettive di significato, di comprendere e processare gli affetti, anche i più primitivi, di restare radicati a fronte dell’attivazione, in sé e nel paziente, dei nuclei affettivi più dolorosi, di essere creativi negli interventi clinici, di comprendere i – e rispondere ai - processi più sottili dell’incontro clinico, al di là del contenuto manifesto delle parole scambiate in seduta. In sintesi, i terapeuti dotati di sensibilità artistica possiedono una capacità superiore di comprendere e attraversare la complessità psicologica di sé e dei loro pazienti. Forse i terapeuti dovrebbero capire che essere “bravi” significa smettere di preoccuparsi di “essere bravi”, per iniziare a esplorare gli strati profondi del significato dell’esperienza, che solo le forme di espressione artistica sanno far intravedere.