Unità di Senologia Breast UNIT Villa del Sole di Salerno

Unità di Senologia Breast UNIT Villa del Sole di Salerno BREAST UNIT (UNITÀ DI SENOLOGIA)
VILLA DEL SOLE (SALERNO) E BREAST UNIT (UNITÀ DI SENOLOGIA) CASA DI CURA MALZONI (AVELLINO)
RESPONSABILE DOTT. LUIGI CREMONE

27/10/2025
27/10/2025

⭐SERVE UN CUORE GENEROSO! Messaggi sulla S. MESSA... oggi giovedì giorno Eucaristico. Chi può ascolti e pensi cosa DEVE fare!

⭐"La S. Messa è la forma più ALTA di preghiera. Non riuscirete mai a capirne la GRANDEZZA. Perciò siate umili e rispettosi durante la celebrazione e preparatevi a essa con molta cura. Vi raccomando di partecipare TUTTI i GIORNI alla Messa».
(Medjugorje - 13 gennaio 1984)

⭐"Siate buoni e venite a Messa senza cercare scuse! Fatemi vedere che avete un cuore generoso!" (2 dicembre 1983)

⭐"Grazie a tutti voi che venite in Chiesa per pregare Gesù nonostante la neve, il gelo e il cattivo tempo. Continuate così e siate perseveranti. Sapete bene che quando un amico vi chiede con insistenza qualcosa, voi gliela date. Lo stesso fa Gesù con voi: quando pregate con perseveranza e venite a Messa nonostante la vostra stanchezza, Egli vi dà tutto ciò che gli chiedete. Perciò, figli miei, pregate, pregate, pregate" (1 dicembre 1983)

⭐"Prima della S. Messa bisogna pregare lo Spirito Santo. Le preghiere allo Spirito Santo devono sempre accompagnare la Messa". (26 novembre 1983)

⭐"Figli cari! Sforzatevi di partecipare alla S. Messa come si deve". (1 giugno 1984)

⭐"Cari figli, in questi giorni satana si accanisce perfidamente contro questa parrocchia, mentre voi, cari figli, vi siete impigriti nella preghiera e non partecipate numerosi alla S. Messa. Siate forti nei giorni della prova! Grazie per aver risposto alla mia chiamata!" (17 gennaio 1985)

⭐"Cari figli, oggi vi invito a rinnovare la preghiera nelle vostre famiglie. Cari figli, spronate anche i più piccoli alla preghiera e che i bambini si rechino alla S. Messa. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!"(7 marzo 1985)

⭐"Cari figli, vi invito ad una preghiera più attiva e all'ascolto della S. Messa. Desidero che ogni vostra Messa sia ESPERIENZA di DIO. Voglio dire in particolare ai giovani: siate aperti allo Spirito Santo, poiché Dio vi vuole attirare a sé in questi giorni in cu satana è all'opera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!"(16 maggio 1985)

"La preghiera più bella è il Credo. Ma tutte le preghiere sono buone e gradite a Dio se vengono dal cuore". (18 febbraio 1983)

26/10/2025

GEPPI CUCCIARI — “NON CHIAMATECI GUERRIERI”: IL CORAGGIO DI CHI VIVE, NON DI CHI COMBATTE

"Non chiamateci guerrieri."
Così inizia il monologo intenso e autentico di Geppi Cucciari, un messaggio che rompe gli schemi e tocca corde profonde, lontane dalla retorica e dalle frasi fatte.
Con quella lucidità che le appartiene, Geppi smonta una delle narrazioni più abusate del nostro tempo: quella della “lotta contro il cancro”.

Non è una guerra, dice.
Non è un campo di battaglia dove ci sono vincitori e vinti.
È una vita che continua, a volte più fragile, a volte più silenziosa, ma sempre degna.
E il suo racconto è un invito a cambiare sguardo, a scegliere parole nuove, più umane.

“MORIRE SAREBBE UNA RESA?”

Le sue domande, una dopo l’altra, arrivano come fendenti, ma non fanno male: fanno pensare.

“Morire sarebbe una resa?
Soccombere significa non aver guerreggiato bene?”

Geppi parla senza filtri.
Perché dietro ogni storia di malattia c’è una persona che soffre, che spera, che affronta la paura.
E non sempre chi se ne va lo fa perché ha perso: spesso, semplicemente, perché la malattia è più forte della medicina, non della volontà.

“Che tattica avremmo dovuto usare?” chiede.
“Forse al dolore bisogna aggiungere anche l’umiliazione di una battaglia condotta male?”

Parole che spogliano di eroismo forzato il dolore, restituendogli invece la sua verità più nuda: la malattia non è un duello, ma un percorso, pieno di ostacoli, di giorni bui e di piccole, immense vittorie quotidiane.

“LA GUERRA NON LA FACCIAMO NOI, LA FA LA RICERCA”

Nel suo monologo, Geppi Cucciari porta lo sguardo là dove quasi nessuno guarda: non sui malati, ma su chi li cura, sulla ricerca scientifica, sulla dedizione di medici e infermieri che ogni giorno, in silenzio, salvano vite.

“La guerra la fa la ricerca condotta da eroi, spesso trascurata da chi ha le redini dell’autorità pubblica.”

In un’Italia che ancora finanzia poco la scienza e la medicina, le sue parole suonano come un appello civile, oltre che umano.
Non serve dire “sei un leone”, serve stare accanto, ascoltare, abbracciare, sostenere.
Serve smettere di spettacolarizzare la sofferenza, di usarla come leva motivazionale, come se il dolore fosse una palestra di coraggio.

“Chi si sta impegnando allo spasimo per uscirne vivo ha bisogno di affetto, di attenzione, di ascolto, di non essere lasciato solo.”

La sua voce si fa carezza, e denuncia insieme.
Perché c’è troppa solitudine dietro la malattia, e troppo silenzio dove dovrebbero esserci investimenti, cure, rispetto.

“NON È UNA GUERRA, È UNA SEQUENZA DI NOTTI INSONNI”

Nessuna metafora bellica, ma la realtà.

“È una sequenza di notti insonni, di paura quando entri nel tubo della risonanza magnetica, del terrore di guardare negli occhi chi ti ha appena fatto un esame.”

È il racconto della vita sospesa di chi vive tra una TAC e un referto, tra la speranza e la paura, tra la forza e la fragilità.
La “guerra” non è fatta di armi, ma di resistenza silenziosa, di sorrisi strappati al dolore, di attese che diventano preghiere.

E in questa verità c’è tutta la potenza del suo messaggio: il coraggio non è nei muscoli tesi, ma nella dolcezza con cui si accetta di non avere il controllo.

UN GRIDO GENTILE CONTRO LA RETORICA

Geppi Cucciari non vuole compassione, né applausi.
Vuole solo sincerità.
E la sua è una richiesta semplice, che dovrebbe far riflettere chiunque usi le parole con leggerezza: non chiamiamoli eroi, non trasformiamo il dolore in slogan.

Ogni persona che affronta la malattia ha già fatto abbastanza semplicemente vivendo, accettando, andando avanti.
Non ha bisogno di medaglie, ma di presenza.

“Scusate l’impudicizia — conclude — ma non ne potevo più.”

Un finale che non è rabbia, ma liberazione.
La voce di una donna che parla per sé, ma anche per tutti quelli che non hanno più voce.

IL VALORE DELLE PAROLE

Questo monologo è uno spartiacque.
Ci costringe a fermarci e a riflettere su quanto peso hanno le parole che scegliamo, su quanto male o bene possono fare.
Dire “guerriero” può sembrare incoraggiante, ma per chi soffre è solo un modo per sentirsi in colpa se non ce la fa.
Dire invece “ti sono vicino”, “sono qui”, “ti voglio bene” — quello sì, può salvare un’anima.

La verità è che non serve chiamarli eroi: basta considerarli persone.
Persone che vivono, che temono, che sperano, e che meritano rispetto, sempre.

E se proprio dobbiamo usare una parola grande, che sia questa:
Amore.

22/10/2025

🟥Cancro seno, in Usa lobulare in forte aumento,+2,8% l'anno
Crescita drastica, superiore ad altre tipologie combinate

▶️Dati sconfortanti sull' aumento del tumore del seno di tipo lobulare negli Stati Uniti: l'incremento dal 2012 al 2022 dei casi di questo carcinoma, particolarmente difficile da individuare, e' stato del 2,8% l'anno.

🧪Una crescita superiore ad ogni altra tipologia combinata di tumori della mammella che non hanno superato un + 0,8% annuale, inclusi i casi della neoplasia piu' diffusa, la duttale.
Quest'ultima rappresenta l'80% e piu' di tutte le diagnosi, mentre il tumore lobulare il 10-12%.I dati pubblicati dall' American Cancer Society - sulla base di quelli dell' Istituto per i tumori Usa - rivelano come nel quadro dei diversi tumori della mammella, quello lobulare invasivo, considerato meno letale, ha una sopravvivenza generalmente piu' elevata solo nei primi 7 anni dalla diagnosi, ma peggiore dopo 10. Il cancro lobulare origina dai lobuli del seno che producono il latte materno, ed ha una crescita piu' lenta degli altri tipi ma si presenta frequentemente sin dall'inizio in entrambi i seni. A causa della sua localizzazione non si identifica facilmente con la mammografia o l'ecografia e le pazienti a rischio si devono sottoporre alla risonanza magnetica. Angela Jaquinto, autore del rapporto ha sottolineato "l'importanza di nuove ricerche per la diagnosi anticipata ad il trattamento della neoplasia lobulare, che ha in realta' percentuali di sopravvivenza, dopo i primi 7 anni dalla diagnosi, inferiori alle malate di cancro duttale."

Indirizzo

Via Belvedere, 31
Salerno
84100

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Unità di Senologia Breast UNIT Villa del Sole di Salerno pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Unità di Senologia Breast UNIT Villa del Sole di Salerno:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare