26/10/2011
QUESTA E' LA MIA VITA
Non voglio raccontarvi di quanto sia capace nel mio lavoro o di quanto sia rispettoso delle norme sanitarie o del mio trascorso da tatuatore,ma voglio parlarvi della mia passione per questa cultura.
Quando da ragazzo ho iniziato a tatuare la cosa che mi ha appassionato non è stata la magia che si crea quando iniettando del colore sotto pelle ne nasce un capolavoro, ma la capacità del tatuaggio di attraversare tutte le culture e e il tempo per essere ancora praticato ai nostri giorni.
Il tatuaggio è sempre stato espressione di appartenenza al priprio gruppo o tribù, di iniziazione o protezione dal male.
Un tempo il tatuatore era un membro del gruppo che tatuava persone del gruppo, dandogli un identità e un segno di riconoscimento che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Ovviamente questa caratteristica del tatuaggio è andata persa.
Ma oggi il "rito" del tatuaggio non può limitarsi solo ad un rapporto di natura economica tra tatuatore e tatuato.Deve andare oltre.
Ricordo che quando ho comprato le mie prime macchinette da tatuaggio ho passato mesi a guardarle senza usarle, impietrito dalla paura che un mio errore avrebbe accompagnato per tutta la vita il malcapitato!
Così approfittai per documentarmi sul come usarle.
Però all'epoca non esisteva molto materiale tecnico da cui attingere il sapere, e mi sono ritrovato a leggere tanti testi sulla cultura del tatuaggio dal punto di vista storico o antropologico.
Nel rapportare quello che imparavo con quello che facevo vedevo che mancava il senso di appartenenza ad un gruppo in cui il tatuaggio stesso nasceva.
Mi sono sempre chiesto come recuperare questo valore ormai andato perso e in cosa cercarlo.
L'arte del tatuaggio ha sempre rappresentato per il moralismo un tabu' o un segno di inquiettudine o disaggio di chi lo condivide.
Si tatuano solo criminali, drogati e prostitute.Ma siamo davvero tutti così?
Non credo.
Le motivazione della decisione di tatuarsi possono essere tante:
La nascita di un figlio, l'amore per la persona amata, un ricordo indelebile nell'anima, la morte di una persona cara.
Ognuno da un valore profondo e unico e personale che si perderà con la persona che lo indossa.
Questo fa del tatuaggio una forma d'arte in cui non è possibile investire universalmente come succede per un'opera d'arte.
La nostra società non perde tempo ad esprimere un giudizio o una critica su ciò che non puo essere venduto, ma si limita ad etichettarlo.
Il tatuaggio oggi si è diffuso per la semplice ragione che ci rende unici, ci evolve rispetto a quello che eravamo alla nostra nascita e ci identifica.
Da subito ho capito che in questo lavoro mi sarei trovato difronte a persone spinte a tatuarsi per diverse ragioni.Ma anche che lo avrebbero fatto da un tatuatore che non conoscono in cambio di compenso, in cambio di soldi.
C'e una grande differenza con il rito arcaico del tatuaggio non credete?
Per questo vi ho parlo di me: perchè nonostante io viva di questo lavoro credo sia fondamentale un incontro profondo ed intimo con chi si tatua.
Per dar vita ad un'opera d'arte che senza significato ed emozione non esisterebbe.
Io non appartengo a nessun gruppo, non faremo parte della stessa tribù, ma condivideremo un momento che lascerà sulla pelle un segno indelebile.
La domanda "del cosa tatuarsi" trova risposta nella persona che siamo,nelle scelte che abbiamo fatto e nelle gioie e dolori che abbiamo vissuto.
Cosa tatuarsi deve fare già parte di noi.
solo parlando di noi il tatuaggio ci renderà unici.
Amate quello che siete oggi, nel bene e nel male, perchè la vita è unica.
One life, one chance!
Il tatuaggio che farete sarà quello che sempre avete avuto dentro.
Lasciate che le vostre emozioni prendano forma su qualsiasi parte del corpo in cui le sentite perchè tutte queste emozioni sono la tribù a cui appartenete.
Siate unici...siate tatuati
Rik