Osteopatia Chiara

Osteopatia Chiara informazioni sull'osteopatia e su quello che faccio
con un salto nello Yoga
e l'attenzione allo studi

06/11/2025
02/11/2025

☺️🥰

02/11/2025

Tutti credono che sollevare il braccio significhi “usare la spalla”.

Falso.

Il braccio si muove solo se la scapola gli dà il permesso.

Guarda questa immagine.

Ogni volta che porti il braccio sopra la testa, succede una danza perfetta: la scapola ruota verso l’alto, la clavicola si solleva e ruota all’indietro, la testa dell’omero ruota esternamente, e la spalla (quella vera, non quella che vedi allo specchio) si apre come una porta che funziona solo se tutti i cardini girano insieme.

Per chi non è del mestiere

Quando alzi il braccio e senti “tirare dietro”, non è l’artrosi, né il tendine. È la scapola che ha smesso di scivolare bene sulla gabbia toracica. È come se provassi ad aprire una porta con i cardini arrugginiti.

Risultato? Rumori, fatica, dolore, blocco.

Per i colleghi clinici

Pattern dissinergico scapolo-omerale con deficit di upward rotation e tilt posteriore della scapola, ipomobilità SC posteriore e overdrive GH.
Alterazione del ritmo scapolo-omerale, sovraccarico del cingolo, impingement secondario, instabilità microtraumatica.

Approccio: retraining scapolotoracico, controllo motorio, dissociazione e integrazione respiratoria con catene posteriori.

E quindi?

Non dire “solleva il braccio”. Dì “lascia che la scapola accompagni il movimento.” Il segreto non è spingere di più, ma sincronizzare.

“Non è il braccio che si muove.
È la scapola che decide quanto sei libero.”

Prova adesso!

Alza lentamente un braccio davanti allo specchio.
L’altra mano mettila sulla scapola.
Si muove subito o resta ferma per metà del percorso?
Scrivilo nei commenti!

La spalla non è un’articolazione.
È una squadra.
E se la scapola sciopera.. il braccio non lavora.

Post divulgativo a scopo educativo.
Non sostituisce la valutazione fisioterapica personalizzata.

Che bella giornata!Grazie per questa opportunità
26/10/2025

Che bella giornata!Grazie per questa opportunità

La funzione determina la struttura. Sempre
22/10/2025

La funzione determina la struttura. Sempre

In ancient China, little girls were once told that pain was the price of perfection. Their feet — still soft and growing — were broken, folded, and bound so tightly that they could barely walk. All to achieve the so-called “Lotus Feet.” 🌸

What began during the Song Dynasty (10th century) became a symbol of beauty, status, and obedience. Tiny feet meant a woman was delicate… desirable… and from a wealthy home. But behind that “grace” was a lifetime of agony — bones crushed, infections festering, mobility stolen.

For nearly a thousand years, society praised the crippled as “beautiful.”

It’s a haunting reminder that when beauty is defined by pain, it stops being art — and becomes cruelty.

19/10/2025

Tutti pensano che il diaframma lavori da solo per farci respirare.

Falso: ogni tuo respiro dipende da un filo sottilissimo che parte dal collo.

Guarda l’immagine: il nervo frenico nasce da C3–C5 e scende fino al diaframma, il muscolo della vita.

Per chi non è del mestiere: significa che se respiri, è perché il collo dà il permesso. Non a caso il detto medico è “C3, 4, 5 keep the diaphragm alive”.

Per i colleghi clinici: parliamo di un nervo misto, con decorso anteriore allo scaleno anteriore, rapporto stretto con cuore e mediastino, vulnerabile a lesioni cervicali, interventi toracici e compressioni. Coinvolgimento del frenico uguale a rischio di paralisi diaframmatica monolaterale o bilaterale, con compromissione respiratoria severa.

E quindi? Significa che dolore cervicale, traumi o interventi non vanno mai considerati solo “locali”: possono alterare il respiro stesso.

Qualcuno dirà: “parli di frenico, mediastino, compromissione.. paroloni”.

Tradotto: il tuo respiro nasce dal collo. Se quel filo si spezza, il diaframma tace. La buona notizia? Conoscere queste connessioni ci permette di proteggere il respiro e trattare il corpo come un sistema, non come pezzi separati.

P.S. Sì, avete l’occhio clinico: l’immagine è proprio sbagliata. 🫣
Il fegato non è a sinistra, ha solo deciso di prendersi una vacanza dall’anatomia. Tranquilli: nella realtà è sempre al suo posto, anche se il disegnatore oggi era un po’ distratto. 🤣

P.P.S. Alla fine abbiamo scelto un’altra immagine, nei commenti ormai si parlava più del fegato che del frenico. 😅
Meglio rimettere il respiro.. al centro della scena. 🫶

La sinergia di questi muscoli permette un buon movimento della scapola e, di conseguenza, di tutto l'arto superiore
16/10/2025

La sinergia di questi muscoli permette un buon movimento della scapola e, di conseguenza, di tutto l'arto superiore

Tutti pensano che la scapola si muova liberamente come un’ala.

Falso: non vola da sola, ma è tirata da due muscoli che giocano a tiro alla fune continuo. Da una parte i romboidi, che la trascinano verso la colonna, dall’altra il dentato anteriore, che la spinge in avanti e la tiene attaccata al torace.

Per chi non è del mestiere: è come avere due cani al guinzaglio che tirano in direzioni opposte. Se uno è più forte, la scapola scappa: spalla che balla, dolore che arriva.

Per i colleghi clinici: parliamo del bilanciamento tra stabilizzatori mediali (romboidi) e stabilizzatore anterolaterale (dentato anteriore), il cui disequilibrio porta a scapular winging, disfunzioni della cinematica scapolo-omerale e sindromi da impingement.

E quindi? Significa che rinforzare solo la spalla non basta: bisogna rieducare questa fune muscolare, con esercizi che riequilibrino trazione e spinta (rowing controllati, push-up plus, esercizi a catena cinetica chiusa).

Qualcuno dirà: "romboidi, dentato anteriore.. paroloni".

Tradotto: se la scapola non sta al suo posto, la spalla paga. La buona notizia? Con il giusto lavoro puoi rimettere ordine ai due cani al guinzaglio e ridare stabilità all’articolazione. 😁

E dopo la scrittura a mano, ecco i benefici dell'uncinetto. Sono tante le belle cose che ci fanno bene, impariamo a rico...
15/10/2025

E dopo la scrittura a mano, ecco i benefici dell'uncinetto. Sono tante le belle cose che ci fanno bene, impariamo a riconoscerle per tentare di stare al meglio

🧶✨ 𝗟’𝘂𝗻𝗰𝗶𝗻𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗳𝗮 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲.
𝘙𝘪𝘥𝘶𝘤𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘳𝘦𝘴𝘴, 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘳𝘢 𝘭’𝘶𝘮𝘰𝘳𝘦, 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘯𝘢 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘖𝘨𝘯𝘪 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘦' 𝘶𝘯 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰, 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘳𝘢𝘱𝘪𝘢.
Perché prendersi cura di sé può iniziare anche da un gomitolo. 💚

Quanto mi piace scrivere ancora a mano
14/10/2025

Quanto mi piace scrivere ancora a mano

Le neuroscienze mostrano che scrivere a mano non è solo un modo per registrare informazioni.

È un modo per trasformare il modo in cui il cervello le elabora.

Quando scriviamo a mano, attiviamo contemporaneamente aree motorie, sensoriali e linguistiche, forgiando connessioni neurali più solide nell’ippocampo e nei lobi frontali — le regioni chiave della memoria e del linguaggio.
Ogni lettera tracciata è un piccolo allenamento cognitivo.

🔹 A differenza della digitazione, che può diventare automatica e superficiale, la scrittura a mano richiede una costante integrazione tra movimento, visione e pensiero.
Questo processo più lento e deliberato rafforza la codifica delle informazioni, facendole rimanere impresse più a lungo e in modo più profondo.

🔹 Gli studi confermano che gli studenti che scrivono a mano ricordano meglio e comprendono più a fondo rispetto a chi digita i propri appunti parola per parola.
(Mueller & Oppenheimer, Psychological Science, 2014)

🔹 Ma c’è di più: la scrittura a mano stimola la creatività e la concentrazione.
Perché costringe il cervello a filtrare, selezionare e riformulare le idee.
Questo sforzo cognitivo aggiuntivo migliora la comprensione, il pensiero critico e favorisce connessioni mentali più originali.

In un’epoca dominata dagli schermi, scrivere a mano diventa un modo concreto per allenare l’attenzione, consolidare la memoria e sviluppare un pensiero più flessibile.

📖 Ogni parola scritta non è solo un segno sulla carta.
È un’impronta nella mente.

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📄 Fonti
1️⃣ Mangen, A. & Velay, J. (2010). The importance of handwriting for learning and cognition. Trends in Neuroscience and Education.
2️⃣ Mueller, P. A. & Oppenheimer, D. M. (2014). The Pen Is Mightier Than the Keyboard. Psychological Science, 25(6):1159–1168.
3️⃣ Askvik, E., Van der Weel, F. R., & van der Meer, A. L. (2020). The importance of cursive handwriting for brain activation. Frontiers in Psychology.

Indirizzo

Largo Unità D'italia
San Donato Milanese
20098

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