25/11/2025
*25 NOVEMBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE*
Oggi 25 novembre, ricorre la Giornata Internazionale per combattere la violenza contro le donne.
Molti oggi parleranno di femminicidio e diritti legali, di disuguaglianze nel mondo del lavoro e tanti altri temi noti.
Io da ostetrica oggi, invece, voglio parlare di VIOLENZA OSTETRICA, considerata ufficialmente una delle 19 forme di violenza sulle donne all' interno di una famosa legge venezuelana nel novembre del 2008.
La legge definisce la violenza ostetrica come:" l'appropriazione dei processi riproduttivi del corpo delle donne da parte di personale sanitario, che si esprime come trattamento disumano, un abuso di farmaci, di trasformazione di processi naturali in quelli patologici, portando con sè la perdita di autonomia e la possibilità di scegliere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, con un impatto negativo sulla qualità della vita delle donne".
Legge organica sul diritto delle donne di essere libere dalla violenza, emanata in Venezuela il 16 marzo 2007.
La violenza ostetrica e ginecologica molto pericolosa per la salute della mamma e del bambino, lo è ancora di più perchè oggi non è riconosciuta: non avendo gli strumenti di comprensione relativi al parto, spesso, la società è complice inconsapevole della violenza del corpo e della psiche della donna e di suo figlio.
Quante donne possono dire di aver voluto il parto che volevano?
Dati alla mano: oggi è possibile constatare che in Italia circa il 40% delle donne partorisce con un intervento chirurgico e nella maggior parte dei casi senza una reale necessità. I numeri sono allarmanti, anche a proposito di episiotomie (incisione chirurgica del perineo, lateralmente alla va**na per allargare il canale del parto), manovre ostetriche e ginecologiche proibite in molti Paesi d' Europa e praticate, invece, senza indicazioni.
Si pensi alle visite inutili in travaglio ogni ora e da più operatori, quando invece l'OMS parla di controlli, se necessari, ogni 4 ore; alle episiotomie che non dovrebbero essere più del 10/15% e che vengono eseguite al 60/70% delle donne con gravi ripercussioni sulla loro vita sessuale futura; alla manovra di Kristeller che potrebbe essere tollerata per non più del 3/4% dei casi mentre invece viene praticata di routine nelle sale parto alla dilatazione manuale, al taglio cesareo che aumenta di quattro volte rispetto al parto spontaneo, il rischio di morte materna.
Ma si pensi anche solo alla limitazione di muoversi o di assumere cibi e bevande e all'obbligo di rimanere sole in ambienti sconosciuti dalla donna stessa; al non poter tenere sempre con sè il proprio bambino.
Con la nuova legge i seguenti atti eseguiti dal personale medico sono considerati violenza ostetrica:
1) intempestiva e inefficace attenzione delle emergenze ostetriche;
2) obbligare la donna a partorire in posizione supina, con le gambe sollevate, quando sono disponibili i mezzi necessari per eseguire un parto verticale;
3) impedire l'attacco iniziale del bambino alla madre senza una causa medica, inibendo, cosi, l'attaccamento precoce e bloccando la possibilità di tenere, curare o allattare al seno immediatamente il bimbo dopo la nascita;
4) l'alterazione del parto naturale a basso rischio, utilizzando tecniche di accelerazione, senza consenso volontario, espresso e informato della donna;
5) l' esecuzione del parto, tramite taglio cesareo, quando il parto naturale è possibile senza consenso volontario, espresso e informato della donna.
Oggi la mortalità perinatale e la mortalità materna per cause di parto sono crollate a picco rispetto solo ad alcune decine di anni fa ed il merito va alla medicina che ha imparato ad intervenire efficacemente dove un processo fisiologico presenta complicanze.
Spesso, pero, la medicina viene applicata a sproposito a situazioni fisiologiche trasformandosi in violenza.
Atti di violenza ostetrica avvengono quotidianamente nella gran parte dei punti nascita italiani, anche se negli ultimi anni si è sollevata una maggiore attenzione per quella che viene definita "umanizzazione della nascita". Basterebbe che i i protocolii dei punti nascita rispettassero le LINEE GUIDA NAZIONALE DEL MINISTERO DELLA SALUTE per ridurre notevolmente atti di questo tipo.
Attualmente esistono strutture e operatori attenti ai bisogni della donna e del bambino, ma i numeri sono ancora bassi per assicurare a livello nazionale il rispetto di questi diritti.
La violenza ostetrica nel 2007 è diventata reato in Venezuela, in Italia e in altri Stati ancora no, ecco perchè tutti noi siamo chiamati quotidianamente a lavorare per questo obiettio.
Perchè ogni giorno, per molte donne, l'evento nascita si trasforma in violenza e tutti noi ne siamo responsabili.