Dott.ssa Ilaria Sonego - Psicologa

Dott.ssa Ilaria Sonego - Psicologa Psicologa, psicoterapeuta. Operatore di Training Autogeno. Formata come operatrice di Training Autogeno presso CISSPAT di Padova.

Laureata in Scienze psicologiche dello sviluppo e dell'educazione presso l'Università di Padova e in Psicologia clinica e di comunità presso l'Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE). Ad oggi in formazione presso Centro Psicologia Dinamica, scuola di Specializzazione in Psicoterapia Dinamica Integrata. Mi occupo di:
* percorsi di gestione dello stress e dell'ansia, individuali o di gruppo,
per bambini, adolescenti e adulti;
* sostegno psicologico e promozione del benessere per bambini,
adolescenti e adulti;
* sostegno e consulenza genitoriale.

“Dentro al virtuale c’è troppa roba mentre nella mente dei nostri figli, prima dei 16 anni ci sono ancora troppe poche r...
02/11/2025

“Dentro al virtuale c’è troppa roba mentre nella mente dei nostri figli, prima dei 16 anni ci sono ancora troppe poche reti neuronali integrative in grado di avere un dominio efficace di quella “troppa roba”. E’ come far guidare una fuoriserie ad un ragazzo che ha appena preso la patente per guidare un motorino.

[…] dobbiamo avere il coraggio di dire che il mondo virtuale ha reso i genitori fragili e la fragilità degli adulti ha reso il mondo virtuale sempre più capace di impossessarsi delle vite dei nostri figli. E’ un gatto che si morde la coda che però ha avuto il suo punto di inizio con la pervasività del digitale portatile dentro alle nostre vite di esseri umani del terzo millennio.“

A 9 ANNI HANNO FONDATO UN “CLUB DEL SESSO”: se siete genitori, per favore prendetevi 10 minuti per leggere questo post.

Genitori ed educatori: il messaggio che segue richiede circa 10 minuti del vostro tempo. Ma potrebbero essere dieci minuti chi vi aiutano a comprendere cose che stanno succedendo nelle vite dei nostri figli e di cui è troppo importante riflettere insieme. Questo post parte dalla testimonianza di una collega che mi ha scritto così:

“Gentile dottore per la prima volta nella mia esperienza professionale mi trovo davanti una situazione per me difficile da affrontare. Nella nostra scuola ci sono bambini di 9 anni che vedono video pornografici dallo scorso anno e hanno creato un club del sesso. Chi vuole farne parte è obbligato a visionare materiali pornografici spinti, rapporti orali, a tre, con uso di oggetti. Tutto questo è stato scoperto da una mamma. Mi viene da dire maledetti cellulari e adulti incoscienti che comprano sempre prima questo oggetto e non supervisionano. Alcune bambine manifestano un disagio forte, Oggi una ha vomitato per lo schifo provato davanti a delle immagini, altre piangono. Io da tanti anni affronto il discorso della pornografia online, della mercificazione del corpo, porto poesie d'amore, mostro ciò che manca in quelle visioni di solo accoppiamento fisico. Lo faccio nella terza media. A quella età le parole mi escono facilmente, so come affrontare il discorso. Non mi è mai successo di trovarmi in una situazione simile, davanti a bambini di 9 anni. Ecco perchè ho bisogno di un confronto con lei.

Da anni, ogni settimana (e ribadisco: ogni settimana) ricevo mail con richieste di aiuto in cui un adulto rivela di sentirsi disorientato di fronte a ciò che ha scoperto esistere nella vita virtuale di un figlio, di uno studente, di una classe o all’interno di una chat. Molte di queste richieste hanno a che fare con l’esplorazione della sessualità da parte di minori che viene fatta sempre più precocemente e con modalità totalmente inadeguate rispetto all’età e alla maturità dei soggetti coinvolti. Questa settimana ho ricevuto questa mail e ho chiesto il permesso di poter condividere questa testimonianza con chi legge i miei post.

Avere 9 anni e fondare, nel proprio ambito di amicizie, il club del sesso imponendo ai coetanei – per farne parte – di visionare materiali molto spinti è un esempio di come l’abuso sessuale (sì, questo è abuso e non esplorazione fase-specifica) possa entrare nella vita dei nostri figli attraverso la combinazione di cinque elementi:
1) il bisogno di appartenenza al gruppo
2) la disponibilità di strumenti digitali che permettono con tre click di fare qualsiasi cosa
3) la superficialità con cui il mondo adulto ha sdoganato nella vita dei minori strumenti potentissimi senza avere alcuna contezza della loro potenza e della disfunzionalità che essa porta nella vita dei minori
4) l’aggressività con cui le piattaforme digitali entrano nelle vite di tutti, anche dei bambini, proponendo esperienze totalmente non fase specifiche e arrogandosi il diritto di dire che non hanno alcuna responsabilità, in quanto avvertono l’utente di contenere materiale riservato ad un pubblico di cui specificano l’età minima (da cui se ne deduce che gli unici responsabili per le navigazioni pericolose sarebbero i genitori che dovrebbero vivere dentro gli smartphones dei figli)
5) la totale mancanza di educazione affettiva e sessuale, che lascia i piccoli esposti a situazioni estreme in cui percepiscono disagio ed eccitazione allo stesso tempo nella totale incapacità di comprendere come orientarsi in tutto ciò e soprattutto a chi chiedere aiuto., visto che le agenzie educative e gli adulti in generale si rivelano vacanti in questo ambito educativo.

Condivido questa testimonianza in un giorno di festa, non per rovinarvelo, ma perché nei giorni festivi noi adulti abbiamo ritmi più lenti e più tempo per concentrarci su cose che la frenesia del lavoro a volte non ci fa considerare importanti. Io non so più come dirlo al mondo che là fuori c’è un problema enorme che entra nelle nostre vite attraverso lo sdoganamento della virtualità a cui bambini e bambine hanno accesso, navigando senza alcun criterio e supervisione.

So che molti dicono che basterebbe educare ad un buon uso dello smartphone, perché non è lo smartphone in sé il problema, ma l’uso che ne viene fatto. Beh, lasciatemi dire che invece è anche lo smartphone in sé il problema perché ha una potenza che nessun bambino sa governare e che nessun adulto sa educare nella relazione con un minore. Dentro al virtuale c’è troppa roba mentre nella mente dei nostri figli, prima dei 16 anni ci sono ancora troppe poche reti neuronali integrative in grado di avere un dominio efficace di quella “troppa roba”. E’ come far guidare una fuoriserie ad un ragazzo che ha appena preso la patente per guidare un motorino.

Per favore parlate di tutto questo ad altri genitori. Voi educatori condividete questa storia nelle vostre chat di classe. Rendete questa domenica una domenica di consapevolezza adulta, sia genitoriale che della comunità educante tutta. Troppe volte sento dire, anche da colleghi molto quotati, che io, con la narrazione che ho fatto del digitale in questi anni, non ho compreso nulla. Perché il problema secondo moltissimi sta nella fragilità di noi adulti.

Io penso che dobbiamo avere il coraggio di dire che il mondo virtuale ha reso i genitori fragili e la fragilità degli adulti ha reso il mondo virtuale sempre più capace di impossessarsi delle vite dei nostri figli. E’ un gatto che si morde la coda che però ha avuto il suo punto di inizio con la pervasività del digitale portatile dentro alle nostre vite di esseri umani del terzo millennio. E questo, Jonathan Haidt lo spiega benissimo nel suo volume “Generazione ansiosa” (Rizzoli ed.)

Su questo tema anch’io ho appena pubblicato un libro con Barbara Tamborini intitolato “Esci da quella stanza. Come e perché riportare i nostri figli nel mondo” (Mondadori ed.) dove cerchiamo di far capire ai lettori che oggi abbiamo bisogno di una totale inversione di rotta e che noi genitori ne dobbiamo essere consapevoli protagonisti. Vi prego, andatelo a cercare nella biblioteca più vicina a casa vostra, non c’è bisogno che lo compriate (chi sa quanti pensano che il mio unico interesse sia – in questo momento - vendere un libro. Ma se così fosse, vi siete mai chiesti come mai in più di dieci anni di vita nei social non ho mai – e ribadisco mai – messo un link ad alcuna libreria online che conduca all’acquisto automatico di un mio libro?). Scrivo libri non perché ho l’urgenza di venderli (cosa che naturalmente viene valutata come positiva da un autore), ma per fare cultura, per usare il mio posizionamento professionale e sociale (oltre che social) ai fini del miglioramento della vita e delle condizioni di crescita dei nostri figli. Lo dico da professionista e lo dico come padre di quattro figli.

Se anche voi pensate che fondare il club del sesso a 9 anni sia una spaventosa distorsione della crescita derivata da un mondo che non ha alcuna cura dei bisogni evolutivi di bambini e bambine del terzo millennio e che ciò non dipenda solo dalla fragilità di noi genitori, ma dalla potenza con cui quel mondo invade le nostre vite…… beh allora spero che questo post vi aiuti a correre ai ripari.

Se volete e potete, aprite il dibattito con più adulti possibili e condividete questo messaggio.

09/10/2025

Basta ascoltarli, i più giovani, per capire che stanno male.
Ragazzi e ragazze che non sanno come riempire il vuoto che si spalanca dentro, che si sentono inadeguati, soli, spaventati da un futuro che non riescono più a immaginare.

Li giudichiamo invece di ascoltarli.
Li analizziamo, li etichettiamo, li psichiatrizziamo.
Ma raramente ci chiediamo quale parte di noi si riflette nella loro fragilità.

La verità è che la loro sofferenza parla anche di noi.
Dei nostri silenzi.
Della nostra incapacità di fermarci, di guardare in faccia le nostre crepe.
I figli, spesso, sono sintomi del malessere dei genitori.
E noi adulti, prima di “aiutare”, dovremmo imparare a guardarci dentro.

Viviamo tutti nella precarietà — del lavoro, delle relazioni, del futuro.
Ci rifugiamo nei social, nelle dipendenze, nella corsa continua a “tenere duro”.
E i ragazzi lo vedono, lo respirano, lo imparano.

Il problema non è la mancanza di regole.
È la mancanza di autenticità.
Non si può ascoltare davvero un figlio, uno studente, un giovane —
se non si è imparato prima ad ascoltare se stessi.

Ripartire da lì.
Dal coraggio di guardarci dentro.
Di sentire, fino in fondo, il dolore che ci portiamo dentro.
Perché solo così possiamo davvero aiutare chi viene dopo di noi.

(Ne parlo a Padova, domani, alle 17.00 a Padova, Aula Magna dell’università, a partire dal mio Qualcosa che brilla)

‼️ 𝗕𝗼𝗻𝘂𝘀 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱 ‼️Da oggi, 15 settembre, al 14 novembre 2025 è possibile presentare domanda per richiedere il Bo...
15/09/2025

‼️ 𝗕𝗼𝗻𝘂𝘀 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱 ‼️

Da oggi, 15 settembre, al 14 novembre 2025 è possibile presentare domanda per richiedere il Bonus Psicologo, la misura economica dell’INPS rivolta a coloro che intendono svolgere un percorso psicoterapeutico.

Il contributo coprirà 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮 𝟱𝟬 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗮 𝘀𝗲𝗱𝘂𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗯𝗲𝗻𝗲𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 (contributo fino a 1.500 euro per le sessioni di psicoterapia, con importo variabile in base all’ISEE).

📌 La domanda va inoltrata esclusivamente online sul portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS al servizio dedicato “Contributo sessioni psicoterapia”.
📌 Ai beneficiari verrà attribuito un codice univoco da utilizzare presso i professionisti aderenti.
📌 Entro 60 giorni dall’accoglimento della domanda deve essere effettuata almeno una seduta; in caso contrario il beneficio decade.

Per maggiori informazioni: https://www.inps.it/it/it/inps-comunica/notizie/dettaglio-news-page.news.2025.09.bonus-psicologo-2025-istruzioni-per-la-presentazione-della-domanda.html

24/07/2025

Molti ragazzi non crescono diventando sé stessi. Crescono diventando ciò che sanno di dover essere.

Costruiscono un falso sé – come avrebbe detto Winnicott – pur di adattarsi alle attese di genitori o insegnanti che, troppo spesso, li usano come specchio, come farmaco, come riscatto.

Vivono in famiglie dove i ruoli sono già assegnati prima ancora di nascere. Dove ci si aspetta che un figlio ripari una crisi, o colmi un vuoto. Dove non c’è spazio per sbagliare strada, per cambiare idea, per essere altro da ciò che si era immaginato.

E allora sì, hanno fame.

Fame di autenticità. Fame di verità. Fame di adulti che non recitino una parte, ma che sappiano mostrare le proprie fratture.

Perché è proprio questo che manca: il diritto alla fragilità. La possibilità di essere sé stessi anche quando si è “altro” rispetto all’ideale.

I giovani non hanno bisogno di qualcuno che dica loro chi sono. Hanno bisogno di capire come si fa ad accettarsi anche quando non si corrisponde più a ciò che si era previsto.

E, forse, anche di sentire ogni tanto un adulto dire: “Ti chiedo scusa.”

A volte si ha l’impressione di rimanere incagliati in situazioni o relazioni sempre uguali. Scene che si reiterano, malu...
07/05/2025

A volte si ha l’impressione di rimanere incagliati in situazioni o relazioni sempre uguali. Scene che si reiterano, malumori che insorgono di frequente, domande che si ripetono: “Ancora? Perché sempre a me?”

Ciò può accadere poiché spesso viviamo in un flusso, la vita ci scorre davanti e noi la guardiamo con i nostri occhiali, con quelle lenti che ci siamo costruiti nel tempo e che ci tengono impigliati in meccanismi rigidi, che si ripetono e dei quali non ci rendiamo conto.

Uno dei molteplici risvolti positivi di un percorso psicologico è proprio l’acquisizione di consapevolezza.
Consapevolezza di aver costruito e indossato delle lenti che non sempre ci hanno fatto vedere oggettivamente la realtà, consapevolezza dei propri meccanismi più o meno adattivi, consapevolezza delle proprie fragilità ma soprattutto delle proprie risorse.

Prendersi del tempo per esplorare la propria interiorità con consapevolezza è un gesto fondamentale di verso se stessi.

Se condividi queste riflessioni e desideri intraprendere un percorso di conoscenza e , contattami!

Ci sono periodi in cui ci sentiamo stanchi, schiacciati dal peso della quotidianità. Studio, lavoro, relazioni e impegni...
10/04/2025

Ci sono periodi in cui ci sentiamo stanchi, schiacciati dal peso della quotidianità. Studio, lavoro, relazioni e impegni di diverso genere ci appesantiscono e ci travolgono. Capita così di abbandonarsi alle routine, dimenticandosi di se stessi e dei propri desideri profondi.
Ritagliarsi un momento per rimettere a fuoco le proprie priorità, prendersi cura di sé dando spazio e parola a bisogni e desideri è fondamentale per ristabilire un equilibrio e vivere pienamente e serenamente la propria vita.

Se stai affrontando un periodo stressante e faticoso dal quale ti sembra di non riuscire ad uscire contattami per un primo colloquio!

“ 𝙋𝙖𝙧𝙡𝙖𝙩𝙚𝙘𝙞, 𝙖𝙨𝙘𝙤𝙡𝙩𝙖𝙩𝙚𝙘𝙞 ”Questo ciò che i ragazzi oggi ci chiedono, questo quello che noi adulti spesso fatichiamo a fa...
30/03/2025

“ 𝙋𝙖𝙧𝙡𝙖𝙩𝙚𝙘𝙞, 𝙖𝙨𝙘𝙤𝙡𝙩𝙖𝙩𝙚𝙘𝙞 ”
Questo ciò che i ragazzi oggi ci chiedono, questo quello che noi adulti spesso fatichiamo a fare.
Le loro sofferenze, i loro disagi fanno paura. Spesso si cerca di non vedere e non sentire e così facendo li si lascia soli, a crescere in un tempo complesso e faticoso.
È ciò che chiedono non solo gli adolescenti che arrivano nella stanza di terapia, ma anche tutti quelli che, non riuscendo a mettere parola ai loro vissuti, manifestano il loro disagio con comportamenti disadattivi, autolesivi e rischiosi.
Prendiamoci cura delle nostre paure, affrontiamole e poi rivolgiamoci loro accogliendoli senza giudizio, ascoltandoli e parlando con loro.

Un grazie speciale a questi sei ragazzi che con Spazio T-Lab hanno messo in scena le fatiche e le sofferenze dei giovani d’oggi. Grazie perché la vostra voce può scuotere gli animi e far sentire a tutti cosa vuol dire essere adolescenti oggi.

27/03/2025

In Italia, le persone affette da disturbi del comportamento alimentare (ovvero anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata) aumentano sempre di più, specie tra i giovani e i giovanissimi. Ad essere più colpite sono le donne, con circa il 90% dei casi. All’Ospedale Pediat...

“La fragilità è una dimensione costitutiva dell’esistenza con la quale dobbiamo imparare ad avere a che fare” Questa è u...
25/01/2025

“La fragilità è una dimensione costitutiva dell’esistenza con la quale dobbiamo imparare ad avere a che fare”

Questa è una delle molte frasi che oggi, durante la formazione tenuta da Laura Campanello all’interno del corso 𝘈𝘯𝘪𝘤𝘤𝘪𝘢:𝘯𝘢𝘷𝘪𝘨𝘢𝘳𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘳𝘢𝘨𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ organizzato da Unione Buddhista Italiana, mi hanno portato a riflettere sul tema della fragilità.
Tema vivo, per i più fonte di paura e sofferenza e per questo evitato, ma che in realtà porta con sé una grandissima ricchezza interiore e relazionale.
È infatti solo riconoscendo e accogliendo la propria fragilità che è possibile entrare in una relazione realmente empatica e intima con l’altro.

Per continuare a meditare su tale tema, in attesa del prossimo incontro, mi dedicherò alla lettura di alcuni libri iniziando dalle profonde parole dello psichiatra Eugenio Borgna.

E tu? Che rapporto hai con la fragilità?

15/01/2025

Gli essere umani non cercano la felicità, ma un motivo per essere felici. Per questo devono imparare a scoprire il proprio desiderio e a incarnarlo

“𝘌𝘩𝘪 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘨𝘦𝘳𝘦 𝘦̀ 𝘯𝘰𝘳𝘮𝘢𝘭𝘦!𝘍𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘦̀ 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘭’𝘦𝘮𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘰 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘪𝘮𝘰𝘳𝘦𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘪 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘴𝘦 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘷𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦𝘚𝘰𝘯...
03/12/2024

“𝘌𝘩𝘪 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘨𝘦𝘳𝘦 𝘦̀ 𝘯𝘰𝘳𝘮𝘢𝘭𝘦!
𝘍𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘦̀ 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘭’𝘦𝘮𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘰 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘪𝘮𝘰𝘳𝘦
𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘪 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘴𝘦 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘷𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦
𝘚𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘤𝘰 𝘵𝘳𝘪𝘴𝘵𝘦, 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘪 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘦𝘳𝘢̀
𝘜𝘯𝘢 𝘭𝘢𝘤𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘦𝘳𝘷𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘪𝘵𝘢̀”

Grazie a Enrico Galiano per questo testo che contribuisce a normalizzare l’accettazione di tutte le proprie emozioni e delle proprie fragilità.
Tutti possono essere tristi, tutti possono piangere: grandi e piccini, uomini e donne. Nessuno dovrebbe mai essere deriso o svalutato per questo. Dovremmo tutti imparare a sentirci liberi di esprimere ciò che proviamo perché come dice l’autore di questo testo, “𝘓𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘦̀ 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘲𝘶𝘢, 𝘐𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘱𝘢𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘧𝘳𝘢𝘨𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀!”.

Coro dell'Antoniano - Il leone piagnone (Official video - 67° Zecchino d'Oro)Leo è un leone che vive ne...

29/11/2024

"Lloyd, ma il pavimento è tutto bagnato!"
"Credo sia fortunatamente giunta la goccia che ha
fatto traboccare il vaso, sir"
"Perché fortunatamente, Lloyd?"
"Se un vaso è stato colmato da ciò che ci fa soffrire, è un bene il fatto che si vuoti"
"Prima o poi però si tornerà a riempire..."
"Ma questa volta magari con qualcosa che valga la
pena conservare, sir"
"Molto saggio, Lloyd"
"Grazie mille, sir"

Vita con Lloyd
🌟
Illustrazione di: Manka Kasha

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San Fior
31020

Telefono

+393279374962

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