PSYGO Alice Bandino

PSYGO Alice Bandino Dal 2014 lo studio Psygo è a servizio della prevenzione e della sensibilizzazione sul disagio psico-emotivo e al sostegno emotivo al singolo e alla comunità.

Dottoressa in Psicologia clinica e di comunità, laureata presso l'Università degli Studi di Padova, specialista in Psiconcologia, Esperta in Adolescenza e Psicologia delle Emozioni, in seguito a una ricerca di tesi su 2000 studenti sardi, effettuata nel 2010/2011, i cui dati son stati presentati anche a Ginevra nel 2015, dalla docente Prof.ssa Vanda Lucia Zammuner, ricercatrice internazionale sull'Intelligenza Emotiva. Dal 2014 svolge la professione in studio e alla comunità, unica vincitrice sarda nel 2015 di una borsa di studio del C.N.O.P per un progetto contro il Razzismo, attivato in cinque istituti scolastici sardi; ideatrice del progetto di prevenzione "AperiPsy", patrocinato sia nel 2017 che nel 2018, dall'Ordine degli Psicologi della Sardegna. Primo nel suo genere in Sardegna: la Psicologia che per una sera al mese esce dagli studi per presentarsi alla Comunità in un ambiente informale ma mai banale, toccando temi di interesse sociale con un contatto diretto col pubblico.

🎯 Lavorare nei Servizi Sociali é bello, anzi bellissimo.🎯Fare la supervisione  multidisciplinare con tutte le colleghe  ...
12/12/2025

🎯 Lavorare nei Servizi Sociali é bello, anzi bellissimo.
🎯Fare la supervisione multidisciplinare con tutte le colleghe dei Servizi Plus Trexenta per continuare a trovare sempre stimoli nuovi e bellezza in questo lavoro/missione é stata sicuramente una delle cose più dolci di questo 2025. Grazie alla nostra Responsabile per averci coinvolte.
🎯A volte nella vita può succedere un incidente di percorso, un lutto, una malattia, una disabilità improvvisa, un dolore da cui non ci si riprende, un fallimento o l'età che avanza e dal niente, la vita cambia. Può succedere a tutti. Molti dolori son fisiologici, avere o no la capacità di reagire fa la differenza, dove nasci fa la differenza. Chi ti aiuta fa la differenza.
🎯Vediamo tutti i giorni le conseguenze di questi incidenti di percorso. Tocchiamo solitudine, rabbia, rimpianti , frustrazioni e rimorsi. A volte da tutto si resta con niente: per una scelta errata, per il destino avverso, una malattia, per la crisi economica, per superficialità. Tutte emozioni che noi assorbiamo e fatichiamo a dimenticare.
🎯 Ogni volto, ogni storia mi lascia con un "e se fosse andata diversamente quella volta che gli é successo questo? Come sarebbe la loro vita, ora?" "Potrebbe succedermi?"
✅️Basta poco, davvero poco per innescare reazioni a catena e ritrovarsi a non raggiungere più obiettivi pre fissati. Sostenere i singoli e le famiglie anche solo temporaneamente, dovrebbe essere insito in ogni Stato del mondo. Ma se ognuno di noi fa del suo meglio, sarà più facile arrivare a un vero cambiamento che dal singolo arrivi a tutta la Comunità ❤️
Grate per la vita ❤️

I colleghi del Veneto 🧡
25/11/2025

I colleghi del Veneto 🧡

🤝 Una mano può stringere per controllare.
Ma una mano può anche accogliere, sostenere, offrire aiuto. È qui che si gioca la differenza tra violenza e fare comunità.

La violenza di genere è un processo che nasce spesso in silenzio, nelle parole che svalutano, nei controlli mascherati da cura, nelle dipendenze economiche normalizzate. Si radica dove vengono meno libertà, autonomia e possibilità.

🗨️ Come Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto, scegliamo di guardare alla violenza non solo quando esplode, ma soprattutto quando inizia a formarsi: nelle disuguaglianze, nei modelli culturali che legittimano il controllo, nella solitudine delle persone coinvolte, nelle comunità che non riconoscono i segnali precoci.

La psicologia può contribuire in molti modi: aiutando a leggere i meccanismi della violenza, sostenendo percorsi di consapevolezza e autonomia, promuovendo cambiamento culturale, formando professioniste e professionisti capaci di intervenire con competenza, portando nelle istituzioni il valore della prevenzione.

👉 La violenza di genere non è inevitabile.
Si contrasta costruendo relazioni sicure, educando al rispetto reciproco, riconoscendo la libertà economica come tutela, dando alle persone spazi per ritrovare potere e voce.

Contro la violenza di genere, facciamo comunità.
Una comunità che accoglie, sostiene e protegge è già parte della soluzione.

🎯"Ci salverà l’educazione, la competenza, la responsabilità degli adulti, dei genitori, della scuola, delle istituzioni....
25/11/2025

🎯"Ci salverà l’educazione, la competenza, la responsabilità degli adulti, dei genitori, della scuola, delle istituzioni."

Oggi, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne

Oggi celebriamo (si fa per dire) la giornata internazionale dedicata al contrasto alla violenza di genere.
E dico si fa per dire perché, nonostante i riflettori accesi, la situazione nel nostro Paese rimane drammaticamente critica.
Le radici patriarcali, culturali, valoriali ed educative continuano a essere profondissime, radicate come cemento armato nel nostro tessuto sociale. Non solo non stanno tramontando, stanno resistendo con una forza inquietante.

Ogni giorno nel nostro Paese assistiamo a una conta dell’orrore che non accenna a fermarsi.
Ogni giorno migliaia di donne vengono picchiate, umiliate, minacciate, perseguitate, stuprate e, nei casi più gravi, uccise.
E ogni giorno ci ostiniamo a guardare altrove, a parlare d’altro, come se questa fosse solo una tragedia collaterale della nostra modernità.
Non lo è.
È una vera e propria emergenza strutturale.

I DATI ISTAT: LA REALTÀ CHE NON SI PUÒ PIÙ IGNORARE

E l’ultima indagine ISTAT lo chiarisce con una crudezza che non lascia spazio a interpretazioni:
• 6 milioni e 400mila donne (31,9%) tra 16 e 75 anni hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nella loro vita.
• Il 18,8% ha subito violenze fisiche; il 23,4% violenze sessuali.
• Il 5,7% ha subìto stupri o tentati stupri: quasi una donna su venti.
• Il 26,5% delle donne ha subito violenza da uomini conosciuti (parenti, amici, colleghi, conoscenti o sconosciuti).
• All’interno della coppia, il 12,6% delle donne è vittima di violenza fisica o sessuale.
• Dai partner si subisce anche violenza psicologica (17,9%) ed economica (6,6%).
• Gli ex partner sono responsabili delle forme più gravi: il 18,9% delle donne con un ex ha subìto violenze fisiche o sessuali da lui.
• Le giovani 16-24 anni registrano aumenti significativi delle violenze subite.
• Le molestie fisiche sessuali colpiscono il 19,2% delle donne; gli stupri e tentati stupri il 3,5%, pari a oltre 705.000 donne.
• Tra le donne attualmente in coppia, 323.530 vivono maltrattamenti fisici e 146.271 violenze sessuali.
• Il 45,9% delle donne lascia un partner violento proprio a causa delle violenze.
• Lo stalking colpisce il 14,7% da ex partner e il 9% da altri uomini.
• Solo il 10,5% delle vittime denuncia.
Ecco il dato più agghiacciante: gli stupri sono commessi prevalentemente da partner ed ex partner.

Questa è la realtà.
Questa è l’Italia oggi.

IL NODO CENTRALE: L’EDUCAZIONE PATRIARCALE

Il vero fulcro, quello che continuiamo ostinatamente a ignorare, è uno solo:
l’impianto culturale, valoriale ed educativo del nostro Paese continua a essere radicalmente patriarcale.

Un modello che pone al centro l’uomo come soggetto dominante
e relega la donna al ruolo di soggetto subordinato, sacrificabile, controllabile.
Questo è il terreno di coltura in cui nasce la violenza di genere.
È qui che inizia la spirale, nella normalizzazione del possesso, del controllo, dello svalutare tutto ciò che è femminile.

E INTANTO… FIACCOLATE, PANCHINE ROSSE, DICHIARAZIONI DI RITO…

Continuiamo a parlare, a fare fiaccolate, a inaugurare panchine rosse, a riempire le piazze di slogan.
Bene.
Ma non basta.
Non basterà mai se continuiamo a ignorare l’unico vero pilastro capace di cambiare il destino delle prossime generazioni ossia
LA PREVENZIONE.

L’EDUCAZIONE.
LA COSTRUZIONE DI MODELLI DI GENERE E DI RELAZIONE ALTERNATIVI.

Non ci salverà una panchina dipinta.
Ci salverà l’educazione, la competenza, la responsabilità degli adulti, dei genitori, della scuola, delle istituzioni.
Ci salverà la capacità di insegnare ai nostri figli ciò che questo Paese non ha mai veramente imparato ossia
che l’amore non è possesso,
che il rifiuto o la fine di una relazione non è un affronto da lavare con il sangue,
che la libertà femminile non è una minaccia,
che la donna non è un’estensione emotiva del partner,
che la parità non è negoziabile.

Oggi più che mai, lo ripeto con forza:

Abbiamo ancora un lavoro immenso da fare.
E ogni giorno perso è un altro giorno di sangue.

Strumentalizzare i bambini dovrebbe essere un reato 🎯
24/11/2025

Strumentalizzare i bambini dovrebbe essere un reato 🎯

Quello che sta accadendo in queste ore contro la giudice Cecilia Angrisano per la vicenda dei tre bambini di Palmoli è qualcosa che dovrebbe far rabbrividire chiunque abbia a cuore lo Stato di diritto.

Una giudice che applica la legge per proteggere tre minori in pericolo. E un vicepresidente del Consiglio che, invece di leggere le carte, la trasforma nel bersaglio perfetto della sua propaganda, urlando al “sequestro di bambini”, mettendo alla gogna assistenti sociali e magistratura e scatenando un’ondata di odio verso chi ha fatto il proprio dovere.

Basta aprire (letteralmente) il provvedimento del Tribunale per scoprire che non c’è nessun “sequestro di Stato”, nessun complotto contro la “vita nella natura”, nessuna persecuzione ideologica.

C’è una cosa molto semplice: tre bambini in pericolo. E i fatti, tra l’altro accertati anche dai Carabinieri (“Angeli in divisa” solo quando conviene), dicono questo.

Primo: i bambini vivevano in un rudere senza impianti elettrici, senza acqua, senza riscaldamento, senza agibilità, senza sicurezza antisismica, senza condizioni igieniche di base.

Secondo: dormivano tra una roulotte e una costruzione fatiscente definita dal Tribunale “presuntiva di pericolo per l’incolumità fisica”.

Terzo: non frequentavano la scuola e i genitori non hanno fornito alcun documento obbligatorio sull’istruzione parentale.

Quarto: non era possibile verificare lo stato vaccinale e sanitario, perché i genitori si opponevano, salvo compenso di 150mila euro, ai controlli, ai trattamenti obbligatori e persino alle visite della pediatra.

Quinto: i bambini sono finiti in pronto soccorso intossicati da funghi. I genitori rifiutavano cure salvavita perché “la plastica uccide” e i bambini dovevano stare lontani dai sondini.

Sesto: quando il Servizio sociale ha tentato per un anno di collaborare, i genitori hanno rifiutato incontri, verifiche, colloqui, progetti educativi.

E infine, hanno esposto i figli pubblicamente, con nome e foto, nel tentativo di usare i bambini come leva mediatica contro il Tribunale. Una violazione gravissima della loro tutela e riservatezza.

Questi sono i fatti.

Non opinioni, non propaganda: fatti accertati nelle motivazioni del giudice.

Ed è per questo che il Tribunale ha disposto l’allontanamento provvisorio: non per “punire uno stile di vita alternativo”, ma perché c’era un rischio per salute, sicurezza, socialità, istruzione, sviluppo psicologico.

Ora, la domanda vera è: Salvini tutto questo l’ha letto?

Perché attaccare una giudice, insultare gli assistenti sociali, parlare di “sequestro di bambini” e urlare “non rompete le scatole” davanti a una situazione del genere non solo è irresponsabile: è pericoloso.

Pericoloso per i bambini coinvolti.
Pericoloso per chi ogni giorno lavora nei servizi sociali.
Pericoloso per il rispetto che si deve alle istituzioni.
Pericoloso per tutte le famiglie fragili che, a causa di questa propaganda, potrebbero ora avere paura di chiedere aiuto.

Questa non è politica: è sciacallaggio.

Chi oggi urla contro il Tribunale, chi fomenta odio contro chi quei bambini ha cercato di proteggerli, dovrebbe avere almeno la decenza di leggersi le carte prima di parlare.

Perché la verità è tutta lì. Nera su bianco e lontanissima dalla propaganda.

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16/11/2025

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Quasi 16.000 contenuti pornografici, classificati come violenti e raccapriccianti sono sufficienti per una valutazione criminologica orientata a individuare una possibile dipendenza sessuale?

Beh, secondo la maggior parte dei manuali di psichiatria contemporanei… assolutamente sì.
E già a questo punto per qualcuno la pressione sanguigna comincia a salire a livelli potenzialmente pericolosi…

Ma andiamo avanti lo stesso.

Serve forse una “valutazione clinica” approfondita su un soggetto che – come riferito dagli psicologi del carcere – si rifiuta sistematicamente di affrontare qualsiasi tema legato alla sessualità e alla sfera emotiva/affettiva, evitando accuratamente ogni spazio di esplorazione?
Domanda per anime candide….astenersi soggetti con fibrillazione atriale persistente…

E allora, che cosa ci sarà mai dentro la cartella clinica di un individuo definito totalmente refrattario ad aprire questo capitolo? Quanta profondità diagnostica può emergere da chi non collabora e si sottrae a ogni confronto su questi temi? Ai posteri la assai poco ardua sentenza…

Ora, la vera domanda (e qui qualcuno rischia di sentirsi male): qual è la fotografia più attendibile degli interessi sessuali di un soggetto che nega, svia, tace e non vuole parlare di questa specifica area del suo funzionamento?

Forse – ma giusto “forse” – l’unica finestra reale è proprio ciò che viene trovato sul suo computer.
Gli atti parlano. I contenuti parlano. Eccome se parlano.

Seconda questione:

Domanda unica. Risposta inevitabile.

Il RACIS dei Carabinieri sta elaborando un profilo personologico di Andrea Sempio sulla base di un diario sequestrato a casa sua.

Non solo…si apprende da fonte “ben informata” che nella valutazione rientrano persino i contenuti dei suoi profili social.

Una squadra di psicologi dei Carabinieri lavora dunque su pochi materiali, di quantità nettamente inferiore rispetto a quelli che ho analizzato io nel caso Stasi.

E, magicamente, nessuno si scandalizza.
Nessuno grida allo scandalo.
Nessuno mette in dubbio la metodologia. Nessuno minaccia farneticanti esposti all’ordine degli psicologi.
Nessuno si straccia le vesti.
Tutto normale, tutto perfetto.

Poi arriva chi — con un approccio rigoroso, sistematico, professionale — valuta una massa enorme di contenuti comportamentali e psicologici che fotografano in modo preciso e affidabile gli interessi sessuali di un soggetto, e improvvisamente…
Apriti cielo!
Quello non si può fare.
Quello diventa intoccabile.
Quello non è “diagnosi” (spoiler: infatti non lo è ma non pretendo che, con le limitate competenze cognitive mostrate da taluni sventurati, questo passaggio sia chiaro) ma nemmeno può essere analisi criminologica.

Così, per qualche misteriosa ragione arcana che nessuno riesce a comprendere… quando è del tutto legittima e fondata tale valutazione sotto ogni profilo.

Dunque, ecco il test finale (astenersi poveri di spirito):

FATTI QUESTA DOMANDA

Se al RACIS è consentito costruire un profilo personologico su Sempio utilizzando perfino i suoi social, perché mai non dovrebbe essere possibile fare una valutazione criminologica sugli interessi sessuali di Stasi usando quasi 16.000 contenuti esplicitamente sessuali ed assai peculiari trovati nel suo computer?

Anzi, facciamo un passo ulteriore già che ci siamo…

Perché non chiediamo direttamente al RACIS di elaborare un profilo completo anche sugli interessi sessuali di Stasi?
Così, giusto per vedere se condividono o meno la mia valutazione….

Terza questione.

E poi — perché ormai non ci facciamo mancare niente — mi sono arrivate persino segnalazioni di video in cui alcuni “illustri commentatori da divano” sostengono di aver “ampiamente esaminato tutta la documentazione in atti”, ivi compresa la consulenza informatica sul PC di Stasi e che ritengono quel materiale “assolutamente normale”.
Perfetto. Strepitoso.
Ho quindi anche per loro una domandina semplice semplice.

Se per voi tutto quel materiale è “normalissimo”, allora immagino che rientri nella vostra assoluta quotidianità fotografare a tradimento ignare passanti, piedi con tacchi, sedere in primo piano, perizomi ben evidenti, tutto rigorosamente di nascosto.

Perché, se è normale, vuol dire che fa parte delle vostre abitudini, giusto?

O dobbiamo credere che questa “normalità” assai improbabile (anche per il codice penale) valga solo quando si deve difendere qualcuno ad ogni costo e/o le proprie sgangherate posizioni per mendicare qualche like o euro qua e là ?

Bene, prendiamo atto che tutti quei contenuti definiti “violenti e raccapriccianti” in sede giudiziaria per voi sono “normali”.
Ottimo a sapersi.
Diciamo che questa storia sta facendo emergere — con una chiarezza degna di un manuale di psicopatologia — la parte più inquietante di molte persone.

Ogni giorno qualcuno si smaschera da solo.
Ed è diventato quasi un servizio pubblico…

E mi fa davvero sorridere, amaramente, che, con ogni probabilità, le stesse persone che fino a un mese fa si indignavano pubblicamente per i contenuti di siti come Mia Moglie o nefandezze simili, oggi si ergano improvvisamente a paladini della libertà sessuale, anche nei confronti di chi non si faceva scrupoli a catturare scatti di donne ignare senza il loro consenso…l’indignazione a intermittenza ormai è la regola evidentemente.

E chissà, poi, se in qualcuno di quegli scatti qualcuna o qualcuno di voi si riconoscesse o riconoscesse vostra madre, vostra sorella, vostra figlia, manterrebbe lo stesso atteggiamento supportivo e prudenziale…

Chissà perché immagino proprio di no.
Ma, d’altronde, finché riguarda altre donne, “chi se ne frega”, no?

Tutto il resto è rumore di fondo. Fastidioso ma inutile.

Un pensiero a Chiara e alla sua famiglia di cui una serie di miserabili soggetti continuano a fare scempio.

Sipario.

14/11/2025

É uscito il Report di Save the Children It ⬇️⬇️ Tanti i professionisti che hanno dato il loro contributo, come la presidente del nostro Ordine Nazionale!

14/11/2025

"Allora se avessero dovuto chiamare i servizi sociali ai nostri tempi..." Ma magari li avessero chiamati, cosi qualche opinionista di oggi parlerebbe meno male dei giovani e starebbe meglio nel suo ruolo di adulto, di esempio per i giovani. Poi solitamente chi dice cosi, neanche usciva a divertirsi: repressi da piccoli, giudicanti da adulti.

Una mamma non può niente, contro i limiti dell educazione familiare altrui. Tutti insieme però, si può combattere l'igno...
14/11/2025

Una mamma non può niente, contro i limiti dell educazione familiare altrui. Tutti insieme però, si può combattere l'ignoranza!

Mio figlio ha quindici anni e non esce dalla sua stanza da tre mesi. Da quel giorno in cui alcuni ragazzi a scuola gli hanno strappato il progetto di uncinetto, lo hanno buttato nella spazzatura, lo hanno filmato e poi pubblicato tutto con una frase crudele: “Che tipo di ragazzo fa queste cose?”
Risate. Umiliazione. Silenzio.

L’ho trovato più volte sveglio alle due di notte, circondato da gomitoli, modelli salvati e appunti. Aveva gli occhi rossi, ma non dal sonno.
“Sono bravo solo in questo,” mi sussurrava.
Il suo piccolo negozio online era diventato l’unico spazio sicuro, mentre il resto del mondo lo prendeva in giro per fare qualcosa che consideravano “da femmina”.

Poi, la scorsa settimana, è uscito dalla stanza. In mano aveva un minuscolo costume da gnomo.
“È per la bambina,” ha detto con voce quasi impercettibile.
La sua prima creazione completa per la sorellina di dieci mesi.

Ogni punto era perfetto. Il cappello a punta rosso, la barba bianca e soffice, le gambette a righe con stivaletti minuscoli. Quando la piccola ha riso e gli ha toccato il viso, lui ha sorriso.
Un sorriso vero.
Il primo dopo mesi.

“Secondo te… è stupido?” mi ha chiesto, cercando negli occhi la conferma di tutte quelle voci che lo avevano ferito.

Stupido? Mio figlio, ferito e nascosto dal mondo, aveva trasformato la sua sofferenza in qualcosa di magico.
Così, mentre non guardava, ho pubblicato le foto del suo lavoro sul suo piccolo shop online.
Nel giro di poche ore sono arrivate decine di commenti e richieste:
“È un lavoro professionale!”
“Fa anche creazioni su misura?”
“Ditegli che è un talento incredibile!”

Ora legge ogni commento con le lacrime agli occhi. Ma questa volta sono lacrime di gioia.
Sta parlando di tornare a scuola. Di conoscere altri ragazzi che, come lui, creano. Di come forse quei bulli non ridevano per odio, ma per paura.
Paura di chi ha il coraggio di essere diverso.

A chi pensa che un ragazzo con il filo tra le mani stia sprecando la vita, rispondo così:
A volte non la sta sprecando.
La sta salvando.
Punto dopo punto.

Se avete qualcosa da dirgli, ditelo.
Ha bisogno di sentirselo dire anche da qualcuno che non sia solo sua madre.

Violenza sanitaria e donne ingannate, a loro insaputa, utilizzate come mera utenza, come quando tratti un prodotto comme...
09/11/2025

Violenza sanitaria e donne ingannate, a loro insaputa, utilizzate come mera utenza, come quando tratti un prodotto commerciale...si può sbagliare un prodotto e ritirarlo dal commercio. Senza per forza avvisare la clientela, in questo caso la mamma di quell'embrione errato.

Almeno quattro donne hanno appena saputo che il loro percorso di fecondazione assistita presso una prestigiosa clinica pubblica del ferrarese era una menzogna. Lo ha scritto la procura in un avviso di garanzia che ha recapitato a sei tra medici di rango, responsabili e biotecnologi. Erano tutti in servizio presso una struttura che, ieri pomeriggio, l’Ausl ha deciso di chiudere temporaneamente. Questo finché non sarà conclusa un’indagine in cui si ipotizza che addirittura sia stato eseguito un ab**to in modo ingannevole, per rimediare a una gravidanza riuscita, dove però l’embrione impiantato sulla paziente era di un’altra donna.

Ne parla Filippo Fiorini su La Stampa

La vita é sempre un dono ❤️
08/11/2025

La vita é sempre un dono ❤️

E se ti dicessi…
che il tuo bambino è stato amato da qualcuno che hai perso,
prima ancora che tu sapessi della sua esistenza?

Dicono che le anime a cui abbiamo detto addio
incontrino quelle che siamo destinati a portare nel mondo.

Forse è stata tua nonna la prima a stringerlo tra le braccia.
Forse tua sorella ha sussurrato amore nel suo spirito
prima ancora che tu sapessi di aspettarlo.

E forse tua madre –
quella che continui a piangere in silenzio nei momenti più intimi –
ha nascosto dentro di lui un pezzetto della sua forza,
così che tu non debba mai affrontare la maternità da sola.

E forse è per questo
che alcuni bambini sembrano “casa”.
Come qualcuno che hai già amato…
molto prima che arrivassero.

Perché forse…
è proprio così.

Indirizzo

Via Roma 171
San Gavino Monreale
09037

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:30
Martedì 09:00 - 22:30
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 22:30
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00
Domenica 09:00 - 13:00

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Our Story

Psicologa, dottoressa in Psicologia Clinica e di Comunità. Spec in Psiconcologia. Riceve a S.Gavino M.le, solo su appuntamento al 3471814992