29/10/2025
Malattie renali rare: una nuova speranza dalla biologia spaziale
Per la prima volta, i ricercatori del Policlinico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano hanno utilizzato tecniche avanzate di biologia spaziale per identificare un nuovo bersaglio terapeutico nelle malattie rare che colpiscono i podociti, i “filtri microscopici” del rene.
Lo studio, coordinato da Giuseppe Castellano, direttore della Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene del Policlinico di Milano e docente all’Università degli Studi di Milano, e pubblicato su American Journal of Transplantation, ha evidenziato un nuovo meccanismo alla base delle malattie renali rare.
I ricercatori hanno scoperto che l’interazione tra i recettori uPAR e FPR è responsabile della perdita di integrità dei podociti e della proteinuria. Bloccare questa interazione con la molecola Uparant (UPA) ha permesso di proteggere le cellule renali nei modelli sperimentali, aprendo la strada a nuove strategie terapeutiche.
“Le recidive delle podocitopatie primarie dopo il trapianto rappresentano una delle principali sfide cliniche in nefrologia, con poche opzioni terapeutiche disponibili. La nostra scoperta identifica un nuovo meccanismo molecolare alla base di queste patologie e suggerisce una nuova strategia terapeutica per contrastare il danno renale alla radice”, afferma Giuseppe Castellano.
Un passo avanti importante per migliorare la prognosi dei pazienti affetti da queste nefropatie rare ma gravi.
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