20/11/2025
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Un laboratorio nel cuore del Salento ha cambiato il modo di immaginare il trapianto di organi.
Nel 2005, al Distretto Tecnologico Biomedicale di Lecce, viene messo a punto il primo sistema italiano per produrre tessuti umani biocompatibili con la stampa 3D.
Non succede in uno dei grandi poli universitari tradizionali.
A guidare questa innovazione sono ricercatori dell’Università del Salento, affiancati da diverse startup locali del settore biomedicale.
La scena è quella di una stampante 3D modificata, lontana dal semplice prototipo per plastica o resine.
Nel laboratorio salentino, la macchina viene alimentata con un “bio-inchiostro” speciale, composto da cellule umane mescolate a un idrogel naturale.
Strato dopo strato, questo materiale vivente prende forma su scala microscopica.
Il risultato è la produzione di minuscoli frammenti di tessuto cardiaco perfettamente funzionanti, una novità assoluta in Italia in quel momento.
Qui il primato non è solo tecnologico, ma anche geografico.
Lecce dimostra che l’eccellenza scientifica può nascere anche lontano dai centri considerati centrali nello scenario accademico nazionale.
Da questa scoperta prende corpo un nuovo modo di intendere la cura del corpo umano.
I tessuti prodotti nel laboratorio salentino entrano tra i primi a essere testati con successo in protocolli clinici, aprendo la strada alla cosiddetta medicina rigenerativa.
La possibilità di fabbricare tessuti su misura ridisegna i confini della chirurgia ricostruttiva.
Si affaccia l’idea di trapianti senza rischio di rigetto, perché basati su cellule compatibili con il paziente.
Quel che nel 2005 appare come una frontiera sperimentale diventa, negli anni successivi, pratica consolidata.
Oggi la biofabbricazione 3D di tessuti umani è una procedura ordinaria nei laboratori di medicina avanzata.
Eppure, la storia di questa tecnologia in Italia ha un punto di partenza preciso, registrato a Lecce.
Il capoluogo salentino conserva il primato storico della prima applicazione clinica italiana di questi tessuti biofabbricati.
Da allora, gli sviluppi della medicina rigenerativa contribuiscono a migliorare ogni giorno la vita delle persone in tutta Europa.
Questo percorso scientifico, nato in un distretto considerato periferico, mostra come l’innovazione possa germogliare anche lontano dai riflettori.
💁♂️ Quel che non sapevi, in breve
👉 Nel 2005 a Lecce nasce il primo sistema italiano di stampa 3D di tessuti umani biocompatibili
👉 Il progetto coinvolge Università del Salento e startup biomedicali locali con una stampante 3D modificata e bio-inchiostro a base di cellule umane e idrogel
👉 I tessuti cardiaci prodotti sono tra i primi testati con successo in protocolli clinici di medicina rigenerativa
👉 Questa innovazione ha aperto la strada a nuova chirurgia ricostruttiva e trapianti senza rischio di rigetto
👉 Oggi la tecnica è ordinaria, ma Lecce conserva il primato storico della prima applicazione clinica italiana con benefici in tutta Europa