03/10/2025
In questi giorni mi sento svuotata, senza un senso.
Sento un’impotenza che mi attraversa, una stanchezza profonda che mi abita il corpo.
Faccio fatica a trovare un senso nel lavorare, organizzare, creare,
quando intorno a noi la vita e i diritti fondamentali vengono negati.
Eppure so che lo yoga non è una fuga dalle scomodità.
E uno dei luoghi dove posso sentire il dolore senza chiudere gli occhi.
Oggi non insegno, non creo, non organizzo.
Oggi sciopero.
Oggi scendo in piazza.
Ho bisogno di stare là dove batte ancora il cuore dell’umanità.
Ho bisogno di ricordare che restare umana è una pratica.
Che mantenere il cuore aperto è una pratica.
Forse la più difficile, ma anche la più necessaria.
Lo yoga non ci separa dal mondo.
Ci ricorda che siamo parte di un unico respiro, che la sofferenza di uno è la sofferenza di tutti.
E che il risveglio spirituale non arriva semplicemente quando inizi a praticare yoga, ma quando scegli consapevolmente dove mettere la tua energia, cosa nutrire o sostenere con essa.
Che la nostra pratica oggi diventi una preghiera, e la nostra voce un grido per la giustizia.
Lokah samastah sukhino bhavantu
Che tutti gli esseri, ovunque, siano felici e liberi.
✍️ .yoga