25/09/2025
Chi ama le madri?
C’è una parola inglese molto bella nel significato e nel suono – "nurture" - che non ha un corrispettivo immediato in italiano. La sua traduzione più semplice è nutrire, allevare, ma il significato di nurturing è più ampio e avvolgente.
'Nurture' è prendersi cura, nutrire qualcosa o qualcuno che sta crescendo, che si sta sviluppando.
Se ci proiettiamo nello scenario della nascita, significa dare attenzione, dedizione; nutrire con la relazione, il tocco, la voce, l’accudimento. Quando, ad esempio, una madre prende in braccio il suo bambino, porta il viso vicino a quello del piccolo, occhi negli occhi, gli parla, lo bacia, quella madre sta permettendo lo sviluppo del cervello di quel bimbo, delle sue funzioni cognitive, del suo sistema immunitario. Subito dopo la nascita, il nutrimento del bambino è totalizzante per la madre. Per questo si dice che quando nasce un bambino, nasce anche una madre. Non è solo il figlio a svilupparsi, anche la mamma nasce e si trasforma. Cresce e si rafforza nell’accudimento per lui e con lui. Il cervello delle madri si trasforma dopo la nascita – la scienza moderna ce lo conferma - e una donna diventa pian piano qualcosa che prima non era mai stata, la sua mente e tutto il suo essere donna si evolve. Entra in una nuova fase di vita molto delicata, bisognosa più che mai di essere sostenuta.
Cosa significa sostenere una madre appena nata? Semplicemente, offrirle quello stesso nutrimento che lei offre al bambino. Un nutrimento globale, fatto di relazione, parola, tocco, supporto. Entrambi richiedono quella cura – il nurturing – necessaria alle creature che si affacciano alla vita e devono crescere.
Come già altre volte abbiamo ribadito, per crescere una bambino serve un villaggio, perché per nutrire un neonato, è necessario che qualcuno stia nutrendo sua madre.
Non possiamo dire di amare i bambini se non amiamo le madri.
Non possiamo dire di amare le madri se non amiamo le donne. E non ameremo mai le donne se non amiamo il femminile, nelle sue fasi e cicli vitali, di cui la maternità fa parte.
Impresa difficile in un contesto sociale che troppo spesso non ammette spazio e tempo per le evoluzioni del femminile. Si chiede alle donne di lavorare in gravidanza come se non lo fossero; di allevare un neonato e mantenere efficienza mentale e prestanza fisica. Quando poi solitudine e stanchezza hanno il sopravvento, troppo spesso anziché accogliere le difficoltà delle madri, accade che emettiamo giudizi più o meno velati, fino alla condanna nei casi di cronaca più tragici e per fortuna rari.
Chiediamoci sempre chi ha amato quelle madri prima di giudicare.
Chiediamoci come possiamo noi, nel nostro quotidiano, testimoniare amore per le madri, le donne e il femminile che portano con sé.
Ostetriche Valeria Gianni e Marzia De Franceschi, ArteOstetricapadova; Immagine dal web 💗