28/10/2021
Ogni tanto vengo travolta dalle brutture che appartengono alle bassezze umane. Poi come scintille appaiono persone Belle a ricordarmi di non essere la sola a vedere e volere un mondo senza etichette, pieno di rispetto e Accoglienza. Dove semplicemente si possa amare, al di là di tutto, l’Essere-essenza. Caterina
“Tuo fratello è gay, tuo fratello è gay”
Questa era la frase , cantilenata, che mi sentivo dire spesso quando avevo circa dodici anni, dai miei compagni di classe.
Crescendo poi mi è capitato di sentire, non troppo raramente, “ma tuo fratello è comunque simpatico anche se gay”.
Potrei scriverne molte altre di frasi ma quello che mi succedeva allora , da bambina, è che a quelle frasi io rispondevo così : “ma non è gay, smettetela”.
Perché pure io avevo introiettato che essere gay è una vergogna, qualcosa da cui stare lontani, qualcosa da usare come offesa, una limitazione.
Mi ci sono voluti diversi anni di studio e l’esempio di un fratello coraggioso, che ha scelto di non nascondersi mai, per ribaltare quel pensiero dentro di me.
Ma sapete da dove arrivava quell’omofobia interiorizzata? Dal mondo degli adulti , della scuola, della politica.
Da quel mondo che dovrebbe accompagnare i bambini ad accettare e sostenere le diversità, a tutelare le minoranze e chi non è rappresentato. E che invece la battuta denigratoria sull’essere gay, disabile e sovrappeso la faceva - la faceva eccome - e la fa ancora.
Ecco perché una legge è importante.
Ecco perché è necessario dirsi che a scuola si deve lavorare su questi temi.
Perché i bambini possano crescere in un mondo accogliente e che non prenda in giro o discrimini chi è diverso dalla maggioranza.
Ma se chi non ci rappresenta non lo fa, io invito chiunque lavori con i bambini, genitori compresi, a non farsi fermare da quattro “politici” da stadio.
Andiamo avanti a insegnare il rispetto, l’accoglienza e l’inclusione.
Una lenta ma potente e inesorabile onda li travolgerà.