Roberto Zanardo - Fisioterapista

Roberto Zanardo - Fisioterapista Fisioterapista per disturbi muscoloscheletrici e dolore cronico. Per potersi muovere liberi e sicuri.

14/11/2025

Cosa c'entra la rabbia con il dolore?

Chi convive con dolori cronici, come lombalgie, emicranie, fibromialgia, sa quanto può essere frustrante sentirsi bloccati, incompresi, a volte traditi da un corpo che non risponde più come prima.

Quello che spesso ignoriamo è che emozioni come rabbia, frustrazione, senso di ingiustizia non sono solo una reazione al dolore.
Sono risposte umane, lecite, comprensibili.
Ma in alcune persone, possono diventare una delle componenti che alimentano un circolo complesso: il dolore attiva emozioni intense, queste emozioni influenzano il sistema nervoso, che diventa più reattivo. E il dolore può continuare, anche quando i tessuti non sono, o non sono più, danneggiati.

È solo uno dei tanti meccanismi che possono contribuire al dolore persistente, non l’unico, né il più importante per tutti. Ma riconoscerlo può aprire nuove strade nel percorso di cura.

❌ Questo non vuol dire che il dolore è nella testa.
✅ Vuol dire che mente e corpo si parlano di continuo, e che anche la fisioterapia, può tenerne conto.

Io non sono uno psicologo. Sono un fisioterapista, e come tale lavoro nel rispetto delle mie competenze.
Ma ogni giorno, con i miei pazienti, incontro persone vere, con il loro dolore, la loro storia, le loro emozioni. E non posso far finta che non esistano.

Per questo, quando necessario, collaboro con colleghi psicologi, in un’ottica di rispetto reciproco e presa in carico integrata.

La fisioterapia non “cura le emozioni”, ma può offrire un percorso che tiene conto della persona, anche quando il dolore sembra parlare con la voce della rabbia.



Adachi T, Yamada K, Fujino H, Enomoto K, Shibata M. Associations between anger and chronic primary pain: a systematic review and meta-analysis. Scand J Pain. 2022;22(1):1–13. doi:10.1515/sjpain-2021-0154

Cosa c'entra la rabbia con il dolore?Chi convive con dolori cronici, come lombalgie, emicranie, fibromialgia, sa quanto ...
14/11/2025

Cosa c'entra la rabbia con il dolore?

Chi convive con dolori cronici, come lombalgie, emicranie, fibromialgia, sa quanto può essere frustrante sentirsi bloccati, incompresi, a volte traditi da un corpo che non risponde più come prima.

Quello che spesso ignoriamo è che emozioni come rabbia, frustrazione, senso di ingiustizia non sono solo una reazione al dolore.
Sono risposte umane, lecite, comprensibili.
Ma in alcune persone, possono diventare una delle componenti che alimentano un circolo complesso: il dolore attiva emozioni intense, queste emozioni influenzano il sistema nervoso, che diventa più reattivo. E il dolore può continuare, anche quando i tessuti non sono, o non sono più, danneggiati.

È solo uno dei tanti meccanismi che possono contribuire al dolore persistente, non l’unico, né il più importante per tutti. Ma riconoscerlo può aprire nuove strade nel percorso di cura.

❌ Questo non vuol dire che il dolore è nella testa.
✅ Vuol dire che mente e corpo si parlano di continuo, e che anche la fisioterapia, può tenerne conto.

Io non sono uno psicologo. Sono un fisioterapista, e come tale lavoro nel rispetto delle mie competenze.
Ma ogni giorno, con i miei pazienti, incontro persone vere, con il loro dolore, la loro storia, le loro emozioni. E non posso far finta che non esistano.

Per questo, quando necessario, collaboro con colleghi psicologi, in un’ottica di rispetto reciproco e presa in carico integrata.

La fisioterapia non “cura le emozioni”, ma può offrire un percorso che tiene conto della persona, anche quando il dolore sembra parlare con la voce della rabbia.



Adachi T, Yamada K, Fujino H, Enomoto K, Shibata M. Associations between anger and chronic primary pain: a systematic review and meta-analysis. Scand J Pain. 2022;22(1):1–13. doi:10.1515/sjpain-2021-0154

07/11/2025

La fisioterapia funziona quando riesce a parlare davvero con la persona.
Quando rispetta la sua storia, i suoi valori, le sue esperienze.
Anche quelle che spesso non si vedono: abitudini, aspettative, idee sul corpo e sulla cura.

💡Una ricerca ha confrontato due approcci per persone con dolore cronico: uno “standard” e uno costruito su misura, tenendo conto di tutto questo.

📈 Il risultato? Chi ha ricevuto un trattamento adattato ha partecipato di più, ha seguito meglio gli esercizi, ha completato il percorso con maggiore soddisfazione.

Non esiste un solo modo di “fare riabilitazione bene”.
Esiste il modo giusto per quella persona, in quel momento.

Perché ogni corpo ha bisogno di sentirsi visto, prima ancora che guidato.



Brady B, Veljanova I, Schabrun S, Chipchase L. Integrating culturally informed approaches into physiotherapy assessment and treatment of chronic pain: a pilot randomised controlled trial. BMJ Open. 2018;8:e021999. https://doi.org/10.1136/bmjopen-2018-021999

31/10/2025

Il dolore persistente è un’esperienza complessa, che coinvolge cervello, sistema nervoso, ormoni, sistema immunitario.

E in tutto questo, lo stress gioca un ruolo fondamentale.

Quando lo stress si fa continuo, o quando i sistemi che dovrebbero “spegnerlo” non funzionano bene, il corpo resta in allerta. Questa allerta costante può amplificare il dolore, renderlo più invadente. E il dolore, a sua volta, aumenta lo stress. È un circolo vizioso che si autoalimenta.

📍 La fisioterapia può aiutare a spezzarlo.

Attraverso il movimento, il respiro, le tecniche di rilassamento, il supporto, si lavora sul corpo e sul contesto. Non per “eliminare” il dolore, ma per rieducare i sistemi che lo regolano, migliorando la tolleranza allo stress e il margine di benessere.

Non si tratta di gestire meglio le emozioni. Si tratta di uscire dalla trappola dello stress che alimenta il dolore… e del dolore che alimenta lo stress.



Nijs J, Wyns A, Hendrix J. The importance of stress in the paradigm shift from a tissue- and disease-based pain management approach towards multimodal lifestyle interventions for chronic pain. Braz J Phys Ther. 2024;28:101061.

24/10/2025

Il dolore cronico non è solo “sentire dolore per tanto tempo”.

È un’esperienza complessa, che coinvolge il cervello, il sistema immunitario, il sonno, l’umore, il modo in cui mangiamo, ci muoviamo, reagiamo allo stress.

E non esiste una sola cura, ma esiste una chiave che apre più porte: l’attività fisica.

🧠 Muoversi in modo regolare stimola neurotrasmettitori che riducono la sensibilità al dolore e migliorano l’umore.

🛌 Aiuta a regolare i ritmi sonno-veglia e a migliorare la qualità del sonno profondo.

🍽️ Modula ormoni e segnali che regolano l’appetito, l’infiammazione e la gestione del peso.

💨 Riduce i livelli di cortisolo e favorisce la resilienza allo stress. E nei fumatori, può contribuire a ridurre la dipendenza da nicotina.

📉 In altre parole: il movimento non agisce solo sul dolore, ma con il dolore, migliorando l’intero contesto in cui quel dolore si manifesta.

Non si tratta di allenarsi “a tutti i costi”. Si tratta di trovare un ritmo, una modalità, una progressione adatta a te. Un passo alla volta, anche piccolo, può fare tanto.

La fisioterapia può aiutarti a muoverti in modo sicuro, sostenibile, coerente con i tuoi bisogni. Non per “annullare” il dolore. Ma per ritrovare spazio, vita, fiducia.



Núñez-Cortés R, Salazar-Méndez J, Nijs J. Physical activity as a central pillar of lifestyle modification in the management of chronic musculoskeletal pain: a narrative review. J Funct Morphol Kinesiol. 2025;10(2):183. doi:10.3390/jfmk10020183

Nel Parkinson non è solo il movimento a cambiare.Anche memoria, attenzione e altre funzioni cognitive possono essere coi...
17/10/2025

Nel Parkinson non è solo il movimento a cambiare.
Anche memoria, attenzione e altre funzioni cognitive possono essere coinvolte.

La ricerca ci dice che l’esercizio fisico, oltre a migliorare i sintomi motori, può avere un effetto positivo anche sul cervello. Camminare, allenarsi in gruppo, ballare: non importa solo come ci si muove, ma anche cosa accade “dietro le quinte”, nei circuiti che sostengono il pensiero.

Non parliamo di cure miracolose: le evidenze sono ancora in crescita, ma mostrano che programmi strutturati di esercizio, meglio se personalizzati e supervisionati, possono contribuire a mantenere la cognizione globale.

Il ruolo della fisioterapia è proprio questo: tradurre i dati della ricerca in percorsi concreti, sicuri e progressivi, che aiutino la persona a preservare non solo la mobilità, ma anche autonomia e qualità di vita.

Muoversi significa dare energia al corpo e al cervello. Significa coltivare possibilità, nonostante la malattia.



Folkerts AK, Ernst M, Gollan R, Cryns N, Monsef I, Skoetz N, Kalbe E. Can physical exercise be considered as a promising enhancer of global cognition in people with Parkinson’s disease? Results of a systematic review and meta-analysis. J Parkinsons Dis. 2024;14(Suppl 1):S115–33. doi:10.3233/JPD-230343.

10/10/2025

“È tutto nella tua testa”?
No. Il dolore cronico non è immaginario, e non è psicosomatico.
È reale. E può cambiarti la vita, anche se non si vede.

Col tempo, il dolore può alterare il modo in cui ti muovi, dormi, ti relazioni, lavori, pensi. Non si riduce a un sintomo. È un’esperienza che richiede risposte complesse.

La ricerca ci dice che alcune terapie psicologiche strutturate, condotte da professionisti qualificati, come la CBT, possono aiutare:
*riducendo il distress emotivo, migliorando la capacità di affrontare il dolore, *aumentando autonomia e qualità della vita.

Possono avere un ruolo importante se integrate in un percorso più ampio.

Io sono un fisioterapista, non uno psicologo. Ma mi occupo di dolore cronico ogni giorno, e so che, a volte, collaborare con altri professionisti è parte della cura.
Non perché il dolore “è nella mente”, ma perché ti cambia tutto. E merita un approccio che tenga conto di tutto.

Il dolore cronico non si risolve con una formula.
Ma si può imparare ad affrontarlo.
A raccontarlo.
A comunicarlo.
Per tornare a vivere, non solo a resistere.



Williams ACC, Fisher E, Hearn L, Eccleston C. Psychological therapies for the management of chronic pain (excluding headache) in adults. Cochrane Database Syst Rev. 2020;2020(8):CD007407. doi:10.1002/14651858.CD007407.pub3

“È tutto nella tua testa”?No. Il dolore cronico non è immaginario, e non è psicosomatico.È reale. E può cambiarti la vit...
10/10/2025

“È tutto nella tua testa”?
No. Il dolore cronico non è immaginario, e non è psicosomatico.
È reale. E può cambiarti la vita, anche se non si vede.

Col tempo, il dolore può alterare il modo in cui ti muovi, dormi, ti relazioni, lavori, pensi. Non si riduce a un sintomo. È un’esperienza che richiede risposte complesse.

La ricerca ci dice che alcune terapie psicologiche strutturate, condotte da professionisti qualificati, come la CBT, possono aiutare:
*riducendo il distress emotivo, migliorando la capacità di affrontare il dolore, *aumentando autonomia e qualità della vita.

Possono avere un ruolo importante se integrate in un percorso più ampio.

Io sono un fisioterapista, non uno psicologo. Ma mi occupo di dolore cronico ogni giorno, e so che, a volte, collaborare con altri professionisti è parte della cura.
Non perché il dolore “è nella mente”, ma perché ti cambia tutto. E merita un approccio che tenga conto di tutto.

Il dolore cronico non si risolve con una formula.
Ma si può imparare ad affrontarlo.
A raccontarlo.
A comunicarlo.
Per tornare a vivere, non solo a resistere.



Williams ACC, Fisher E, Hearn L, Eccleston C. Psychological therapies for the management of chronic pain (excluding headache) in adults. Cochrane Database Syst Rev. 2020;2020(8):CD007407. doi:10.1002/14651858.CD007407.pub3

05/10/2025

L’esercizio fisico è tra i trattamenti più studiati e utili per condizioni come mal di schiena persistente, artrosi, fibromialgia, cefalee e molte altre patologie muscoloscheletriche. Migliora la qualità della vita, riduce dolore, ansia e stanchezza.

Ma c’è un punto cruciale: il carico.
Troppo poco → nessun beneficio.
Troppo o troppo intenso → rischio di flare-up e peggioramento.

Gli studi mostrano che, se ben calibrato, l’esercizio funziona in tante situazioni diverse: dall’attività aerobica moderata per l’emicrania, agli esercizi mirati per collo e spalle nella cefalea tensiva, fino ai programmi graduali e personalizzati per lombalgia o fibromialgia.

Il "segreto" non è solo il tipo di esercizio, ma il dosaggio: progressione lenta, carico tollerabile, recupero adeguato ⏱️.

Qui entra in gioco la fisioterapia: aiutare a trovare l’equilibrio tra stimolo e recupero, tra sfida e sicurezza.

Il movimento è un farmaco. E come ogni farmaco, conta la dose 💊.



Daenen L, Varkey E, Kellmann M, Nijs J. Exercise, not to exercise, or how to exercise in patients with chronic pain? Applying science to practice. Clin J Pain. 2015;31(2):108-14. doi:10.1097/AJP.0000000000000099

L’esercizio fisico è tra i trattamenti più studiati e utili per condizioni come mal di schiena persistente, artrosi, fib...
05/10/2025

L’esercizio fisico è tra i trattamenti più studiati e utili per condizioni come mal di schiena persistente, artrosi, fibromialgia, cefalee e molte altre patologie muscoloscheletriche. Migliora la qualità della vita, riduce dolore, ansia e stanchezza.

Ma c’è un punto cruciale: il carico.
Troppo poco → nessun beneficio.
Troppo o troppo intenso → rischio di flare-up e peggioramento.

Gli studi mostrano che, se ben calibrato, l’esercizio funziona in tante situazioni diverse: dall’attività aerobica moderata per l’emicrania, agli esercizi mirati per collo e spalle nella cefalea tensiva, fino ai programmi graduali e personalizzati per lombalgia o fibromialgia.

Il "segreto" non è solo il tipo di esercizio, ma il dosaggio: progressione lenta, carico tollerabile, recupero adeguato ⏱️.

Qui entra in gioco la fisioterapia: aiutare a trovare l’equilibrio tra stimolo e recupero, tra sfida e sicurezza.

Il movimento è un farmaco. E come ogni farmaco, conta la dose 💊.



Daenen L, Varkey E, Kellmann M, Nijs J. Exercise, not to exercise, or how to exercise in patients with chronic pain? Applying science to practice. Clin J Pain. 2015;31(2):108-14. doi:10.1097/AJP.0000000000000099

26/09/2025

Hai mai pensato che “fare esercizi a casa” non sia abbastanza per il mal di schiena?

Eppure, la ricerca ci dice il contrario: l’esercizio domiciliare è efficace nel ridurre il dolore e migliorare la funzionalità, anche nei casi di lombalgia cronica.

Ma non basta una scheda generica trovata online. Per essere davvero utile, l’esercizio deve essere:

*personalizzato,
*supervisionato (almeno in parte),
*adatto ai tuoi obiettivi e alle tue possibilità.

🧩 Una recente revisione su oltre 9500 persone con lombalgia ha dimostrato che gli esercizi domiciliari, se personalizzati e supervisionati, riducono il dolore e migliorano la funzionalità. Non parliamo però di “muoversi un po’", parliamo di un percorso mirato, progressivo, sostenibile.

📈 Serve un piano. Serve coerenza. Serve tempo. E serve qualcuno che ti segua.

Il punto non è “curare il dolore”, ma ricostruire la tua fiducia nel movimento. È qui che la fisioterapia fa la differenza: nella qualità della proposta, non nella quantità di esercizi.

📥 Scrivimi per iniziare un percorso personalizzato.



Quentin C, Bagheri R, Ugbolue UC, Coudeyre E, Pélissier C, Descatha A, et al. Effect of home exercise training in patients with nonspecific low-back pain: a systematic review and meta-analysis. Int J Environ Res Public Health. 2021;18(16):8430.

Hai mai pensato che “fare esercizi a casa” non sia abbastanza per il mal di schiena?Eppure, la ricerca ci dice il contra...
26/09/2025

Hai mai pensato che “fare esercizi a casa” non sia abbastanza per il mal di schiena?

Eppure, la ricerca ci dice il contrario: l’esercizio domiciliare è efficace nel ridurre il dolore e migliorare la funzionalità, anche nei casi di lombalgia cronica.

Ma non basta una scheda generica trovata online. Per essere davvero utile, l’esercizio deve essere:

*personalizzato,
*supervisionato (almeno in parte),
*adatto ai tuoi obiettivi e alle tue possibilità.

🧩 Una recente revisione su oltre 9500 persone con lombalgia ha dimostrato che gli esercizi domiciliari, se personalizzati e supervisionati, riducono il dolore e migliorano la funzionalità. Non parliamo però di “muoversi un po’", parliamo di un percorso mirato, progressivo, sostenibile.

📈 Serve un piano. Serve coerenza. Serve tempo. E serve qualcuno che ti segua.

Il punto non è “curare il dolore”, ma ricostruire la tua fiducia nel movimento. È qui che la fisioterapia fa la differenza: nella qualità della proposta, non nella quantità di esercizi.

📥 Scrivimi per iniziare un percorso personalizzato.



Quentin C, Bagheri R, Ugbolue UC, Coudeyre E, Pélissier C, Descatha A, et al. Effect of home exercise training in patients with nonspecific low-back pain: a systematic review and meta-analysis. Int J Environ Res Public Health. 2021;18(16):8430.

Indirizzo

Via Alcide De Gasperi, 63/A
San Vendemiano
31020

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Chi sono

“Riabilitazione è mostrare a qualcuno cosa può fare per sé stesso” - Karel Lewit

Ciao, sono Roberto! Il mio obiettivo quando lavoro è aiutare le persone a conoscere meglio il loro corpo. Ho provato sulla mia pelle cosa significa attraversare degli infortuni, e questo mi ha portato a capire quanto sia importante mantenere in salute il nostro corpo, e come il movimento sia un pilastro di questa salute.

Ognuno di noi, qualunque sia il nostro punto di partenza può migliorare il proprio modo di muoversi. Io lavoro per questo cambiamento!