19/10/2025
🌿 Il Mannosio:
lo zucchero che blocca le cellule tumorali
Negli ultimi anni, un semplice zucchero naturale: il D-mannosio,
presente in alcuni frutti
come mirtilli,
mele e
pesche
ha sorpreso gli scienziati per la sua capacità di bloccare la crescita delle cellule tumorali.
Uno studio pubblicato su eLife (Harada et al., 2023) ha scoperto che, quando le cellule cancerose non riescono a metabolizzare il mannosio per carenza dell’enzima MPI,
vanno incontro a un vero
“ingorgo metabolico”:
non riescono più a costruire DNA,
si indeboliscono e diventano più sensibili alla chemioterapia.
È lo stesso meccanismo che uccide le api,
incapaci di processare il mannosio
un fenomeno chiamato
“sindrome delle api”.
Come funziona
• Nelle cellule sane, l’enzima MPI smaltisce facilmente il mannosio.
• Nelle cellule tumorali con MPI basso (deficit parziale o totale),
il mannosio si accumula
→ blocca la sintesi di nucleotidi →
la cellula si ferma.
Risultati su diversi tumori
• Cancro del polmone: rallentamento della crescita tumorale e aumento dell’efficacia della chemioterapia (Cancer Management and Research, 2020).
• Prostata: il mannosio induce morte cellulare agendo sui mitocondri (Asian Journal of Andrology, 2022).
• Colon: effetto anti-infiammatorio e riduzione del microambiente pro-tumorale (J Cancer Prev, 2022).
• Vescica (studio 2025): il mannosio provoca pirotosi (una forma di morte cellulare infiammatoria) bloccando la lactilazione di PKM2, un enzima chiave nel metabolismo tumorale.
• Tumori ovarici (2025): una dieta arricchita con mannosio rallenta la progressione e potenzia l’immunoterapia, anche grazie all’azione sul microbiota intestinale.
• Leucemie (2024): inibire l’enzima MPI in presenza di mannosio aumenta la sensibilità dei tumori alla chemioterapia (Nature Communications, 2023; Cancer Sci., 2024).
Cosa significa per la ricerca
Le nuove evidenze indicano che il mannosio non agisce in modo indiscriminato, ma colpisce selettivamente i tumori con bassa attività dell’enzima MPI.
Conclusione
Il mannosio, potrebbe rappresentare una nuova via terapeutica metabolica,
capace di affamare il cancro
senza danneggiare i tessuti sani.
Serve ancora molta ricerca clinica,
ma il futuro delle terapie oncologiche potrebbe passare anche da un semplice zucchero naturale.