08/04/2023
𝐋𝐚 𝐩𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐦𝐦𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐭 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚.
Resta per un certo tempo.
Resta per un giusto tempo.
Quella rotondità che accompagna il ventre resterà per il tempo dell’esogestazione, per accompagnare quella madre e quel bambino a formarsi, a crescere nella più importante ed essenziale introduzione alla relazione di un’intera vita che è, appunto, l’esogestazione.
“𝑁𝑜𝑣𝑒 𝑚𝑒𝑠𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒, 𝑛𝑜𝑣𝑒 𝑚𝑒𝑠𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎𝑟𝑒”.
Così fa il grembo.
Una metamorfosi costante del corpo.
Nella nostra società spesso la donna desidera che la pancia sparisca al più presto, per tornare “in forma”, per tornare “come prima”. Ma così facendo la donna si distrae dal processo, dalla possibilità che il grembo offre ancora: di conoscenza, di virtù e mezzi essenziali ad accompagnare, ad accompagnarsi.
Si distrae dal grembo, si distrae dal suo intimo movimento.
Si distrae dal grembo e quindi dalla sua lentezza, tanto preziosa per la salute sotto ogni aspetto nel post parto.
Non c’è da avere fretta in quel corpo che tanto ha conosciuto, tanto ha potuto, tanto ha lasciato accadere.
Non c’è da avere fretta. Ma gentilezza.
Il corpo va toccato, ringraziato, onorato.
Attraverso lui abbiamo incontrato.
Cosa insegna il corpo nel primo tempo del post parto attraverso quella sinuosa curva del ventre?
Attraverso quel suo lento movimento nei mesi, accompagna la donna alla sua nuova forma, la porta ad assimilare quella nuova conoscenza fatta con la gravidanza ed il parto.
Il corpo si porta alla nuova forma con lentezza, tanto da permettere alla donna di diventare quella lentezza. E poi, di insegnare quella lentezza.
La pancia nel post parto lentamente va scemando e lentamente porta la donna ad una nuova forma, ricca di quella conoscenza che il parto ha risvegliato.
L’ascolto del grembo conduce alla calma.
Elemento che la donna imparerà ad essere, a creare, a condurre.
Attraverso l’ascolto del grembo, la donna può tornare ai momenti più alti del parto o della gravidanza, aiutando il processo di “registrazione” delle esperienze nel corpo e, successivamente, alla sua codificazione.
In quella metamorfosi del corpo accade la scoperta di una nuova nudità, un nuovo senso del silenzio, un diverso modo di pensare.
Perché ora la conoscenza è altra.
Quella lentezza avvicina al rito.
La gravidanza ed il parto hanno palesato la massima espressione della donna sotto ogni aspetto, nonostante questa comprensione si riveli poi negli anni.
Il ventre nel post parto, col suo lento “tornare”, portando al corpo nuova forma, dona alla donna il tempo di capire cos’è stata quella massima espressione, le dona il tempo di capire il suo nuovo linguaggio attraverso l’ascolto silente del movimento del grembo.
Stare nell’ascolto del grembo aiuta la madre a ricordare che è accompagnata dal processo stesso.
Resta per far sì che quel tempo di nascita, e tutto il linguaggio e il movimento che ne è parte, diventino la madre stessa.
E che con lo stesso linguaggio lei possa accompagnare la vita appena nata.
La pancia va accompagnata, ascoltata, ringraziata.
Semplicemente amata.
🗨️
Eʟɪsᴀ Gᴇʟʟɪᴄɪ
𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑎 facebook.com/story.php?story_fbid=1790102917851509&id=291910337670782
📷 sandracarlsson_