13/11/2025
Nel cerchio sacro, dove i respiri si intrecciano come radici antiche, accolgo la presenza del Rapé come un vento di saggezza.
Non per forza, non per potenza, non per dimostrare nulla a nessuno, ma per ricordare il passo lento della mia anima.
In questa cerimonia, lascio che gli spiriti custodi camminino accanto a me e mi insegnino a vedere oltre il rumore del mondo.
Il Rapé diventa allora un messaggero silenzioso: sfiora i confini del mio essere, libera sentieri dimenticati, riporta ordine dove la mente aveva creato tempeste.
Mi affido al mistero, alla voce sottile che parla solo quando tutto in me tace.
Ritorno alla terra, ritorno al cuore, ritorno al filo invisibile che mi unisce a chi è qui e a chi è stato prima di noi.
In questo momento sacro, non cerco alcuna performance, nessun risultato, nessuna prova da superare.
Cerco soltanto la verità semplice della presenza: essere pienamente qui, nel corpo, nel respiro, nella preghiera che sorge spontanea.
Che lo spirito del Rapé mi guidi con dolcezza, apra ciò che deve essere aperto, calmi ciò che chiede pace, illumini ciò che attende luce.
E che ogni soffio diventi un atto di devozione, un ritorno al mio centro, un passo verso la connessione profonda con tutto ciò che vive.”