Centro Di Psicologia Clinica Sassari -Dott. Cristiano Ceccarelli

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Centro Di Psicologia Clinica Sassari -Dott. Cristiano Ceccarelli CENTRO PER LA CURA DEI DISTURBI PSICOLOGICI Centro Clinico per la cura del disagio psicologico e dei disturbi psichiatrici.

Nel nostro centro ci occupiamo di tutte quelle situazioni di disagio psicologico che ciascuno di noi può attraversare nella propria vita. A volte il disagio può diventare così intenso da produrre dei veri e propri sintomi, tachicardia, insonnia, svogliatezza, apatia, paure immotivate. In questi casi l'aiuto specialistico diventa indispensabile, raramente questi disturbi si risolvono da soli, anzi di solito tendono ad aggravarsi e chi ne soffre corre il rischio di abituarsi ad una qualità di vita molto inferiore rispetto a quella che potrebbe avere. Ecco in sintesi tutte le situazioni difficili di cui ci occupiamo nel nostro centro:

Ansia
Attacchi di panico
Depressione
Ciclotimia
Disturbi bipolari
Disturbo ossessivo compulsivo
Disturbi alimentari
Disturbi da dipendenza
Disturbi della personalità
Fobie semplici e complesse
Insonnia
Disagio e disorientamento esistenziale
Crisi coniugali
Difficoltà relazionali, scolastiche, sociali e lavorative

Esistono varie forme di aiuto rispetto al disagio psicologico, ciascuna situazione verrà quindi valutata nella sua specificità per individuare il percorso migliore da intraprendere, come ad esempio:
psicoterapia individuale (ad indirizzo cognitivo-comportamentale e sistemico-relazionale, vedi pagina successiva)
psicoterapia di coppia
psicoterapia familiare e di gruppo
valutazioni psicodiagnostiche, test psicometrici, relazioni e consulenze specialistiche
trattamento psicofarmacologico integrato alla psicoterapia
consulenze tecnico peritali in ambito civile e penale
educazione e sostegno alla genitorialità
interventi psicoeducativi in fase adolescenziale
progetti di formazione nelle scuole e mediazione scolastica
mediazione familiare nelle crisi coniugali

29/11/2025

Gabriel Garcia Marquez scrisse che “… l’amore diventa assoluto quando mi avvicino a te pur sapendo di poter fare a meno di te , nello stesso medesimo istante … “ … credo che esista un amore assoluto , raro, per pochi ma credo esista….

Tutta l’ aria del mondo. di Samantha MammarellaBetta stanotte gira scalza, piccole scie appiccicose le colano in mezzo a...
29/11/2025

Tutta l’ aria del mondo. di Samantha Mammarella

Betta stanotte gira scalza, piccole scie appiccicose le colano in mezzo alle gambe sottili. Tiene in braccio una pentola senza manici, la stringe a sé come fosse preziosa. Ogni tanto scosta il coperchio, infila dentro il naso e ci alita dentro. Non vuole darla via quella pentola, è sua e di nessun altro.
La donna si muove verso la parte alta della città, senza sentire il peso della stanchezza. Fuori è buio, la ghiaia le ferisce i piedi nudi ma lei non ci fa caso. Pare quasi un fantasma con il vestito leggero, la sensazione di miele tra le dita e il sudore che le scola tiepido sulla fronte. Sta andando al Parco del Telegrafo, la sua compagna di stanza le ha detto che da lassù potrà respirare tutta l’aria del mondo, vedere Pescara come non l’ha mai vista.
Di Elia l’è rimasta solo quella pentola da custodire. Gliel’ha regalata lui prima che li dividessero per sempre. Una storiaccia, l’hanno definita all’istituto psichiatrico. Lui cuoco, lei matta.
E Betta da quel giorno è scappata, porta a spasso la sua disgrazia, gira di notte col salato delle lacrime sulle guance. Qualcuno ha chiamato la polizia per riportarla indietro, nel letto numero 418, ma fino a quando non la trovano lei va, un piede davanti all’altro. Di quel posto fatto di camici e corridoi lei ama solo le mele cotte, le ricordano quelle che sua madre le preparava da bambina e che all’istituto Elia le nascondeva nella pentola per tenerle in caldo il più possibile.
Betta ogni tanto scosta il coperchio per soffiarci dentro, mentre l’umido della città le entra sotto la pelle. La pentola ormai è gelata quando affronta l’ultima salita coi polpacci che le pulsano.
Il Parco del Telegrafo appare ai suoi occhi come un posto bellissimo, un luogo da guardare senza la cornice della sua finestra. Si mette sotto un albero, raccoglie le ginocchia al petto e appoggia la pentola accanto a sé. Chiude gli occhi, si immagina di essere nell’unico posto in cui vorrebbe stare. Allunga la mano nel vuoto. Elia non c’è ma lei lo sente vicino lo stesso.
Poi riapre gli occhi, butta via il coperchio. Dentro la pentola c’è un corpicino freddo e immobile, portatore inconsapevole di un amore impossibile. È venuto al mondo con i lineamenti del padre e gli occhietti chiusi, sigillati come una cassaforte di cui nemmeno sua madre conosce la combinazione.
Betta lo prende in braccio, gli bacia i pochi capelli, sembrano grumi di sabbia bagnata. Poi lo solleva al cielo. «Respira, amore. Prenditi tutta l’aria del mondo.»

29/11/2025
05/11/2025

📌 È stato pubblicato il bando di concorso pubblico per 2 operatori amministrativo contabili – Area operatori esperti, esclusivamente riservato alla categoria disabili (Legge n°68/1999)

⏳ Scadenza: 4 dicembre 2025

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Educare i bambini alla morte8 consigli per aiutarli a capire ed elaborare il luttoI bambini che vivono un lutto possono ...
02/11/2025

Educare i bambini alla morte
8 consigli per aiutarli a capire ed elaborare il lutto

I bambini che vivono un lutto possono sviluppare:
🔹 ansia e depressione
🔹 disturbo da stress post traumatico
🔹 bassa autostima e isolamento
🔹 iperattività e disturbi della condotta
🔹 difficoltà di concentrazione e minor profitto scolastico

Occorre educare i bambini alla morte prima ancora che si verifichi nella loro vita, per dotarli degli strumenti per aiutare sé stessi e gli altri nelle esperienze di lutto future.

☝️ Ecco alcuni suggerimenti.
🔸 Dare informazioni biologiche sul ciclo di vita e sul funzionamento del corpo umano e animale (es. il cuore ha smesso di ba***re perché era malato).
🔸 Evitare l’uso di eufemismi (es. la nonna è volata in cielo, è andata a dormire) perché potrebbero suggerire visioni distorte della morte (es. possibilità del ritorno dei defunti)
🔸 Unire alle spiegazioni scientifiche eventuali convinzioni familiari (es. rassicurazioni spirituali e conforto religioso).
🔸 Non attendere il momento del lutto, ma spiegare la morte prima che si verifichi una perdita, incoraggiando i bambini a porre domande e condividere emozioni.
🔸 Accompagnare i bambini alla vista di una salma, fornendo loro spiegazioni e rispondendo a eventuali domande.
🔸 Farli partecipare ai riti funerari e di saluto.
🔸 Utilizzare i media (film, libri ecc.) per avviare le prime discussioni sulla morte.
🔸 Scegliere media che offrono rappresentazioni realistiche della morte e che mostrano come i personaggi affrontano le loro emozioni e imparano ad andare avanti.

Leggi l’articolo su State of Mind.
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23/10/2024

Psicoterapia e salute mentale.

La salute mentale di tutti noi, non è mai rigida stabilita’, ma al contrario capacita’ di modificarsi, di non avere paura di cambiare, di lasciarsi andare e di saper poi riprendere il controllo, di vivere per se’ stessi per riuscire poi ad amare gli altri, di accettarci per come siamo, di valorizzare soprattutto le nostre risorse, dando il giusto peso ai nostri difetti, di smettere di ricercare nell’altro proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di apprezzare quelle che ha.
Ogni situazione umana evolve attraverso continui cambiamenti: in fondo la vita è un avvicendarsi di equilibri instabili, fatti di disordine più che di ordine e credo sia proprio questo uno degli aspetti della nostra esistenza più difficile, complesso ma anche più affascinante col quale confrontarsi.
Non sempre saremo in grado di farlo, proveremo e riproveremo, ancora, ma non importa, alle volte nella vita non conta tanto arrivare ma avere una strada da seguire.
La psicoterapia, da questo punto di vista, è un processo che dovrebbe avere fondamentalmente un significato perturbatorio, finalizzato a favorire l'evoluzione spontanea, ovvero l'automaturazione di un individuo che sta affrontando un periodo di disagio o di sofferenza psichica.
Un terapeuta dovrebbe collaborare col suo paziente per passare dalla narrazione della sua storia, alla co-costruzione di una storia, che potrebbe apparire alla fine anche molto diversa rispetto alla narrazione originaria fornita dallo stesso paziente.
ll paziente, alla fine, è l’unico che sa veramente cosa è meglio per lui, ma potrebbe aver bisogno di aiuto, e alla volte anche di un po' di tempo, per arrivarci, ed il terapeuta dovrebbe facilitare questo percorso, sostenendolo rispetto alle sue paure e, nel contempo, invitandolo a sfidarle.
Non si “cura” il disagio di una persona ma ci si può “prendere cura “ di una persona che vive in una situazione di disagio.

Ogni relazione d’aiuto andrebbe intesa come “opportunità” e non come “cura”, soprattutto se il concetto di cura è legato ad un rigido determinismo biologico, che nell’ambito della sofferenza dell’animo umano, risulterebbe incapace di coglierne appieno, dell’animo appunto, la straordinaria complessità e soprattutto l’infinita bellezza.
Cristian Ceccarelli

28/10/2023

📌 La Regione ha riaperto i termini per la presentazione delle domande per la concessione del sostegno economico “Indennità regionale fibromialgia”.

📆 Nuova scadenza: 31 ottobre 2023

👉 https://tinyurl.com/4v4tfsh3

10/05/2023

Solitudine sociale e psicoterapia.

Questa titolo, volutamente provocatorio, è necessariao per capire il retroterra di una cura chiamata Psicoterapia, così complessa da rimanere misteriosa anche agli addetti ai lavori.
Penso dunque che qualunque sia il motivo che spinge una persona a chiedere una psicoterapia, (da un problema psicopatologico, a un conflitto familiare, da uno stress o un trauma ad una non accettazione di se stessi), dietro ci sia sempre un senso di solitudine, di ricerca intima di vicinanza affettiva, di bisogno di riconoscimento, che ogni essere umano dovrebbe trovare nel proprio ambiente.
Ma è evidente che ci troviamo di fronte a un particolare fenomeno: da una parte la sempre maggiore difficoltà a mettersi autenticamente in contatto con se stessi e con i propri simili, dall'altra una sorta di progressiva aridità delle interazione sociali, da intendersi come opportunità di incontro e condivisione per esplicitare reciproci stati soggettivi della mente.
Il pericolo, a mio avviso, diventa quello di accettare che i crescenti limiti della condivisione sociale possano trovare come unico rimedio elettivo una pratica sanitaria specifica, senz'altro utile ma comunque artificiale, come la psicoterapia, delegando alla stessa psicoterapia una funzione che dovrebbe essere parte integrante della nostra società, dove il riconoscimento, l’accettazione e l’ascolto dell'altro dovrebbero trovare più spazio: a casa, a scuola, al lavoro ed in ogni altro contesto dove l'appartenenza possa favorire una potenziale condivisione del proprio mondo emotivo.

07/04/2023

Buone feste di Pasqua a tutti.
Lo studio quest'anno, nonostante la stanchezza rimarrà aperto, eccezion fatta per Pasqua e Pasquetta, così come quello di molti altri miei colleghi credo, non siamo degli “stakanovisti” del lavoro ma è evidente che la psicoterapia nella società moderna dovrebbe ve**re incontro ai bisogni di cura di persone che soffrono di Disturbi emotivi comuni, i così detti “Dec” (che riguardano secondo l’Oms il 30% della popolazione), per i quali la psicoterapia appunto è considerata il rimedio d’elezione, a volte con e a volte senza una terapia farmacologia integrata. Ma evidentemente così non è, per cui niente vacanze.
Purtroppo la Psicoterapia, nonostante sia inserita tra i Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea), ovvero delle cure che i cittadini dovrebbero ricevere per diritto dal Servizio Sanitario Nazionale, non riesce a trovare un'adeguata risposta presso i Centri di Salute Mentale, costretti a privilegiare i casi più “gravi” per l’esiguità degli organici, e questo è un dato oggettivo che prescinde da ulteriori considerazioni o riflessioni critiche che non sono di mia competenza.
La minore gravità dei Dec, rispetto ad esempio ai disturbi psicotici, è tuttavia opinabile sul piano del vissuto soggettivo, un attacco di panico,ad esempio, può essere percepito da chi lo prova con un senso di angoscia e sofferenza maggiore rispetto ad una crisi delirante o ad uno stato di eccitamento maniacale.
Ma ripeto questa è la realtà nel nostro Paese. E di questo vuoto assistenziale , di cui credo con moltà onestà, e nonostante svolga esclusivamente attività privata, sono il primo a dispiacermi, comporta che tali disturbi tendano a ricevere dal medico di base o dallo stesso Psichiatra del Servizio Pubblico, come unico trattamento preferenziale esclusivamente una terapia farmacologia, sicuramente utile, ma spesso insufficiente per trattare adeguatamente il loro problema, se non affiancata da un contemporaneo trattamento psicoterapico. Considerazioni non personali ma contenute negli stessi indicatori di efficacia che le Linee Guida Ministeriali suggeriscono per i Disturbi Emotivi Comuni , secondo le quali la linea di intervento più efficace e risolutiva per un Disturbo d'Ansia è al primo posto : 1) la psicoterapia ( a orientamento cognitivo-comportamentale), seguita solo al secondo posto dalla terapia farmacologica, definita di dubbia efficacia, in quanto da considerarsi non risolutiva rispetto ad una definitiva chiarificazione delle problematiche che tale sintomo hanno scatenato....è un po' come andare dall'elettrauto, perchè la batteria è scarica, farsela ricaricare, andare a ritirarla, pagare, senza che nessuno ti domandi perchè la batteria si è scaricata, perchè la macchina, pur con la batteria carica, la lascerai per altri 6 mesi chiusa in garage... forse ho paura di guidare la macchina, forse non c'è niente che mi stimoli ad uscire utilizzando la macchina, sì forse c'è qualcosa che potrebbe stimolarmi ma ne ho paura, oppure più “semplicemente” non ne ho voglia, del resto mi è sufficiente sapere che la macchina è in garage pronta all'utilizzo, poi se non la uso chisennefrega.... e potrei continuare all'infinito con le ipotesi... rimane il fatto che tra 6 mesi tornerò dall'elettrauto perchè la batteria si è scaricata di nuovo....evviva gli elettrauti !!!
Concludo scusandomi con i tanti pazienti che mi hanno chiesto aiuto in questo periodo di grande affanno e che mio malgrado non ho potuto seguire, con la consapevolezza, amara, che se le cose in futuro non cambieranno avremo sempre più pazienti che ricorreranno periodicamente all'elettrauto e sempre meno pazienti che (a batteria carica ) riprenderanno a utilizzare la macchina, senza più paure e con grande piacere.
Mi auguro di sbagliarmi, buone feste a tutti.
Cristiano Ceccarelli.

Indirizzo

PIAZZALE SEGNI N. 1
Sassari
07100

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

Telefono

+393476298756

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