"Cristalli di luce " Associazione di promozione sociale

"Cristalli di luce " Associazione di promozione sociale by Sabry L’Associazione nasce dalla necessità di informare sulle tecniche alternative di auto-guarigione e di prevenzione alla malattia.

Con questo non ci si vuol sostituire al medico e/o alla medicina ufficiale, necessari in caso di patologie gravi, ma si vuol essere di supporto per coadiuvare e accellerare dove possibile il ristabilirsi dell'equilibrio fisico-mentale-energetico che ci permette di stare in salute. Lo scopo principale rimane comunque quello di prevenire aiutando ad intraprendere il percorso personale più adatto alle proprie problematiche, agendo appunto sul piano fisico, mentale ed energetico dell'individuo.

09/11/2025

"IL NOSTRO CORPO È MOLTO INTELLIGENTE!

Ogni sintomo è un messaggio. Ogni diagnosi è un grido del corpo che ci chiede di ascoltare, non di combatterlo.
Quante volte abbiamo pensato: “Il mio corpo è impazzito. Ce l’ha con me.” Quando ci svegliamo con le articolazioni infiammate, con l’asma che stringe il petto, con un eczema che brucia o una pressione che sale senza preavviso, è facile pensare che qualcosa in noi si sia spezzato.
Che il nostro stesso organismo si stia ribellando.
Ma c’è un’altra verità, più profonda, più scomoda… ma anche più liberatoria. Il corpo non attacca mai se stesso. Mai. Non è progettato per autodistruggersi, ma per adattarsi, proteggersi e sopravvivere.
L’osteoporosi? Non è un fallimento osseo. È un tentativo disperato del corpo di liberare minerali alcalinizzanti per tamponare un terreno troppo acido.
Le vene varicose? Un sistema che prova a trovare vie alternative quando la circolazione non funziona più, spesso a causa di una linfa stagnante.
L’ansia? È il sistema nervoso che percepisce pericolo e attiva una modalità di sopravvivenza. È il corpo che urla: “Qualcosa non va, ma io ci provo lo stesso a starti accanto.”
Il colesterolo alto? È un cerotto. Il corpo lo produce per proteggere i tessuti infiammati, per costruire ormoni, per riparare ciò che è stato danneggiato.
L’insonnia? Non è un tradimento del sonno. È il corpo che ti sveglia perché qualcosa, dentro di te, ha bisogno di essere guardato in faccia. Emozioni. Dolore. Conflitti.
Eczemi, dermatiti? Una pelle che si fa valvola di sfogo, un organo emuntore che espelle tossine che non trovano altra via.
La tosse? Un atto di difesa, un modo per buttare fuori qualcosa che non deve rimanere dentro.
I tumori? La più dura delle verità. A volte, una capsula biologica per isolare tossine, conflitti, traumi antichi mai integrati. Un ultimo tentativo di contenimento.
Il vomito? Una via di uscita. Un rifiuto profondo. Una espulsione.
Le allergie? Un sistema immunitario che reagisce in modo iperattivo a ciò che percepisce come minaccia. Magari perché è esausto. Forse perché si sente invaso.
La stanchezza cronica (fatigue)?
È il corpo che dice: “Ho bisogno di rallentare. Sto conservando energia per qualcosa di più importante. La guarigione, forse.”
La gotta? Cristalli che si accumulano e che il corpo prova a sequestrare per evitare danni peggiori. Meglio dolore acuto che danno sistemico.
L’ipertensione? Un modo per mantenere ossigenazione in tessuti infiammati o in allarme costante.
L’asma? Una chiusura delle vie respiratorie. Ma non per punirti. Per limitare l’entrata di sostanze percepite come pericolose. Anche qui, è sopravvivenza.
Il corpo è un alleato instancabile. Non è contro di noi. Mai. Ci parla in un linguaggio che non sempre comprendiamo. Un linguaggio fatto di febbri, eruzioni cutanee, infiammazioni, alterazioni ormonali.
Ma è sempre lo stesso messaggio, sussurrato o urlato:” Guarda. Ascolta. Qualcosa ha bisogno di attenzione.”
Quando smettiamo di vedere i sintomi come nemici, e iniziamo a vederli come strategie di adattamento, cambia tutto. Non si tratta più di combattere contro se stessi, ma di accompagnare il corpo verso un equilibrio perduto. Di ricostruire ponti, non barricate."
(Patrizia Coffaro)

18/08/2025

Nella cucina di mia nonna non c’era frigorifero, né bottiglioni blu, né bottiglie d’acqua allineate come soldati su uno scaffale.
C’era una brocca di terracotta, grande, silenziosa, con la bocca coperta da un semplice panno pulito.

Da bambino rimanevo a guardarla. Mi affascinava quel mistero: com’era possibile che l’acqua fosse così fresca, così delicata, senza ghiaccio e senza elettricità?
Un giorno, mentre lei riempiva il mio bicchiere, le chiesi:

— Nonna, perché l’acqua di qui ha un sapore diverso?

Lei sorrise, e con la calma di chi ha vissuto a lungo, mi mostrò il segreto.
Mise la mano nella brocca e tirò fuori una pietra rotonda, grande quanto il palmo della sua mano.
— Questa pietra ha viaggiato più di te e di me messi insieme. È venuta dal fiume, l’ho lavata, bollita e messa qui dentro. L’acqua la riconosce… e si calma.

Mi spiegò che la terracotta respirava, che lasciava passare l’aria e manteneva l’acqua viva, come se scorresse ancora nella corrente.
Che le pietre non davano soltanto minerali, ma anche memoria.
— L’acqua che passa per la pietra e la terracotta non marcisce, non diventa amara. Diventa medicina — disse.

In quel momento non capii del tutto.
Ma con gli anni, quando sostituimmo la brocca con la plastica e la pietra con il nulla, lo compresi.
L’acqua aveva perso la sua anima.

Oggi, ogni volta che bevo acqua col sapore di cloro, chiudo gli occhi e ricordo il tocco delicato del bicchiere di terracotta sulle labbra, quella freschezza che sembrava provenire da una sorgente segreta.
E capisco che mia nonna non mi ha soltanto dissetato… mi ha insegnato che la terra e la pietra custodiscono vita.

Forse è tempo di tornare.
Non per nostalgia.
Ma perché ci sono cose che la modernità non sa imitare.

Indirizzo

Via Paverano 1
Savignone
16010

Sito Web

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