Claudio Senna

Claudio Senna da luglio 2011 in pensione

23/08/2024

Diffondo uno scritto dal web che dovrebbe indurre ad una riflessione.

Oggi ho cercato di soccorrere questo piccolo scriccioletto.. Stava percorrendo i suoi ultimi piccoli passi, con le zampine anteriori tese verso avanti come per voler scappare da questo immenso dolore che lo stava mangiando dentro piano piano. Sapevo che era tardi e si vedeva che gli erano rimasti pochi secondi di vita. Ma sono stata con lui, gli ho dato un goccio d'acqua rinfrescante perché era al sole, gli ho sussurrato di star tranquillo perché sarebbe andato in un posto molto migliore del mondo in cui siamo, che non si meritava quella morte così atroce da veleno, e non si meritava la morte in sé, ma una vita splendida e giocherellona, gli ho sussurrato che l'avrebbe avuta da oggi in poi. Abolirei ogni veleno su questa terra. Corrode gli organi interni e la morte è lenta e dolorosa. Potete minimamente capirlo? Empaticamente riuscite a mettervi in una situazione simile? Capitasse al vostro cane o gatto vi dispiacerebbe di più, sono sicura.. Per me, che amo ogni genere di animale ed essere vivente e senziente, oggi é stato un piccolo lutto, ho pianto mentre un signore mi guardava stranito e forse ridendo. Ma non ho neanche commentato e non l'ho neanche guardato. Guardavo lui, che mi ha guardata una volta negli occhi prima di avere l'ultima convulsione, irrigidirsi, sputare sangue e fare l'ultimo respiro. Odio l'essere umano che non rispetta la vita.

23/08/2024

Gerardo Ferrara era un 31enne di Sapri, che in qualche modo somigliava a Massimo Troisi.
Fu contattato dalla produzione de Il postino, alla
ricerca di qualcuno che sostituisse nelle scene più
pesanti un Massimo sempre più stanco e affaticato.
Appena si incontrarono per entrambi fu come
guardarsi allo specchio. Massimo, resosi conto del
suo imbarazzo, lo abbracció e gli disse: “E tu mo ti fai vedere”.

Per un mese buono fu il suo doppio. Era quello che
pedalava sotto il sole di Procida o di Salina, si fermava ad ammirare il tramonto in cima alla collina,
con quella bici tra le mani.
Durante le riprese sua moglie Elena rimase incinta.
Massimo le si avvicinava e le chiedeva: "Come sta
Pablito? Mi raccomando, lo dobbiamo chiamare
Pablito", che era il nome del figlio del Postino.

L'ultimo ciak fu il 3 giugno. Massimo salutò tutti così: “Vi amo tutti, non dimenticatevi di me".
Il giorno dopo morì.
Oggi Gerardo ha 25 anni in più, una carriera da
insegnante, un bed and breakfast e nessun altro
ricordo dal mondo del cinema. Ha anche un libro che Massimo gli regalò con una dedica: "A Gerardo, per la pazienza e l'abnegazione con le quali ha reso più piacevole e meno faticoso il mio lavoro".

Suo figlio nacque poco dopo la morte di Troisi.
Non l'ha chiamato Pablito. D'accordo con sua moglie,
decise di chiamarlo Massimo.
(Dal web)

23/08/2024

Questo è l’ombrellino, immaginate quanto era grande il Cocktail 😂

[📸 Foto dal profilo social di Nuzzo Di Biase]

23/08/2024

“Con Francesco ci siamo amati due volte, venne a casa mia prima di sposare Ilary. In tutti questi anni mi sono presa solo insulti, parole irripetibili da parte dei tifosi della Roma e sono stata etichettata come una bugiarda sia da Ilary sia da Francesco, quando da quest’ultimo, in particolare, mi sarei aspettata invece un ringraziamento. Sì, un grazie per essere stata zitta, discreta, un grazie per avere difeso la sua vita e il suo matrimonio, con il mio silenzio e, invece, ecco come sono stata ripagata. Perché la verità è un’altra, ho avuto paura all’inizio, è vero. Per questo, in un primo momento, ho ritrattato e ho cercato di non parlarne più. Poi sono credente e per me il matrimonio è un vincolo sacro, c’erano anche bambini di mezzo, non volevo farli soffrire. Ecco, ho cercato di tutelare tutti, tranne me stessa. Io avevo ventiquattro anni, ero la ragazza sotto il tavolino del programma televisivo Libero, di Teo Mammucari. Francesco aveva venticinque anni, era il capitano della Roma dello scudetto. Ci siamo incontrati ad una festa, appena mi ha visto mi ha subito chiesto il numero di telefono. Mi chiamò la sera stessa e poi siamo andati a prendere un gelato in Prati, un quartiere elegante di Roma. Da quella sera è iniziata una relazione tra noi, una cosa bella, fresca, tra ragazzi. Lui veniva qui a casa mia, ma ho frequentato anche i suoi amici, andavamo a cena a La Villetta, un ristorante che ama, nei pressi del centro. Andavo anche allo stadio, tifavo. Quello poi, le dicevo, per la Roma è stato un anno magico. A Francesco ripetevo: ‘Hai visto, ti porto fortuna’. Lui rideva, mi abbracciava. È stato tutto bellissimo.

Fu un incontro casuale. Eravamo in un ristorante a Trastevere. Io a un tavolo con alcuni amici, lui a un altro. Questo lo ha scritto anche Francesco nel suo libro, ma non ha raccontato il resto. Appena ci siamo visti, ci brillavano gli occhi, come se avessimo ritrovato l’intesa, si capiva dal modo in cui ci guardavamo che desideravamo stare insieme. Sapevo che stava per sposarsi, ne parlavano tutti i giornali. Ma, in quel momento, non eravamo razionali, parlava il cuore. Appena usciti, siamo andati a casa mia. Quella notte ci siamo amati, è stato molto bello. Tra noi c’era un’alchimia fisica e mentale molto forte. Poi lui ha detto che non poteva dormire da me e ci siamo salutati con dolcezza.

Ero convinta che non sarebbe finita lì, che Francesco sarebbe stato in crisi all’idea di sposarsi. Era troppo forte quello che avevamo vissuto. Almeno da parte mia. Invece non mi è arrivato neanche un messaggio e anche io, ferita, non l’ho più cercato. Mi sono sentita usata, non me lo meritavo, ma ho mantenuto il silenzio per tutti questi anni."

Flavia Vento

18/08/2024

Mi sono laureata ma nessuno ancora mi ha fatto le congratulazioni.😞
Grazie a chi lo farà ❤️

15/08/2024

“Papà era povero, arrivò da emigrante a Milano e dormiva nei palazzi in costruzione. La parola povertà la conosco perché siamo stati spesso sul suo ciglio. Ci chiamavano terroni e questa cosa ci ha scatenato dentro un senso di rivalsa.

Ci ha fatto dire: 'Ve la faremo vedere'. Sono cresciuto nel Bronx, tra scorribande e risse. Eravamo i ragazzi della Via Pal noi di Rozzano. I primi soldi che ricevetti mi parvero un errore perché la fortuna, ai poveri, sembra sempre uno sbaglio.

Quando arrivò dalla Siae un assegno da 20 milioni mia madre mi disse 'chiama la Polizia, ti fanno la multa, non sono soldi tuoi'. Le risposi di stare calma: ‘Non chiamo un ca**o di nessuno mamma, quei soldi sono miei'. Ai miei figli dico sempre di rispettare gli altri, ma di provare a essere liberi con loro stessi e con i loro desideri”

- Biagio Antonacci

15/08/2024

Barbara Bouchet,La forza di una bionda - Pezzi da 90 - Berbel Gutscher era decisamente un nome ostico per fare l'attrice, per cui l'agente decise che lei, giovane immigrata tedesca in America, si sarebbe chiamata Barbara Bouchet. Negli anni '50 è accanto ad attori del calibro di Marlon Brando, Tony...

15/08/2024
15/08/2024

Cara Martina Ciontoli, scusa se la tua vita è stata disturbata dal tuo ragazzo che ha deciso di morire dissanguato dopo che, nella tua casa, ha ricevuto un colpo di pi***la che gli ha trafitto il cuore...
Scusa se tuo padre ha raccontato che si era ferito con un pettine e si era procurato un buchino entrando in panico...
Scusa se tuo fratello ha telefonato al 118 raccontando di uno scherzo, tipo uno che ti fa "bu "dietro l'angolo quando meno te lo aspetti...
Scusa se ti preoccupavi di non poter dare un esame due giorni dopo la morte di Marco...
Scusa se, invece di portarlo subito in ospedale, avete temporeggiato per cercare di trovare una via d'uscita onorevole condannandolo ad una morte orribile e lenta...
Scusa se tua "cognata" voleva parare il c**o a tuo fratello...
Scusa se tuo padre ha dichiarato che aveva paura di avere problemi sul lavoro...
Scusa se, sempre tuo padre, arrivato al pronto soccorso, ha chiesto al medico di guardia di non fare menzione del colpo di pi***la qualificandosi come pubblico ufficiale...
Scusa se i genitori piangono disperati e chiedono la verità...
Scusa se l'Italia intera vi schifa per la vostra ricostruzione e pensa che stiate mentendo proteggendovi a vicenda...
Scusa se siete stati costretti a scappare da Ladispoli perché la comunità tutta vi schifa...
Scusa se vivete in semi clandestinità per timore di essere riconosciuti...
In fondo, è morto solo un ragazzo di 20 anni e qualcuno ha giustamente parlato di quanto accaduto definendolo "Caso Ciontoli" invece di "Caso Vannini".
Buona fortuna Martina, io spero che la vita ti riservi tutto il bello ed il bene possibile, lo stesso che ha animato fino ad ora la tua vita e quella dei tuoi cari. In bocca al lupo.

Marina Conti, mamma di Marco Vannini

Indirizzo

Via Morandi 50
Segrate
20090

Telefono

+393335332482

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Claudio Senna pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Claudio Senna:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram