Dottor Cesare Patrone, studio chinesiologico

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19/11/2024

LA CAPSULITE ADESIVA DELLA SPALLA: UNA CONDIZIONE DOLOROSA E LIMITANTE

La capsulite adesiva della spalla, comunemente conosciuta come “spalla congelata”, è una condizione dolorosa e limitante che colpisce la mobilità e la funzione della spalla. Si caratterizza per una progressiva perdita di movimento articolare e dolore intenso nella regione della spalla che spesso fa perdere le notti.

🔍 Cause e Sintomi

Le cause esatte della capsulite adesiva non sono del tutto comprese, ma si ritiene che possa essere associata a un’infiammazione della capsula articolare della spalla. Una delle cause più frequenti è’ diabete che e’ fibrotizzante, ma anche malattie tiroidee, traumi o interventi chirurgici alla spalla .

Tra i sintomi più comuni ci sono il dolore persistente, la rigidità e la limitazione del movimento della spalla, che possono peggiorare nel tempo se non trattati adeguatamente.

💼 Diagnosi e Trattamento

La diagnosi della capsulite adesiva e’ molto semplice e viene spesso fatta tramite anamnesi ed esame fisico. Potrebbe servire imaging come la risonanza magnetica.
Il trattamento può includere terapia fisica, farmaci anti-infiammatori, iniezioni di corticosteroidi e in alcuni casi, interventi chirurgici per migliorare la mobilità e alleviare il dolore.
Noi da anni effettuiamo una semplice mobilizzazione in sala operatoria preceduta da blocco anestesiologico, infiltrazione col cortisone seguito da mobilizzazione articolare con rottura delle aderenze . Questo ci dà ottimi risultati immediati e basso tasso di complicanze senza la morbilita di un intervento vero e proprio . Dispiace spesso constatare che spesso ai pazienti che trattiamo manchi una diagnosi nonostante spesso siano sottoposti da mesi a diversi trattamenti non basati sulle evidenze scientifiche della letteratura .

🤔 Gestione e Prevenzione

La gestione della capsulite adesiva richiede pazienza e costanza nel seguire il piano di trattamento prescritto dal medico. Gli esercizi di stretching, di mobilizzazione articolare e di rinforzo muscolare possono essere utili per ripristinare la mobilità e prevenire recidive. È importante anche evitare comportamenti che possano aggravare la condizione, come sollevare pesi eccessivi o mantenere posizioni statiche per lunghi periodi. Il rischio di recidiva è elevato , specie nei diabetici che hanno anche rischio di bilateralità .

💡 Conclusione

La capsulite adesiva della spalla può rappresentare una sfida significativa per chi ne è affetto, ma con il giusto approccio terapeutico e una buona gestione dei sintomi, è possibile migliorare la qualità della vita e ripristinare la funzione della spalla. Consultare sempre un medico per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato.

Oggi non dovremo più sentir parlare di PERIARTRITE SCAPOLO- OMERALE, termine coniato da Duplay nel 1872 quando della spalla non si conosceva niente e mancava tutto l’imaging

Sciu Megu ❤️

CONDIVIDIAMO LA CONOSCENZA

24/07/2024

Il Ministero della Salute promuove e tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse delle collettività.

08/07/2024

Buona Estate a tutti voi! Ricordo a tutti i miei pazienti che lo studio non chiuderà nel periodo estivo
😃😜🍾🏆😘🏊🚣
Grazie per la condivisione

Come ogni estate, ripropongo questa illustrazione, per provare a convincervi a non usare troppe ore l' infradito! Grazie...
28/06/2024

Come ogni estate, ripropongo questa illustrazione, per provare a convincervi a non usare troppe ore l' infradito! Grazie per la condivisione

16/05/2024

Senza avere traumi diretti, lesioni alle strutture muscolo-scheletriche o altri danni è possibile avere lo stesso dolore alla spalla?
La risposta è si!

Talvolta localizzato all’articolazione altre volte che scende lungo il braccio e alla mano.

Questo può accadere poiché i nervi, che dal collo arrivano al braccio, passando per la spalla, possono essere compressi a livello della clavicola.

L’insieme di questi nervi, che prende il nome di plesso brachiale, è come se fosse ghigliottinato e stretto nella morsa della clavicola.

Purtroppo questa è una condizione molto frequente.

In tutti quei casi di alterazione della postura del capo in avanti, oppure per atteggiamenti sempre in “chiusura” delle spalle.

Oppure altre condizioni che determinano costrizione e perdita di mobilità delle clavicole e delle coste alte.

Durante gli allenamenti, inoltre, può capitare di non dare la giusta importanza allo stretching di quei muscoli che antepongono le spalle.

Questo può provocare l’ulteriore retrazione di strutture fasciali che spingono sul plesso brachiale.

I muscoli messi sotto processo sono principalmente il piccolo pettorale, il coraco brachiale ma anche parte del muscolo bicipite.

Inoltre entrano in gioco anche i muscoli scaleni nel comparto antero-laterale del collo.

Questi, infatti, se rigidi, alterano la meccanica delle coste superiori e comprimono i nervi che arrivano alla spalla e al braccio, giù fino alla mano.

Purtroppo agire solo sulla spalla lascia il tempo che trova e bisogna liberare i nervi a monte, da dove sono “intrappolati”.

Manipolazioni ed alcuni esercizi specifici possono essere molto utili.

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16/05/2024
16/05/2024

CICATRICI E OSTEOPATIA

Le cicatrici cambiano l’ordine naturale della funzione della pelle, che è l’organo più grande di tutto il corpo,

La pelle protegge l’interno del corpo ed evita la dispersione della nostra energia interna.

Le cicatrici lasciano tracce a livello fisico emozionale ed energetico.

Le aderenze delle cicatrici più o meno profonde creano limitazioni dei movimenti tessutali, viscerali e articolari.

Nella cicatrice si mantiene la memoria dell’evento traumatico che l’ha creata creando scompensi emozionali.

Una cicatrice va sempre testata ed eventualmente trattata per evitare ad disequilibri energetici , stanchezza e dolori vari.




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16/05/2024

L’importanza della giusta rullata del piede, durante il cammino, è capitale.

Questo, infatti, consente non solo una fisiologica distribuzione del peso su tutte le articolazioni, che supportano il carico corporeo, ma anche per permettere la “spremitura” del sistema dei fluidi che spinge verso l’alto.

Chiedete a qualsiasi persona, donna in particolare, che trascorre molte ore seduta, o ferma allo stesso posto, come si sente le gambe.

In generale risponderà che le sente pesanti e gonfie, specie nei periodi caldi.

Tuttavia questa sensazione di gonfiore può essere maggiormente riportata su un lato.

Alcune cause, non patologiche, possono essere ricondotte ad una disfunzione articolatoria della caviglia.

Un “blocco” articolare, conseguente a trauma pregresso anche di vecchia data, può essere un grande ostacolo al normale drenaggio vascolare, per la spinta dei fluidi verso l’alto.

Una vecchia distorsione di caviglia, magari dimenticata perché non più dolorante, potrebbe ancora rappresentare a distanza di tempo un limite da considerare.

In primo luogo, bisognerebbe valutare la funzionalità della caviglia su i piani dello spazio.

Il professionista in genere esegue tutta una serie di test, per individuare quale range di mobilità è compromesso, e quali funzioni di stabilità e controllo sono deficitari.

In secondo luogo si agisce sullo sblocco, attraverso manipolazioni o esercizi di stimolazione specifica, volti alla mobilità o al recupero delle funzioni stabilizzatorie, nonché del controllo dei movimenti attivi.

Infine si rieduca al movimento del passo.

Qualora, dunque, la causa del gonfiore alla gamba fosse la caviglia, il recupero della sua piena funzionalità potrà consentire un più naturale e fisiologico ritorno dei fluidi verso l’alto, migliorandone il quadro in generale.

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27/02/2024

TRATTARE IL SINTOMO SENZA SCOPRIRNE L'ORIGINE, EQUIVALE A CONDANNARE IL PAZIENTE AD UNA MALATTIA PIÙ SUBDOLA...PIÙ SEVERA.

Non esiste effetto senza causa!
A questa legge ubbidiscono anche le malattie,
siano esse di origine fisica, chimica, emozionale...
Ad ogni aggressione, il sistema biologico del nostro corpo si organizza e risponde adeguandosi, mutando dei parametri, riducendo alcune attività ed aumentandone altre.
Si adegua, si adatta..., in attesa poi di riorganizzarsi per poter tornare esattamente come era prima, terminata l'aggressione.
Ma, se la causa non viene rintracciata, trattata ed eliminata..., ma il sintomo viene soppresso,
si creerà una condizione di "non ritorno" da parte di alcune componenti del corpo.
Adattamenti, compensi, dispendi energetici, riduzione delle funzioni, stanchezza cronica; questo è quanto avviene ogni giorno.
Ed ecco che, lentamente, arriva una nuova malattia come conseguenza della prima non risolta..., ma soppressa.
Tutto ciò avviene in un lasso di tempo solitamente ingannevole: nessuno collega la causa con l'effetto dato il lasso di tempo che intercorre fra i fenomeni.
È così che si ripartirà con una nuova soppressione
dei nuovi sintomi ora più subdoli.
Tutto questo è valido in ogni settore della medicina e delle terapie riabilitative, sia classiche che complementari
(D. Raggi).

27/02/2024

Braccio addormentato, dolore alla spalla, formicolio alla mano o senso di debolezza lungo tutto l’arto superiore, sono solo alcuni dei disagi che possono essere avvertiti da una persona quando si è in presenza di una disfunzione di mobilità della clavicola.

Un osso che si comporta come un “trasduttore di forze” e che può restare vittima non solo di lesioni strutturali, quali frattura ossea, ma anche di disfunzioni meccaniche che compromettono la normale fisiologia del movimento della spalla.

Può essere anche responsabile di problemi al collo e alla gabbia toracica.

Tuttavia basta guardare questa splendida immagine per capire come la clavicola possa essere una “ghigliottina” per tutto quello che è il pacchetto vascolare e nervoso che dalla colonna vertebrale arriva fino alle dita della mano.

Se vi è una compressione sotto alla clavicola il senso di formicolio, impotenza funzionale o dolore possono tutti essere percepiti in un punto del braccio dalla spalla alla mano.

Accanirsi sul braccio senza considerare la causa del problema non porterà a nessuna risoluzione se non si libera a monte la “chiusura” dei canali che sono schiacciati dalla clavicola.

Una clavicola può essere a sua volta vittima di un problema al collo, così come di un vecchio trauma sulla spalla.

Può essere la manifestazione di chiusura di compenso delle fasce della gabbia toracica così come un’alterazione riflessa di uno squilibrio viscerale.

Resta il fatto che questa struttura deve essere liberata se sta comprimendo il flusso vascolare nervoso e linfatico all’intero braccio.
Saranno utili manipolazioni specifiche, esercizi di mobilità o stretching nonché rinforzo di muscoli della spalla e del collo per ristabilire il giusto funzionamento della clavicola in relazione alle altre strutture contigue.

Normalizzare dall’alto la “strozzatura” darà un senso di maggiore libertà all’intero braccio non solo a riposo ma anche e soprattutto durante i movimenti del braccio.

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27/02/2024

Quando i muscoli del collo sono particolarmente rigidi possono comprimere i nervi che dalla zona cervicale arrivano su fino agli occhi dando dolore e forte senso di disagio su tutto il cranio.

In questi casi dove la causa è “miotensiva”, quindi generata dalla tensione muscolare, può tornare di grande efficacia lo stretching dei muscoli del collo nonché le manipolazioni della colonna cervicale.

La manipolazione non prevede necessariamente il “crack” delle vertebre bensì tecniche che inibiscano la tensione muscolare, fasciale o che riattivino gruppi di muscoli stabilizzatori.

Anche uno stress agli occhi può condizionare la rigidità della zona della nuca, così come disordini alla mandibola nelle sue articolazioni.

Gli esercizi andrebbero sempre insegnati da un professionista che in base ai limiti e alla postura può indicare quelli più idonei.

Molto spesso per rilasciare le tensioni il getto d'acqua calda della doccia direttamente sul collo può essere un utile alleato.

Anche il massaggio riveste un importante ruolo se operato da mani esperte e personale qualificato.

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04/01/2024

Gli esercizi di mobilità dovrebbero avere degli obiettivi ben precisi.

Mobilizzare tutto, in modo globale, non è un modo di intervenire che fa sempre bene, anzi…

Generalmente ad ogni perdita di mobilità (ipomobilità) di una zona corrisponde un aumento (ipermobilità) da un’altra parte.

Nel caso della colonna toracica o dorsale (T-Spine) si presentano principalmente due grandi condizioni: un aumento della curvatura (ipercifosi) e una riduzione della curvatura (ipocifosi).

Mantenere mobilie nella sua fisiologia questa parte della colonna vertebrale è di fondamentale importanza, per la zona lombare, cervicale e per la completa mobilità delle spalle.

Va ricordato che le vertebre dorsali si articolano con le coste e che possono compromettere il meccanismo respiratorio.

Vero anche il contrario, quindi le coste possono limitare la mobilità vertebrale.

Molti adattamenti in questa zona sono in relazione con le fasce anteriori dell’addome e possono influenzarsi a vicenda.

Mobilizzare a “tutta forza” la colonna dorsale non è sempre una buona idea poiché andrebbe capito prima cosa la limita.

Una controindicazione alla mobilizzazione generica in estensione, tipica della “mobility prima della performance”, dovrebbe mirare ai punti specifici di restrizione e non a casaccio su tutta la zona dorsale.

Se nella curva esiste una inversione cifotica, quindi vi è una "lordosi nella cifosi", la mobilizzazione in estensione andrà ad aggravare ancora di più la lordosi anomala.

Questa diverrà ancora più ipermobile e come risultato le zone sopra e sotto diveranno ancora più rigide, per compenso di protezione.

Quindi bisognerà essere molto “precisi sulla zona in restrizione di mobilità” e non andare su e giù su dei rulli di gomma a casaccio, senza sapere cosa si sta mobilizzando…

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Indirizzo

Via Pira 2A
Selargius
09047

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 21:00
Martedì 08:00 - 21:00
Mercoledì 08:00 - 21:00
Giovedì 08:00 - 21:00
Venerdì 08:00 - 21:00
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