Dott.ssa Alessandra Marelli, Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Alessandra Marelli, Psicologa Psicoterapeuta Psicologa e psicoterapeuta Gestalt H.C.C. Psicoterapeuta EMDR.
Presidente di Asipp Psicologa clinica esperta in fisiologia e psicologia perinatale. Psicoterapeuta

25/11/2025

Per cambiare, davvero le cose, occorre ripensare al nostro modo di trattare le donne.
Non è solo una questione legata ai femminicidi, ma a quanto molti comportamenti alimentino l’idea che la donna, in quanto tale, sia oggetto e non soggetto, da sottomettere, schernire, umiliare e controllare.

Se ad oggi ci sono piccole persone che fingono di essere disabili per saltare la fila di ingresso ad un parco divertimen...
14/11/2025

Se ad oggi ci sono piccole persone che fingono di essere disabili per saltare la fila di ingresso ad un parco divertimenti, che se ne vantano sui social, che si auto definiscono “astute” e vengono anche seguite da migliaia di persone, se ad oggi ci sono famiglie che lottano da sole per vedersi riconosciuti diritti basici e fondamentali, che vivono tra fatiche inimmaginabili pur mantenendo una dignità che ci fa quasi vergognare delle nostre costanti lamentele, allora significa che stiamo sbagliando qualcosa.
Non ci può essere nessuna evoluzione quando manca l’umanità.

FRANCA BOCCHER: LA VERITÀ CHE NESSUNO HA IL CORAGGIO DI DIRE SULLA DISABILITÀ GRAVE

Mi chiamo Franca, sono la mamma di Bruno Ciola. Mio figlio è affetto da una gravissima disabilità causata da asfissia neonatale. La sua vita — e la nostra — non è fatta di speranza, frasi motivazionali, slogan dolci o favole sulla “diversità come dono”.
Bruno non cammina, non parla, non mangia, non beve.
Viene nutrito tramite PEG.
La sua giornata si divide tra letto e carrozzina.
Se il tempo lo permette, e se la malattia glielo concede, possiamo fare una breve passeggiata. Una normalità che per noi è già un lusso raro.
Questa non è una storia da libro di auto-aiuto.
Non è un racconto per far commuovere chi legge e poi continuare la giornata come se nulla fosse.
È la realtà nuda di ciò che significa vivere con una disabilità grave, per chi la vive nel corpo e per chi la vive nell’anima, ogni giorno, senza tregua.
Bruno non vive, Bruno subisce la vita.
E noi genitori insieme a lui.

La nostra vita non è più nostra.
Non esistono riposi, pause, notti intere, giorni liberi.
Il nostro è un lavoro continuo, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.
Siamo caregiver.
Siamo infermieri, fisioterapisti, badanti, psicologi, assistenti.
Siamo tutto, tranne persone libere.
Chi dice che “la disabilità è un dono” non sa di cosa parla.
È una frase che può dire solo chi non ha mai vissuto ciò che viviamo noi.
Noi non siamo “coraggiosi”.
Non siamo santi.
Non siamo forti.
Siamo rassegnati.
E la rassegnazione non è pace.
La rassegnazione è dolore che non ha più lacrime.

Poi c’è lo Stato.
Anzi: l’assenza dello Stato.
La figura del caregiver familiare non è riconosciuta.
Io non lavoro, perché il mio lavoro è mio figlio.
Ma non avrò mai una pensione.
Non “posso” ammalarmi.
Non posso permettermi di cedere, fermarmi, crollare.
Perché se cado io, cade tutto.
E quando noi non ci saremo più?
Chi prenderà Bruno in braccio?
Chi lo laverà, nutrirà, assisterà?
Chi lo amerà al punto di consumarsi?
Non esistono strutture adeguate.
Solo istituti impersonali, corridoi freddi e spalle voltate.
Chiedo case famiglia piccole, con personale formato, luoghi dignitosi dove i nostri figli possano vivere senza essere parcheggiati nell’indifferenza.
Non chiediamo miracoli.
Chiediamo diritti.
Chiediamo di non elemosinare ciò che ci spetta.
Chiediamo che chi decide le leggi venga almeno una notte nelle nostre case.
Una sola.
E allora capirebbe.
Capirebbe davvero.

La disabilità non riguarda solo chi ne è colpito.
Riguarda l’intera famiglia.
Le amicizie svaniscono, i parenti spariscono, le relazioni si sbriciolano.
Rimane un nucleo fragile, stretto, che resiste.
Non per eroismo.
Per sopravvivenza.
Noi non viviamo.
Noi sopravviviamo.
E sopravvivere non dovrebbe mai essere la normalità.
Firmo questa testimonianza non come simbolo, non come esempio, non come storia da condividere e dimenticare.
La firmo come monito, come richiesta, come urlo silenzioso in mezzo al rumore dell’indifferenza.
Più rispetto.
Più sostegno.
Più presenza.
Non solo in campagna elettorale.
Con dolore e con verità,
Franca Boccher — mamma di Bruno

22/10/2025

Ma quante persone ci sono che confondono il concetto di sincerità con quello di maleducazione?!?!
Io davvero non me ne capacito.

Meno male che hanno tolto l’educazione affettiva e sessuale dalle scuole. Altrimenti si rischiava che alcuni soggetti po...
21/10/2025

Meno male che hanno tolto l’educazione affettiva e sessuale dalle scuole. Altrimenti si rischiava che alcuni soggetti potessero comprendere il significato del consenso.
E non dimentichiamoci di ringraziare il giudice che, in un colpo solo, è riuscito a ritraumatizzare
l’ennesima ragazza vittima di violenza. Poi piangete sui cadaveri. Disgustosi.

È successo ancora.

A Macerata, un ragazzo di 25 anni è stato assolto dall’accusa di stupro su una ragazza di 17.

Lei, minorenne, era venuta in Italia per studiare. Una sera esce con alcuni coetanei, resta in macchina con uno di loro, lui la blocca, la violenta.

Ci sono i referti medici, le testimonianze, le chat, tutto.

Eppure per i giudici non basta.

Perché, scrivono, “la ragazza conosceva i rischi di restare da sola in auto con lui”.

Perché “aveva già avuto rapporti”, non era vergine e “aveva accettato di scambiarsi effusioni”, “conosceva il rischio”.

Come se il fatto di aver detto sì a un bacio significasse dire sì a tutto.

Come se una ragazza, dopo aver accettato di restare in auto, non potesse più dire no.

E invece la legge lo dice chiaramente, come stabilito dalla Corte di Cassazione: il consenso si può revocare in qualsiasi momento.

Anche dopo un bacio, anche dopo un abbraccio, anche dopo un sorriso.

Perché il no è no sempre, anche quando arriva dopo un sì.

Questa sentenza ci riporta indietro di decenni.

Come se il corpo di una donna fosse un terreno concesso, una proprietà altrui.

Come se bastasse accettare un passaggio o un gesto d’affetto per perdere il diritto di decidere.

Ogni volta che una sentenza così viene scritta, facciamo cinquanta passi indietro.

Nella cultura, nella giustizia, nella civiltà.

20/10/2025

Oggi voglio darvi una piccola bussola che, spero, potrà aiutarvi a capire meglio alcune dinamiche di gruppo.

“Io rivendico il mio diritto di pensare e non di tifare o schierarmi senza cognizione di causa”.

16/10/2025

“Estesa alle secondarie di primo grado l’esclusione di attività didattiche e progettuali su temi attinenti la sessualità. Alle superiori servirà il consenso dei genitori. Fortemente critiche le opposizioni. Il testo del disegno di legge dovrà passare in Parlamento”
Fonte: la Repubblica.

15/10/2025

Il 15 ottobre ricorre la Giornata Mondiale della Consapevolezza sulla perdita di un bambino in gravidanza o dopo la nascita (Baby Loss Awareness Day).

Sono milioni le persone che in 50 diversi Paesi si incontrano e aderiscono alle iniziative riguardanti tale giornata, accendendo candele o illuminando monumenti.

Il fine ultimo è quello di sensibilizzare al tema del lutto perinatale, rendendo consapevoli le persone che fanno parte del “villaggio”, di quanto sia complessa e profonda la perdita, evidenziando le implicazioni e l’impatto nella vita di quelle famiglie che ne vengono colpite e riconoscendo la necessità di fornire assistenza psicologica e medica.

Anche quando l’aborto è molto precoce e avviene quando la “pancia” non è ancora visibile, da moltissime donne (e uomini) viene vissuto come l’esperienza più innaturale e traumatica possibile: ci si trova di fronte alla morte che incontra l’atto del dare la vita.

Il nostro intento è fare in modo che questo 15 ottobre possa essere occasione per i genitori di sentirsi legittimati nell’esprimere il proprio dolore, di frantumare l’indifferenza che spesso gira intorno a questo tema, di condividere l’esperienza senza tabù, di ricordare, di celebrare chi è invisibile al mondo ma sempre presente nei cuori.

E che l’Onda di Luce, che parte dal simbolico gesto dell’accensione di una candela (19:00 ora locale) in memoria di questi bambini, possa infondere calore ed essere opportunità di sollievo per chi resta.

Il Direttivo ASIPP





26/09/2025

I corsi di autodifesa non servono

22/09/2025

Sostenete l’ospedale pediatrico di Gaza, se potete.
Aiutiamo chi è sul campo.
Andate a vedere cosa fanno.
Andate a vedere chi unisce i fatti alle parole e non si limita a piangere e dire che non è giusto.
Aiutiamo chi ha avuto ed ha il coraggio e la forza per aiutare i bambini in questo inferno.
Grazie.



IBAN:
IT88Q0503401699000000013880
Intestato a Soleterre
Causale: Gaza pediatria Nasser Hospital

Siamo davvero diventando una società bambino fobica, oppure è il caso che ci interroghiamo tutti sulle nostre condotte i...
15/09/2025

Siamo davvero diventando una società bambino fobica, oppure è il caso che ci interroghiamo tutti sulle nostre condotte in quanto genitori?

12/09/2025

L’ortoressia è un disturbo alimentare.
È una vera e propria ossessione per il cibo sano ed ha delle conseguenze importanti sulla nostra salute:
- malnutrizione
- perdita eccessiva di peso
- indebolimento del sistema immunitario
- problemi psicologici
- riduzione della qualità della vita

Mi raccomando. Se hai bisogno non temere di chiedere aiuto.

01/09/2025

La sindrome da rientro (post vacation blues).

Scommetto che in molti, in questi giorni di rientro, si sentono così.
Non preoccupatevi, è passeggero.

Ricordatevi però di non aspettare le vacanze per rendere la vostra vita più piacevole.

BUON RIENTRO!

Indirizzo

Via Scoccimarro, 1
Senago
20030

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 13:00

Telefono

+393332328688

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