09/02/2023
Gli psicologi piangono?
Io sì, almeno una volta alla settimana, un po’ come la terapia, quasi sempre quando nessuno mi vede, anche se piangere in metro mi è sempre piaciuto. Una volta ho pianto in seduta, davanti a una signora che aveva appena perso la compagna e mi faceva vedere le loro ultime foto insieme. Piango spesso quando non so che dire, o forse quando non c’è proprio niente da dire.
Piangere non vuol dire che rubi il dolore dell’altro, credo voglia dire che lo senti, o che ci provi. Perché si fa presto a parlare di empatia, oddio come sono empatia come sono sensibile, no, l’empatia è un esercizio difficilissimo e serve attenzione al racconto, a stare per un attimo nei panni dell’altro come se fossi l’altro, non tu. Altrimenti finirei per piangere per il mio cane che ho perso a 5 anni, per la paura di perdere i miei genitori o me stessa.
Gli psicologi dovremmo piangere in modo discreto, a porta chiusa, a casa, a fine giornata, tra una seduta e l’altra, passandoci i kleenex da soli, senza protagonismo, senza salire sul palco. Però dovremmo piangere ogni tanto altrimenti finiamo per fare quello che cerchiamo di disfare, le difese che servono a sentire i rumori come se venissero da lontano.
La prima volta che ho pianto è stato a 19 anni, quando vestita col camice che parevo un macellaio della Coop, facevo le fotocopie al tirocinio in ospedale. C’era una famiglia che mi chiedeva se il figlio fosse sopravvissuto all’operazione, non potevo dire niente mi avevano detto i dottori, ma la risposta era no.
Ho fatto di corsa il corridoio, sono entrata in uno sgabuzzino e ho pregato un dio che non conosco. L’ultima è stata ieri, quando una ragazza mi ha detto che pensa spesso a morire e che non l’aveva detto a nessuno.
Che immenso regalo.
Gli psicologi sono come tutti gli altri, ma gli psicologi sono quelli che se fa freddo e di giacca ce n’è solo una, se la tolgono. Non siano eroi, non siamo più forti, siamo solo o comunque dovremmo, tra i due, essere quelli più responsabili.
Gli psicologi sono quelli che quando serve sanno dire quella grande frase d’affetto che è “ci penso io”.