16/10/2025
Oggi ricordiamo tre uomini che hanno servito lo Stato con silenziosa dedizione. Indossavano la divisa dell’Arma, ma prima ancora erano cittadini, padri, figli, compagni. Hanno scelto una vita al servizio della comunità.
Il loro sacrificio non è solo un fatto di cronaca: è un atto che ci obbliga a riflettere su cosa significhi davvero “esserci per gli altri”.
I carabinieri si muovono dove la legge incontra il rischio. Noi soccorritori, invece, entriamo dove la vita vacilla e chiede aiuto. Due strade diverse, unite da un’unica vocazione: proteggere. Loro difendono la comunità dalla violenza e dal caos, noi la difendiamo dal dolore e dalla perdita. Ma in entrambi i casi, si tratta di scegliere gli altri prima di sé stessi.
Non c’è competizione, né confronto di valore. C’è solo una stessa radice: la responsabilità di rispondere quando tutti indietreggiano. Che si tratti di un’emergenza, di un incidente o di un crimine, l’anima del servizio resta la stessa.
Ricordarli significa ricordare anche noi: chi lavora nel silenzio, chi non cerca onori, chi si alza ogni giorno sapendo che potrebbe non tornare. Ai tre carabinieri va la nostra gratitudine. A tutti coloro che servono, in ogni uniforme o camice, il nostro impegno a continuare.
Un augurio anche ai feriti, nella speranza che possano guarire al meglio.