06/09/2025
La psicologia deve essere accessibile a tutti.
Non con un bonus che si esaurisce in poche ore. Non con graduatorie che lasciano fuori il 99% delle persone.
Serve lo psicologo di base, come il medico di famiglia: un punto di riferimento certo, gratuito, vicino.
Nel 2024 sono arrivate oltre 400.000 domande per il Bonus Psicologo.
Accolte? Solo 3.325: meno dell’1%.
Quest’anno i fondi sono di 9,5 milioni di euro, abbastanza per circa 6.300 persone.
Numeri ridicoli se pensiamo che in Italia una persona su quattro soffre di un disturbo mentale e che un minore su cinque ha bisogno di supporto psicologico.
E mentre i numeri gridano, lo psicologo si trova costretto a pronunciare parole che non dovrebbe mai dire:
“Mi dispiace, dobbiamo interrompere. Il budget a disposizione è finito. Se non ha disponibilità economica per continuare in autonomia, dobbiamo fermarci qui.”
Un paradosso etico intollerabile. Perché la psicoterapia non è un corso che puoi interrompere a metà: è un percorso di cura che, se spezzato, rischia di fare più male che bene.
Poi c’è la prevenzione, la grande assente.
Senza portare la psicologia nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei quartieri, continueremo a rincorrere le emergenze.
E non raccontiamoci che i bonus a intermittenza possano colmare il vuoto: certo, possono dare un piccolo sollievo, ma non sono la soluzione.
La prevenzione richiede continuità, presenza, ascolto quotidiano.
Ed è qui che i dati diventano più chiari delle parole: se centinaia di migliaia di persone, nonostante burocrazia e limiti, trovano la forza di fare domanda, significa che il bisogno di psicologia in questo Paese è enorme.
E che noi, come sistema, non lo stiamo leggendo. Non lo stiamo ascoltando. Non lo stiamo accogliendo.
La salute mentale non può essere trattata come un lusso o un’elemosina istituzionale.
Non servono cerotti simbolici. Serve un cambio di passo radicale.
La risposta è una sola: istituire lo psicologo di base.
Un presidio stabile, accessibile a tutti, che garantisca ascolto, prevenzione e cura.
Solo così la salute mentale smetterà di essere un privilegio per pochi e diventerà finalmente ciò che è: un diritto universale.