Elisabetta Gogna psicologa

Elisabetta Gogna psicologa Ricevo su appuntamento a:
Padova via manfroni, 6
Sant’Elena, via Roma 20
Psicoterapeuta

29/11/2025

Parlare di educazione affettiva e sessuale a scuola significa offrire a ragazze e ragazzi strumenti per comprendere sé stessi, le relazioni e il rispetto reciproco.

Il testo di questo mese – intenso e illuminante – ci ricorda quanto sia importante creare momenti strutturati e sicuri, guidati da professioniste e professionisti formati, capaci di ascoltare, rispondere e accompagnare gli studenti nelle domande che ogni giorno emergono spontaneamente nelle classi.

Promuovere questi spazi significa investire nel benessere, nella consapevolezza e nella crescita delle nuove generazioni.

Il testo è di Nicolò Targhetta e la grafica di Amandine Delclos.


Buona lettura!

- Prof?
- Sì?
- Massimo mi ha chiamata tr***.
- Cos’è che ha fatto?
- Mi ha chiamata tr***.
- Ma è gravissimo. Adesso ci fermiamo un attimo e affrontiamo per bene la questione.
- Grazie prof.
- Aspetta, ce l’hai il consenso?
- Il consenso?
- Il consenso firmato dei tuoi per poter fare educazione sentimentale e sessuale a scuola?
- No.
- Sicura?
- Sì.
- Va bene, T***a era un’antica città dell’Asia Minore, resa celebre dai poemi omerici per la lunga guerra scoppiata dopo il rapimento di Elena. Hai domande?
- Non ho capito.
- Tranquilla, poi approfondiamo quando leggiamo l’Iliade.
- Ma prof, io veramente…
- Qualcun altro?
- Prof, Sara mi ha detto che il mio corpo fa schifo.
- Terribile, davvero terribile. Questa è violenza verbale, e io sono pronto a spiegarti tutto dopo che, cortesemente, mi hai mostrato il consenso firmato dei tuoi.
- Non ce l’ho.
- Lo sapevi che nell’arte greca il Corpo Ideale nel canone di Policleto prevedeva proporzioni precise, che peraltro oggi considereremmo irrealistiche?
- Mi ha fatto piangere.
- Mi dispiace, ma hai qualche domanda su Policleto?
- No.
- Benissimo, e anche questa è fatta.
- Prof, ieri un ragazzo mi ha toccata senza che io glielo chiedessi.
- Cosa?
- Ieri un…
- Consenso firmato?
- No.
- E allora fisica: quando due corpi entrano in contatto...
- Veramente io vorrei sapere cosa devo fare se succede ancora.
- Non posso dirtelo senza consenso firmato dai tuoi. Quello che posso dirti è l’anno della caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
- Prof, i miei amici dicono che se non faccio certe cose sono uno sfigato. Lei che dice?
- Consenso firmato?
- No.
- E allora, caro mio, io dico 476 d.C.
- Prof, è normale che il mio ragazzo si arrabbi se esco con altre persone?
- Consenso firmato?
- No.
- La Carta delle Nazioni Unite del 1945 dice che ogni entità sovrana ha diritto alla libera autodeterminazione.
- Prof, mi ha chiesto una foto… e se poi la manda in giro?
- Nel Rinascimento il concetto di nudo…
- Prof ci spiega il consenso?
- Hai il consenso firmato dei tuoi?
- No.
- E allora senza consenso non posso spiegarti il consenso.
- Prof.
- Sì?
- Non stiamo capendo niente.
- Ah, voi non state capendo niente? Immaginate di essere me, intrappolato in un doppio paradosso. Da una parte per fare educazione affettiva ho bisogno di un consenso dei vostri genitori. Consenso che prevede la visione preventiva di tutto il materiale del corso, cosa che fra parentesi non accade per le altre materie. Senza scomodare l’articolo 33 della Costituzione, ci sarebbe anche da far notare che questo sottintende neanche troppo velatamente che i genitori sappiano meglio della scuola cosa serva ai ragazzi dal punto di vista educativo. Dall’altra parte, per quanto la scuola possa definire quali siano le esigenze dei ragazzi, non sempre riesce a mettere in pratica questa risposta a una necessità sempre più evidente. Perché questa educazione è spesso affidata a noi docenti che con le nostre lauree non abbiamo neppure ricevuto una formazione specifica che ci aiuti a trattare al meglio un argomento così complesso e delicato.
E l'Italia è l'unico paese europeo che non ha gli psicologi scolastici come figura strutturata.
- E quindi?
- E quindi indovina chi rimane fregato? Bravissimi, giù le mani.

13/11/2025

Non tutto va guarito per essere vissuto.
Ci sono ferite che non si chiudono: si abitano.
E puoi andare avanti
anche con qualcosa che fa ancora male.

Ci sono notti in cui la luce non vince sul buio,
ma gli tiene la mano.
E certe notti non si superano,
si ascoltano.

Ci sono momenti in cui anche i passi fermi sanno dire qualcosa.
E smettere di lottare
non significa arrendersi,
ma scegliere di respirare.

Ho imparato che si può essere fragili e forti
nello stesso istante.
Che la paura non sempre chiede coraggio,
a volte sono una pausa.
E che non tutto quello che trema va aggiustato:
certe crepe servono a far passare l'aria.

Ho imparato che il silenzio non è sempre mancanza,
a volte è un confine gentile.
Che dire "basta" può essere un atto d'amore.
Che dire "resto" può essere una rivoluzione.

Ho imparato che non devo più scegliere
quale parte di me mostrare.
Che ogni mia voce ha diritto di parola,
anche quella che non sa spiegarsi.

E che si può ringraziare
anche con le lacrime agli occhi.
Perché a volte
il dolore e la gratitudine
si stringono piano
senza fare rumore.

-Michele Lanotte-







Illustrazione di Lisa Aisato

22/10/2025

Da chi non mi devo difendere chi è sincero e non dubito
Quelle sono le mie persone.
Chi nutre la mia anima e mi riporta a casa con parole che ispirano, guarigione nelle mani e uno sguardo oltre il tempo.
Quelle sono le mie persone.
Chi vede le proprie ferite come feritoie da cui guardare la vita insieme. Chi costruisce attorno alle mie, storie di bene, affinché non siano dirupi ma ponti, non mancanze ma opportunita.
Chi ha tempo per i passi del cuore, senza fretta ma con presenza.
Quelle sono le mie persone.
Chi sa quando accompagnare, chi sa quando spingere.
Chi resta dopo avermi vista tutta intera.
Tutta
intera.
Quelle sono le mie persone.
Chi non si fa pregare ma prega con me, anche per me.
Chi non si fa aspettare ma aspetta con me.
Chi non mi vuole diversa ma mi vuole leggere in versi.
Queste sono le mie persone.

[Gloria Momoli]
Illustrazione da Pinterest

28/09/2025

⛔ LE FRASI CHE FANNO MURO: DOVRESTI CAPIRLO DA SOLO! 😡🙄
Pronunciare “Dovresti capirlo da solo!” nel pieno di un diverbio non è un invito all’autonomia, tutt'altro. In quel momento, la frase diventa un muro tra due persone: chi la pronuncia cerca di colpevolizzare l’altro per non aver colto un bisogno o un torto non esplicitato.
Diventa una questione di principio: "se davvero ci tenesse, dovrebbe capirlo". Ma questa attesa irragionevole non fa che alimentare rancori e fraintendimenti. Quando non diamo voce ai nostri sentimenti, mettiamo l’altro in una posizione impossibile: o legge nel pensiero, o diventa colpevole.
🤕LE FERITE CHE LASCIA
Subire questo rimprovero provoca spesso:
- senso di impotenza e inadeguatezza
- rabbia repressa, perché non sai davvero cosa avresti dovuto “capire”
- ulteriore allontanamento emotivo, che inasprisce il conflitto
- Invece di chiarire, si accumulano rancori e sospetti.
🗣️PERCHE' E' IMPORTANTE IL CONFRONTO APERTO
Quando due persone decidono di parlare chiaramente:
- impediscono ai malintesi di radicarsi
- riconoscono che le emozioni vanno espresse, non messe alla prova
- costruiscono un terreno di ascolto reciproco
Il confronto esplicito non indebolisce la relazione, la rinforza, perché mette in comune responsabilità e soluzioni.
😃VERSO UNA COMUNICAZIONE PIU' SANA
Al posto di “Dovresti capirlo da solo”, possiamo scegliere frasi che invitano al dialogo:
“Ti va di parlare di quello che è successo?”
“Sento che c’è tensione, vorrei capire il tuo punto di vista”
“Posso spiegarti come mi sono sentito?”
In questo modo smettiamo di attribuire difetti all’altro e iniziamo a condividere bisogni e prospettive.
Il vero punto di svolta non sta nel chiudersi in silenzio ma nell'esternare e spiegare il proprio disappunto, e offrire all’altro la possibilità di fare lo stesso. Solo così la relazione può crescere libera da rimpianti e ricatti silenziosi.
Quindi ricordate... un litigio rancoroso non si risolve con prove di indovino, ma con parole chiare e ascolto sincero. Solo così si spezza il potere di “Dovresti capirlo da solo!” e si apre la strada a una riconciliazione autentica.


25/09/2025

"Le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni. Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi. Perchè la vita non torna indietro e non si ferma a ieri."
I vostri figli, Kahlil Gibran

09/07/2025

[..]Pensò che, paradossalmente, poteva riuscire a migliorare proprio perché non credeva in se stesso. Perché era meno bravo degli altri. All'improvviso, vide il suo limite come una ricchezza e realizzò quanto bene volesse alla propria parte fragile. A quella parte che, nonostante tutto, in quegli anni non si era mai arresa. E decise che non voleva più negarla, non voleva più nasconderla, non voleva più fingere che non ci fosse. Aveva solo voglia di accogliere la propria paura, sentirla sulle braccia nelle gambe nello stomaco, una nota che poteva farlo vibrare come un violino e non più un allarme che gli paralizzava la schiena. Poteva finalmente dirsi: 'Io sono anche questa cosa qui'. Pensare: 'Se questa cosa mi abita vuol dire che può essermi utile'. [..]

Tratto da "Il talento della rondine" di Matteo Bussola






Illustrazione di Lisa Aisato

Buona Pasqua!
20/04/2025

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03/04/2025

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Un libro che affronta il tema della morte; un argomento ancora tabù per la nostra società, ma molto presente e attuale nelle vite di tutti.

FISSANDO IL SOLE
Come superare il terrore della morte.
Di Irvin D. Yalom.
Collana Beat Bestseller

Tanti auguri a tutti i papà! ♥️
19/03/2025

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Ti riconosci in qualcuno? Insieme possiamo approfondire il tema e trovare il percorso giusto per te.
— DM
— 340 4941824
elisabettagogna1976@gmail.com

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21/02/2025

La consapevolezza è la capacità di essere a conoscenza di ciò che viene percepito e delle proprie risposte comportamentali. Potrebbe essere uno spunto di riflessione per il weekend!

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