G. Ciro Rendina - Psicologo

G. Ciro Rendina - Psicologo -Psicologo
-Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
-Lavoro online con adulti

Immaginiamo che in terapia possano esserci due tipi di momenti che la rendono una buona psicoterapia. Uno di questi è il...
08/08/2022

Immaginiamo che in terapia possano esserci due tipi di momenti che la rendono una buona psicoterapia. Uno di questi è il momento in cui si giunge ad una scoperta, una rivelazione che apre la mente, che permette di vedere tutto da una nuova prospettiva e che dà la spinta decisiva necessaria a prendere in mano la propria vita. L’altro momento, è quello in cui ci si trova ad avere a che fare con qualcosa di doloroso, che una volta venuta fuori non può più essere ignorata; qualcosa che farà stare probabilmente più male di quanto si stava prima di iniziare questo percoso, ma che fronteggiandola ne usciremo arricchiti o arricchite.

Si pensa che questi momenti siano quasi necessari, passaggi obbligatori da fare affinché si riesca a risolvere la problematica che ci ha portato ad iniziare una psicoterapia.
Sicuramente questi momenti possono verificarsi e sono molto utili, ma ci sono anche tanti altri momenti, spesso ignorati, a cui si dà meno importanza e che potremmo definire momenti ‘noiosi’.

I momenti “noiosi” possono essere quelli in cui sembra non si arrivi da nessuna parte, sembra che in seduta si ripetano sempre le stesse dinamiche. Oppure si tratta di quei momenti in cui si sta lavorando su qualcosa che non sembra utile (non nel breve termine) qualcosa che addirittura può dare l’impressione di star perdendo tempo o che ci sta allontanando dagli obiettivi concordati con il nostro o la nostra terapeuta.

Non esistono momenti-obiettivo, quelli da caricare di aspettative e per cui frustrarsi se non si sono presentati ancora. Anche i momenti “noiosi” costituiscono una buona terapia, che ci piacciano oppure no.

Di solito la ricerca di una/uno psicoterapeuta viene fatta considerando quanto lo studio della/del professionista è dist...
20/01/2022

Di solito la ricerca di una/uno psicoterapeuta viene fatta considerando quanto lo studio della/del professionista è distante da noi e a quanto ammonta la tariffa che richiede.
Si è anche convinti che qualsiasi terapeuta possa andare bene in quanto immaginiamo che, teoricamente, è preparata/o su molte aree di intervento.

Per quanto la vicinanza dello studio e l’accessibilità economica siano criteri di scelta importanti e per molte/i irrinunciabili, spesso capita che non siano sufficienti.
Inoltre, anche se idealmente le/i terapeute/i hanno una preparazione di base su tante aree della salute mentale, in realtà nel corso della loro formazione e attività lavorativa è probabile che si formino e/o trovino più adatte a loro alcune aree piuttosto che altre.

Detto questo, prima di scegliere qualcuno con cui iniziare il nostro percorso, possiamo provare a chiarire a noi stessi/e su cosa vogliamo lavorare. Qualora volessimo lavorare su più aree/problematiche/obiettivi, potremmo raccoglierli in un elenco, e successivamente cercare un terapeuta che si occupi di ciò di cui abbiamo bisogno. Inoltre, qualora la persona scelta fosse lontana o difficile da raggiugere, potremmo considerare l’idea di fare con lei una terapia online (ammesso che lavori in questa modalità).
Anche il modo di relazionarsi, il genere, l’età, l’orientamento psicoterapeutico della/del terapeuta possono essere alcuni dei tanti fattori che condizioneranno la nostra scelta.

Infine, la terapia, soprattutto per come la intendo io, non si limita soltanto all’interazione tra due parti in cui l’una descrive il proprio problema e l’altra dà soluzioni preconfezionate.

Riuscire a creare un contesto in cui ci si possa raccontare liberamente e confrontarsi, spesso, richiede impegno costante da parte nostra e della/del terapeuta.
Fare un percorso per lavorare sulla nostra salute mentale, è un momento molto importante della nostra vita e abbiamo tutto il diritto di prenderci del tempo per scegliere la persona giusta con cui farlo.

Una delle conseguenze del non tenere conto della complessità e unicità nostra e delle altre persone, è quella di minimiz...
07/01/2022

Una delle conseguenze del non tenere conto della complessità e unicità nostra e delle altre persone, è quella di minimizzare o addirittura svalutare il nostro o il loro malessere.
Quando si tratta di riferirsi ad altre persone, mi è capitato spesso di sentire dire:
- Vorrei averceli io, i suoi problemi!
- Se sta sempre a pensare a queste cose, si vede che non ha niente di meglio da fare!
- Vorrei avercelo io il tempo di stare dietro a queste stupidaggini!

Premesso che non è detto che due persone reagiscano allo stesso modo ad un determinato evento. Ciò che a noi sembra irrilevante, per altre persone può letteralmente stravolgere la propria vita.
Come già detto, ogni persona è portatrice di una storia, di strumenti, capacità e tanto altro che le fanno affrontare la vita in un modo che è tipico solo di lei, a prescindere dal fatto che le faccia bene oppure no (e comunque bisognerebbe conoscerla a fondo per capirlo).

Se è vero che avere delle preoccupazioni fa passare tutto il resto in secondo piano, è anche vero che è impossibile che una persona non abbia davvero “nient’altro a cui pensare”.
Ognuno/a di noi ricopre tanti ruoli (famiglia, lavoro, vita sociale) che richiedono altrettante azioni, interazioni a cui difficilmente ci si può sottrarre. È proprio considerando tutto questo che possiamo capire quanto possa essere difficile il momento di vita che sta passando chi stiamo giudicando.

Inoltre, non sempre il momento in cui una persona comunica di avere un problema, coincide con quello in cui comincia a percepirlo. In mezzo ci sono spesso tanti tentativi di risolvere la questione che sono andati male, che non sono stati risolutivi al 100% o che addirittura hanno aggravato la situazione stessa.

È difficile dare un aiuto concreto in questi casi. Spesso è difficile anche solo mettersi in ascolto, perché magari abbiamo di fronte a noi qualcuno/o a cui teniamo tanto e che non vorremmo mai vedere soffrire.
Quello che possiamo fare, però, è cominciare a lavorare sul sospendere il nostro giudizio, perché a prescindere dalle intenzioni che abbiamo nell’esprimerlo, spesso questo non fa altro che aggravare ancora di più il malessere della persona che stiamo giudicando.

L’ansia viene definita un’emozione orientata al futuro, e cioè ha la funzione di proteggerci da qualcosa che riteniamo i...
22/12/2021

L’ansia viene definita un’emozione orientata al futuro, e cioè ha la funzione di proteggerci da qualcosa che riteniamo imprevedibile, incontrollabile oppure pericolosa, ma che non è ancora successa.

Potrebbe sembrare piuttosto strano affermare che l’ansia ci protegge da qualcosa di pericoloso dato che la percepiamo soprattutto attraverso sensazioni che reputiamo spiacevoli (fiato corto, sudorazione, tachicardia, nausea, tensione muscolare...)
Eppure, proprio quelle sensazioni ci preparano ad agire nel modo migliore, o almeno lo fanno quando riusciamo a sfruttarle a nostro favore. Purtroppo, non è sempre così che stanno le cose. Spesso l’ansia ci porta a fare delle valutazioni inaccurate al punto che la prima reazione che abbiamo, è allontanarci da ciò che ci preoccupa perché, ad esempio, cominciamo a pensare che non saremo in grado di affrontare la situazione o che ci succederà qualcosa di brutto. Altre volte possiamo reagire arrabbiandoci e diventando aggressivi, oppure possiamo rimanere letteralmente pietrificati, immobili.

Da queste poche informazioni, possiamo capire che l’ansia, come tutte le emozioni, non è caratterizzata soltanto da sensazioni ma è molto più complessa: facciamo determinati pensieri e valutazioni, percepiamo diverse sensazioni nel nostro corpo e siamo portati a fare o non fare determinate azioni.

È importante, dunque, capire che l’ansia, per quanto possa essere spiacevole è un’emozione che ci serve, ma che in alcuni casi può diventare così intensa e duratura da determinare un vero e proprio disturbo che ci impedisce di vivere appieno la nostra vita.
Considerato che persone diverse possono provare ansia per situazioni diverse, anche i disturbi che ne conseguono sono di vario tipo come, ad esempio, ansia generalizzata (riferita a diversi contesti come lavoro, famiglia…), ansia sociale (temere di ricevere un rifiuto/giudizio negativo oppure di fare attività di fronte ad altre persone), ipocondria (la paura di essere avere una malattia), ecc..

Ci si trova spesso a parlare di stress, ma di rado ci soffermiamo a capire cosa è, cosa può determinarlo.Ci sono periodi...
24/11/2021

Ci si trova spesso a parlare di stress, ma di rado ci soffermiamo a capire cosa è, cosa può determinarlo.

Ci sono periodi in cui siamo particolarmente stanchi, nervosi, irritabili, poco concentrati e, la conclusione a cui giungiamo, è sempre la stessa: è soltanto un po’ di stress.

E’ abbastanza diffusa l’idea che lo stress sia una conseguenza di un particolare cambiamento nella nostra vita, a volte temporaneo, a cui basta semplicemente abituarvisi o aspettare che tutto ritorni come prima per poter di nuovo stare bene. In realtà, la questione è molto più complessa di così.

Lo stress è una reazione fisiologica, psicologica, emotiva e comportamentale ad una minaccia o pericolo per il nostro benessere (stressor). Questa reazione è funzionale e adattiva e cioè ci permette di rispondere il meglio che possiamo agli stressor.

Se gli stressor sono interni, si tratta, ad esempio, di pensieri che ci fanno stare male e di emozioni che reputiamo negative. Invece, se gli stressor sono esterni, ci riferiamo a traumi, cambiamenti radicali nella nostra vita, problemi quotidiani di varia natura. Quando reagiamo a questi eventi con una reazione chiamata di attacco o fuga, il nostro organismo rilascia degli ormoni che a loro volta fanno attivare i nostri organi portandoci, ad esempio, ad avere il battito cardiaco accelerato, respiro affannoso, aumento della pressione sanguigna; proviamo ansia, paura, terrore.

Quando questa attivazione è limitata nel tempo, una volta superata la situazione stressante, il nostro organismo ritorna a funzionare come prima. Ci sono casi in cui, però, questa attivazione dura a lungo arrivando ad avere effetti negativi sulla salute a breve e a lungo termine come stanchezza, irritabilità, insonnia, malattie psicosomatiche, cardiovascolari o cerebrovascolari, ecc.

In un percorso mirato alla gestione dello stress, è possibile sia imparare a conoscerlo meglio, sia a ridurne l’impatto e le conseguenze che comporta.

Si imparerà quindi a riconoscere quali sono i nostri stressor, come li affrontiamo e perché ci portano a questa reazione. Quali parti del sistema nervoso si attivano e cosa comporta la loro attivazione. Quali sono le conseguenze a breve e a lungo termine dello stress e su quali aree possiamo intervenire quotidianamente per non venirne sopraffatti.

Perché pensiamo, sentiamo e ci comportiamo in modo diverso dalle altre persone?L'elenco presente nelle immagini allegate...
19/11/2021

Perché pensiamo, sentiamo e ci comportiamo in modo diverso dalle altre persone?
L'elenco presente nelle immagini allegate, racchiude tra le più importanti variabili che possono incidere molto su come si forma e cosa caratterizza la nostra personalità.

Nonostante questo elenco possa essere ritenuto da molte persone immediato e comprensibile, trovo che troppo spesso si fatichi a considerare queste variabili quando valutiamo noi stessi ma anche le persone che ci circondano.

Durante un percorso psicologico si può spesso incappare nell’errore di non tenere bene a mente tutte queste variabili, soprattutto nel momento in cui si presenta qualche ostacolo che impedisce al paziente o alla paziente di raggiungere i propri obiettivi.
Spesso, purtroppo, questo errore viene fatto anche da noi professionisti e professioniste della salute mentale.

Tendiamo a confrontarci con altre persone per capire cosa fare per raggiungere i nostri obiettivi, spesso, però, usciamo da questo confronto con un forte senso di inadeguatezza e frustrazione perché riteniamo di non essere abbastanza e di essere meno di chi, quegli stessi obiettivi li ha raggiunti già.

In questi casi, guidati anche da ciò che ci richiedono di fare i nostri contesti di vita, dimentichiamo che non tutte le soluzioni che ci vengono proposte sono fatte per noi e che per quanto possiamo essere simili a chi ci circonda non è detto che abbiamo le loro stesse capacità, i loro stessi bisogni, le loro stesse opportunità e privilegi.

Ciò che dobbiamo imparare è che può esserci qualcosa di noi che può sfuggirci e che va esplorato, in quanto può aiutarci a capire ciò di cui abbiamo più bisogno e come fare per ottenerlo.

Credo che tra gli obiettivi più importanti di un percorso psicologico o psicoterapeutico, ci sia proprio quello di imparare a tenere a mente il più possibile queste variabili perché ci fanno capire quanto siamo complessi e allo stesso tempo unici e quante sono le strade che possiamo intraprendere per raggiungere il nostro benessere.

G. Ciro Rendina - Psicologo - Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale- rendina.psicologo@gmail.comDi cosa mi occupoLavo...
17/11/2021

G. Ciro Rendina
- Psicologo
- Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
- rendina.psicologo@gmail.com

Di cosa mi occupo
Lavoro con adulti e mi occupo principalmente di:
- Ansia
- Depressione
- Gestione dello stress
- Gestione delle emozioni
- Psicoterapia con persone lgbt+ e/o loro familiari
- Accettazione
- Mindfulness

Come lavorare con me
- È possibile lavorare con me online
- È necessario prendere un appuntamento
scrivendomi un messaggio privato su Instagram o Facebook, oppure inviandomi un’email

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