24/11/2025
TANTO È UNA DIETA...
(Vi avverto, è lungo. Ma è scritto in scienza e coscienza.
Leggetelo solo se volete riflettere).
Un giorno, di diversi anni fa, quando ero ancora studente di medicina, avevo grande ammirazione per i medici e soprattutto i primari.
Avevo quella sorta di sottomissione che non solo gli studenti, ma anche gli strutturati avevano.
Un po’ come avveniva nei film di Alberto Sordi, dove faceva ancora fede l’ipse dixit e nessuno osava ribattere.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato portato per eseguire gli ordini, se la cosa non mi trovava d’accordo. Questo mi ha portato non pochi problemi.
Il mio capo mi diceva che ero un “cavallo sciolto”, ma a me piace pensare che ero e sono ancora un nostalgico, che crede nella medicina e nei valori ippocratici, cercando sempre di andare a fondo delle cose e non ragionando mai per protocolli standardizzati.
Un giorno, mentre seguivo quello che il primario impartiva, lo ascoltai in una conversazione con una signora in sovrappeso che si disperava perché aveva le analisi tutte alterate nonostante prendesse tanti farmaci e non sapeva più come gestire la sua situazione
Fu allora che il luminare esclamò: “signora, da oggi non mangi più nulla per una settimana, faccia digiuno assoluto e vedrà che perderà qualche chilo”.
A quei tempi, sebbene fossi solo uno studente di medicina appassionato di alimentazione, diete e cucina (come molti lo sono oggi, nonostante non abbiano studiato su testi scientifici ma sui social e su google) mi chiesi, “ma come è possibile che un primario così stimato e conosciuto possa dire certe cose?”
Fu in quel momento, che iniziai a capire che l’alimentazione è una di quelle materie, di cui oggi troppi si riempiono la bocca ma che pochi studiano.
Anzi, durante tutta la facoltà di medicina non ne trovai traccia. E ancora oggi, a più di 20 anni da quella scena, nelle poche facoltà nelle quali questa materia viene appena accennata (per volontà e bontà di pochi lungimiranti), viene ancora vista come una materia di serie B.
Parliamo solamente della base della nostra vita e della nostra esistenza. Qualcosa da cui dipende la nostra salute e la nostra malattia.
Pensate che assurdità.
Praticamente oggi tutti i medici danno consigli nutrizionali ai loro pazienti.
Molti scrivono addirittura nutrizionista o ancor peggio “dietologo” sulle loro targhe o ricettari. Sebbene la parola “dietologo” non vuol dire “medico che fa le diete” e neppure “medico che ha fatto un corsetto online o privato di alimentazione”, ma significa “medico Specialista in Scienza dell’alimentazione”.
Una specializzazione medica che la maggior parte dei medici ignora. Si, ci sono molti medici che non sanno nemmeno che esista. Anzi, a volte, te li ritrovi anche a insegnare o a pubblicare libri, magari su come eliminare i cibi o disintossicarsi. Tanto la gente vuole questo.
E spesso li vedi a sponsorizzare l’azienda di turno, parlando di corretta alimentazione e dieta sana, ma vendendo polverine.
Perché pensano “possibile che per fare una dieta di voglia la specializzazione? Che ci vuole a fare una dieta, ci sono i programmi!
Te lo regala pure l’informatore che ti dice come far dimagrire con le buste i pazienti.
Pensa che stupidi quelli che perdono 4-5 anni a fare la specializzazione!”
Vi faccio una domanda: quanti medici si avventurano a fare i cardiologi, i gastroenterologi, gli endocrinologi, i ginecologi, i cardiochirurghi senza specializzazione?
Ah, nessuno, figuriamoci!
Qui si tratta di cose serie, mica stiamo a parlare di ricette e di quello che la gente può mangiare o deve eliminare!
Peccato però che una specializzazione in scienza dell’alimentazione sia equipollente a medicina interna, gastroenterologia o fisiopatologia digestiva.
Durante la specializzazione il medico fa il medico. In tutti i reparti dove può essere assegnato. Perché la specializzazione è un titolo culturale e non da la licenza di fare. Ma se non si ha la cultura scientifica in una materia, si dovrebbe stare con le mani a posto. E anche la bocca bisognerebbe utilizzarla per dire “vai da uno capace”, invece di arrangiarsi a fare casini.
E le mani usarle per prescrivere una visita con uno specialista del campo, medico o non medico che sia. Come si fa con qualunque altra prescrizione per indirizzare il paziente ad un collega che ha studiato quella materia.
Invece no.
Il foglietto con gli alimenti da eliminare per il colesterolo, i diverticoli, la gastrite o il diabete non te lo nega nessuno.
Tanto basta solo strapparlo. Come ti ha detto l’informatore del farmaco quando ti ha portato il gadget o la bomboniera per sancire il tuo matrimonio con l’azienda xy.
Tanto: “Che ci vuole a fare una dieta! La fanno tutti, pure gli istruttori delle palestre! E io, che faccio il medico non sarei capace? Anzi, proprio perché sono medico, sono meglio degli altri e rivendico anche il diritto di essere l’unico a poterle fare!
Tanto alla fine per dimagrire basta non far mangiare le persone. Basta dargli un foglietto con scritto che deve eliminare pane e pasta e il gioco è fatto! Gli faccio pure il test di intolleranza così gli spilli un po’ di altri soldi.
Gli piazzo anche un po’ di integratori e di buste e ci guadagno pure con i codici sconto, come fanno tanti nutrizionisti che si definiscono professionisti!
Anzi, invece di mettere solo dietologo, sulla targa e sul ricettario ci scrivo dietologo e nutrizionista che la gente adesso vuole andare dal nutrizionista perché il dietologo non va più di moda.
Così il paziente perde peso e io mi becco i soldi delle visite e le percentuali delle buste e integratori. Tanto male non fanno. Male che va non fanno niente.”
E intanto il tempo passa. I pazienti diventano impazienti e ottimi clienti per chi promette risultati facili. E le persone continuano ad ammalarsi.
Perché alla fine, BASTA UNA DIETA!
Dott. Antonio Pacella