03/12/2025
Sono figlia di una farmacista.
E mia madre, conoscendo i farmaci profondamente, me li ha dati solo quando era davvero necessario. Mi ha insegnato un rispetto sacro per il corpo e una fiducia ancora più grande nella sua intelligenza.
Così, nei miei piccoli disturbi, ho imparato ad ascoltare un altro linguaggio.
Quello dell’energia che si offusca.
Quelle nuvolette grigie, dense, che si accumulano – è lì che nasce il dolore, il fastidio, la gola che si stringe, la testa che pulsa.
E allora, mi fermo.
Con le mani, semplicemente, spazzo via la nebbia. È il Pranic Healing… e non è magia. È un atto di pulizia. È dare al corpo ciò di cui ha più bisogno per fare ciò che già sa fare: guarire se stesso.
Perché se l’energia è bloccata e sporca, il corpo è come una pianta all’ombra, che non riceve luce. Non ha la forza per rigenerarsi.
Ma se togliamo il blocco, se riportiamo equilibrio e flusso pulito… la luce ritorna. E la guarigione accelera, naturale, perché era già lì, in attesa.
Lo faccio per me. Per quella congestione, per un mal di testa, per il torace pesante, per l’insonnia che affanna la notte.
È un atto d’amore verso di me. Un prendermi cura in modo consapevole.
E questo non è un dono per pochi. È una conoscenza. È per tutti.
Tutti possiamo imparare a farlo, per noi e per chi amiamo. Per trattare una gola infiammata, una schiena contratta, l’ansia che si deposita sul petto.
Per ricordarci che la prima medicina siamo noi e la nostra capacità di riportare equilibrio, dentro.
La salute non è solo assenza di sintomi. È libertà di fluire.
Liberamente, mi prendo cura.
Liberamente, guarisco.