Studio medico di otorinolaringoiatria ed allergopatie"

Studio medico di otorinolaringoiatria ed allergopatie" Lo studio è dotato di strumenti diagnostici di ultima generazione e all'avanguardia, è sede del centro siciliano acufene di cura e trattamento dell'acufene

Aumentano a tre i casi nella casistica del CSA di una patologia rara, qual è la Sindrome dell’Acquedotto Vestibolare Lar...
08/11/2025


Aumentano a tre i casi nella casistica del CSA di una patologia rara, qual è la Sindrome dell’Acquedotto Vestibolare Largo

La storia clinica di questo nostro paziente è la prova del nove che l’acufene può essere dovuto a tantissime patologie interessanti tutti gli organi del corpo umano.
È pervenuto un paziente di media età alla mia osservazione per acufene e ipoacusia monolaterale. Il paziente si presentava visibilmente ansioso, preoccupato perché i medici che lo hanno visitato prima di arrivare alla nostra equipe gli dicevano che non vi era soluzione, che doveva conviverci con l’acufene e l’ipoacusia, ma il paziente allo stesso tempo si mostrava speranzoso riponendo la sua fiducia nell’operato della nostra equipe multidisciplinare, come “ultima spiaggia”. Il paziente è affetta da una Sindrome dell’orecchio Interno rara, ossia la Sindrome dell’Acquedotto Vestibolare Largo,associata ad alcune concause quali disfunzione cranio-cervico-mandibolare e disfunzione della Tuba di Eustachio con relativa ridotta ventilazione dell’orecchio medio.
La Sindrome dell’acquedotto vestibolare largo è una malformazione anatomica isolata dell’orecchio interno caratterizzata da ipoacusia stabile o fluttuante che può essere accompagnata da vertigine, acufene e, in rari casi, da cefalea. Il paziente presenta già una ipoacusia di notevole entità, acufene persistente ed alcuni episodi di vertigine ed instabilità alla marcia. Alcuni studi scientifici rilevano che la patogenesi della Sindrome dell’Acquedotto Vestibolare Largo sia legata ad un disturbo evolutivo della funzione cocleo-vestibolare dovuto a un reflusso di liquido endolinfatico, dal sacco endolinfatico verso l’orecchio interno, consentito dalle notevoli dimensioni dell’acquedotto vestibolare. È una patologia progressiva, tende infatti a peggiorare poiché la diagnosi arriva dopo decine di visite mediche,e durante tutto il tempo passato prima di arrivare alla corretta diagnosi, il paziente viene trattato con farmaci comuni e non con protocolli farmacologici mirati per questa patologia rara. Come sempre abbiamo studiato il caso clinico della paziente a 360 gradi, valutando anche organi distanti dall’orecchio. Questa rara sindrome può peggiorare a seguito di traumi, e può essere associata a patologie tiroidee, definite in questo caso Sindrome di Pendred, o a patologie renali definite Sindrome oro-braccio-renale. Per tutti questi motivi, oltre a richiedere esami radiologici mirati per studiare l’orecchio, abbiamo richiesto la valutazione della funzionalità dei reni e della tiroide,poiché nella Sindrome di Pendred, che spesso è associata alla Sindrome dell’Acquedotto Vestibolare Largo, si riscontra ipotiroidismo o gozzo tiroideo. Il paziente è stato subito trattato con un protocollo farmacologico e un protocollo metabolico mirato e programmata la Riabilitazione Acustica Sonora con Sistema Digitale Combinato, in modo da stabilizzare l’ipoacusia e allo stesso tempo gestire il suo acufene, e quindi garantire al paziente che non avvenga un peggioramento dell’ipoacusia e dell’acufene e allo stesso tempo assicurargli una qualità di vita superiore alla qualità di vita che ha vissuto sino ad oggi. Attenderemo gli esiti degli esami della funzionalità renale e tiroidea in modo da trattare sinergicamente eventuali patologie formulate di questi due organi. Quindi il paziente ritornerà a sentire molto meglio e gestirà il suo acufene riuscendo a non sentirlo più grazie al sistema digitale combinato. Il Centro Siciliano Acufene ad oggi , in oltre 15 anni di attività radicata sul territorio, presenta in casistica tre casi della Sindrome dell’Acquedotto Vestibolare Largo!

Siamo tanto felici quando riusciamo a trovare la causa e/o le cause di una patologia, che per mesi o anni è stata la cau...
03/11/2025


Siamo tanto felici quando riusciamo a trovare la causa e/o le cause di una patologia, che per mesi o anni è stata la causa di malessere di un nostro paziente. Non si può studiare solo l’organo interessato dai sintomi riferiti dal paziente, ma bisogna considerare anche cause interessanti altri organi,che possono essere causa della patologia del paziente. Bisogna studiare con pazienza e passione il paziente in toto e soprattutto in equipe multidisciplinare. I risultati arrivano solo avendo una mentalità olistica. Oggi per esempio è importante prendere in considerazione lo studio del microbiota nonostante la patologia sia a partenza dal naso o dall’orecchio o dalla gola. È importante studiare il sistema immunitario, il sistema metabolico-nutrizionale, è fondamentale creare un pazzle unendo tassello dopo tassello, è importante essere sempre più preparati, studiare di continuo, per riuscire a formulare diagnosi corrette e non soffermarsi al sintomo riferito dal paziente, prescrivendo un qualunque farmaco che passi dalla mente in quel momento. Oggi è importante la multidisciplinarità, la sintonia e l’empatia tra le figure professionali che formano una equipe multidisciplinare. Nel caso della paziente, i suoi sintomi invalidanti possono essere considerati banali, la stessa diagnosi di rinite è considerata banale, ma come ha ben scritto la paziente, non è poi così tanto banale,si tratta di più patologie diagnosticate che sommandosi, alterano il sistema immunitario, e altri metabolismi, e si manifestano con rinite, con rinorrea, con cefalea. Siamo felici perché anche questa volta siamo riusciti a migliorare di molto la qualità di vita della stessa!

Reazioni cutanee…non sempre si tratta di allergia! È arrivato alla mia osservazione questo ragazzo i cui genitori pensav...
25/10/2025

Reazioni cutanee…non sempre si tratta di allergia!
È arrivato alla mia osservazione questo ragazzo i cui genitori pensavano si trattasse di allergia. Ho escluso subito un problema allergologico orientandomi verso patologie immunitarie, in particolare sul sospetto di penfigoide bolloso poiché il paziente presenta su alcune parti del corpo lesioni simile ad orticaria e delle piccole bolle cutanee che poi si aprono formando successivamente le croste ( le piccole bolle cutanee si confondono nelle fotografie con le lesioni da orticaria che è la fase iniziale). Non ho postato altre immagini perché sono davvero forti da vedere. Le lesioni e l’arrossamento cutaneo è esteso su tutto il corpo, in particolare sugli arti superiori, inferiori, e addome, ma ripeto è interessato tutto il corpo. Nella mia casistica è il terzo caso presente di penfigoide bolloso, interessante un altro ragazzo giovanissimo e una signora di media età. Il penfigoide bolloso in alcuni casi inizia con orticaria, sino alla formazione della bolla. Il paziente presenta prurito intenso e non riesce a spiegare altri sintomi che avverte, come una sorta di sensazione di calore e ovviamente il sanguinamento delle bolle quando si aprono. Immediatamente ho richiesto un prelievo del sangue mirato per studiare l’autoimmunità e ho richiesto una valutazione genetica perché potrebbe essere anche una patologia sindromica dato che il ragazzino presenta altri sintomi, quali addominali e respiratorie. Lo stiamo studiando su tutti i fronti, programmando anche una biopsia della cute. Sino ad oggi tutti avevano formulato una diagnosi allergologica resistente a farmaci. Il pemfigoide bolloso è una malattia autoimmune cronica della pelle che provoca la formazione di vesciche pruriginose e dolorose, in genere localizzate su braccia, gambe e addome. Il sistema immunitario attacca la cute, causando vesciche che si formano sulla pelle infiammata o normale. Si verifica quindi quando il sistema immunitario del corpo attacca per errore i tessuti cutanei, producendo anticorpi che non difendono l’organismo ma attaccano alcuni organi, in questo caso causando la formazione di bolle a livello cutaneo. Le persone colpite sviluppano grandi vesciche piene di siero o sangue, spesso accompagnate da prurito intenso. Ribadiamo,possono comparire anche eruzioni cutanee simili all'orticaria prima della formazione delle bolle. Le lesioni compaiono comunemente sulle superfici flessorie di braccia e gambe, ascelle, inguine e addome. L'età più colpita è quella superiore ai 60 anni, ma può manifestarsi anche nei bambini. La malattia ha un decorso cronico con periodi di miglioramento e peggioramento, ma in molti casi può andare incontro a remissione spontanea in alcuni anni. Viene diagnosticata tramite una biopsia cutanea e il trattamento prevede l’assunzione di farmaci immunosoppressori, come il cortisone e metotrexato. Sto seguendo questo paziente confrontandomi anche con il pediatra e la genetista. Caso molto molto complesso. Non perdete tempo rivolgetevi immediatamente al medico quando insorgono improvvisamente orticaria o altre lesioni cutanee, non formulate da voi la diagnosi, il fai da te non serve a nulla,perché perdete tempo e peggiorate il quadro clinico. Il gioco di squadra ripaga sempre e lavorare in equipe multidisciplinare aiuta tantissimo non solo il medico che deve formulare la diagnosi corretta, ma anche il paziente affinché una patologia venga curata subito e non diventi cronica ( o meglio si cerca di bloccare la patologia il più possibile se si tratta di patologie croniche) e si possa aumentare la quantità di vita del paziente.

⚠️⚠️⚠️ATTENZIONE Molto spesso, arrivano alla nostra osservazione pazienti che riferiscono tre sintomi: Acufene, Vertigin...
22/10/2025

⚠️⚠️⚠️ATTENZIONE
Molto spesso, arrivano alla nostra osservazione pazienti che riferiscono tre sintomi: Acufene, Vertigini e Ipoacusia. La presenza contemporanea di questi tre sintomi spesso comportano la formulazione diagnostica errata di Sindrome di Meniere, a maggior ragione se non si eseguono esami diagnostici specifici che confermano tale sindrome. Moltissime patologie dell’orecchio possono determinare questi tre sintomi, non solo la Sindrome di Meniere, inoltre l’idrope endolinfatica e la Sindrome di Meniere non possono essere considerati sinonimi. Infatti sebbene l’idrope sia la base su cui si sviluppa la sindrome di Menière non è detto che tutti i casi di idrope portino a tale malattia. L’IDROPE ENDOLINFATICA RAPPRESENTA IL SUBSTRATO PATOLOGICO, LA PREDISPOSIZIONE, IL PRESUPPOSTO DELLA SINDROME DI MENIÈRE, MALATTIA DELL’ORECCHIO INTERNO CARATTERIZZATA DA EPISODI DI IPOACUSIA, ACUFENI E VERTIGINI CICLICI, CHE SI RIPETONO PIÙ VOLTE NEL CORSO DELLA VITA IN SEGUITO AD EPISODI DI FORMAZIONE DI IDROPE COCLEARE. L’endolinfa è un liquido contenuto nel labirinto membranoso dell’orecchio interno, presenta una ridotta concentrazione di sodio ed elevata concentrazione di potassio e cloro, e svolge una funzione molto importante nella trasmissione delle informazioni raccolte dalle cellule sensoriali dell’orecchio interno. La perilinfa, invece, è un fluido extra-cellulare che si trova nella coclea, parte dell’orecchio interno, la sua composizione ionica è paragonabile a quella del plasma e del liquido cerebrospinale, e presenta una alta concentrazione di sodio. L’orecchio ha una archistruttura complessa, in esso si riconoscono una porzione anteriore, detta coclea, deputata alla percezione dei suoni, e una porzione posteriore, l’apparato vestibolare, deputato al controllo dell’equilibrio. L’eccessiva produzione o il ridotto riassorbimento da parte di alcune strutture dell’orecchio interno possono portare ad un aumento della quantità di endolinfa o di perilinfa presente all’interno dell’orecchio interno con sviluppo di idrope.L’idrope può essere secondario quando le cause sono ben identificabili , mentre è idiopatico quando la causa non è nota. Inoltre l’idrope può essere perilinfatica, ossia l’aumento della pressione della perilinfa è una condizione che difficilmente causa vertigini, ma si manifesta più spesso con sensazione di ovattamento auricolare, ipoacusia e a volte con acufeni. L’idrope endolinfatica è caratterizzata da un aumento della pressione dell’endolinfa all’interno del labirinto membranoso il quale conduce spesso ad una rottura di strutture membranose per cui perilinfa e endolinfa si uniscono. Questo tipo di idrope è caratterizzata dalla comparsa di sintomi uditivi, quali calo della capacità uditiva e comparsa di acufeni, e di sintomi vertiginosi, a cui può associarsi una sensazione di fullness auricolare, ossia ovattamento auricolare o sensazione di “orecchio pieno”. La perdita uditiva spesso coinvolge presenta la forma “a corda molle”, ed è di tipo neurosensoriale. la vertigine è rotatoria, una vertigine dovuta alla perdita di funzione di uno dei due apparati vestibolari, caratterizzata dalla sensazione di veder muovere l’ambiente circostante in maniera vorticosa, descritta spesso come la “sensazione di stare su una giostra”. Può insorge improvvisamente e spesso si verifica contemporaneamente al calo uditivo.
Sotto potete vedere due esami audiologici che verosimilmente fanno pensare ad un’idrope. Per formulare la diagnosi di Sindrome di Meniere, e quindi escludere altre patologie che comportano gli stessi sintomi, si esegue il test alla furosemide o al glicerolo. Il test alla furosemide (o Furosemide Stress Test - FST) in otorinolaringoiatria è un esame usato principalmente per diagnosticare l'idrope endolinfatica, una condizione legata alla Sindrome di Ménière. Il test valuta la reazione del sistema uditivo e vestibolare a un diuretico, la furosemide, osservando come la sostanza influisce sulla percezione dei sintomi, come l'acufene, e sulla stabilità dell'equilibrio. Si osserva se il farmaco allevia o peggiora i sintomi dell'acufene, dell’ipoacusia o delle vertigini. In particolare Il test valuta la capacità del farmaco di ridurre l'accumulo di liquido in eccesso. Il miglioramento dei sintomi è indicativo di Sindrome di Meniere, soprattutto se la perdita di udito migliora notevolmente.

Acufene e CISTI NEUROENTERICA: patologia rarissima!Oggi per il Centro Siciliano Acufene è una giornata particolare poich...
20/10/2025


Acufene e CISTI NEUROENTERICA: patologia rarissima!

Oggi per il Centro Siciliano Acufene è una giornata particolare poiché la casistica delle patologie in nostro possesso si arricchisce di una diagnosi, da noi formulata, RARISSIMA di presenza,a livello della cisterna prepontina destra dell’encefalo del paziente, di una CISTI NEUROENTERICA, che causa al paziente vertigine, acufene ed ipoacusia. Come potete leggere, per la presenza dei sintomi comuni alle patologie idropiche, erroneamente è possibile pensare precedentemente alla nostra valutazione una diagnosi di Sindrome di Meniere. Tale CISTI NEURENTERICA è presente, nel caso del paziente, nella cisterna prepontina destra dell’encefalo,si tratta di una neoformazione espansiva dí morfologia ovalare con diametro trasverso massimo di 17 mm e longitudinale di 15 mm che si accresce a ridosso della giunzione bulbo-midollare lateralizzando l’arteria vertebrale destra. La "cisti neuroenterica dell'encefalo" è una malformazione congenita estremamente rara e non va confusa con altre cisti cerebrali più comuni, come quelle aracnoidee. Si tratta di una lesione che origina dal tessuto del canale neuroenterico, che può estendersi anche al midollo spinale e, raramente, all'encefalo, formando una massa cistica che spesso si localizza ventrale rispetto al midollo. Quindi è una malformazione congenita associata al canale neuroenterico, dato che la rende molto rara nell'encefalo. Infatti la localizzazione più comune è nel canale spinale, come massa cistica intradurale-extramidollare, spesso nella parte ventrale (anteriore) del midollo. La sua presenza nell'encefalo è molto rara e, in questi casi, può essere confusa con altre malformazioni. È talmente rara che il nostro otoneuro-radiologo di riferimento, con esperienza quasi cinquantennale in ambito radiologico dell’encefalo e dell’orecchio, non possedeva sino ad oggi in casistica una CISTI NEUROENTERICA dell’encefalo. Anche in ambito scientifico bibliografico vi sono pochissime notizie in merito. È fondamentale distinguerla da altre condizioni cistiche più comuni nel sistema nervoso centrale:

* Cisti aracnoidee: Sono le cisti più comuni. Si formano per una duplicazione congenita delle meningi e sono ripiene di liquido cerebrospinale (liquor).
* Cisti colloidi: Sono rare e si formano nel terzo ventricolo del cervello, potendo ostruire il flusso del liquor e causare idrocefalo.
* Cisti epidermoidi: Sono lesioni benigne di origine embrionale, formate da tessuto ectodermico. La cisti neuroenterica nell'encefalo è una malformazione rarissima e potenzialmente complessa proprio per la sede in cui si sviluppa, nonostante sia una neoformazione benigna. In relazione alla sede in cui si sviluppa nell’encefalo è responsabile di una sintomatologia complessa.

Nel caso del nostro paziente determina crisi vertiginose, senso di instabilità, acufene e perdita di udito di entità modesta di tipo neurosensoriale. Anche in questo caso per formulare una diagnosi corretta, abbiamo visitato il paziente in maniera olistica, valutando non solo la funzionalità dell’orecchio ma anche la funzionalità di altri organi e strutture. Il paziente è stato sottoposto a studio audiologico per studiare la perdita di udito e le caratteristiche del suo acufene, sono state eseguite le prove di funzionalità vestibolare per studiare il vestibolo,organo dell’equilibrio, è stato sottoposto ad endoscopia delle alte vie respiratorie rilevando una notevole disfunzione delle Tuba di Eustachio per presenza di ipertrofia dei turbinati inferiori e scivolamento settale, valutazione osteopatica per rilevazione di disfunzione dell’ATM, queste due ultime patologie rappresentano delle concause dell’acufene. Al momento non è stata data una indicazione chirurgica al paziente per rimuovere la CISTI NEUROENTERICA, ma è stata consigliata una osservazione radiologica nel tempo, circa ogni 4/6 mesi mediante l’esecuzione di risonanza magnetica dell’encefalo con mezzo di contrasto per valutare l’eventuale accrescimento della cisti. Qualora la cisti dovesse accrescersi il paziente dovrà sottoporsi a valutazione neurochirurgica per l’asportazione della stessa. Nell’immediato per migliorare la sua qualità di vita il paziente si sottoporrà a riabilitazione acustica sonora con sistema digitale combinato in modo da sentire molto meglio e allo stesso tempo gestire il suo acufene.

L’otosclerosi è una patologia dell’orecchio medio che può alterare in modo significativo la capacità uditiva e compromet...
18/10/2025


L’otosclerosi è una patologia dell’orecchio medio che può alterare in modo significativo la capacità uditiva e compromettere la qualità della vita. Nei casi più gravi, questa condizione si accompagna alla comparsa di acufene, un sintomo spesso sottovalutato ma capace di generare profonda sofferenza psicologica e isolamento sociale. Capire cosa accade, affrontare le conseguenze uditive ed emotive e scegliere il percorso terapeutico corretto sono passaggi fondamentali per ritrovare equilibrio e serenità.
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L’otosclerosi può causare ipoacusia e acufene. Scopri come la TRT e un approccio integrato possono migliorare l’udito e la qualità di vita.

Disodontiasi e Acufene Perviene alla mia osservazione una ragazza per riferito acufene e senso di ovattamento auricolare...
17/10/2025


Disodontiasi e Acufene

Perviene alla mia osservazione una ragazza per riferito acufene e senso di ovattamento auricolare, molto infastidita e scoraggiata. L’acufene è persistente e riferisce di accusare anche ovattamento auricolare, che peggiora la sopportazione dell’acufene percepito. Presenta una disfunzione della Tuba di Eustachio per la presenza della ipertrofia dei turbinati inferiori ( tra l’altro già operata per settoturbinoplastica senza ottenere nulla per la recidiva immediata della ipertrofia dei turbinati poiché non sono state curate le cause) e una disfunzione dell’articolazione temporomandibolare. Dopo avere eseguito tutti gli esami audiologici, vestibolari, valutazione endoscopica delle alte vie respiratorie, studio immunologico e metabolico nutrizionale, ho prescritto delle indagini radiologiche mirate della mandibola e non solo dell’orecchio, perché durante la visita e la raccolta della storia clinica della paziente qualcosa non mi convinceva in questo caso a livello del distretto cranio-cervico-mandibolare. Anche questa volta abbiamo avuto ragione poiché la paziente presenta disodontiasi dell’VIII dente arcata superiore di sinistra oltre alla alterazione anatomica dell’ATM, evidenziata da uno studio TC. La paziente riferisce da pochissimo tempo insorgenza anche di tensione facciale, disturbi non ben specificati all’orecchio durante i pasti, anche se con un protocollo farmacologico da noi prescritto l’acufene è scomparso, ma persiste il dolore all’orecchio e la tensione facciale durante la masticazione. L’VIII dente in questione ritenuto è in posizione obliqua comprimendo i nervi che passano vicino al dente,provocando la sintomatologia riferita dalla paziente. Diverse ricerche scientifiche hanno confermato che il dente del giudizio può essere una causa scatenante dell’acufene, sebbene non sia l’unica. Questo legame è principalmente dovuto alla stretta connessione anatomica tra la mandibola, l’articolazione temporo-mandibolare (ATM) e l’orecchio. L’ATM, situata vicino all’orecchio medio e interno, regola i movimenti della mandibola durante masticazione, fonazione e deglutizione. Quando un dente del giudizio cresce storto, crea pressione anche sui denti vicini o sulle strutture mandibolari, causando tensione e infiammazione. Queste alterazioni possono propagarsi alle strutture uditive vicine, generando rumori percepiti come fischi o ronzii. Quando il dente non trova spazio per erompere, può quindi premere contro denti adiacenti o tessuti circostanti, causando anche dolore e tensione mandibolare. L’errata posizione del dente del giudizio può alterare anche l’allineamento della mandibola e dell’ATM. Se l’acufene è causato da un dente del giudizio problematico, ritenuto parzialmente o totalmente, può comparire insieme ad altri sintomi:
* Dolore localizzato vicino all’orecchio o alla mandibola;
* Sensazione di pressione dietro l’orecchio;
* Mal di testa frequente, tensione cervicale e rigidità muscolare;
* Difficoltà di apertura della bocca o dolore durante la masticazione;
* Vertigini e nausea in casi più gravi.
L’Acufene e tutti gli altri sintomi riferiti dalla paziente spesso migliorano o scompaiono dopo l’estrazione del dente in questione. L’attenta valutazione multidisciplinare della paziente a 360 gradi, la diagnosi precoce ( in questo caso della disodontiasi dell’VIII dente) e l’intervento immediato, nel caso specifico,l’estrazione del dente, ci permettono di ridurre il rischio di complicanze e ci permettono di migliorare la qualità di vita della paziente. La paziente verrà visitata da un collega Maxillo facciale per programmare l’estrazione del dente e successivamente inizierà una riabilitazione osteopatica ed ortodontica con il nostro osteopata e il nostro gnatologo per riabilitare la disfunzione dell’ATM. Per la disfunzione della Tuba di Eustachio si sottoporrà a decongestione Laser del turbinato inferiore con Laser a Luce Blu, Laser altamente all’avanguardia, tecnologicamente avanzato rispetto ad altri laser.

Per trattare un paziente acufenopatico bisogna rivolgersi ad equipe multidisciplinari, i cui singoli specialisti abbiano...
16/10/2025


Per trattare un paziente acufenopatico bisogna rivolgersi ad equipe multidisciplinari, i cui singoli specialisti abbiano moltissima esperienza per trattare l’acufene con protocolli terapeutici mirati per ciascun paziente. Le cause dell’acufene sono tantissime, se ne contano oltre 230, molte delle quali non interessanti l’orecchio ma organi anche molto distanti dall’orecchio. Il paziente deve essere preso in carico dalla equipe,studiato in maniera olistica, a 360 gradi,iniziando il protocollo farmacologico al più presto possibile quando l’acufene si presenta da poco tempo e/o iniziare protocolli farmacologici e riabilitativi di diverso tipo nel caso di acufeni cronici. Da oltre 15 anni ciascun professionista della nostra equipe ha dedicato la propria vita e il proprio lavoro al trattamento dell’acufene, continuando a studiare, a confrontarsi con altre figure quali farmacologi per produrre nuovi protocolli farmacologici, radiologi per sfruttare le metodiche diagnostiche più innovative possibili, cardiologi e neurologi per le patologie rare o congenite molto spesso diagnosticate e tanti altri specialisti sino ad arrivare spesso ai genetisti. Trattare un acufene non è semplice, per migliorare la qualità di vita del paziente bisogna dedicarsi totalmente al paziente stesso e continuare ad aggiornarsi e a studiare, a fare ipotesi, a sfruttare la strumentazione più all’avanguardia possibile che il mercato ci offre per lo studio dell’acufene. Ci vuole tanta pazienza e abnegazione. Siamo felicissimi per essere stati ancora una volta d’aiuto per questi due pazienti. Nel paziente l’acufene è insorto improvvisamente da circa 15 gg, lo stiamo studiando e abbiamo immediatamente iniziato una terapia mirata che solo in tre giorni ci ha dato grandi soddisfazioni. Tra l’altro questa è la seconda volta che a distanza di anni lo stiamo aiutando. Per la paziente si tratta di un caso clinico complesso che stiamo gestendo e anche per lei vi è stato un miglioramento della sua qualità di vita. Seguiremo questi pazienti sino alla formulazione non solo della causa( che solitamente formuliamo subito)ma anche delle concause che devono essere trattate così come trattiamo la causa principale. Ringraziamo questi due pazienti per la fiducia che ci hanno accordato, sperando di poter aiutare sempre più pazienti sofferenti

Indirizzo

Via Vico Di Via Diodoro Siculo 3
Taormina
98039

Orario di apertura

Lunedì 15:30 - 19:00
Martedì 09:00 - 12:00
Venerdì 15:30 - 19:00

Telefono

+393285351514

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