01/12/2025
Ti è mai capitato di leggere il nome di un farmaco e trovare accanto al principio attivo un “qualcosa in più”, come cloridrato, solfato, succinato, maleato, palmitato… e chiederti cosa significhi?
➡️ Non è un dettaglio casuale.
Quel “cognome chimico” indica la forma farmaceutica con cui il principio attivo è stato preparato, e può modificare in modo significativo:
• la solubilità,
• la velocità di assorbimento,
• la stabilità,
• il rilascio nel tempo,
• e persino la via di somministrazione.
🔬 Cloridrati, solfati, fosfati, sali di sodio o potassio…
Ognuno di questi contiene informazioni precise sul comportamento del farmaco nell’organismo.
Alcune forme sono scelte per garantire un assorbimento più rapido, altre per ottenere un effetto più prolungato; altre ancora per poter utilizzare il farmaco in situazioni di emergenza, perché più facilmente solubili o più stabili.
📌 In altre parole:
il “nome aggiuntivo” aiuta il farmaco a funzionare meglio.
Come farmacisti, conoscere queste differenze significa:
✔️ comprendere perché due prodotti sembrano identici ma non lo sono,
✔️ spiegare al paziente l’importanza di assumere proprio quella formulazione,
✔️ interpretare correttamente prescrizioni e sostituzioni,
✔️ ottimizzare l’efficacia e la sicurezza della terapia.
💬 Tu quale farmaco assumi con un “nome aggiuntivo”?
Scrivimelo nei commenti: te lo spiego in modo semplice e preciso.