23/11/2025
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La Società Italiana di Pediatria ha aggiornato le sue linee guida sull’utilizzo dei dispositivi digitali durante la crescita, ribadendo un punto fondamentale: lo smartphone non dovrebbe essere introdotto prima dei 13 anni.
Ogni anno trascorso senza esposizione precoce agli schermi rappresenta, secondo gli esperti, un vero investimento nella salute mentale, emotiva, cognitiva e nelle competenze relazionali dei bambini.
Gli effetti della digitalizzazione anticipata sono già osservabili nella quotidianità: i più piccoli dormono di meno, si muovono meno e parlano meno, mentre livelli di ansia e sensazione di solitudine tendono ad aumentare. Si tratta del “costo nascosto” di un digitale che entra troppo presto nelle case e nei momenti di gioco.
Le ricerche più recenti rendono questi rischi ancora più evidenti:
30 minuti in più al giorno di schermi raddoppiano la probabilità di un ritardo del linguaggio nei bambini sotto i 2 anni;
ogni ora aggiuntiva di uso dei dispositivi comporta una riduzione di circa 15 minuti di sonno nei piccoli tra i 3 e i 5 anni;
oltre 50 minuti al giorno davanti agli schermi sono associati a un incremento del rischio di ipertensione pediatrica, e già tra i 3 e i 6 anni a un maggiore rischio di sovrappeso.
Come ricordava lo psicologo Daniel Siegel, «il cervello del bambino si sviluppa attraverso le relazioni, non attraverso gli schermi». Allo stesso modo, l’OMS ribadisce che «i primi anni di vita devono essere ricchi di movimento, gioco reale e interazione umana».
Proteggere l’infanzia dal digitale precoce non significa demonizzare la tecnologia, ma preservare il tempo della crescita: quello fatto di contatto, esplorazioni, parole condivise e presenza autentica.