Domenico De Berardis, Psichiatra, Psicoterapeuta

Domenico De Berardis, Psichiatra, Psicoterapeuta Direttore DSM Teramo e divulgatore scientifico. Ricercatore con più di 300 pubblicazioni, H-index Scopus di 59. Editor del journal “Mental Illness”.

Relatore a molti congressi nazionali e internazionali. Se vi fa piacere, seguite la mia pagina 🙏 Direttore Unità Operativa Complessa Centro Salute Mentale CD-RP Giulianova, ASL Teramo. Direttore Dipartimento Salute Mentale, ASL di Teramo. Per prenotare una visita rivolgersi obbligatoriamente al Centro Unico di Prenotazione della Asl di Teramo. Per consultare le mie pubblicazioni:
http://publicationslist.org/domenico.deberardis
https://publons.com/researcher/587683/domenico-de-berardis/

Per consultare le mie attività di ricerca:
https://www.researchgate.net/profile/Domenico-De-Berardis

𝐋𝐞 𝐚𝐠𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐥 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨: 𝐮𝐧 𝐛𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐠𝐚 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀. 𝐂𝐡𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐭𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐜𝐡𝐢 𝐜𝐮𝐫𝐚? ...
11/11/2025

𝐋𝐞 𝐚𝐠𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐥 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨: 𝐮𝐧 𝐛𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐠𝐚 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀. 𝐂𝐡𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐭𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐜𝐡𝐢 𝐜𝐮𝐫𝐚? 𝐑𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨𝐜𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐠𝐚 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐭𝐫𝐚 𝐁𝐚𝐫𝐛𝐚𝐫𝐚 𝐂𝐚𝐩𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢 𝐮𝐜𝐜𝐢𝐬𝐚 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐬𝐨 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨𝐩𝐚𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐫𝐢𝐟𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐬𝐮𝐥 𝐟𝐞𝐧𝐨𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐝𝐚𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐨. 𝐂𝐡𝐞 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐞? 𝐂𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐞?

Quando pensiamo agli ospedali, immaginiamo luoghi di cura e speranza, ma i dati che emergono dal 2024 dipingono un quadro drammaticamente diverso: quello di ambienti sempre più pericolosi per chi ci lavora.
I numeri sono allarmanti e raccontano una storia che dovrebbe far riflettere tutti noi, non solo gli addetti ai lavori. Nel 2024 sono stati registrati 25.940 episodi di contro il , con un aumento del 33% rispetto all'anno precedente. Ma la situazione sta peggiorando ulteriormente: nei primi tre mesi del 2025 si è registrato un ulteriore balzo del 37%, con quasi 6.500 casi di fisica e verbale. Stiamo parlando di una media di 2.161 aggressioni al mese, numeri che sembrano usciti da un bollettino di guerra piuttosto che dalle statistiche di un sistema sanitario civile.
La distribuzione geografica di questo fenomeno mostra come il Nord Italia sia l'area più colpita, con il 63% degli episodi, mentre il Sud registra il 26% e il Centro l'11%. Le regioni che guidano questa triste classifica sono Lombardia (+25%), Campania (+22%), Puglia (+20%), seguite da Lazio (+19%) e Sicilia (+18%). Ma non si tratta di un problema confinato a poche realtà: Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Abruzzo, Toscana e Calabria mostrano incrementi che vanno dal 13% al 17%, dimostrando come l'emergenza sia ormai nazionale.
Chi sono le di questa escalation violenta? I dati ci dicono che il 60% delle aggressioni riguarda gli , con le donne particolarmente esposte: le infermiere subiscono ben il 76% degli attacchi. I di famiglia rappresentano il 15% delle vittime, i chirurghi il 12%, mentre il resto coinvolge altre figure professionali del settore sanitario. I luoghi più a rischio sono i pronti soccorsi, dove si concentra il 23% degli episodi, seguiti dagli ambulatori territoriali (17%) e dai reparti psichiatrici.
Il 69% delle aggressioni è commesso da , mentre nel resto dei casi si tratta di parenti o accompagnatori. Particolarmente significativo è il dato che emerge da un'indagine Fnomceo-Censis: il 98% dei medici di pronto soccorso ha subito almeno un'aggressione durante la carriera, e oltre la metà (54%) ha sperimentato violenza fisica. Numeri che fotografano una inaccettabile normalizzazione della violenza.
Le misure legislative finora adottate, come il decreto anti-violenza che prevede l'arresto obbligatorio in flagranza per chi aggredisce il personale sanitario cercano di contrastare il fenomeno. Gli esperti sottolineano come però servano anche interventi strutturali: potenziamento della territoriale, posti di polizia presso i pronti soccorsi, campagne di comunicazione per rafforzare l'immagine dei professionisti sanitari etc.
Il fenomeno non riguarda solo l'Italia: in Europa le aggressioni sono aumentate del 32% e a livello mondiale del 39%, con picchi particolari nei paesi economicamente più deboli e nelle zone di conflitto. Ma questo non deve diventare un alibi per accettare l'inaccettabile. Come società, siamo chiamati a un esame di coscienza collettivo: possiamo davvero permettere che chi dedica la propria vita a salvare quella degli altri sia costretto a lavorare nella paura? La risposta, ovviamente, è no. E il momento di agire è adesso, prima che l'emergenza diventi irreversibile.

Qui sotto un interessantissimo articolo internazionale che analizza il fenomeno in profondità con lucidità e scientificità.
⬇️
O'Brien CJ, van Zundert AAJ, Barach PR. The growing burden of workplace violence against healthcare workers: trends in prevalence, risk factors, consequences, and prevention - a narrative review. EClinicalMedicine. 2024;72:102641.

“Sarò sereno. Sarò padrone di me stesso” (Cit.)Ripensare ai momenti vissuti in Giappone mi da’ la serenità che serve nei...
09/11/2025

“Sarò sereno. Sarò padrone di me stesso” (Cit.)
Ripensare ai momenti vissuti in Giappone mi da’ la serenità che serve nei momenti difficili, che ci sono e ci saranno sempre. Attingiamo ai ricordi belli per resistere alle difficoltà della vita, lottiamo e non perdiamo mai la speranza: “non può piovere per sempre” (Cit.)
Buona serena domenica a Tutte e a Tutti ❤️

Sarà per me un grande onore e piacere moderare la conversazione insieme alla Professoressa Maria Cristina Marroni sul ro...
05/11/2025

Sarà per me un grande onore e piacere moderare la conversazione insieme alla Professoressa Maria Cristina Marroni sul romanzo “Lo Sbilico” dello scrittore Alcide Pierantozzi: spero che verrete numerosi ad alba Adriatica questo sabato.
Si tratta di romanzo biografico pubblicato da Einaudi che mi ha preso talmente tanto che l’ho letto di getto in un solo pomeriggio!
Un romanzo sulla salute mentale e su ciò che ruota e gravita intorno ad essa in termini di emotività e verità, di rara intensità scrittoria e di grande effetto emotivo e narrativo.
Un romanzo definitivo che rompe il tabù della salute mentale, raccontando la storia dello scrittore in prima persona, e che ha la funzione fondamentale di essere una narrazione che combatte lo stigma verso la Psichiatria.
Se non lo avete letto recuperatelo immediatamente, vi assicuro che non ve ne pentirete 👏
Intanto, vi aspetto ad alba Adriatica questo sabato alle 17:30 🕠

𝐏𝐚𝐫𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨𝐧𝐞: 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐮𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚.È un tema difficile, ma del quale dobbiamo parlare apertamente. In Ita...
03/11/2025

𝐏𝐚𝐫𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨𝐧𝐞: 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐮𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚.

È un tema difficile, ma del quale dobbiamo parlare apertamente. In Italia, purtroppo, ogni anno sono circa 4.000 le persone che perdono la vita a causa del suicidio. Sono numeri che fanno riflettere e che ci ricordano quanto sia importante non lasciare sole le persone che soffrono. 😔
Telefono Amico Italia o il servizio per la prevenzione del suicidio del Sant’Andrea di Roma (https://www.prevenireilsuicidio.it/), ad esempio, ricevono migliaia di richieste d'aiuto ogni anno da persone che attraversano momenti di profonda crisi. Questo ci dice una cosa fondamentale: chiedere aiuto è un atto di coraggio, non di debolezza! 💪
Se tu o qualcuno che conosci sta attraversando un periodo buio, ricordate che non siete soli. Parlare dei propri problemi, anche con qualcuno che non si conosce, può fare una differenza enorme. Non sottovalutate i segnali e non abbiate paura di tendere la mano o di chiedere aiuto. Ci sono persone pronte ad ascoltare e professionisti della salute mentale preparatissimi. ❤️
«Parlare di suicidio, oggi, significa affrontare una delle ultime grandi barriere culturali. Questo convegno non è solo un evento scientifico: è un atto collettivo di responsabilità e speranza». (Cit. Prof. Maurizio Pompili).🔝
Ricordiamoci però che la prevenzione del suicidio è possibile, il prevederlo è spesso impossibile se la persona non chiede aiuto, prevenzione e prevedibilità sono due cose ahimè diverse, molto si deve ancora fare 😓



𝑵𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒕𝒐 𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐 ⬇️ 𝒎𝒊 𝒗𝒆𝒅𝒆𝒕𝒆 𝒎𝒆𝒏𝒕𝒓𝒆 𝒔𝒕𝒐 𝒓𝒆𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒂𝒍 “𝑿𝑿𝑰𝑰𝑰 𝑪𝒐𝒏𝒗𝒆𝒈𝒏𝒐 𝑰𝒏𝒕𝒆𝒓𝒏𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒅𝒊 𝑺𝒖𝒊𝒄𝒊𝒅𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒂 𝒆 𝑺𝒂𝒍𝒖𝒕𝒆 𝑷𝒖𝒃𝒃𝒍𝒊𝒄𝒂” 𝒕𝒆𝒏𝒖𝒕𝒐𝒔𝒊 𝒂 𝒔𝒆𝒕𝒕𝒆𝒎𝒃𝒓𝒆 𝒂 𝑹𝒐𝒎𝒂 𝒐𝒓𝒈𝒂𝒏𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒂𝒍 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒔𝒕𝒓𝒂𝒐𝒓𝒅𝒊𝒏𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒐𝒓 𝑴𝒂𝒖𝒓𝒊𝒛𝒊𝒐 𝑷𝒐𝒎𝒑𝒊𝒍𝒊.

I gatti neri sono pura magia! ✨ Smentiamo subito la superstizione: questi splendidi felini portano solo fortuna e amore....
02/11/2025

I gatti neri sono pura magia! ✨ Smentiamo subito la superstizione: questi splendidi felini portano solo fortuna e amore. Avere un gatto significa accogliere un compagno leale, affettuoso e pieno di fascino. Goditi le fusa, le risate e la compagnia unica che solo un micio sa regalare. Sono semplicemente irresistibili! 😻

Buona splendida domenica a Tutte e a Tutti ☀️😎🐈‍⬛

𝐋𝐚 𝐝𝐞𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐫𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢: 𝐮𝐧’𝐞𝐩𝐢𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐚𝐧𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚. 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐠𝐡𝐭 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐧...
01/11/2025

𝐋𝐚 𝐝𝐞𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐫𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢: 𝐮𝐧’𝐞𝐩𝐢𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐚𝐧𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚. 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐠𝐡𝐭 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨𝐬𝐢 𝐚 𝐓𝐞𝐫𝐦𝐨𝐥𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐟𝐚.
𝑭𝒂𝒕𝒆𝒎𝒊 𝒔𝒂𝒑𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒏𝒆 𝒑𝒆𝒏𝒔𝒂𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒆 𝒃𝒖𝒐𝒏 𝒑𝒐𝒏𝒕𝒆. 💬

La depressione maggiore non è solo una malattia dell’isolamento metropolitano. Quando guardiamo agli anziani nei contesti rurali, il quadro diventa sorprendentemente complesso: una grande revisione di 18 studi su 31.598 persone mostra che, nei Paesi sviluppati, vivere in città aumenta il rischio di rispetto alle campagne, ma nei Paesi in via di sviluppo questa differenza scompare e in alcuni di questi paesi, addirittura, la depressione è più frequente tra gli anziani rurali. Tradotto in numeri semplici: nelle economie avanzate gli anziani urbani hanno circa il 44% di probabilità in più di essere depressi rispetto ai rurali; nelle economie in sviluppo il divario non è significativo e, in alcuni contesti, sembra invertirsi. La chiave non è “dove” si vive, ma “come” quel luogo struttura la vita quotidiana. In città la luce artificiale notturna, il rumore, la percezione di insicurezza e il sonno disturbato possono alimentare l’umore ; al tempo stesso il trasporto pubblico, la camminabilità e la densità di servizi possono proteggere grazie a più movimento e più contatti sociali. Nelle aree rurali i fattori si ribaltano: l’aria è più scura e le notti più silenziose, ma l’accesso ai servizi di salute mentale è spesso scarso, le distanze scoraggiano le visite e la rete sociale può assottigliarsi, specie quando i figli migrano verso le città. Non è un dettaglio: in diversi studi, l’isolamento sociale è emerso come un “moltiplicatore” del rischio in campagna, più che in città. Bastano variabili apparentemente minori—vivere da soli, avere pochissimi amici, vedere di rado i vicini—per far impennare la probabilità di depressione tra gli anziani rurali. In alcuni paesi in via di sviluppo (ma l’Italia si sta adeguando a questo trend): poi, due dinamiche opposte spiegano molto: da un lato la “fuga” verso i centri urbani delle persone più istruite e con più risorse (che dunque tendono ad avere meno rischio di depressione), dall’altro il fenomeno dei “nidi vuoti” nelle campagne, con genitori anziani lasciati soli. Per gli esperti, il dettaglio più interessante è che in gran parte degli studi le differenze urbano–rurali restano anche dopo aver corretto per età, reddito, istruzione e salute fisica: il “luogo” agisce come fattore indipendente. Ma c’è grande eterogeneità tra Paesi e periodi storici, e quasi tutti i dati sono “fotografie” di un momento (studi trasversali), non film. Cosa fare, allora? Nei contesti rurali non basta “portare lo più vicino”: serve fare interventi “sartoriali” sulla trama sociale, riducendo l’isolamento con trasporti accessibili, spazi di incontro, tecnologia semplice per connettere, e reti di prossimità. Se vogliamo davvero prevenire la depressione maggiore fuori dalle città, dobbiamo progettare comunità che non lascino nessuno solo, né di giorno né di notte.



𝐐𝐮𝐢 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨 ⬇️ 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐭𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐭𝐞 𝐯𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐞 𝐢𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐥𝐞𝐧𝐝𝐢𝐝𝐨 𝐂𝐨𝐧𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐃𝐨𝐭𝐭𝐨𝐫 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐨 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞, 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐓𝐞𝐫𝐦𝐨𝐥𝐢, 𝐝𝐚𝐥 𝐭𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 “𝐒𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐌𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐫𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢. 𝐔𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐂𝐚𝐥𝐥 𝐓𝐨 𝐀𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧”.

La Mindfulness è l’arte di vivere il presente con consapevolezza, senza giudizio e senza lasciarsi travolgere dai pensie...
31/10/2025

La Mindfulness è l’arte di vivere il presente con consapevolezza, senza giudizio e senza lasciarsi travolgere dai pensieri. Si tratta di prestare attenzione a ciò che accade dentro e fuori di noi, momento per momento, con curiosità e gentilezza. Funziona attraverso semplici pratiche, come la respirazione consapevole o l’osservazione delle sensazioni, che aiutano a calmare la mente e a ridurre lo stress. Serve a migliorare la qualità della vita: aumenta la concentrazione, rafforza la resilienza emotiva e favorisce un maggiore equilibrio interiore.
Guardate questo video di Psichiatria Per Tutti, che vi spiega cosa vuol dire la Mindfulness e a cosa serve (mettete un like su YouTube se vi è piaciuto).
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🧠 Psichiatria per tutti La salute mentale spiegata con chiarezza e rigoreUna serie pensata per avvicinare la psichiatria al grande pubblico, con un linguag...

𝐋’𝐢𝐩𝐨𝐭𝐞𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐳𝐨𝐟𝐫𝐞𝐧𝐢𝐚: 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐭𝐢𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐢𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚.𝐅𝐚𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐞 ...
30/10/2025

𝐋’𝐢𝐩𝐨𝐭𝐞𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐳𝐨𝐟𝐫𝐞𝐧𝐢𝐚: 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐭𝐢𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐢𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚.
𝐅𝐚𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢.

L'ipotesi della deriva sociale (“social drift hypothesis”) applicata alla offre una prospettiva sconvolgente e al tempo stesso illuminante su come questa malattia possa ridisegnare il destino di un individuo. A differenza di altre condizioni in cui il contesto socio-economico è visto come un fattore scatenante, qui il ragionamento si inverte: è la schizofrenia stessa a spingere chi ne è affetto verso un declino sociale, economico e relazionale. Immaginate un giovane promettente, con un futuro apparentemente luminoso, che all’esordio della malattia inizia a perdere il contatto con la realtà. Le difficoltà cognitive, i sintomi negativi come l’apatia e l’isolamento, e lo stigma associato alla malattia possono erodere progressivamente la sua capacità di lavorare, studiare o mantenere relazioni stabili. Il risultato? Un graduale scivolamento verso condizioni di vita sempre più precarie, in un circolo vizioso in cui la povertà non è la causa, ma l’effetto della malattia.
Per rendere l’idea, pensate a una nave che perde il timone in mare aperto. Senza una guida, è destinata a vagare senza meta, esposta alle correnti e alle tempeste. Allo stesso modo, la schizofrenia, con il suo carico di sintomi debilitanti, può privare una persona del “timone” sociale, lasciandola alla deriva in un mondo che spesso non ha gli strumenti per accoglierla. Questo processo non è né lineare né inevitabile, ma rappresenta una realtà per molti pazienti, soprattutto in assenza di un supporto adeguato.
La deriva sociale nella schizofrenia è stata documentata da numerosi studi longitudinali. Diversi studi mostrano come, dopo la diagnosi, molti pazienti sperimentino un calo significativo nel reddito, nell’occupazione e nel livello educativo. Eppure, il paradosso è che questo declino non è uniforme: alcuni individui, grazie a reti di sostegno familiare, terapie efficaci o contesti sociali più inclusivi, riescono a contrastare la deriva. È qui che l’ipotesi diventa uno strumento potente per ripensare gli interventi: se la malattia porta alla povertà, allora prevenire il declino sociale potrebbe essere tanto cruciale quanto trattare i sintomi clinici.
Un altro aspetto affascinante è il confronto con altre malattie croniche. Nel diabete o nell’ipertensione, il legame tra status socio-economico e prognosi è spesso bidirezionale, ma nella schizofrenia la deriva sociale sembra avere un peso peculiare. Forse perché questa malattia colpisce non solo il corpo, ma l’essenza stessa della persona: la sua identità, le sue relazioni, il suo posto nel mondo. È come se la schizofrenia rubasse non solo la salute, ma anche il futuro.
Eppure, c’è speranza. Programmi di intervento precoce, politiche di inclusione lavorativa e campagne contro lo stanno dimostrando che la deriva sociale non è una condanna irrevocabile. Se la nave può perdere il timone, può anche essere riportata in rotta, purché la società sia disposta a tendere una mano. In fondo, l’ipotesi della deriva sociale non è solo una teoria scientifica: è un invito a riconoscere che la schizofrenia non è solo una malattia della mente, ma anche una ferita nel tessuto sociale, e che guarire quest’ultima può essere il primo passo per curare la prima.

Voci bibliografiche.
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Sariaslan A, Fazel S, D'Onofrio BM, Långström N, Larsson H, Bergen SE, Kuja-Halkola R, Lichtenstein P. Schizophrenia and subsequent neighborhood deprivation: revisiting the social drift hypothesis using population, twin and molecular genetic data. Transl Psychiatry. 2016;6(5):e796.
Vargas G, Strassnig M, Sabbag S, Gould F, Durand D, Stone L, Patterson TL, Harvey PD. The course of vocational functioning in patients with schizophrenia: Re-examining social drift. Schizophr Res Cogn. 2014;1(1):e41-e46.
Sariaslan A, Larsson H, D'Onofrio B, Långström N, Fazel S, Lichtenstein P. Does population density and neighborhood deprivation predict schizophrenia? A nationwide Swedish family-based study of 2.4 million individuals. Schizophr Bull. 2015;41(2):494-502.
Pignon B, Eaton S, Schürhoff F, Szöke A, McGorry P, O'Donoghue B. Residential social drift in the two years following a first episode of psychosis. Schizophr Res. 2019;210:323-325.

Nell’immagine sotto👇, potete vedere i determinanti sociali, che possono essere distali o prossimali, per i disturbi psichiatrici.

Pubblico qui il video degli atti del congresso sulla ADHD dell’adulto, tenutosi a Biella pochi giorni fa, e organizzato ...
29/10/2025

Pubblico qui il video degli atti del congresso sulla ADHD dell’adulto, tenutosi a Biella pochi giorni fa, e organizzato dal carissimo amico Dottor Carlo Ignazio Cattaneo.
Penso che molti di voi gradiranno sentire cosa è uscito fuori da questo Congresso e le relazioni di persone che quotidianamente hanno a che fare con questo tipo di malattia molto subdola ed insidiosa
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Link al video.
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Atti del Convegno tenutosi a Biella il 25 ottobre 2025 L’ADHD non è solo un disturbo dell’età evolutiva: persiste spesso in età adulta, influenzando profonda...

𝐂𝐨𝐬’𝐞̀ 𝐢𝐧 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐛𝐫𝐨𝐦𝐢𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚, 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐞 𝐞 𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞, 𝐦𝐚 ...
27/10/2025

𝐂𝐨𝐬’𝐞̀ 𝐢𝐧 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐛𝐫𝐨𝐦𝐢𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚, 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐞 𝐞 𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞, 𝐦𝐚 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐚?
𝐅𝐚𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢…

➡️ La è una di quelle condizioni che sembrano sfidare le certezze della medicina moderna. Immagina di sentire un dolore costante, diffuso in tutto il corpo, come se ogni muscolo e ogni articolazione fossero sotto assedio. A questo si aggiunge una stanchezza che non migliora con il riposo, un sonno disturbato che lascia più esausti di prima, e una nebbia mentale che rende difficile concentrarsi persino sulle cose più semplici. Eppure, se cercassi di spiegare tutto questo a un medico qualche decennio fa, avresti potuto incontrare scetticismo. Oggi sappiamo che la fibromialgia è reale, ma il suo mistero è ancora lontano dall’essere completamente svelato.
➡️ Partiamo dal cuore della questione: cos’è davvero la fibromialgia? Non è un’infiammazione, non è un danno tissutale, e non lascia segni visibili negli esami tradizionali. È piuttosto una disfunzione nel modo in cui il sistema nervoso centrale elabora il . In pratica, il cervello e i nervi amplificano segnali che per altri sarebbero innocui, trasformando un semplice tocco in una sensazione di bruciore o una lieve pressione in un dolore lancinante. Questo fenomeno, chiamato "iperalgesia", è uno dei pilastri della fibromialgia, ma non è l’unico. Spesso la si accompagna a sintomi come mal di testa, colon irritabile, e , suggerendo che la malattia coinvolga più sistemi del corpo.
➡️ Ma perché succede tutto questo? Le cause della fibromialgia sono ancora un puzzle con molti pezzi mancanti. Alcuni studi puntano verso una predisposizione : se in famiglia qualcuno ha la fibromialgia, il rischio di svilupparla aumenta. Altri ricercatori hanno notato che eventi traumatici, fisici o emotivi, possono innescare la malattia, come se il corpo perdesse la capacità di spegnere la risposta al dolore dopo lo stress. C’è anche chi ipotizza che infezioni virali o squilibri ormonali possano giocare un ruolo, ma nessuna teoria è ancora definitiva. Quel che è certo è che la fibromialgia non è una malattia immaginaria: è il risultato di un’interazione complessa tra geni, ambiente e sistema nervoso.
➡️ Ma i trattamenti? Qui entriamo in un territorio affascinante, perché la fibromialgia non ha una cura univoca, ma una serie di approcci che possono alleviare i sintomi. I farmaci più utilizzati agiscono sui neurotrasmettitori coinvolti nella percezione del dolore, come la o il , ma non funzionano per tutti. Molti pazienti trovano sollievo con terapie non farmacologiche: l’esercizio fisico moderato, per esempio, può sembrare un controsenso quando ogni movimento fa male, ma è dimostrato che attività come lo o il aiutano a ridurre il dolore nel lungo termine. Anche la terapia cognitivo-comportamentale ( ) è preziosa, perché insegna a gestire il disagio emotivo che spesso accompagna la malattia. E poi ci sono le strategie quotidiane: dormire in modo regolare, evitare lo eccessivo, e persino tecniche come la meditazione o l’agopuntura, che per alcuni possono fare la differenza.
➡️ Quello che rende la fibromialgia così affascinante per gli esperti è proprio la sua natura sfuggente. Non è una malattia con una causa unica o una terapia standard, ma un insieme di sintomi che richiedono un approccio personalizzato. Per i neofiti, invece, la sfida è comprendere che il dolore, anche se invisibile, è reale e invalidante. La fibromialgia ci ricorda che la medicina ha ancora molto da scoprire, e che spesso le risposte più interessanti arrivano dall’ascolto attento di chi vive la malattia ogni giorno.
🔚 In un mondo dove la scienza cerca sempre risposte nette, la fibromialgia è un promemoria che alcune verità sono più sfumate. E forse è proprio questa complessità a renderla una delle condizioni più intriganti da studiare, e una delle più difficili da vivere.

Voce bibliografica.
⬇️
Filipovic T, Filipović A, Nikolic D, Gimigliano F, Stevanov J, Hrkovic M, Bosanac I. Fibromyalgia: Understanding, Diagnosis and Modern Approaches to Treatment. J Clin Med. 2025;14(3):955.

“Impara ad accendere una candela nei momenti più bui della vita di qualcuno. Sii la luce che aiuta gli altri a vedere; è...
26/10/2025

“Impara ad accendere una candela nei momenti più bui della vita di qualcuno. Sii la luce che aiuta gli altri a vedere; è ciò che dà alla vita il suo significato più profondo”. (Cit.)

Buona magnifica domenica a tutte e a tutti. La frase sopra è per me un punto di riferimento nel mio lavoro, speriamo di riuscire a essere sempre quantomeno una fiammella che cerca di illuminare gli altri che spesso si rivolgono a me perché preda dell’oscurità. 💪🤝

Il divano nella psicoanalisi non è solo un mobile, ma un teatro dell’inconscio. Mentre il paziente si abbandona alla sua...
25/10/2025

Il divano nella psicoanalisi non è solo un mobile, ma un teatro dell’inconscio. Mentre il paziente si abbandona alla sua superficie, il divano diventa un palcoscenico dove i sogni, i ricordi e le resistenze danzano liberamente, sfidando la gravità della coscienza. Freud lo scelse per rompere il contatto visivo, ma forse intuì anche che, sdraiarsi, è il primo passo per "cadere" nelle profondità della mente. Ecco il paradosso: un oggetto domestico, banale, trasformato in un veicolo per l’infinito.
Per la serie psicoanalisi per tutti, un argomento che io stesso ho trovato sorprendente, cioè il divano, lo strumento che in psicoanalisi significa più che un singolo mobilio. Trovate qui sotto il video, non dimenticate di lasciare un like su YouTube e qui sotto.
⬇️
https://m.youtube.com/watch?v=GUylDzBuR_A&fbclid=IwVERDUANpuzpleHRuA2FlbQIxMQABHo82N_K0nFWxtCSaTPqNGaZTbUswuytGWdo4JW46tDZBZiOoYmHZmVBW5Lov_aem_xShLbksQp3UqAv8mrtvDaA

🧠 Psicoanalisi per tutti La mente spiegata con chiarezza e profonditàUna serie dedicata a chi desidera avvicinarsi alla psicoanalisi in modo semplice, coll...

Indirizzo

Teramo
64100

Sito Web

https://www.hindawi.com/journals/mij/

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