Martina Formaini - Psicoterapia, Psicologia e Psicomotricità Relazionale

Martina Formaini - Psicoterapia, Psicologia  e Psicomotricità Relazionale Psicologa, Psicoterapeuta per infanzia e adolescenza e adulti, psicomotricista relazionale

Sono laureata in Psicologia presso l'Università degli Studi di Padova, parallelamente agli studi universitari mi sono diplomata presso una scuola di Psicomotricità Relazionale. Dopo l'esame di stato ho concluso un master in Psicologia Giuridica a Milano. Sono psicoterapeuta psicoanalitica per infanzia, adolescenza, giovane adulto e adulto diplomata presso la SPAD di Roma. Lavoro con adolescenti, famiglie, bambini e adulti, conduco psicoterapie di sostegno individuali e di gruppo con donne e ragazze che hanno subìto violenza. Ho collaborato per tre anni presso una clinica riabilitativa di Verona per adolescenti con disturbi psichiatrici. Specificatamente alle varie fasce d'età, mi occupo di problematiche di ansia e attacchi di panico, disturbi dell'umore e depressivi, disturbi psichiatrici in collaborazione con lo psichiatra di riferimento, traumi, lutti e disturbi dissociativi, disturbi alimentari, disturbi di personalità.

04/01/2024

"Fantasmi, pensieri, fantasie...

Nelle tue profondità si agitano anche altri fantasmi appartenenti alla tua stessa natura umana. A volte li incontri nei sogni, a volte in forma di pensiero o fantasie. In base alle leggi della polarità nella vita, la forza dell'atto procreativo iniziato in te accende anche il potenziale opposto.

La tua potenza di creare la vita ti fa intuire la potenza insita di poterla distruggere.
La tua capacità di tenere il bambino dentro di te ti fa temere l'atteggiamento opposto, quello di lasciarlo andare, di non saperlo trattenere.
Il tuo desiderio di lui ti rimanda alla perdita della tua identità.
La forza dell'amore che si sveglia dentro di te rimanda alla forza dell'aggressività.
La vita che si afferma con prepotenza nel tuo grembo ti evoca il pensiero della morte.

Sai che ogni cosa contiene il suo opposto. Lascia che danzino insieme. Il tuo corpo nutre la vita."

Verena Schmid, Ve**re al mondo e dare la luce

I ritmi quotidiani, che rievocano i ritmi che sentiva nell'utero del cuore materno e dei movimenti addominali, servono a...
01/12/2023

I ritmi quotidiani, che rievocano i ritmi che sentiva nell'utero del cuore materno e dei movimenti addominali, servono a consolidare quel senso di sicurezza profondo che permetterà al piccolo/alla piccola di fare i primi passi nel mondo

26/11/2023

Posto, a malincuore, una riflessione di luglio ma purtroppo sempre attuale, sulla onnipresente tematica della violenza sulle donne, riportata alla luce la settimana scorsa dall'ennesimo indegno femminicidio di Giulia Cecchettin

"Ed ecco un altro colloquio con una paz che seguo da un paio di anni, un'altra ragazza che riporta episodi di molestie sessuali sul lavoro. Nel corso dei colloqui emergono episodi e riferimenti in cui si è sentita violata, annientata nella dignità, oggettificata e derisa perché "ma dai fatti una risata era una battuta". Ci ha messo mesi a condividere un episodio successo questo inverno perché non pensava fosse una molestia ma ora non riusciva a capire il "fastidio" che prova e si chiedeva che cosa fosse sbagliato in lei. Lei viene molestata e si chiede cos'ha di sbagliato. Ha chiesto aiuto ed è stata derisa. Ha riferito l'episodio ai genitori e le hanno detto che fa troppo la difficile. Mentre ascoltavo questo racconto mi si è rivoltato lo stomaco, mi è salita la rabbia e l'indignazione verso i molti violenti di cui era circondata e ho provato anche un gran senso di tenerezza e di paura verso una ragazza che non si è sentita protetta da chi avrebbe dovuto, a partire dai genitori.

Non è il primo episodio che sento e sono tristemente consapevole che non sarà nemmeno l'ultimo, posso anche dire che posso contare sulle dita di una mano ragazze e donne che ascolto da anni che non hanno ancora riferito un episodio di molestia o abuso o violenza sessuale. A volte ne sento anche troppi dalla stessa persona.

Non so a che scopo scrivo questo post, finché non ci sarà un'educazione generale al rispetto delle donne e della sessualità a partire dai maschi che la perpetrano c'è ben poco da trovare soluzioni, se non riconoscere ciò che è violenza e, per quanto faccia schifo sentirsi in balia di molestie ovunque, il primo passo è riconoscerla, per sopravviverne e riconoscere di esserne sopravvissute. E a perseverare nella difesa di sé e, conseguentemente, di tutte le donne. E coinvolgere ogni bambino, adolescente, adulto e anziano possibile in questo, se non parte da loro.

In parallelo, mi trovo anche a sentire la totale inconsapevolezza delle molestie agite ai danni di qualche ragazza da parte di qualche paziente uomo e sembra allucinante che ciò non sia neanche riconosciuta.

C'è tanto tanto tanto estremo bisogno di educazione alle emozioni e di rispetto, non c'è altra soluzione, ed è già troppo tardi."

02/05/2023

Una delle cose più difficili da fare è lasciare andare, perché in quello che si lascia c'è tanto di proprio.
Arriva poi un certo punto in cui, se non si lascia, quel qualche cosa ci trascina via con sé, perché deve andare, sta a noi perciò scegliere cosa fare e la scelta di lasciare andare, proprio perché è una scelta, è una delle più difficili.
In questo consiste il , non c'è cosa che ne eguagli il dolore, la scelta che poi si pone è quella di continuare a perdere noi o fermarci e lasciare andare. 🌸
E riuscire poi a godere del senso di liberazione che ciò comporta, senza senso di colpa o di paura. E si torna liberi, paradossalmente più arricchiti.

Stamattina ho ricevuto un dono per la fine di un percorso psicologico. Ogni tanto è successo e mi ha sempre portato a co...
20/04/2023

Stamattina ho ricevuto un dono per la fine di un percorso psicologico. Ogni tanto è successo e mi ha sempre portato a commuovermi un po'.
In realtà lo considero un dono nel dono primo dell'in-CON-tro della psicoterapia, che è un incontro con sé stessi insieme a un altro, all'interno di una dimensione sicura e protetta, creata e condivisa, accogliente e non giudicante, in cui si costruiscono insieme prospettive e dialoghi, verbali e non, per potersi ritrovare.

Non si tratta di un percorso in cui si ri-trova solo la persona che chiede un percorso, si tratta bensì di un processo in cui mi ri-trovo anch'io, come terapeuta-persona, in ogni incontro e con ogni persona che mi consente di accedere nel proprio mondo interiore, uscendone sempre un po' più completa, collegata, arricchita.

Perciò Grazie lo dico sempre anch'io, per la possibilità di questa continua crescita unica e incommensurabile, e arrivederci al prossimo incontro 🤍

14/06/2022

Stefano Vicari - Neuropsichiatra : "La salute mentale si basa su due grandi pilastri. Uno è l’autoregolazione, cioè la capacità di saper gestire le proprie emozioni. Io sono in equilibrio psicologico se, ad esempio, di fronte ad un evento negativo non mi abbatto, ne risento, ovviamente, manifesto una tristezza, ma non mi abbatto definitivamente. Oppure se di fronte ad un successo, un elemento positivo per le mie emozioni, non mi esalto a tal punto da tralasciare tutto il resto. Un equilibrio emozionale fa parte della nostra salute mentale. L’altro pilastro è la capacità di costruire relazioni positive. Io sono in equilibrio con me stesso psicologicamente se mi autocontrollo emotivamente e se ho delle buone relazioni non solo con le persone a me care, parenti ed amici, ma anche con le persone che incontro per la prima volta. Quand’è che impariamo a capire le nostre emozioni e a gestire le relazioni? Da subito, quindi bisogna aiutare i bambini fin da piccoli a gestire la frustrazione, il “no”, il senso del “questo ora non si può fare, lo faremo più tardi” oppure “hai già avuto molto e un’altra caramella non puoi averla”, banalizzo molto ma è per cercare di far capire meglio. A me capita di vedere molti bambini che chiedono e pretendono delle cose ed i genitori hanno paura delle loro reazioni. Molti genitori mi dicono che se non accontentano il proprio figlio lui fa un macello. Abbiamo genitori che cominciano ad aver paura delle reazioni dei propri figli anche molto piccoli, questo ovviamente non crea un’armonia, un equilibrio per la crescita dei bambini e dei ragazzi. Le emozioni sono molto importanti e non c’è un’età in cui si comincia, certe cose o si apprendono subito, ovviamente nei modi e nei tempi che l’età del bambino consente, oppure questo processo, se viene rimandato troppo a lungo, verrà subito dal bambino ed avrà delle difficoltà per potersi realizzare".

08/05/2022

L'8 maggio 1969 venne pubblicato il libro di John Bowlby intitolato "Attaccamento e perdita". Nel 1982, questo libro è stato citato in oltre 900 pubblicazioni, divenendo a tutti gli effetti un citation classic, il titolo per le pubblicazioni più citate assegnato dalla rivista Current Contents.
Il titolo completo dell'opera è "Attaccamento e perdita, Vol. 1: L'attaccamento alla madre". Si tratta infatti di una trilogia, dopo il primo pubblicato nel '69, son seguiti:
- "Attaccamento e perdita, Vol. 2: La separazione dalla madre" nel 1973;
- "Attaccamento e perdita, Vol. 3: La perdita della madre" nel 1980.
Il Volume 1 è il più teorico dei tre e presenta un'introduzione alla teoria dell'attaccamento. L'autore definisce in maniera accurata come la sua posizione è differente da quella psicoanalitica ortodossa, ponendo enfasi sulle funzione e sulle origini del comportamento di attaccamento. L'entusiasmo di Bowlby nella ricerca sulle ipotesi della teoria dell'attaccamento, è stato la chiave per indottrinare coloro che erano d'accordo con le sue idee a cercare dati a sostegno.
Il Volume 2 è invece focalizzato sulle manifestazioni di ansia e ambivalenza osservate durante il processo di separazione. Bowlby descrive le osservazioni compiute sui bambini di diversi contesti, accompagnandole a dettagliate descrizioni delle osservazioni del comportamento tra scimpanzé (ispirandosi alle ricerche di Harlow).
Il Volume 3 Bowlby affronta il delicato tema della perdita legato alla depressione. Viene diviso in tre parti dove la prima descrive la perdita e il lutto nelle malattie mentali. Le successive due sezioni parlano degli effetti del lutto negli adulti e nei bambini. Bowlby identifica quattro livelli del lutto (1: torpore; 2: bramosia, ricerca, collera; 3: disorganizzazione, disperazione; 4: riorganizzazione), discutendo anche le loro differenze nelle varie culture.
Grazie alla Strange Situation, hanno trovato riscontro le sue ipotesi sui bambini che, nonostante la giovane età, possono affrontare con successo un processo di lutto.

19/04/2022

"La follia non è necessariamente un crollo; essa può essere anche una apertura. Dal punto di partenza della nostra pseudosalute mentale tutto è equivoco. Questa salute non è vera salute. [...] La pazzia dei nostri pazienti è un prodotto della distruzione che imponiamo loro e che essi impongono a sé stessi. Nessuno immagini che ci imbattiamo nella vera pazzia, così come non siamo veramente sani di mente." Laing, 1967

Da oggi è online il mio sito professionale
12/04/2022

Da oggi è online il mio sito professionale

Ogni donna ha dentro di sé un'immensa forza creatrice e rigenerativa, che troppo spesso pensa di non avere: a volte è necessario cambiare specchio per ritrovare l'autentica immagine di sé.

E tu, di cosa hai paura?
12/01/2022

E tu, di cosa hai paura?

-“Dottoressa, mio figlio ha paura dei mostri! Non so più cosa fare…”
-“Vada in giro per casa a cercarli insieme a lui. Li cerchi ovunque, mi raccomando, anche nel frigorifero!”
-“Ah, dice?
Passano tre giorni, la mamma mi richiama:
-“Abbiamo giocato a cercare i mostri, da due notti dorme sereno…e racconta a tutti che i mostri in casa non ci sono!”
😨 Le paure dei bambini sono improvvise e mutevoli e necessitano più che mai della nostra empatia. Invece di dire: “Non devi avere paura!” prova a dire: “Avere paura è normale. Io sono qui!” (questo è anche un capitolo del libro “Invece di dire…prova a dire”, oscar Mondadori).
👧🏼Spesso quando i bambini ci dicono: “Ho paura!” noi rispondiamo: “Ma paura di cosaaa???” e questo non li aiuta di certo a superare quello stato emotivo.
Il più delle volte le loro paure per noi sono ingiustificate, e può accadere che finiscano anche per infastidirci, a volte temiamo la loro fragilità e la proiettiamo anche sul loro futuro. Così oscilliamo tra l’esortarli al coraggio a comando e il coccolarli all’eccesso col rischio di fargli credere che la loro paura abbia un fondamento concreto.
👻 La paura è un’emozione naturale…e anche utile! Ci aiuta ad attivare meccanismi di attacco o fuga nei confronti di determinate situazioni che percepiamo come minacciose per i motivi più disparati, consentendo di metterci al sicuro.
In particolare la paura dei mostri e dei fantasmi inizia verso i 3 anni e va diminuendo intorno ai 7 anni. Queste figure fantastiche rappresentano quelle preoccupazioni e insicurezze che il bambino di questa età vive. Teniamo ben presente che proprio in questo periodo il bambino legge la realtà dal punto di vista magico e animistico, secondo cui ogni cosa è dotata di anima propria e di intenzionalità.
Ben si comprende allora come il momento della nanna e il contatto col buio possa attivare nel bambino queste paure.
🧸Quindi razionalizzare, spiegare, ubriacare i bambini di parole non serve a niente. Occorre invece avvicinarsi al loro mondo e utilizzare la loro attività privilegiata: il gioco.
Bisogna andare a caccia di mostri tutti insieme, andare a cercarli nei posti più impensati, nel frigorifero, nel cassetto dei biscotti, dentro al wc, sotto al letto, nella serratura della porta, chiedere all’orsetto se per caso ha visto i mostri…giocare e finire inevitabilmente per ridere con loro!
❤️Questo non li fa sentire soli ma gli fa vivere la bellezza e la potenza della condivisione delle emozioni. Oggi la vivono attraverso di noi, domani saranno loro a saperla donare ad altri.
Laura Mazzarelli
Il cammino pedagogico

Prima notte in comunità mamma-bambino, stanotte dormo con un bambino solo, la mamma non c'è. Non vuole essere un post au...
15/11/2021

Prima notte in comunità mamma-bambino, stanotte dormo con un bambino solo, la mamma non c'è. Non vuole essere un post auto-celebrativo, lungi da me, sto ancora pensando se è una buona idea scriverlo o meno. Ma voglio scriverlo perché quasi nessuno sa dell'esistenza di queste case, come non sa niente delle situazioni di violenza di alcune mamme e dello sfacelo psico-sociale che coinvolge loro e i loro bambini.
Spesso sono donne che hanno subito violenza e che hanno denunciato violenze domestiche, sessuali, economica, psicologica o tutte insieme, ma nonostante abbiano trovato il coraggio di denunciare e si siano rivolte alle forze dell'ordine sono le donne con i bambini i soggetti costretti a lasciare la propria casa, i propri affetti e il proprio ambiente per andare a rinchiudersi in una comunità, con altre sconosciute, seguite dai servizi sociali (...)(...) e costrette ad una non-vita, non vedo libertà in tutto questo, non vedo giustizia.
Non sarebbe logico che fosse il violento ad allontanarsi e a perdere tutto? Dov'è lo Stato in tutto questo? In un mondo non troppo ideale non dovrebbero esistere le comunità protette come non dovrebbero esistere i centri antiviolenza, dovrebbero invece esistere i centri anti-coglion@ per i violenti e disadattati sociali, persecutori e impenitenti.
Invece nel mondo di oggi sono qui, con mamme con figli e con figli senza mamme, in un sistema che trasuda tutto tranne che giustizia, o qualcosa tendente ad essa. Ciò che mi dà speranza è sapere, come professionista e dopo aver avuto piccole grandi esperienze con mamme e bambini, che ogni bambino ha delle risorse che un adulto non può neanche più immaginarsi, che i traumi possono non essere solo traumi irreparabili se ci sono sorrisi accoglienti e barlumi di umanità in un mondo che sembra invece spietato e a volte disumano, dove le vite hanno valore solo per quanti soldi può far girare in un sistema troppo spesso malfunzionante.
Non riesco a togliermi dalla mente la mamma, mia coetanea, ospite in un'altra casa Accoglienza, che qualche settimana fa ha ucciso le sue due bambine e si è poi tolta la vita. Nessun giudizio, nessuna condanna, solo un'immensa impotenza e un'immensa sofferenza per tre vite che avrebbero potuto essere salvate. Per conto mio, io farò il mio, farò conoscere queste realtà e queste vite perché ci sia consapevolezza che ogni vita vale, perché si conosca il sistema e le sue falle e perché tutto questo possa cominciare a cambiare, perché non ci siano più morti tra le donne e tra i bambini.

La tua direzione è più importante della tua velocità 🍂
18/10/2021

La tua direzione è più importante della tua velocità 🍂

Indirizzo

Tione Di Trento
37138

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 14:00

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Our Story

Sono laureata in Psicologia presso l’Università di Padova, iscritta all’Albo degli Psicologi del Veneto num. 9675. Parallelamente agli studi universitari mi sono diplomata presso una scuola di Psicomotricità Relazionale, a Padova. Dopo l'esame di stato ho concluso a pieni voti un master in Psicologia Giuridica a Milano. Lavoro come educatrice e insegnante presso una cooperativa sociale con ragazzi con DSA, BES e necessità di percorsi individuali, e lavoro a progetto nelle scuole materne come psicomotricista relazionale e come psicologa. Mi occupo di genitorialità, infanzia e adolescenza, lavoro soprattutto con bambini, genitori e adolescenti. Sono coautrice del manuale “Psicosociologia della genitorialità” (2017). Ho frequentato il primo anno di specializzazione in psicoterapia psicoanalitica per l’infanzia e l’adolescenza presso il C.I.Ps.Ps.I.A. di Bologna, dove ho svolto un anno di Infant Observation. Sto proseguendo la specializzazione presso la SPAD di Roma, Scuola di psicoterapia psicoanalitica dell’adolescenza e del Giovane Adulto.