Dr.ssa Tamara Sciaboletta Studio di psicoterapia bioenergetica

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Dr.ssa Tamara Sciaboletta Studio di psicoterapia bioenergetica Psicologa clinica e psicoterapeuta bioenergetica

31/07/2025

CONTRO L’ABUSO DELLA PSICOTERAPIA
Giuseppe Raniolo

La psicoterapia è un atto di cura: silenzioso, complesso, trasformativo. Implica rispetto per la soggettività e per i tempi della psiche. Ma oggi questo spazio “sacro” è spesso travolto da logiche di mercato, potere, narcisismo e spettacolo. Occorre ricordare cosa la psicoterapia è e cosa non deve mai diventare.
1. Non è una merce.
Quando è confezionata come prodotto, venduta con slogan, pacchetti o “risultati garantiti”, la psicoterapia perde la sua anima. La cura non è consumo: non si misura in efficienza né in stelle su una piattaforma.
2. Non è una chiesa.
Le scuole che si chiudono in dogmi e carismi tradiscono il pensiero clinico. La clinica viva non ripete formule: interroga, ascolta, si trasforma.
3. Non è esercizio di potere.
Chi cura non domina, accompagna. Non offre soluzioni preconfezionate, ma sostiene la soggettivazione. Ogni sfruttamento, anche sottile, è abuso.
4. Non è un surrogato affettivo.
La relazione terapeutica non sostituisce legami mancati: li elabora. Se resta nella fusione idealizzante, produce dipendenza, non libertà.
5. Non conferma l’Io: lo interroga.
La psicoterapia non adatta, non potenzia. Non promette benessere o successo, ma consente di abitare la propria verità, anche scomoda.
6. Non è uno spettacolo.
La narrazione clinica non è materiale da brand. Esibire il dolore altrui o il proprio ruolo di “guaritore” è una violazione etica.
7. Non deve servire il dominio.
La cura psichica non normalizza, non addomestica. Interroga i codici del potere, non li conferma.
8. Richiede pensiero e formazione continua.
Non basta un titolo. Serve un percorso personale, una supervisione costante, una responsabilità etica attiva.
9. È sempre un atto etico.
Curare è sostenere il soggetto, non la prestazione. È tollerare il silenzio, custodire l’invisibile, resistere alla semplificazione.

Chi cura deve proteggere il confine tra parola e potere, tra incontro e invasione, tra cura e dominio.

27/12/2024

Pubblico il post di una collega, con la quale ho condiviso gli anni della specializzazione in analisi bioenergetica:
QUALCUNO DOVEVA PUR DIRLO

Tra i vantaggi che dà il lavoro su di sé ( che è imparare a capire chi siamo davvero e non chi siamo diventati per amore dell'Altro) ce n'è uno sempre poco sottolineato.

Chi lavora su di sé non rompe i co@@ agli altri e fa molti meno danni di chi invece è sempre arrabbiato, permaloso, acido, malizioso, guerrafondaio, doppiogiochista, polemico.

Questi personaggi hanno sempre il colpo in canna pronti a sparare a zero al primo che gli capita a tiro, non rendendosi conto che la propria missione nella vita è la realizzazione di sé e non rompere le p***e al prossimo.

Chi rompe le p***e al prossimo, chi sta sempre a guardare e giudicare cosa fanno gli altri, chi insomma sta sempre sul "fuori" è perché fa fatica a stare "dentro" , che, tradotto, è stare con sé.

Imparate a fare i conti con le vostre ombre, e non gettatele sugli altri.

La vostra vibrazione cambierà e magari il mondo risuonerà di una bellezza nuova.

20/11/2024

Medusa
L’eroina greca punita per essere nata donna!

Medusa ci viene sempre descritta come un orribile mostro capace con un solo sguardo di trasformare gli uomini in pietra. Ma c'è una parte della sua storia che non è mai stata raccontata.

Medusa era una giovane che aveva un’unica colpa: essere nata donna ed essere bella. Il dio Poseidone si innamora di lei, vuole possederla a tutti i costi, vuole farla sua. È convinto che amare significhi «possedere». E che l’amore possa essere imposto. Disperata, Medusa fugge nel tempio di Atena in cerca di protezione, ma non basta a salvarla. Poseidone la prende contro la sua forza. E in quel momento accade una cosa. Atena invece di punire Poseidone, punisce Medusa. Perché la «colpa» è sempre della donna. La trasforma in un mostro.

Così Medusa fu esiliata e condannata a vivere sola, odiata e temuta da tutti. Allontanata come simbolo vivente della sua eterna vergogna. Ma la storia di Medusa non finisce qui. Era rimasta incinta di Poseidone, così Atena ordinò al giovane Perseo di ucciderla. Ed è questo che fece l’eroe: le tagliò la testa, decapitandola. E poi offrì la sua testa in omaggio ad Atena, che la usò come ornamento del suo scudo. E lei, Medusa, la vittima di tutti, di uomini prepotenti e di donne crudeli, fu sempre descritta come un mostro.

Il destino di Medusa è il destino di quelle donne che non hanno voluto piegarsi e per questo sono state oppresse e tormentate da una società che ha visto nelle donne soltanto degli oggetti. Delle cose. Ma Medusa è anche vittima di quella cosa che si chiama «perbenismo» o «indifferenza», e di quell’altra cosa che ha la pretesa di chiamarsi «amore» senza sapere nulla dell’amore. Perché l’amore significa avere cura. L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno pretenderlo. Un giorno si capirà che una donna che dice «no» non è frigida e una donna che dice «sì» non è «una poco di buono.» Che lasciare ed essere lasciati non sono cose che dovrebbero fare paura.

E allora ricordiamo Medusa, e rendiamole giustizia, a lei e a tutte le donne messe a tacere dalla prepotenza di oggi e di ieri.

02/11/2024
25/09/2024
Orgogliosa di appartenere a questa equipe!
02/05/2023

Orgogliosa di appartenere a questa equipe!

Vienna
15/10/2022

Vienna

25/07/2022

Requisiti e modalità per l’accesso. I professionisti possono comunicare la propria disponibilità dal 21 luglio 2022 sul sito del CNOP

03/07/2022

Il Daimon
“Quando si abbandona tutto ciò che si è costruito, per volgersi verso altri orizzonti, si dà ascolto a una voce maturata dentro di sé.
Quello che a un osservatore esterno può apparire il risultato di coincidenze fortuite, è invece il risultato di un lungo lavoro psicologico sulle proprie ferite, di una sofferta elaborazione delle problematiche interiori. Solo il paziente riandare alle immagini, ai complessi può consentire di udire la chiamata e di mutare il corso della propria vita. Coloro i quali sono riusciti a esprimere in modo creativo la loro dimensione interiore hanno sperimentato questo richiamo proveniente dalle profondità dell'anima.(…) Nell'immaginario collettivo questa capacità di auto-dirigersi, di essere responsabili delle proprie decisioni, è raffigurata dal mito di Ulisse. Nei dieci anni del suo peregrinare, egli incontra e ama delle creature bellissime: ninfe, maghe, o donne mortali. Ma deve sempre abbandonarle, per seguire il suo destino, quel richiamo inconscio, personificato da Ermes. Ulisse è la perfetta incarnazione dell'uomo spinto dal suo demone interiore, quel demone che costringe l'individuo creativo a seguire sempre la propria strada, rimanendo fedele a se stesso, nonostante il dolore arrecato a sé e agli altri.
Troncare gli affetti, voltare le sp***e al mondo che noi abbiamo costruito, è terribile, perché non abbiamo nessun'altra giustificazione, all'infuori della fedeltà a noi stessi. Tale modalità di agire equivale al tradimento. Ciò che io tradisco, voltandogli le sp***e, è il collettivo. Si capisce allora come in tali situazioni si venga assaliti dai rimorsi, dai dubbi, dai sensi di colpa.”
Aldo Carotenuto, "La chiamata del daimon", pp. 144-145.
♨️

10/05/2022

✒️

Indirizzo

Via Di Torresquadrata 157, Todi (PG)
Todi
06059

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

Telefono

+393470090631

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