Studio Oculistico Antonino Vadalà

Studio Oculistico Antonino Vadalà Medico Chirurgo specialista in OFTALMOLOGIA PEDIATRICA. Visite OCULISTICHE PER ADULTI E BAMBINI su appuntamento

                  -Schlossman    II Citomegalovirus (CMV) è un virus a doppia catena di DNA della famiglia degli Herpesv...
12/01/2023


-Schlossman
II Citomegalovirus (CMV) è un virus a doppia catena di DNA della famiglia degli Herpesviridae. È la più frequente causa di infezioni virali congenite e provoca nel neonato dei quadri oculari e non oculari clinicamente severi. È inoltre tipicamente causa di patologia oculare in soggetti fortemente immunocompromessi come pazienti affetti da linfomi/leucemie e HIV/AIDS. La presentazione tipica in questi pazienti è una retinite necrotizzante al polo posteriore, dal disco ottico verso le arcate vascolari, con ampie aree emorragiche e una retina che appare progressivamente biancastra, edematosa e necrotica. Le varianti a partenza dalla periferia con poche emorragie e poco edema e la perivasculite "frosted-branch angiitis", sono forme più indolenti e descritte tipicamente nei pazienti immunocompetenti; in questi pazienti il CMV può determinare inoltre la comparsa di cheratouveite monolaterale che si presenta con dolore oculare, visione offuscata e fotofobia. E’ caratterizzata da severa ipertensione oculare dovuta a riduzione del drenaggio dell'umor acqueo per infiammazione trabecolare, cheratite epiteliale e stromale, endotelite con edema corneale e un grado variabile di atrofia iridea a settore. Forme bilaterali e forme con atrofia diffusa sono inoltre state descritte. E’ un'uveite granulomatosa con pochi precipitati cheratici (KPs), di forma nummulare, e lieve o moderata infiammazione in camera anteriore. In alcuni pazienti può presentarsi come uveite anteriore cronica con episodi di irite ricorrenti e innalzamento della pressione intraoculare a valori elevati detta precedentemente "sindrome di Posner-Schlossman" o "crisi glaucomatociclica", mentre in altri casi può presentarsi con cellule in camera anteriore e KPs endoteliali entrando in diagnosi differenziale con l’”uveite di Fuchs". Il riscontro del DNA del CMV tramite PCR e di anticorpi contro CMV tramite ELISA su campioni di umor acqueo prelevati da pazienti affetti da sindrome di Posner-Schlossman e uveite di Fuchs ha recentemente portato a proporre in queste forme un’eziologia da CMV.
La diagnosi è clinica e a volte difficile perché le manifestazioni sono simili a quelle degli altri virus erpetici. In molti casi il quadro viene scambiato per HSV e trattato senza successo con aciclovir o valaciclovir. I casi dubbi richiedono il prelievo dell'umor acqueo e conferma tramite PCR ed ELISA rispettivamente del DNA del CMV o della produzione di anticorpi locali contro di esso, in aggiunta al risultato negativo per gli altri virus erpetici. Il trattamento dell'uveite anteriore da CMV consiste in antivirali sistemici e topici associati a steroidi topici, cicloplegici e ipotonizzanti dato il frequente riscontro di pressione intraoculare.

                      UVEITE ASSOCIATA A INFEZIONE DA VARICELLA ZOSTER VIRUSIl virus della varicella zoster (VZV) è un v...
04/01/2023



UVEITE ASSOCIATA A INFEZIONE DA VARICELLA ZOSTER VIRUS
Il virus della varicella zoster (VZV) è un virus a DNA della famiglia degli Herpesviridae che causa due distinte malattie: la varicella nell'infezione primaria e l'herpes zoster oftalmico in seguito alla riattivazione del virus. Il virus infatti dopo la prima infezione resta latente nel ganglio trigeminale, e si riattiva una o più volte di solito in soggetti anziani o immunocompromessi. L'infiammazione del segmento anteriore dell'occhio si presenta nel 40%-60% dei casi di herpes zoster che interessa la branca oftalmica del trigemino. In poche ore o giorni dall’insorgenza dei primio sintomi compare rash diffuso eritematoso o maculo-papulare a livello del dermatomero innervato dalla branca oftalmica del trigemino, che progredisce a vescicole e pustole fino alla formazione di croste nell'arco di 3-5 giorni. L'uveite inizia in media 1-2 settimane dopo l'insorgenza del rash. I pazienti possono lamentare sensazione di corpo estraneo, dolore oculare, calo della vista e/o fotopsie. Alla lampada a fessura si possono osservare iniezione ciliare, cheratite dendritica, cheratite neurotrofica, cheratite stromale, edema corneale, precipitati cheratici granulomatosi endoteliali, cellule flare in camera anteriore, sinechie posteriori e atrofia iridea a settore, segno caratteristico della cheratouveite erpetica. Rispetto all'herpes simplex virus (HSV) i dendriti appaiono più piccoli, con ramificazioni meno regolari e con un minor numero di bulbi terminali. I pazienti possono presentare anche rash e vescicole palpebrali, congiuntivite, sclerite oltre che interessamento del segmento posteriore. Antivirali sistemici, steroidi topici e cicloplegici topici sono alla base della terapia in caso di uveite anteriore. Agenti ipotonizzanti devono essere usati qualora fosse presente ipertensione oculare.

25/12/2022



              SCLERITI ED EPISCLERITILe scleriti posteriori sono patologie spesso sotto-diagnosticate per la peculiarità...
15/12/2022



SCLERITI ED EPISCLERITI
Le scleriti posteriori sono patologie spesso sotto-diagnosticate per la peculiarità del quadro clinico. Solo la metà dei casi presentano il tipico dolore oculare profondo, anche se spesso è presente almeno la sensazione di disconfort oculare. I segni clinici più comuni sono un distacco retinico serioso, le miositi e le pieghe coroideali maculari. Queste ultime possono anche persistere dopo il trattamento, causando metamorfopsie. Le miositi, invece, determinano dolore intenso, specialmente ai movimenti oculari, e talora diplopia. Altri segni riscontrabili sono l'edema del disco ottico, con calo del visus in genere lieve-moderato, edema maculare e proptosi. Talora la sclerite posteriore può estendersi anche anteriormente con la comparsa dei segni tipici, e viceversa. L'associazione con patologie sistemiche. Grazie all'ecografia oculare è possibile individuare segni d'infiammazione posteriore della sclera ed il coinvolgimento muscolare. L'immagine oculare può essere completato con fluorangiografia, angiografia al verde d'indocianina e neuroimaging. Esistono inoltre forme di sclerite ad eziologia infettiva. In particolare l'herpes zoster. Complicanze delle scleriti includono aree di traslucenze sclerale (fino alla perforazione del bulbo che avviene raramente), coinvogimento corneale, uveiti, sindrome da effusione uveale, glaucoma, ipotonia, tisi e cataratta. Le episcleriti, invece, sono delle infiammazioni a carattere più benigno, della episclera, caratterizzate da iperemia bulbare e decorso spesso autolimitante. Più che ad un franco dolore oculare, le episcleriti si associano ad una sensazione di fastidio e discomfort oculare. Anche le episcleriti sono classificate in diffuse o nodulari.

07/12/2022


Il dottor Antonino Vadalà, oculista specializzato in pediatria, effettua visite specialistiche per adulti e bambini. Per info e appuntamenti 3891190378

              SCLERITI ED EPISCLERITILe scleriti sono patologie rare caratterizzate dall'infiammazione della selera. A d...
01/12/2022



SCLERITI ED EPISCLERITI
Le scleriti sono patologie rare caratterizzate dall'infiammazione della selera. A differenza delle episcleriti, che spesso hanno un decorso più benigno, la maggior parte dei pazienti affetti da scleriti ha una patologia oculare severa e presenta dolore oculare intenso. Sebbene alcune forme come quelle posteriori possano coinvolgere anche i bambini, le scleriti sono per lo più una patologia dell'adulto e dell'anziano, riflettendo l'andamento delle malattie sistemiche più frequentemente associate. La classificazione delle scleriti si basa sul segmento della sclera interessato (scleriti anteriori o posteriori) e sul tipo di infiammazione (nodulare, diffusa o necrotizzante). Clinicamente il sintomo principale delle scleriti è un dolore profondo, importante, notturno, talora insopportabile e poco responsivo ai comuni analgesici. Il dolore può mancare in alcune forme, dove invece può associarsi diplopia per infiammazione dei muscoli extraoculari. Il segno tipico delle scleriti anteriori è la comparsa di iperemia sclerale, localizzata o diffusa, con edema, iniezione pericheratica, congestione e tortuosità vascolare. Circa un terzo delle scleriti è bilaterale, con il secondo occhio coinvolto anche a distanza di mesi, anni dall'esordio. La forma più comune di sclerite è la sclerite anteriore diffusa. E’ spesso associata a patologie sistemiche come l'artrite reumatoide, le malattie infiammatorie croniche intestinali e la spondilite anchilosante. Si presenta con iperemia generalizzata e dopo ripetuti episodi la sclera può assumere nei periodi di quiete un colorito grigio/blu. Le recidive sono frequenti, spesso nella stessa sede, a me che la patologia sottostante sia identificata e controllata. Le scleriti anteriori nodulari sono quasi altrettanto frequenti e l'anamnesi è spesso positiva per progressi episodi di herpes zoster. I noduli sclerali possono essere di varie forme, singoli o multipli, spesso localizzati nell'area della fessura interpalpebrale. Alla remissione, la sclera appare spesso più traslucente. Le scleriti anteriori necrotizzanti sono la forma più grave e distruttiva, talora bilaterali. Richiedono un trattamento aggressivo perchè non autolimitanti e pericolose per l'intero occhio.

              ATROFIA ESSENZIALE DELL’IRIDE, SINDROME DI CHANDLER è una condizione patologica, progressiva perdita dello...
24/11/2022



ATROFIA ESSENZIALE DELL’IRIDE, SINDROME DI CHANDLER è una condizione patologica, progressiva perdita dello stroma dell’iride con formazione di fori iridei e deformazione pupillare e glaucoma grave. Relativamente rare; più frequente nelle donne dai 20 ai 40 anni. La sindrome di Chandler è la variante clinica più frequente della sindrome endoteliale iridocorneale (ICE), patologia della camera anteriore nella quale un abnorme proliferazione dell’endotelio corneale e irideo provoca la chiusura delle vie di deflusso dell’umor acqueo della camera anteriore con conseguente aumento della pressione endoculare.

                       L’escavazione focale ha l'aspetto di un assottigliamento nettamente localizzato, che crea una esc...
16/11/2022



L’escavazione focale ha l'aspetto di un assottigliamento nettamente localizzato, che crea una escavazione a colpo d'unghia (notch) nel contorno regolare del bordo. Più sono grandi l'escavazione e la sua profondità, più agevole risulta l'individuazione dell'escavazione a colpo d'unghia, mentre in una escavazione piccola e poco profonda può essere molto difficile da notare. Un notch che si estende ai margini esterni del bordo è associato quasi sempre ad un difetto del campo visivo (CV) corrispondente. In una forma estrema di notch si produce un collasso della lamina cribrosa che causa una depressione locale nella papilla.
Si possono controllare clinicamente le modificazioni dello spessore del bordo determinando il rapporto escavazione/papilla (CDR o C/D). Sebbene questo sia facile da stabilire, può indurre in errore, perché papille piccole tendono ad avere piccole escavazioni, e quindi un piccolo CDR. Papille piccole patologiche possono avere un CDR piccolo e sembrare sane. Al contrario, papille grandi e sane possono avere escavazioni molto grandi con un CDR apparentemente patologico. L'uso di sistemi computerizzati per la valutazione della ONH rende possibile la misurazione dell'area del bordo e un confronto con i valori normali.

                 Allargamento concentrico dell'escavazione che avviene quando l'intero bordo si assottiglia in modo unif...
10/11/2022



Allargamento concentrico dell'escavazione che avviene quando l'intero bordo si assottiglia in modo uniforme, ed è spesso il risultato di una pressione intraoculare alta in pazienti giovani. Allargamento temporale dell'escavazione spesso avviene lungo il diametro verticale, estendendosi ai poli superiore ed inferiore. In tale modello, l’escavazione tende ad assumere un aspetto verticale, il che è molto tipico del glaucoma.

                  #La papilla ottica (ONH) è delimitata dall’anello peripapillare di Elschning. Il tessuto tra i margini...
10/11/2022


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La papilla ottica (ONH) è delimitata dall’anello peripapillare di Elschning. Il tessuto tra i margini della papilla e dell’escavazione è chiamato bordo neuroretinico (NRR) . La forma del bordo dipende dalla dimensione e dalla direzione del nervo ottico quando attraversa i canale sclerale, e dal numero di fibre delle cellule ganglionari retiniche (RGC). Come accade per le altre strutture della ONH, anche le dimensioni del bordo variano notevolmente da persona a persona. In generale, a una papilla più grande corrisponde un'area del bordo maggiore. Poiché il bordo è principalmente composto da assoni delle RGC, ed il danno glaucomatoso è correlato alla perdita di RGC, l'area del bordo dovrebbe costituire un buon indicatore del numero di assoni nel nervo ottico e quindi del livello del danno. Il danno alle fibre nervose nel glaucoma si ripercuote sia sulla forma che sull'area del bordo. Gli occhi con una ONH di forma normale mostrano un modello coerente di spessore del bordo. In questa ONH, lo spessore del bordo segue la regola cosiddetta di “ISNT”: il bordo e normalmente più largo nel settore inferiore (I) per ridursi rispettivamente nei settori superiore (S), nasale (N) e temporale (T). Questa semplice regola aiuta nella pratica clinica perché ad ogni deviazione dalla norma aumenta il sospetto di danno glaucomatoso. Con la progressione della malattia, la forma del bordo può mutare. Si sono identificati diversi modelli alcuni di questi possono essere predominanti, ma non si escludono uno con l’altro, anzi sono spesso compresenti nel quadro clinico. L’assottigliamento del bordo viene naturalmente accompagnato da un aumento dell’escavazione. Si riconoscono i seguenti modelli di escavazione glaucomatosa:
allargamento concentrico dell’escavazione, allargamento temporale dell’escavazione e escavazione focale.

            Con l’esame della fluorescina, colorante fluorescente giallo-verde, viene instillata direttamente sulla corn...
27/10/2022



Con l’esame della fluorescina, colorante fluorescente giallo-verde, viene instillata direttamente sulla cornea per evidenziare abrasioni o la diffusione di ferite chirurgiche; instillata nel sacco congiuntivale è impiegata come test per valutare il drenaggio delle lacrime. Può essere iniettata indovena per lo studio della circolazione ematica di retina e coroide La fluoresceina può fuoriuscire dai vasi in uno spazio anatomico ben delineato (pooling) oppure estendersi diffusamente nei tessuti (staining). La fuoriuscita diffusa di fluoresceina è solitamente caratterizzata da margini irregolari e scarsamente delineati. In questi casi la fluoresceina si distribuisce in modo irregolare, la sua densità non è omogenea ed i margini sono sfumati. La fuoriuscita di fluoresceina in uno spazio ben delimitato (pooling) può essere osservata in caso di distacco della parte ottica della retina dall'epitelio pigmentato o di distacco dell'epitelio pigmentato dalla membrana di Bruch

Indirizzo

Località Ponterio, 74
Todi
06059

Orario di apertura

Martedì 15:15 - 19:00
Mercoledì 15:15 - 19:00
Giovedì 15:15 - 19:00

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