22/10/2025
Oggi, il filo conduttore di molte sedute è stato il cambiamento.
Quel cambiamento che segna il passaggio all’età adulta, quando la fine degli studi universitari si avvicina e il mondo del lavoro — reale, concreto, a volte spaventoso — inizia a farsi presente.
Molti giovani vivono questa transizione con ansia, incertezza e ambivalenza. Da un lato c’è la curiosità, il desiderio di sperimentarsi, di mettersi alla prova; dall’altro, la paura di non essere pronti, di deludere le aspettative, di perdere la sicurezza di un ruolo che fino a poco prima era chiaro: quello di “studente”.
Il timore del cambiamento può manifestarsi in modi diversi.
Talvolta si traduce in una procrastinazione sottile: rimandare gli ultimi esami, rallentare la tesi, posticipare la seduta di laurea.
Altre volte prende la forma di un riempire il tempo di attività, impegni o lavori temporanei che, pur avendo una loro utilità, finiscono per allontanare l’obiettivo principale e mantenere, inconsciamente, una posizione di “attesa”.
C’è poi chi, subito dopo la laurea, sperimenta una nuova forma d’ansia: quella legata alla ricerca del lavoro, alle aspettative di chi ci circonda — genitori, partner, amici — e alla sensazione che “ora tocca a me”.
Il cambiamento spaventa perché comporta sempre una perdita: lasciare ciò che è noto per qualcosa che ancora non conosciamo.
Eppure, il cambiamento è l’unica vera costante della vita.
Tutto scorre, come ricordava Eraclito: panta rei.
Anche quando non ce ne accorgiamo, noi cambiamo continuamente — nei pensieri, nei desideri, nelle priorità.
La differenza sta nel modo in cui scegliamo di viverlo.
Possiamo subirlo, lasciando che la paura decida per noi, oppure diventare parte attiva del nostro cambiamento, imparando a fare scelte consapevoli.
Ogni scelta comporta un guadagno e una perdita, un “sì” e un “no”.
Sta a noi decidere cosa lasciare per strada e cosa portare con noi, quali valori, relazioni e obiettivi desideriamo coltivare lungo il cammino.
Il cambiamento, in fondo, non è altro che la possibilità di diventare sempre un po’ più noi stessi.