Dott. Raffaele Biccari - Fisioterapista

Dott. Raffaele Biccari - Fisioterapista dott. Raffaele Biccari -fisioterapista specializzato in rieducazione posturale (metodo Bertelè), ri

08/10/2025

Non era una tecnica.
Era un modo nuovo di vedere il corpo.
Laura Bertelè lo imparò da Françoise Mézières: non bastava osservare una postura, bisognava capire come il corpo compensava, come si piegava, si irrigidiva, per non sentire il dolore che cercava di proteggere.

Ogni contrazione è una storia che il corpo racconta a modo suo.
Ogni tensione è un tentativo di equilibrio, una corazza nata per difendersi.
Risalire a quel dolore nascosto significa riconnettersi con ciò che siamo davvero, sciogliere ciò che pesa, lasciare spazio a ciò che può rinascere.

Il Metodo Bertelè nasce da questa visione:
📖 leggere il corpo come un linguaggio,
🫱 accompagnarlo con rispetto,
💫 restituirgli libertà, presenza, consapevolezza.

Perché dietro ogni postura c’è una persona che, semplicemente, ha imparato a resistere.

07/10/2025

Finalmente è martedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”

Ci sono nervi che controllano muscoli potenti.. e poi ci sono quelli che osservano tutto e non dicono niente, finché non li tocchi. Il nervo surale è uno di questi: silenzioso, ma presente. Sensibile, ma resistente. E quando lo pizzichi.. lo senti eccome.

Dove sta?

Il nervo surale è un nervo puramente sensitivo, che nasce dalla fusione di due rami: il ramo comunicante del nervo tibiale (ramo surale mediale) e il ramo comunicante del nervo peroniero comune (ramo surale laterale).

Dopo la loro unione (spesso a livello del terzo distale di gamba), il nervo surale decorre lungo il versante posteriore-laterale del polpaccio, attraversa il tendine di Achille e si dirige verso la regione laterale del piede, terminando vicino al malleolo laterale.

Che cosa fa?

Il nervo surale è un nervo cutaneo sensitivo, che si occupa della sensibilità tattile e termica della regione postero-laterale della gamba, della sensibilità della caviglia laterale e della parte esterna del piede, contribuendo al riconoscimento di stimoli nocicettivi e termici in queste zone.

Non controlla alcun muscolo, ma è essenziale per dare feedback sensoriale su pressione, dolore, freddo, calore e contatto.

Come si lamenta?

Quando il nervo surale è irritato, intrappolato o leso, può causare sintomi come formicolio, bruciore o dolore urente nella parte posteriore o laterale del polpaccio, parestesie attorno al malleolo esterno e al margine esterno del piede, ipoestesia o anestesia parziale lungo il suo territorio, e fastidio che peggiora con scarpe strette, appoggio prolungato o compressione diretta.

Un dolore al margine esterno del piede non sempre è un problema di appoggio plantare: a volte è una voce sensitiva inascoltata.

Ruolo nella vita quotidiana

Ogni volta che cammini a piedi nudi su ghiaia, indossi calzature strette o rigide, allacci scarpe da trekking o da calcio, hai crampi o tensioni al polpaccio, o fai un massaggio profondo sul tricipite surale.. il nervo surale potrebbe intervenire, protestare o segnalare qualcosa.

È spesso coinvolto in sport di endurance (running, ciclismo, calcio), e viene anche usato come nervo donatore in alcuni interventi di microchirurgia nervosa.

Patologie e disfunzioni

Ce ne sono diverse, come l'intrappolamento o compressione del nervo surale (es. da aderenze fasciali, cicatrici o tendiniti), sindrome compartimentale della gamba posteriore, neuroma del surale (trauma o lesioni iatrogene), neurite sensitiva idiopatica o post-infettiva, conseguenze chirurgiche (sutura del tendine d’Achille, prelievi nervosi, fratture perone distale), e disordini sensitivi post-allenamento (DOMS con componente nervosa associata).

🔬 Curiosità neurologica

Il nervo surale è spesso usato come punto di riferimento per studi di conduzione nervosa (ENG). Viene anche usato come nervo donatore in chirurgia ricostruttiva per innervare altre aree. In anatomia, la sua origine può variare molto: a volte la fusione dei due rami avviene molto prossimalmente, altre volte non avviene affatto!

Approccio fisioterapico

Il trattamento fisioterapico per disturbi legati al nervo surale può includere mobilizzazioni neurodinamiche (nervo surale glide/sliders), tecniche fasciali e miofasciali mirate alla zona gastrocnemio-laterale e regione peronea.

Importante eseguire una valutazione biomeccanica del piede e della scarpa (es. drop troppo alto o basso), lavoro di decompressone posturale del polpaccio, educazione al carico, al recupero e all’uso di calzature ergonomiche, rinforzo e stretching del tricipite surale solo se non irritativo.

Conclusione

Il nervo surale è il testimone sensitivo silenzioso della tua camminata. Non si muove, ma sente tutto. Non comanda muscoli, ma ti avverte quando qualcosa non va.
Trattalo bene, liberalo da pressioni inutili, e lui ti ricambierà con una percezione chiara, sicura e funzionale.

Ci vediamo martedì prossimo su Neurolandia.. perché quando i nervi parlano, noi impariamo ad ascoltarli. 🤗

Nota bene

Anche se a Neurolandia i nervi parlano.. la diagnosi medica la fa il medico. Quindi, se i sintomi ti fanno compagnia da troppo tempo, ascolta i segnali e confrontati con un neurologo o uno specialista medico. Noi siamo qui per spiegarti come funzionano le cose, ma la cura parte sempre da una valutazione sanitaria. E spesso, il fisioterapista è proprio il primo professionista sanitario a intercettare quei segnali e indirizzare nel modo giusto. 👏

27/08/2025

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

04/08/2025

Dal “FILO DEL DOLORE” alla “RETE DEL DOLORE”: come è cambiato il nostro modo di pensarlo.

Nel XVI secolo, secondo il modello cartesiano, il dolore era un “filo diretto” tra la zona lesa e il cervello. Un po’ come una campanella che suona quando qualcosa tocca un filo sotto pelle: lo stimolo parte dal piede e arriva su, in alto, al cervello.

Fine.

Oggi, però, la scienza del dolore ci dice che non è affatto così semplice.

Nel 21° secolo, sappiamo che il dolore è un’esperienza soggettiva, modulata, amplificata o ridotta da molti fattori che “entrano in scena” nel cervello e nel midollo spinale.

Cosa succede oggi, nel cervello che prova dolore?

Quando tocchiamo qualcosa di nocivo (una fiamma, come nella figura), l’informazione sale attraverso la linea rossa (via ascendente), ma a differenza del passato, la visione è meno semplice.

Il cervello non è un ricevitore passivo, ma un interprete attivo. Influisce attivamente attraverso la linea verde (modulazione discendente), influenzata da esperienze pregresse (il tuo passato conta, nel senso che un dolore provato anni fa può cambiare come interpreti quello attuale), da aspettative e attenzione (più ti concentri sul dolore, più lo amplifichi), dalla genetica e neurochimica (ci sono cervelli più sensibili, predisposti), dall'umore e dai pensieri (ansia, depressione, preoccupazioni.. sono benzina sul fuoco) e dalla sensibilizzazione (il sistema nervoso può diventare più “reattivo”, sia a livello periferico che centrale).

Il dolore non è solo un sintomo, è un’esperienza. Il dolore è reale anche in assenza di danno tissutale. E si può ridurre anche senza eliminare del tutto il problema fisico. È qui che la fisioterapia moderna, l’educazione al dolore e gli approcci multidisciplinari fanno la differenza: non trattiamo solo i tessuti, ma anche il sistema che li interpreta.

Il punto è proprio questo: il dolore non viaggia solo dal corpo al cervello. Il cervello lo crea e lo regola, momento per momento, come un filtro. Conoscere il dolore cambia il dolore: educare, spiegare, ascoltare.. è già parte della terapia. 😌

24/07/2025

Il dietro le quinte della tua nuca: dove nascono i movimenti e si nasconde la tensione!

Hai mai sentito quel fastidioso dolore dietro la testa dopo ore di computer o di stress? O la sensazione che qualcuno ti stia tirando un filo invisibile dalla nuca verso il cranio? Beh, non è magia: è opera di questo formidabile ensemble muscolare. Oggi ti porto a esplorare con la lente d’ingrandimento i protagonisti di questa sinfonia posturale.

FOCUS ANATOMICO – I maestri del movimento cervicale

Trapezio: la superstar più superficiale: avvolge collo e spalle, tira le scapole verso l’alto e indietro. È come un mantello che stabilizza e muove.

Splenio del capo e del collo: i tuoi muscoli “svolta testa”. Ti permettono di ruotare la testa elegantemente a destra e sinistra. Quando si irrigidiscono, ecco quel blocco da giraffa ferma.

Semispinale del capo e del collo: profondi e potenti: estendono la testa e la stabilizzano quando la fissi su un oggetto. Pensali come i “freni a disco” del collo.

Retti posteriori piccolo e grande: due piccole gemme che collegano l’occipite alle prime vertebre cervicali. Sono più importanti di quanto pensi: contribuiscono anche alla percezione del movimento (propriocezione).

Obliqui inferiore e superiore: formano il triangolo suboccipitale, un piccolo spazio da cui passa il nervo di Arnold. Se qui si crea tensione, puoi sentire cefalee cervico-geniche.

Sternocleidomastoideo: un muscolo imponente che gira e inclina la testa. Il suo tendine si annida lateralmente, mentre dietro si muovono i più fini stabilizzatori profondi.

TEST PRATICO

Vuoi capire chi si attiva quando ruoti la testa? Prova questo.

Ruota lentamente la testa a destra. Senti il lato sinistro che tira? Sono gli spleni e i semispinali che si allungano mentre i controlaterali si contraggono.

Ora inclina l’orecchio verso la spalla. Noti la tensione che cambia? Qui il trapezio e lo sternocleidomastoideo entrano in gioco.

Momento curioso

Lo sapevi che molti problemi cervicali non derivano solo dai muscoli superficiali, ma dalla tensione cronica dei piccoli suboccipitali? Sono loro che spesso mandano segnali di dolore riferito dietro l’occhio o la nuca.

Consiglio tecnico

Per migliorare la mobilità e ridurre la tensione, mobilizza dolcemente la colonna cervicale con movimenti lenti di flessione e rotazione. Rilassa i suboccipitali con un automassaggio (per esempio con una pallina morbida sotto la nuca). Allenati a distinguere le contrazioni superficiali (trapezio) da quelle profonde (retti e semispinali).

Riflessione finale, vi propongo due sfide.

La sfida del controllo fino. Riesci a muovere la testa senza sentire tutto il collo che si irrigidisce come un blocco unico? Questa è la vera prova di consapevolezza corporea.

Sfida del giorno. Siediti, appoggia le mani sulle spalle e ruota la testa lentamente. Riesci a percepire solo i muscoli profondi che lavorano, lasciando trapezio e sternocleidomastoideo rilassati? Se sì, stai diventando un artista del movimento!

Ora che conosci ogni attore dietro le tue vertebre cervicali, ricorda: la postura nasce anche da questi dettagli. Trattali con rispetto, concediti pause e piccoli esercizi di mobilità. La tua testa ti ringrazierà con leggerezza e chiarezza mentale.

22/07/2025

Se pensi che spalla e anca siano due mondi separati, è il momento di cambiare prospettiva. Queste due articolazioni, anche se lontane, sono collegate da un sistema biomeccanico preciso: il pattern crociato del corpo umano.

Se hai una spalla bloccata o instabile, potresti sviluppare problemi all’anca opposta senza nemmeno accorgertene. Se la tua anca è rigida o dolorante, il tuo arto superiore potrebbe pagare il prezzo con tensioni e limitazioni di movimento.

Se non ci credi, prova questo: cammina bloccando un braccio lungo il fianco e osserva come cambia il movimento della gamba opposta. Ti sembrerà di essere meno fluido, più goffo e, dopo un po’, noterai anche più tensione nel bacino.

Adesso sai che spalla e anca lavorano insieme in ogni passo che fai.

Qual'è il ruolo del pattern crociato nel movimento?

Il corpo umano segue un pattern crociato naturale. Quando la spalla destra si muove in avanti, la gamba sinistra avanza. Quando la spalla sinistra si muove indietro, la gamba destra retrocede.

Questa dinamica è essenziale per camminare, correre, lanciare, colpire e persino stare in piedi in equilibrio. Ma cosa succede se questa connessione viene alterata?

Se la spalla è bloccata o rigida (ad esempio per una capsulite adesiva, una lesione alla cuffia dei rotatori o una postura errata), il corpo può compensare in diversi modi. L’anca opposta perde mobilità o sviluppa tensioni eccessive, il bacino può subire una rotazione anomala, influenzando la distribuzione del peso e il movimento globale diventa meno efficiente, con maggiore rischio di dolore lombare, rigidità dell’anca e squilibri posturali.

Se l’anca è rigida o instabile (per esempio a causa di artrosi, debolezza del gluteo medio o alterazione dello schema motorio dell’ileopsoas), il corpo compensa aumentando il lavoro della spalla opposta, causando sovraccarichi muscolari e limitazioni nella mobilità scapolare, il passo diventa meno efficiente, con un’alterazione della biomeccanica di corsa e camminata e possono svilupparsi tensioni cervicali e problemi alla colonna vertebrale.

Esistono delle strategie per riequilibrare spalla e anca. Infatti per migliorare la connessione tra spalla e anca, non basta lavorare isolatamente su un’articolazione: bisogna ripristinare il pattern crociato naturale del corpo.

1. Mobilizzazione combinata di spalla e anca

Esercizio del guerriero: posizionati in affondo con una gamba avanti e una dietro, poi ruota il busto verso la gamba anteriore mentre sollevi il braccio opposto. Questo esercizio migliora la coordinazione tra arti superiori e inferiori.

2. Integrazione del pattern crociato nel movimento

Camminata con carico alternato: porta un peso (manubrio o kettlebell) in una mano e cammina lentamente, sentendo come il carico influenza la gamba opposta.

3. Rinforzo del core per migliorare la stabilità tra le due articolazioni

Dead bug: esercizio fondamentale per migliorare la coordinazione crociata tra arto superiore e inferiore, ne esistono tantissime versioni modificate.

4. Allenamento della propriocezione e dell’equilibrio

Plank con sollevamento alternato di un braccio e una gamba: Aiuta a rinforzare la connessione tra la scapola e il bacino opposto.

Avrai capito che spalla e anca non lavorano mai in modo isolato. Ogni passo che fai, ogni gesto che compi, dipende da un sistema biomeccanico integrato che collega queste due articolazioni in un movimento fluido e funzionale.

Se una delle due è in difficoltà, l’altra dovrà compensare. Questo è il motivo per cui un problema alla spalla può riflettersi sull’anca e viceversa.

Non trascurare mai il pattern crociato del tuo corpo: è il segreto di una postura bilanciata e di un movimento efficiente.

Indirizzo

Via Malcangi 115
Trani
76125

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