03/11/2025
Oggi partecipo all’inaugurazione del monumento dedicato al giudice Carlo Palermo e alle vittime innocenti dell’attentato di Pizzolungo, Barbara Rizzo e i suoi figli, Giuseppe e Salvatore Asta.
È un momento che ci richiama a una delle pagine più dolorose della nostra storia, ma anche a un dovere che non può conoscere divisioni: quello della memoria e del rispetto.
Comprendo le discussioni che questa installazione ha suscitato, anche per la sua collocazione. Ma qui non si tratta di difendere scelte amministrative, ma di ricordare che la memoria non può diventare un terreno di scontro.
Molti dicono che quest’opera sia un pugno nello stomaco, e in effetti lo è: ci costringe a guardare in faccia la bruttura della mafia, la violenza di una stagione in cui le autobombe e gli attentati erano diventati il metodo per mettere a tacere magistrati, giornalisti e servitori dello Stato.
Ma proprio per questo deve essere anche un richiamo alla coscienza collettiva, un invito a non dimenticare, a trasformare il dolore in impegno e in rinascita. Davanti a una storia così dolorosa, davanti alle vittime della mafia, vorrei che ci ritrovassimo sempre uniti, mai contrapposti, mai dubbiosi, senza “sì, però…” !
L’antimafia, quella vera, non divide: è un linguaggio comune di giustizia, di coscienza, di responsabilità.
E allora voglio leggere in quest’opera, pur discussa, un segno di rinascita: i 3 gigli colorati che nascono dall’auto distrutta raccontano una Trapani che non dimentica, che ha coscienza del suo passato e che vuole rifiorire 🌷