Dott.ssa Tartamella Annalisa Biologa Nutrizionista

Dott.ssa Tartamella Annalisa Biologa Nutrizionista 👩‍⚕️Aiuto a ritrovare il benessere con l’alimentazione
🔬Disturbi intestinali | Insulino resistenza | Malattie autoimmuni
🍽️Nutrizione senza rinunce

20/11/2025

VIVERE SENZA CISTIFELLEA

(Di Patrizia Coffaro)

Quando si parla di cistifellea, quasi sempre si pensa a qualcosa di secondario, un organo lì sotto al fegato che molti ritengono opzionale, un po’ come un accessorio che si può togliere e via. E infatti la realtà è questa, ogni anno centinaia di migliaia di persone si ritrovano in sala operatoria per farsela rimuovere, convinte che quel gesto risolverà magicamente i loro problemi digestivi. Ma la verità è molto diversa. Perché sì, puoi sopravvivere senza cistifellea, certo. Ma funzionare bene… è un altro discorso. E molte persone lo scoprono dopo, quando si ritrovano con gonfiore, intolleranze, diarrea, nausea, digestione lenta, bruciori, grassi che non vanno giù e un senso di malessere generale che nessuno aveva spiegato loro prima.

E allora ho pensato, facciamo chiarezza. Che succede davvero quando non hai più la cistifellea? Quali sono le strategie concrete che possono aiutare veramente chi l’ha rimossa e adesso sta cercando di far pace con il proprio intestino? Perché se c’è una cosa che dovrebbe essere chiaro come il sole é che il corpo ha una sua logica profonda. Niente nel corpo è stato messo lì tanto per... nemmeno la cistifellea.

La cistifellea è un piccolo serbatoio, ma custodisce qualcosa di preziosissimo, la bile. Quel liquido giallo-verdognolo che tutti nominano, ma che in pochissimi conoscono davvero. La bile non serve solo a digerire i grassi: è un detergente naturale, un disinfettante, un modulatore dell’infiammazione, una delle vie principali attraverso cui il fegato elimina tossine. Senza una bile che scorre bene, l’intera digestione non funziona. E senza una cistifellea che la immagazzina e la rilascia al momento giusto, il fegato deve arrangiarsi producendo un flusso continuo, ma più debole, più lento, molto meno preciso.

È un po’ come se togliessi il serbatoio alla macchina, la benzina arriva lo stesso, sì, ma a gocce. E quando accelera, quando c’è bisogno di più potenza, quando il percorso diventa impegnativo… il motore singhiozza. Con il corpo succede la stessa cosa: togli la cistifellea e la digestione diventa più fragile, più suscettibile, più reattiva.

E qui arriva il punto più importante di tutti... il fatto che il chirurgo ti abbia detto che non ti servirà più, e di vivere normalmente non significa che il corpo la pensi allo stesso modo. Perché il corpo ha memoria, ha biologia, ha dinamiche fisiologiche che non si cancellano con un bisturi.

Ed è per questo che tantissime persone, metà, secondo alcune ricerche, continuano a stare male anche dopo l’intervento. Si ritrovano con gonfiore, feci difficili da gestire, sensibilità ai grassi, stanchezza digestiva, nausea, diarrea o al contrario stitichezza persistente. E spesso vengono liquidate con il solito.... è normale, ci si abitua! No. Non è normale è frequente, che è diverso.

Ma se conosci il corpo, se capisci come funziona il fegato, se impari a sostenere il flusso biliare, allora sì: puoi veramente stare bene anche senza cistifellea. Non è un destino segnato é un percorso.

Partiamo dall’inizio, cosa fa davvero la bile?

La bile emulsiona i grassi, li sminuzza, li prepara agli enzimi pancreatici. Se manca questo passaggio, i grassi arrivano nell’intestino come blocchi troppo grandi, e il risultato è gonfiore, fermentazione, meteorismo, dolore e diarrea. Ma non solo, la bile regola anche il microbiota. Ha un’azione antimicrobica naturale, impedisce la proliferazione di batteri nocivi nell’intestino tenue. Quando il flusso biliare è debole, l’intestino diventa terreno fertile per sovracrescita batterica, disbiosi, sintomi strani che non si collegano subito all’assenza della cistifellea ma che in realtà dipendono proprio da lì.

E allora cosa devi fare dopo l'intervento, o se stai cercando di evitare l’intervento, per far funzionare tutto meglio? Prima cosa... capire che il corpo ha bisogno di aiuto. Non è un fallimento... è fisiologia. Il fegato continua a produrre bile, ma senza serbatoio perde la capacità di concentrare e rilasciare quella bile nel momento giusto. Quindi serve aiutarlo, guidarlo, accompagnarlo.

La prima grande strategia è la dieta antinfiammatoria. Non esiste un corpo senza cistifellea che possa permettersi strappi continui. Zuccheri raffinati, fritti, affettati, latticini industriali, oli scadenti, farine raffinate, pasti pesanti di sera, tutto questo diventa un macigno per l’apparato biliare. Non solo fatichi a digerirlo, ma peggiori l’infiammazione, il ristagno, la qualità stessa della bile. La soluzione non è diventare rigidi, ma diventare intelligenti, dare al corpo alimenti che chiedono poca fatica e portano molto nutrimento.

Verdure amare, spezie, erbe, limone (se tollerato), cetroli, sedano, zenzero, curcuma, carciofi, prezzemolo, coriandolo, insalate verdi. Questi sono come sbloccanti naturali, aiutano il fegato a fluidificare la bile, le vie biliari a dilatarsi, la digestione a scorrere.

Seconda grande strategia... pasti piccoli. Senza la cistifellea, il corpo non gestisce bene i pasti pesanti. Sì, lo so, è banale, ma quante persone continuano a fare il pranzo della domenica tutte le sere? Il fegato non ce la fa. Molto meglio 3-4 pasti più piccoli, costanti, digeribili, e soprattutto niente cene pesanti. Il fegato di notte deve ripulire, non digerire.

Terzo pilastro, aumentare l’acidità gastrica, non diminuirla. Perché molte persone dopo la rimozione della cistifellea vanno in farmacia e prendono antiacidi perché sentono bruciori. Ma quel bruciore, spesso, non è troppo acido... è troppo poco. Se lo stomaco non acidifica bene, il pancreas non riceve il segnale giusto, la bile non fluisce nel modo corretto, e tutto si inceppa. Quindi sì, mele cotogne, zenzero, acqua e limone (se tollerato), aceto di mele biologico diluito in acqua, e per molti anche betaina HCL prima dei pasti (da assumere con abbondante acqua se no ti bruci la mucosavdello stomaco) sono strumenti preziosi. Non per forza per sempre, ma per un periodo strategico, per rieducare il corpo.

Poi c’è il discorso più grande di tutti... gli aiuti esterni. Quando non hai più la cistifellea, non è un tabù sostenere la digestione dall’esterno. E uno dei supporti più utili è l’ox bile, cioè i sali biliari. Sono letteralmente ciò che il corpo non riesce più a produrre in forma concentrata. Sono quel pezzo mancante che aiuta ad emulsificare i grassi, ridurre gonfiore e diarrea, migliorare l’assorbimento delle vitamine liposolubili. Ovviamente vanno inseriti con criterio, all’inizio dei pasti, e testati con calma. Ma il miglioramento, per molti, è incredibile.

Accanto all’ox bile c’è un’altra sostanza che negli anni è diventata fondamentale e ne parlo spesso... il TUDCA. È un acido biliare che aiuta a fluidificare la bile, a pulire i dotti, a ridurre l’infiammazione interna, a migliorare tutto il traffico biliare. È come aprire un rubinetto che da anni era semichiuso. E quando il flusso biliare torna a scorrere, cambiano la digestione, la pelle, l’energia, la regolarità intestinale.

E poi, i miei amati impacchi di olio di ricino...meritano un discorso a parte. È una di quelle pratiche antiche che sembrano da nonna, ma che in realtà funzionano per meccanismi fisiologici semplici e potentissimi. Il calore, la viscosità dell’olio, l’assorbimento transdermico: tutto questo aiuta a dilatare i dotti biliari, a sciogliere tensioni, a migliorare la motilità intestinale. Non fa miracoli, ma crea terreno. E nella salute digestiva il terreno è tutto.

E poi, ovviamente, c’è il fegato. Perché se non c’è più la cistifellea, il fegato diventa il vero protagonista. E allora bisogna proteggerlo, nutrirlo, sostenerlo, alleggerirlo. Idratazione abbondante, tisane amare, camminate, sauna infrarossa se possibile, sonno profondo, gestione dello stress. Perché il fegato soffre moltissimo lo stress emotivo: basta una settimana di tensione per ritrovarti gonfia come un palloncino. E non c'è integratore che tenga se il sistema nervoso è in allarme.

La verità è che vivere senza cistifellea non significa vivere male. Significa vivere con consapevolezza. Significa trattare la digestione come qualcosa di sacro, non come una pattumiera per tutta la giornata. Significa ascoltare i cibi che ti parlano, osservare le risposte del corpo, capire cosa ti gonfia, cosa ti infiamma, cosa invece ti nutre.

Significa ricordarsi che la rimozione della cistifellea non cura nulla....elimina un contenitore, non la causa. Ma se tu elimini la causa, se tu sostieni il fegato, se tu aiuti le vie biliari, allora puoi stare benissimo. Anche meglio di prima.

E sai cosa mi piace sempre dire a chi pensa che l’intervento abbia segnato il suo destino? Che il corpo ama la coerenza. Se tu lo sostieni, lui risponde sempre. E risponde più velocemente di quanto immagini. Ho visto donne che dopo anni di diarrea post-intervento ritrovano la normalità con due piccoli accorgimenti. Ho visto uomini che da decenni non digeriscono un piatto di pesce e finalmente lo tollerano grazie a un supporto biliare mirato. Ho visto persone riprendere energia, pelle luminosa, leggerezza.

Non è magia... è fisiologia rispettata.

E allora sì, se non hai la cistifellea puoi vivere bene. Ma devi essere tu, ora, a fare da regista. Non puoi più vivere in automatico. Devi conoscerti, scegliere e fare pace con un nuovo modo di mangiare, di respirare e di ascoltarti. Il corpo, quando lo accompagni, ti ripaga sempre.

XO - Patrizia Coffaro

20/10/2025

PERCHÉ ALL'IMPROVVISO QUELLA PANCIA CHE NON AVEVI?

(Di Patrizia Coffaro)

Ti è mai capitato? fino a pochi mesi fa entravi ancora in quei jeans “così così”, ma non ti preoccupavi troppo. Poi, senza grandi cambiamenti nella dieta, senza che ti fossi messa ad abbuffarti, ti guardi allo specchio e pensi: “Ma… da dove è spuntata questa pancia?”

E magari ti senti frustrata, perché continui a fare più o meno quello che facevi, magari cammini o fai attività, ma nulla... la pancia è lì. Questo succede più spesso di quanto pensiamo, e sì... le cause ormonali entrano spesso in gioco.

Primo, cosa intendiamo con grasso addominale e perché fa più effetto rispetto ad altri tipi di grasso?

Quando parliamo di grasso addominale non intendiamo solo il grasso superficiale che si accumula sotto la pelle (il classico gonfiore/pancetta che puoi pizzicare). C’è un componente che è viscerale, cioè che si deposita intorno agli organi interni, nella cavità addominale.

Questo tipo di grasso è più attivo dal punto di vista metabolico, cioè influenza di più ormoni, infiammazione, metabolismo e si correla con rischi maggiori (anche se non voglio spaventarti...ma è bene saperlo). In più, quando il grasso si accumula in questa zona centrale (e non, ad esempio, solo su fianchi o cosce), è più evidente e più difficile da smuovere.

Ma quindi perché all’improvviso?

Ecco qui alcuni dei motivi principali che possono spiegare perché quel grasso decide di prendere residenza nella tua pancia... e non è detto che sia colpa solo della troppa pizza (anche se sì, l’alimentazione ha il suo peso).

1. Cambiamenti ormonali

Nelle donne, uno dei momenti più critici è la perimenopausa/menopausa. Quando gli estrogeni calano, il corpo tende a modificare la distribuzione del grasso, dirigendolo più verso l’addome invece che verso fianchi e cosce.

Anche negli uomini, una riduzione del testosterone può favorire l’aumento del grasso addominale (meno massa muscolare... di conseguenza metabolismo più lento)

Se la funzione tiroidea è debole (ipotiroidismo), il metabolismo rallenta e accumuli peso più facilmente, pancia compresa. Avere i valori tiroidei dentro il range non esclude l'ipotiridismo. Devi averli nei valori ottimali. I range sono ancora troppo ampi.

2. Lo stress e il ruolo del cortisolo

Lo stress cronico è uno dei peggiori alleati della pancia che spunta. Perché? Perché lo stress fa aumentare il livello di cortisolo (l’ormone dello stress) e questo segnala al corpo di accumulare grasso di riserva e spesso lo fa proprio nella zona addominale. In pratica: se sei spesso su di giri, ansiosa, non dormi bene, hai tante tensioni... il tuo corpo risponde con adattamenti che alla lunga si vedono anche all’esterno.

3. Insulino-resistenza, glicemia, carboidrati nascosti

Quando le cellule diventano meno sensibili all’insulina (cioè l’insulina funziona male), il corpo tende a immagazzinare più grasso, soprattutto addominale. Potresti mangiare abbastanza bene, ma se ci sono molti zuccheri, carboidrati raffinati, frequenti oscillazioni glicemiche, e nessuna cattiva pizza è responsabile in toto, potresti comunque accumulare.

Inoltre, la combinazione stress-insulina è subdola, per esempio ho visto persone che sono a dieta” ma con alti livelli di stress e insulino-resistenza, e non capiscono perché non perdono.

4. Il metabolismo cambia con l’età

L’età porta con sé cambiamenti, si perde massa muscolare, il metabolismo di base scende, e la distribuzione del grasso cambia. Uno studio indica che l’aumento della massa grassa viscerale è in gran parte legato all’età e ai cambiamenti ormonali legati all’età.

Questo significa: se hai 40-50-60 anni (o più), e pensi che prima non avevo questa pancia, non stai immaginando... è un effetto reale dell’invecchiamento + ormoni + stile di vita combinate.

5. Dormire poco/Ritmo circadiano/Recupero

Quando il corpo non riposa bene, o le ore di sonno sono poche/irre­golari, il sistema ormonale è stressato, la ghrelina (l’ormone della fame) può aumentare, la leptina (quella della sazietà) può diminuire, e cortisolo può rimanere alto. Tutto questo favorisce accumulo addominale.

Quindi… non è solo troppo mangiare o non muoversi...

Attenzione, non sto dicendo che la dieta non conta o che l’esercizio vale zero. Anzi. Ma quello che voglio dirti e che quando vediamo un accumulo addominale spontaneo, spesso c’è qualcosa in più rispetto al semplice ingrassare come succede sui fianchi. Le variabili ormonali vanno considerate.

Come lo riconosci, questo grasso addominale da ormoni? Quali segnali possono farti pensare Ecco, qui forse entrano in gioco gli ormoni:

- Noti un aumento della pancia nonostante alimentazione nella media e movimento.

- Il grasso si concentra soprattutto nella zona addominale (più mela che pera).

- Ci sono altri segnali... ad esempio alterazioni del ciclo mestruale, sonno disturbato, stress elevato, cambiamenti dell’umore, tiroide che fa le bizze.

Età o fase di vita che implicano cambiamenti ormonali (perimenopausa, menopausa, cambiamenti ormonali dopo gravidanze etc.). In queste situazioni, è utile sospettare che non sia solo mangio troppo.

Cosa possiamo fare con realismo e buon senso? Ok, ora il bello, sì, possiamo agire. Non è tutto scritto nel destino della pancia. Qui ti do alcuni strumenti pratici perché vanno oltre la semplice dieta.

1. Gestione dello stress

- Impara strumenti di rilassamento, respirazione profonda, meditazione, yoga, camminate tranquille.

- Controlla il carico totale, lavoro, famiglia, dormire… se sommi troppe richieste potresti generare cortisolo continuo.

- Dormi bene, mira a 7-8 ore di buona qualità. Se il sonno è frammentato, i livelli ormonali soffrono. Mi sono presa un orologio che mi fa l'analisi dettagliata del sonno. Ma ha anche altre funzioni. Mi avvisa quando sono stressata e mi propone una meditazione o respirazione veloce. Mi conta i passi, mi fa l'ECG e me lo trasforma in pdf, mi controlla l'ossigenazione, i battiti, e mi da una marea di esercizi da fare per il mio stato fisico. Dallo yoga, agli esercizi HIT da fare a casa. E tante altre cose che ora non ricordo.

2. Sostegno metabolico e muscolare

Mantieni/aumenta la massa muscolare, l’allenamento con i pesi o il corpo libero aiuta. Perché la massa muscolare brucia più energia anche a riposo e contrasta l’accumulo viscerale.

Attività cardiovascolare regolare, camminate, bici, nuoto, yoga...l’importante è movimento costante.

3. Alimentazione amica degli ormoni

Riduci i carboidrati raffinati, gli zuccheri aggiunti, gli alimenti ultra-processati. Perché questi stimolano insulina e possono favorire l’accumulo addominale.

Favorisci proteine (magre), fibre, verdure, grassi buoni (es. olio extravergine, noci, semi, pesce grasso).

Regolarità alimentare, evita saltare i pasti, evitare lunghi digiuni improvvisati (a meno che non siano ben gestiti e intenzionali).

Considera l’alimentazione come parte di un insieme, lo stile di vita, il sonno, il movimento, lo stress, tutto interagisce.

4. Verifica ecosistema ormonale/salute tiroidea

Se sospetti che ci sia un fattore tiroideo (fatica, capelli che cadono, freddo costante, aumento ponderale non spiegato), valuta tiroide, TSH, T4, T3 e assicurati che siano nel range ottimale (ne ho parlato anche in altri post) .

Se sei in menopausa o perimenopausa e hai forti sbalzi, valuta con medico il quadro ormonale generale (estrogeni, progesterone, androgeni).

Non pensare che tutto si risolva con una pillola, le strategie ormonali efficaci sono integrate.

5. Pazienza e durata

Il grasso addominale cronico non sparisce in 2 giorni. Serve coerenza, costanza.

Evita il tutto o niente, che se fallisco oggi allora butto tutto. La costanza piccola è meglio del fuoco d’artificio breve.

Inoltre, potresti integrare:

- Tecniche di consapevolezza corporea: ti invito a sentire il tui addome, con gentilezza, senza giudizio, sostenendo la connessione mente-corpo.

- Lavora sull’energia, abbi la percezione che non solo il corpo accumula, ma anche emozioni/traumi/stress possono sedersi nell’addome (molti sistemi psicocorporei lo evidenziano). Ne parlo anche in "Medicina Energetica".

- Supporto nutrizionale a livello vibrazionale, piante adattogene che aiutino a modulare stress e ormoni, sempre valutando la compatibilità individuale.

- Lavoro sul sonno e sul ritmo circadiano. Routine serali di discesa (meno schermi, più tono rilassato), perché il sistema ormonale ama la regolarità.

Cosa NON ti dico?

Non ti dico che il grasso addominale è solo colpa degli ormoni... no. Spesso è un mix, dieta + movimento + ormoni + età + stile di vita.

Non ti dico che una crema miracolosa o un integratore miracoloso, come se ne vedono tanti, risolve il problema. Non esiste, fattene una ragione.

Non ti dico che non puoi fare nulla... anzi, puoi molto, ma serve capire l’insieme e ci vuole costanza.

Se stai affrontando un aumento della pancia che sembra arrivato dal nulla, non è un fallimento, non è una colpa. È un segnale, il corpo invia un messaggio: “Ehi, qualcosa sta cambiando... guardami”. Ed è qui che puoi trasformarlo in azione, a integrare corpo, mente e anima.

Il fatto che non va via subito non significa che non possa andare via... significa che serve pazienza, ascolto, coerenza e talvolta anche accettazione... che il corpo cambia, e va supportato con gentilezza. La pancia che spunta non è la tua vera identità. È un segnale temporaneo che può essere trasformato. E sì, possiamo anche ridere un po quando guardiamo quei piccoli rigonfiamenti, chinandoci davanti allo specchio e dicendo: “Ok, adesso ti smantello!”

XO - Patrizia Coffaro

18/10/2025

La gestione del diabete tipo 2 rappresenta una sfida sempre più rilevante nel panorama sanitario globale, con particolare attenzione al contesto cinese dove l'obesità ha registrato un incremento drastico negli ultimi decenni. Un recente studio randomizzato controllato pubblicato su BMC Medicine ha...

In questi giorni di riposo mi prendo un po’ di tempo per leggervi, per ricaricare le energie anche con le vostre parole....
16/08/2025

In questi giorni di riposo mi prendo un po’ di tempo per leggervi, per ricaricare le energie anche con le vostre parole. Questa é l’ultima recensione che ho ricevuto e mi ha commosso ❤️.
Grazie Giada per le tue parole! 🥹
In questo mondo che diventa sempre più social, io passo sempre meno tempo col telefono e tante tante ore in studio, ad ascoltarvi senza fretta, ad aiutare chi chiede il mio supporto e sono cosi felice quando vi vedo stare meglio!
Dal 1 Settembre torno operativa in tutti i miei studi, al vostro fianco per aiutarvi a ritrovare il benessere!

☀️ Fa caldo? Non smettere di muoverti!Con l’arrivo dell’estate, tante persone abbandonano la palestra pensando: “riprend...
24/06/2025

☀️ Fa caldo? Non smettere di muoverti!

Con l’arrivo dell’estate, tante persone abbandonano la palestra pensando: “riprendo a settembre”.
Ma il nostro corpo non va in vacanza! 💪🏻

Muoversi ogni giorno è un’esigenza fisiologica, non un lusso da rimandare.
Non servono allenamenti estenuanti: anche una camminata al fresco, una nuotata o 20 minuti di stretching a casa sono sufficienti per mantenere attivo il metabolismo, sostenere l’umore e prendersi cura del proprio benessere.

🎯 Non puntare alla perfezione, ma alla costanza.
Il movimento è un gesto quotidiano di amore verso te stesso.

Se ti manca l’ispirazione, sul canale YouTube di trovi tanti video brevi di yoga ideali anche in estate: nel post precedente abbiamo condiviso un video da soli 10 minuti per attivare tutto il corpo in modo dolce e rigenerante. 🧘‍♀️✨

E tu, che attività sceglierai per restare attivo anche d’estate? 🌿

Grazie per la foto! 😍

Da sempre sono sostenitrice del soffritto e del rispetto della tradizione culinaria tramandata dalle nostre nonne.I miei...
22/06/2025

Da sempre sono sostenitrice del soffritto e del rispetto della tradizione culinaria tramandata dalle nostre nonne.
I miei piani alimentari sono basati su cotture e abbinamenti che si ritrovano in tante ricette tradizionali.
Infatti, molti rimedi efficaci per vari disturbi si ritrovano tra le strategie antiche adottate dai nostri avi e funzionano molto meglio di alcuni integratori.
In tanti anni di professione non ho mai ancora visto un paziente che combatte con il peso o ha disturbi metabolici perché ha ecceduto o eccede con l’olio evo sia cotto che crudo, non é un grasso correlato con l’obesità, non va temuto, demonizzato e usato con lo spruzzino.

Sai cosa succede quando la nonna prepara il suo soffritto con cipolla, carota e sedano? Pensi che sia solo per dare sapore al sugo, vero?

Ma quello che succede a livello molecolare è pura scienza. Quando questi tre ingredienti cuociono insieme nell'olio extravergine, si innesca una vera e propria alchimia culinaria.

I carotenoidi della carota e i polifenoli della cipolla e del sedano non solo mantengono le loro proprietà antiossidanti, ma creano una sinergia che ne aumenta la biodisponibilità. In pratica, il nostro corpo riesce ad assorbire e utilizzare meglio questi composti benefici proprio grazie alla cottura combinata.

L'olio extravergine fa da "facilitatore", permettendo a queste molecole di lavorare insieme in modo più efficace rispetto a quando consumiamo le verdure crude e separate.

Chi l'avrebbe mai detto che quel gesto automatico che facciamo da sempre nascondesse un piccolo laboratorio chimico? La prossima volta che sentirai il profumo del soffritto, ricordati che non stai solo cucinando: stai creando un concentrato di benessere.

La saggezza della nonna, ancora una volta, aveva ragione.

Novità in arrivo!Da oggi mi trovi anche alla CDMCLINIC di Trapani, accanto al Dr. L. Flagiello, per un approccio integra...
12/05/2025

Novità in arrivo!
Da oggi mi trovi anche alla CDMCLINIC di Trapani, accanto al Dr. L. Flagiello, per un approccio integrato nel trattamento dell’obesità.
Mi occuperò della parte nutrizionale, perché mangiare bene è il primo passo per stare bene davvero!

Prenota il tuo appuntamento:
0923-1562567
CDMCLINIC – Via Bastioni n. 2, Trapani

Ti aspetto per iniziare insieme un percorso di salute e consapevolezza!
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Dieta
AlimentazioneSana
Nutrizione
AlimentazioneConsapevole #
Dimagrimento

12/05/2025

CDM CLINIC Diamo grande valore alla salute a lungo termine Centro specialistico oncologia dell’adulto e pediatriche, Malattie Immunoreumatologiche ed Ortopediche di Eccellenza. Prenota una visita Approccio multidisciplinare Collaboriamo con i migliori specialisti nazionali e internazionali, unendo...

21/04/2025

TRA I MOTIVI DELLA TUA CRONICA CARENZA DI FERRO, HAI MAI CONSIDERATO CHE I BATTERI SI MANGIANO LA TUA VITAMINA B12?
La (VB12) è una vitamina "insolita" in quanto non è prodotta dalle piante MA è sintetizzata esclusivamente da batteri e (Link 1-2)
La (VB12) è coinvolto nella sintesi dei nucleotidi, nella regolazione degli aminoacidi a catena ramificata (BCAA), nel metabolismo degli acidi grassi a catena lunga ( ), nello sviluppo cellulare.
Cioè, per duplicare/produrre .
La grave carenza di VB12 provoca (degenerazione subacuta combinata, specificatamente legata all'anemia perniciosa), atassia, neuropatia ottica, neuropatia periferica e CON . Anche anemia è citata come CAUSATA da cronica carenza di VB12,

Sono tutte reversibili attraverso LA GIUSTA INTEGRAZIONE di VB12.
I meccanismi precisi della mielopatia rimangono poco chiari, ma è probabile che coinvolgono diverse funzioni vitali (e poco conosciute!) della VB12, come:
A ) protegge dal danno ossidativo e dallo stress infiammatorio eliminando direttamente i radicali liberi e sopprimendo il danno indotto dall'ossidazione.

B ) supporta l'attività e la produzione del , il più potete antiossidante che produce il fegato (distrutto dall'uso di e ).

C ) sembra attivare un certo tipo di globuli bianchi ( ) cruciali nel combattere l'infiammazione.
Ma serve sia a noi che a "loro".
Se consideriamo per un attimo gli "ospiti" che ci portiamo addosso e dentro dalla nascita: il . L'intestino umano ospita trilioni di dominati da due ampi gruppi filogenetici (Bacteroidetes e Firmicutes) che collettivamente codificano 150 volte più geni del DNA umano.
E si duplicano velocemente ...
Circa la metà dei microbi intestinali si affida a VB12 (insieme ai , sostanze "strutturalmente simili") per la biosintesi di nucleotidi. Per loro, come per noi, è un cofattore vitale per la biosintesi di aminoacidi e nucleotidi.
Necessaria al loro sviluppo.
Necessaria alla loro (rapida) duplicazione.
Gli esseri umani acquisiscono VB12 quasi esclusivamente attraverso la dieta, in particolare dalle proteine ​​animali e dai cibi fermentati. Mentre solo una sparuta minoranza di "loro" produce VB12 dentro il nostro intestino; circa il 2% di quello che viene rilevato nelle feci. Ma è prodotta nel (dove il numero del microbi è più elevato) e non è biodisponibile perché i recettori per assorbire la VB12 si trovano nell'intestino tenue.
E forse questo connette l'eccesso ematico (oltre 1000) di VB12 in coloro che non fanno supplementazione (e magari sono stitici, o hanno un reflusso colo-ileale).
Negli esseri umani, la carenza di VB12 può derivare sia da disturbi dell'assorbimento (compresa l'anemia perniciosa, che è fatale se non trattata) che da carenze dietetiche, oltre che effetti iatrogeni di farmaci usati da un italiano su due ( , ).
Le conseguenze fisiologiche e neurologiche della carenza di VB12 sono state discusse in numerose eccellenti revisioni recenti (Link 3, 4). E anche noi ne abbiamo discusso parecchi negli anni scorsi.
Prove crescenti supportano l'idea che la intestinale (lo squilibrio degli "abitanti" dell'intestino) possa influenzare lo sviluppo di ictus e la neuroinfiammazione tossica subito dopo l'ictus.
Perchè?
Perchè "loro" si "fottono" la tua VB12.
Se la mangiano al posto tuo.
I microbi intestinali sono in competizione diretta con noi per la VB12.
La grande maggioranza delle specie microbiche intestinali umane richiedono "corrinoidi" (sostanze simili alla VB12), così gli individui con un'elevata carica batterica nell'intestino tenue ( , o sovracrescita batterica del piccolo intestino) tendono ad avere un basso stato di cobalamina (Link 5,6,7,8 )
Di conseguenza il ferro è basso.
Di conseguenza, somministri il ferro ma il valore è normale olamente "da Natale a Santo Stefano".
E quando smetti di assumere il ferro, i valori tornano bassi.
Ti è capitato, giusto?
Ma NESSUNO SI CHIEDE IL PERCHE'.
Nessuno dosa la VB12 nel sangue.
Nessun sa COME INTEGRARE GIORNALMENTE la VB12.
Nessuno pensa che la causa potrebbe essere UNA INFEZIONE batterica del piccolo intestino.
Che poi ti gonfia la pancia.
Che poi ti provoca il reflusso.
Cioè, sia il gonfiore che il reflusso SONO SINTOMI.
Come lo è carenza di ferro.
Un sintomo è qualcosa che accade; se fossimo dentro una puntata di CSI lo chiameremmo UN INDIZIO.
Utile per capire chi ha commesso un certo crimine
E nessuno di quelli di CSI è così cretino da nascondere o cancellare un indizio, sei daccordo?
Sarebbe un'idiozia!
Per fortuna, la VB12 può sostenere il recupero post-ictus; conferisce protezione contro l'induzione e la gravità dell'ictus in pazienti opportunamente selezionati (Link 9)
Per fortuna la VB12 la puoi supplementare come vuoi, perchè è per la libera vendita.
QUINDI: se la carenza di ferro e b12 e l'anemia e "certi sintomi aspecifici" sono un sintomo, un indizio ..... il mio consiglio è di consirerare (per lavorare sul sintomo) di integrare TRAMITE LINGUA (perlingua e sublingua) ciò che non vuoi ti venga "fregato" da loro.
Ma anche di trovarti un investigatore clinico, UNO BRAVO, che sappia cosa cercare e come risolvere il problema.
TI allego la bibliografia (nel primo commento) di ciò che sto dicendo, come risposta PACATA, RAGIONATA e scientificamente accettabile se volessi sottoporla a chi ti cura.
Perchè la tua salute vale!

Indirizzo

Via Alessandro Manzoni 68, Casa Santa Erice
Trapani
91100

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