17/11/2025
Il 17 novembre la brezza ospita aliti di viola, tinta che orna le impronte della Giornata Mondiale della Prematurità.
Una data che racconta di bambini nati prima del tempo, tempo che non ha permesso la conoscenza del calore di una madre.
Alcun tempo a disposizione per respirare il profumo di un figlio.
Il 17 novembre rimarca l'eco di momenti che non si sono mostrati e ricorda la voragine che ancora alberga nella memoria.
Madri vestite dell'assenza di un parto felice e private dell'armonia, a nascita avvenuta mentre, poste in un reparto Maternità, reclamavano un figlio lontano. Sdraiate all'angolo e costrette ad osservare la gioia di altre donne, con un neonato accanto. La naturalità della venuta al mondo, negata, strappata e mai restituita.
La prematurità è una condizione che smorza la linearità del quotidiano, portando a sostare accanto ad un'incubatrice e ad andare, a visita terminata. Non vi la possibilità di vivere interamente un figlio, di prendersi cura dei suoi bisogni, di portarlo a casa, alla sera.
Si è spettatori dinanzi al volere della vita: progressi, passi indietro, battute d'arresto. Si parla attraverso un oblò, ricamando d'energia il tono di voce affinchè sia motivo di esortazione. Vicinanza che diviene l'unica linfa possibile.
La notte è la parentesi del vuoto. Non si è a conoscenza di cosa avvenga in reparto. Fisso è il pensiero di un figlio che potrebbe reclamare presenza. Le sue lacrime in corso e l'impossibilità di essere pienamente madri. I sensi di colpa che sono pugnali. All'alba di un nuovo giorno si implorano buone notizie.
Trascorrono settimane e, spesso, mesi. La Terapia Intensiva Neonatale è il pianeta su cui si atterra muniti di calzari, un figlio è la luce che si tenta di raggiungere. Pochi grammi, al di sotto del chilo. Una piuma in preda alla tempesta.
Un soffio d'aria improvviso protrebbe portarla lontano e non consentirne il ritorno.
Il genitore di un bambino prematuro tenta di fermare quel colpo di vento, a suon d'amore, un inestimabile amore.
Si raggiunge la vetta insieme, al termine, ma si appare cambiati. Nuove consapevolezze sfiorano i passi. La prematurità è una parentesi indelebile e torna a bussare a distanza di anni. Il ricordo degli inizi è ancora vivo, troppe le paure non ancora agonizzanti.
Alle madri e ai padri accarezzati da tinte violacee, auguri profondi.
Tra le vostre braccia dimora l'esempio più grande che la vita possa ospitare.
Fiorisce sotto un sole desiderato per mesi.
Marina Cianfarini